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Autore: Redheadlady    15/10/2013    0 recensioni
L'idea di rivisitare la divina commedia mi è venuta perché la trovo un'opera davvero bella, ma troppo antica...è davvero pesante doverla leggere...spero di renderla più interessante ponendomi al posto di Dante e ripercorrendo con lessico corrente il suo incredibile viaggio.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi, mi guardo intorno-qualcosa non va..-penso. Mi sollevo da terra appoggiandomi sui palmi, il terriccio si è attaccato alle ginocchia non coperte dalla camicia da notte che mi rimprovero di aver indossato con questo freddo. È notte e gli alberi si stagliano minacciosi verso un cielo privo di stelle. Stringo le braccia intorno al corpo per mettere a tacere i fremiti e il battere dei denti. La terra è umida sotto i miei piedi e il terreno sconnesso non aiuta di certo. Ancora un po’ addormentata mii guardo intorno e decido che è meglio uscire da questo incubo vegetale. Il bosco fitto rallenta i miei movimenti, i rami dei numerosi arbusti mi graffiano gambe e braccia si intrecciano ai miei capelli. Comincio a sentire un terribile senso di oppressione al petto, l’ansia sale, io ho una terribile paura del buio. Paura è dir poco, diciamo piuttosto che ho una vera e propria fobia. Tutto sembra stringersi attorno a me, la presenza degli alberi si fa insistente, i rami invadenti e il respiro affannoso. È panico. Comincio ad ansimare-sono già passata da questa parte? Quando finisce questo bosco?-la fronte si bagna di sudore, la schiena è gelida e scossa da fremiti, gli occhi si gonfiano di lacrime, sto per piangere. –Eccola!-il mio viso si illumina. Ricaccio indietro le lacrime e sorridendo affretto il passo verso quell’apertura tra le fronde da cui filtra della luce. Mi ci infilo dentro e…-sono fuori!- Un sospiro di sollievo. Mi volto raggiante verso quella buia voragine, orgogliosa di esserne uscita. Alzo lo sguardo, difronte a me si erge un dolce pendio, tolgo terra, foglie e rametti vari da quello che ormai è uno straccio e che spero basti a ripararmi. Dietro la collina comincia ad albeggiare. I raggi del sole accarezzano le pendici del colle e si allungano verso di me. –Forza e coraggio…forza e coraggio-faccio un bel respiro e comincio a salire. Ora i miei piedi poggiano su erba soffice bagnata della rugiada del mattino. Mi sento una perfetta idiota, a girare così conciata in un luogo che probabilmente è frutto della mia fantasia. Tutto a un tratto mi attraversa la strada un grosso felino. Sono paralizzata-è un sogno, non ti agitare è tutto un maledettissimo sogno…-sbatto le palpebre sperando che quella specie di ghepardo se ne vada, ma non funziona-cazzo cazzo CAZZO! Ti prego non mangiarmi…-il suo pelo è un groviglio di macchie e gli occhi, che ora sono posati su di me, non sembrano troppo crudeli…ripeto, sembrano. Non so come, non so perché, quella cosa se ne va, lasciandomi tutta rigida e con un’espressione ebete ferma in mezzo a quel nulla. –Devo smetterla di farmi di funghetti allucinogeni…ecco quali sono gli effetti-. Rilasso un po’ le spalle e riprendo a camminare…non ho altro da fare. –Qualcuno ce l’ha con me! Un leone! Ma allora erano davvero tanti quei funghetti!-, esatto, un leone dal portamento fiero e, a giudicare dalla bavetta, piuttosto affamato. E poco oltre una Lupa che digrignava i denti e, con sguardo vivace e malizioso mi squadrava dalla testa ai piedi. –Porca polenta…Gesù, Giuseppe e Maria e tutti gli angeli in compagni…-comincio a indietreggiare piano sperando di non disturbarli-se non faccio movimenti bruschi non si sentiranno attaccati…ma chi me l’ha fatto fare?! ‘Fanculo!- Mi volto e comincio a correre giù per la collina verso il bosco. –Tutto questo non può essere reale! Non voglio morire!- <>-Ma cosa..?!?-
Sono distesa per terra-Su cosa sono inciampata?-, guardo sotto di me e mi perdo un paio di meravigliosi occhi verdi che mi fissano perplessi. <> dice il ragazzo con voce leggermente scocciata. <>Sono rossa come un peperone-ma quant’è carino!-. Il ragazzo si stira la tunica-No fermi! Una tunica? Ma questo come si veste?- e fissa prima me, poi quello che resta del mio pigiama. Avvampo. Cerco di allungare il mio cencio tirandolo verso il basso per coprire almeno le cosce. Il ragazzo si accorge del mio evidente imbarazzo e arrossisce abbassando la testa, facendo così scivolare i riccioli neri sulla fronte. <>-che cazzo dico??<>-sono una ritadata…ci vuole poco a capire perché sono ancora single…!-<>chiede risollevando la testa e incrociando il mio sguardo. –Sarà anche un bel pezzo di carne ma è scemo come pochi.<>
<>
<>-ma questo come parla?-
<<è impossibile superarle, esse ti uccideranno>>
-Evvivaaaa! È proprio quello che volevo sentirmi dire!-
<>
-Buon dio ci risiamo-<>
<>
<>-è un maniacooo!!!-
<>
-Questo è matto…ma che altro posso fare?-<>.
E dopo aver aggrottato le ciglia-probabilmente non mi capisce…-si incamminò verso la cima del colle.
 
  
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