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Autore: germangirl    15/10/2013    7 recensioni
Una deliziosa chiacchierata fra Martha e Kate nel cuore della notte.
Seguito di “Scienza… interrotta” e traduzione di “Light in a dark room”, sempre di Sine Timore
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Martha Rodgers, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Il rumore inatteso proveniente dalla stanza vicina non svegliò Kate. Svegliarla implicava che lei fosse stata in grado di addormentarsi, cosa che in realtà non le era riuscita. Castle era scivolato nel sonno ore prima, al termine della loro energica (e straordinariamente memorabile) sessione di festeggiamenti privati. Il suono delicato del respiro dell’uomo la tranquillizzava mentre lei continuava a fissare con sguardo assente la sveglia. Sebbene non desiderasse altro che seguirlo nel mondo dei sogni, responsabile della bellezza del suo volto assopito, la sua mente non ne voleva proprio sapere di collaborare.

Erano fidanzati ufficialmente solo da qualche ora e il successivo incontro, alquanto imbarazzante, con Martha era ormai cosa passata, sebbene non ancora dimenticata. Farsi beccare seminuda sul divano con il fidanzato non era esattamente il modo con cui Kate aveva pensato di comunicare la notizia del suo imminente matrimonio quando sarebbe stato il momento di farlo. Eppure Martha si era divertita, su questo non c’erano dubbi. E poi Castle aveva trascorso le ore successive a fare del suo meglio affinché tutto il resto del mondo, animato e inanimato, sparisse – cosa che gli era riuscita decisamente molto bene. Ma nella quiete del periodo post festeggiamenti, mentre tracciava i contorni di quel cerchio che le adornava l’anulare, Kate non riusciva a smettere di pensare.

Avendo deciso che qualsiasi tentativo di dormire era del tutto inutile, si girò verso di lui e gli sfiorò il bicipite con le labbra prima di districarsi dal lenzuolo che le si era aggrovigliato intorno al corpo. La vestaglia di Rick era appesa dietro la porta del bagno; Kate la indossò e la strinse, percependo immediatamente il profumo dell’uomo emanato dal cashmere. Chiuse gli occhi appena lo riconobbe, mentre la sua mente veniva invasa da un’improvvisa ondata di ricordi stimolati dall’olfatto. Quando finalmente si allontanò dalla porta del bagno, si voltò verso di lui e comprese. In quel momento, capì davvero quanto sarebbe stato difficile da ora in poi.

Martha stava in piedi davanti al piano di lavoro della cucina. Voltava le spalle al resto della stanza e non si accorse della nuova arrivata. Kate la osservò in silenzio e cominciò a sorridere quando sentì la rossa borbottare frustrata per la disobbedienza della bustina da tè.

“Va tutto bene, Martha?” le chiese Kate, sotto voce.

La donna dalla vestaglia variopinta si voltò frettolosamente nella direzione da cui aveva sentito provenire quella voce inattesa. “Oh, Katherine, mio Dio! Mi hai spaventato a morte, mia cara!” Poteva udire il battito cardiaco accelerato che le martellava nel petto mentre si appoggiava al freddo ripiano di marmo dietro di lei. “Per l’amore del cielo, cosa ci fai in piedi a quest’ora? Oh, spero di non averti svegliato.”

“No, Martha, non mi hai svegliato” precisò la giovane donna, tirando fuori uno sgabello per sedersi. “Voglio dire, pensavo di aver sentito un rumore provenire da questa parte. E’ difficile disattivare l’orecchio da poliziotto, sai? Ma ero sveglia, e così…” La voce le si spense in gola, palesemente, e si rimise a giocare con l’anello, facendolo girare intorno al dito.

Kate?” Martha dovette chiamarla una seconda volta, dopo che il primo richiamo si era perso nel silenzio del loft intorno a loro senza portare alcun risultato.

“Oh s-scusa, cosa dicevi?” balbettò Kate, mentre la sua futura suocera si era avvicinata al bancone, tanto che ormai solo pochi centimetri la dividevano da lei.

“Vieni” la invitò Martha. “Vieni quaggiù a farmi compagnia sul divano, mia cara ragazza.”

Afferrò la mano di Kate e la fece alzare dallo sgabello. La sua presa rendeva inutile qualsiasi tentativo di obiezione. La trascinò fino a far sedere entrambe sui cuscini del divano con un gesto plateale. Persino alle tre di notte, Martha era irrimediabilmente Martha.

“Qualcosa non va, figlia mia, lo vedo dal tuo bellissimo volto. A questo proposito…” si interruppe. “…Come tu riesca ad essere così bella a quest’ora della notte sfida ogni logica. Ma sto divagando” sbuffò con un timore reverenziale. “E’ Richard? Ha fatto… o non ha fatto qualcosa… UN’ALTRA VOLTA?”

Kate rise sommessamente alla sua uscita e alle sue mosse. “No, non è niente del genere. In realtà – e scusami per quanto è successo prima e per non avertelo detto subito – tuo figlio mi ha reso davvero felice oggi. Più felice di quanto sia mai stata.” Abbassò lo sguardo verso la sua mano sinistra. “Lo amo così tanto, Martha, è solo che …”

“Solo che cosa?” la incitò Martha, dopo che una pausa aveva reso palpabile l’incertezza di Kate.

“Stiamo iniziando questo nuovo capitolo completamente nuovo insieme, questo impegno, questo fidanzamento, e ora io fra pochi giorni parto … e voglio solo essere sicura che sto facendo la cosa giusta, capisci?”

Martha le rivolse un ampio sorriso. Nell’imbarazzo e nella brevità del loro precedente incontro non c’era stato modo di parlare del lavoro a Washington o del fatto che Kate lo avesse accettato. “Buon per te, figlia mia, buon-per-te” enfatizzò le ultime parole, prendendo la mano di Kate e stringendogliela. “Oh, non potrei essere più felice nemmeno se tu fossi mia figlia. Sono dannatamente fortunati ad averti.”

“E’ davvero gentile da parte tua, Martha, grazie. Questo significa tantissimo per me.”

“Ascolta, Kate” iniziò a parlare con un tono di voce pacato e sincero. “Tu più di chiunque altro sai quanto possa essere imprevedibile la vita, sai che tutto può cambiare da un momento all’altro e sai che non ci sono garanzie. Hai visto più male di quanto si dovrebbe e hai fatto più bene di quanto tu stessa ti riconosca. Farai la differenza nella vita di un sacco di gente laggiù. Tutto ciò che hai vissuto ti ha condotto proprio a questo punto.” Portò l’altra mano al volto di Kate per asciugarle una lacrima che le era scivolata su una guancia. “E l’uomo che dorme in quella stanza, Kate, mio figlio, non ha mai amato niente o nessuno tanto quanto ama te – eccetto Alexis, naturalmente. E voi due ce la farete, insieme. Capito?”

“Sì, capito” Kate rispose con un sospiro riconoscente. “Grazie, Martha, per avermi ascoltato e per il tuo sostegno. E’ davvero molto importante per me da quando mamma – beh, è davvero molto importante.”

“Cosa è davvero importante?” chiese Castle, mentre la mano cercava di dipanare la nebbia dagli occhi che dicevano mi-sono-svegliato-a-un’-ora-fuori-dalla-grazia-del-Signore.

Non lo avevano sentito entrare, cosa che sconvolse entrambe. In quello stato, come fosse riuscito ad arrivare dalla camera al divano senza far cadere nulla nel tragitto andava oltre la loro umana comprensione.

“Bei capelli, Castle” lo prese in giro Kate, a dimostrazione di quanto si sentisse sollevata.

“Sì, tesoro, hai un aspetto straordinario. Kate è una donna fortunata, molto fortunata.”

Rick fece ciò che poté per appiattirsi i capelli ma senza risultato. “Okay, avete finito di prendere in giro l’ultimo arrivato al pigiama party?” Si mise dietro Kate e le pose le mani sulle spalle, tirandole la testa affinché si appoggiasse a lui. “Allora, fate scherzi telefonici e parlate di ragazzi?”

“E’ spaventoso quanto tu ci conosca bene, Richard” Martha scosse la testa e si alzò dal divano. “Tornate a letto, voi due. Io adesso mi riscaldo il tè e poi mi ritiro, ancora una volta, nel mio boudoir.”

Kate si alzò e Martha la attirò a sé per un abbraccio. “Vatti a prendere tutto quello che ti sei meritata, figlia mia” le sussurrò prima di baciare suo figlio sulla guancia e dirigersi di nuovo verso la cucina.

Kate fece scivolare la propria mano sul braccio di Castle finché non raggiunse quella del fidanzato. “Andiamo, signor Castle” lo strattonò. “Torniamo a letto. I tuoi capelli vanno bene solo in una stanza buia.”

“Ah, sì, molto divertente. Ripetimi un po’, quand’è che parti per Washington?”

Lo spinse verso la camera con un sorriso e gettò un’occhiata affettuosa a Martha prima di chiudere la porta dietro di loro per tornare a dormire.

 

Nota della traduttrice

Una chiacchierata tenerissima fra madre e figlia (perché come tali io le vedo) e un po’ di leggerezza sul finale, con l’accenno al look strepitoso dei capelli di Rick. Come facevo a resistere alla tentazione di tradurre il seguito di “Science interrupted”, naturalmente con l’approvazione di Kelly/Sine Timore? Era praticamente impossibile!

Grazie al mio angelo custode per i suoi memorabili (anche loro!!!!) commentini in verde e grazie a chi di voi mi ha dedicato un po’ del proprio tempo ed è arrivato fino qui.

Baci,

Germangirl

  
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