Il
rumore inatteso proveniente dalla stanza vicina non
svegliò Kate. Svegliarla implicava che lei fosse stata in
grado di
addormentarsi, cosa che in realtà non le era riuscita.
Castle era scivolato nel
sonno ore prima, al termine della loro energica (e straordinariamente
memorabile) sessione di festeggiamenti privati. Il suono delicato del
respiro dell’uomo
la tranquillizzava mentre lei continuava a fissare con sguardo assente
la
sveglia. Sebbene non desiderasse altro che seguirlo nel mondo dei
sogni,
responsabile della bellezza del suo volto assopito, la sua mente non ne
voleva
proprio sapere di collaborare.
Erano
fidanzati ufficialmente solo da qualche ora e il
successivo incontro, alquanto imbarazzante, con Martha era ormai cosa
passata,
sebbene non ancora dimenticata. Farsi beccare seminuda sul divano con
il
fidanzato non era esattamente il modo con cui Kate aveva pensato di
comunicare
la notizia del suo imminente matrimonio quando sarebbe stato il momento
di
farlo. Eppure Martha si era divertita, su questo non c’erano
dubbi. E poi
Castle aveva trascorso le ore successive a fare del suo meglio
affinché tutto
il resto del mondo, animato e inanimato, sparisse – cosa che
gli era riuscita decisamente
molto bene. Ma nella quiete del periodo post festeggiamenti, mentre
tracciava i
contorni di quel cerchio che le adornava l’anulare, Kate non
riusciva a
smettere di pensare.
Avendo
deciso che qualsiasi tentativo di dormire era del
tutto inutile, si girò verso di lui e gli sfiorò
il bicipite con le labbra
prima di districarsi dal lenzuolo che le si era aggrovigliato intorno
al corpo.
La vestaglia di Rick era appesa dietro la porta del bagno; Kate la
indossò e la
strinse, percependo immediatamente il profumo dell’uomo
emanato dal cashmere.
Chiuse gli occhi appena lo riconobbe, mentre la sua mente veniva invasa
da
un’improvvisa ondata di ricordi stimolati
dall’olfatto. Quando finalmente si
allontanò dalla porta del bagno, si voltò verso
di lui e comprese. In quel
momento, capì davvero quanto sarebbe stato difficile da ora
in poi.
Martha
stava in piedi davanti al piano di lavoro della
cucina. Voltava le spalle al resto della stanza e non si accorse della
nuova
arrivata. Kate la osservò in silenzio e cominciò
a sorridere quando sentì la
rossa borbottare frustrata per la disobbedienza della bustina da
tè.
“Va
tutto bene, Martha?” le chiese Kate, sotto voce.
La
donna dalla vestaglia variopinta si voltò
frettolosamente nella direzione da cui aveva sentito provenire quella
voce
inattesa. “Oh, Katherine, mio Dio! Mi hai spaventato a morte,
mia cara!” Poteva
udire il battito cardiaco accelerato che le martellava nel petto mentre
si
appoggiava al freddo ripiano di marmo dietro di lei. “Per
l’amore del cielo,
cosa ci fai in piedi a quest’ora? Oh, spero di non averti
svegliato.”
“No,
Martha, non mi hai svegliato” precisò la giovane
donna, tirando fuori uno sgabello per sedersi. “Voglio dire,
pensavo di aver
sentito un rumore provenire da questa parte. E’ difficile
disattivare
l’orecchio da poliziotto, sai? Ma ero sveglia, e
così…” La voce le si spense in
gola, palesemente, e si rimise a giocare con l’anello,
facendolo girare intorno
al dito.
“Kate?” Martha
dovette chiamarla una seconda volta, dopo che il primo richiamo si era
perso
nel silenzio del loft intorno a loro senza portare alcun risultato.
“Oh
s-scusa, cosa dicevi?” balbettò Kate, mentre la
sua
futura suocera si era avvicinata al bancone, tanto che ormai solo pochi
centimetri la dividevano da lei.
“Vieni”
la invitò Martha. “Vieni quaggiù a
farmi
compagnia sul divano, mia cara ragazza.”
Afferrò
la mano di Kate e la fece alzare dallo sgabello.
La sua presa rendeva inutile qualsiasi tentativo di obiezione. La
trascinò fino
a far sedere entrambe sui cuscini del divano con un gesto plateale.
Persino
alle tre di notte, Martha era irrimediabilmente Martha.
“Qualcosa
non va, figlia mia, lo vedo dal tuo bellissimo
volto. A questo proposito…” si interruppe.
“…Come tu riesca ad essere così
bella a quest’ora della notte sfida ogni logica. Ma sto
divagando” sbuffò con
un timore reverenziale. “E’ Richard? Ha
fatto… o non ha fatto
qualcosa… UN’ALTRA VOLTA?”
Kate
rise sommessamente alla sua uscita e alle sue mosse.
“No, non è niente del genere. In realtà
– e scusami per quanto è successo prima
e per non avertelo detto subito – tuo figlio mi ha reso
davvero felice oggi.
Più felice di quanto sia mai stata.”
Abbassò lo sguardo verso la sua mano
sinistra. “Lo amo così tanto, Martha, è
solo che …”
“Solo
che cosa?” la incitò Martha, dopo che una pausa
aveva reso palpabile l’incertezza di Kate.
“Stiamo
iniziando questo nuovo capitolo completamente
nuovo insieme, questo impegno, questo fidanzamento, e ora io fra pochi
giorni parto
… e voglio solo essere sicura che sto facendo la cosa
giusta, capisci?”
Martha
le rivolse un ampio sorriso. Nell’imbarazzo e
nella brevità del loro precedente incontro non
c’era stato modo di parlare del
lavoro a Washington o del fatto che Kate lo avesse accettato.
“Buon per te,
figlia mia, buon-per-te” enfatizzò le ultime
parole, prendendo la mano di Kate
e stringendogliela. “Oh, non potrei essere più
felice nemmeno se tu fossi mia
figlia. Sono dannatamente fortunati ad averti.”
“E’
davvero gentile da parte tua, Martha, grazie. Questo
significa tantissimo per me.”
“Ascolta,
Kate” iniziò a parlare con un tono di voce
pacato e sincero. “Tu più di chiunque altro sai
quanto possa essere
imprevedibile la vita, sai che tutto può cambiare da un
momento all’altro e sai
che non ci sono garanzie. Hai visto più male di quanto si
dovrebbe e hai fatto
più bene di quanto tu stessa ti riconosca. Farai la
differenza nella vita di un
sacco di gente laggiù. Tutto ciò che hai vissuto
ti ha condotto proprio a
questo punto.” Portò l’altra mano al
volto di Kate per asciugarle una lacrima
che le era scivolata su una guancia. “E l’uomo che
dorme in quella stanza,
Kate, mio figlio, non ha mai amato niente o nessuno tanto quanto ama te
–
eccetto Alexis, naturalmente. E voi due ce la farete, insieme.
Capito?”
“Sì,
capito” Kate rispose con un sospiro riconoscente.
“Grazie, Martha, per avermi ascoltato e per il tuo sostegno.
E’ davvero molto
importante per me da quando mamma – beh, è davvero
molto importante.”
“Cosa
è davvero importante?” chiese Castle, mentre la
mano cercava di dipanare la nebbia dagli occhi che dicevano
mi-sono-svegliato-a-un’-ora-fuori-dalla-grazia-del-Signore.
Non
lo avevano sentito entrare, cosa che sconvolse
entrambe. In quello stato, come fosse riuscito ad arrivare dalla camera
al
divano senza far cadere nulla nel tragitto andava oltre la loro umana
comprensione.
“Bei
capelli, Castle” lo prese in giro Kate, a
dimostrazione di quanto si sentisse sollevata.
“Sì,
tesoro, hai un aspetto straordinario. Kate è una
donna fortunata, molto
fortunata.”
Rick
fece ciò che poté per appiattirsi i capelli ma
senza
risultato. “Okay, avete finito di prendere in giro
l’ultimo arrivato al pigiama
party?” Si mise dietro Kate e le pose le mani sulle spalle,
tirandole la testa affinché
si appoggiasse a lui. “Allora, fate scherzi telefonici e
parlate di ragazzi?”
“E’
spaventoso quanto tu ci conosca bene, Richard” Martha
scosse la testa e si alzò dal divano. “Tornate a
letto, voi due. Io adesso mi
riscaldo il tè e poi mi ritiro, ancora una volta, nel mio
boudoir.”
Kate
si alzò e Martha la attirò a sé per un
abbraccio.
“Vatti a prendere tutto quello che ti sei meritata, figlia
mia” le sussurrò
prima di baciare suo figlio sulla guancia e dirigersi di nuovo verso la
cucina.
Kate
fece scivolare la propria mano sul braccio di Castle
finché non raggiunse quella del fidanzato.
“Andiamo, signor Castle” lo
strattonò. “Torniamo a letto. I tuoi capelli vanno
bene solo in una stanza
buia.”
“Ah,
sì, molto divertente. Ripetimi un po’,
quand’è che
parti per Washington?”
Lo
spinse verso la camera con un sorriso e gettò
un’occhiata affettuosa a Martha prima di chiudere la porta
dietro di loro per
tornare a dormire.
Nota
della traduttrice
Una
chiacchierata tenerissima fra madre e figlia (perché come
tali io le vedo) e un
po’ di leggerezza sul finale, con l’accenno al look
strepitoso dei capelli di
Rick. Come facevo a resistere alla tentazione di tradurre il seguito di
“Science
interrupted”, naturalmente con l’approvazione di
Kelly/Sine Timore? Era
praticamente impossibile!
Grazie
al mio angelo custode per i suoi memorabili (anche loro!!!!) commentini
in
verde e grazie a chi di voi mi ha dedicato un po’ del proprio
tempo ed è
arrivato fino qui.
Baci,
Germangirl