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Autore: Pikky    16/10/2013    5 recensioni
Spoiler 3x03
E se Neal tornando a Neverland fosse atterrato vicino all'accampamento di Emma?
[Dalla storia:
Ce l’aveva fatta, era a Neverland.
C’era poco da gioire, lo sapeva, ma per lo meno ora si trovava esattamente dove avrebbe dovuto essere, accanto alle persone che più amava.
]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Neal Cassidy
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Well get our son back

 

L’impatto con il suolo fu doloroso, da quell’altezza.

Gli si mozzò il respiro in gola e dovette serrare le palpebre, in attesa che il peggio passasse.

Quando il dolore divenne sopportabile si mise a sedere e aprì gli occhi, riconoscendo il paesaggio attorno a sé, tutta quella boscaglia fitta e quell’oscurità che per anni era stata la sua casa.

Ce l’aveva fatta, era a Neverland.

C’era poco da gioire, lo sapeva, ma per lo meno ora si trovava esattamente dove avrebbe dovuto essere, accanto alle persone che più amava.

Facendo leva sulle braccia, Neal si alzò in piedi.

Poco lontano da sé, sentì dei rumori e delle voci, e si mise all’erta.

Era forse vicino all’accampamento di Peter Pan?

Si diresse all’origine di quei suoni che udiva, con la speranza di poter trovare Henry, di poterlo vedere incolume. Era in pena per lui da quando aveva dedotto che si trovava lì, in quel posto da cui lui aveva impiegato tanto a fuggire, su quell’isola che non appena calava la sera portava malinconia e dolore e faceva sentire la mancanza dei propri genitori.

Giunse ad una piccola radura, e il suo cuore mancò di un battito. Si fermò e rimase nascosto nella vegetazione, per poter osservare meglio la situazione e accertarsi che la sua immaginazione non gli stesse giocando brutti scherzi.

Emma era lì, e un sorriso spontaneo gli nacque sulle labbra, sebbene la felicità fosse l’ultimo sentimento che doveva provare in quel momento.

Sedeva accanto ad un fuoco improvvisato, e di fianco a lei c’era Uncino, per i suoi gusti un po’ troppo vicino. A quella constatazione il sorriso sparì dal viso di Neal, che si passò una mano tra i capelli e decise di segnalare la propria presenza.

Fece qualche passo avanti e subito tutti si misero all’erta e si alzarono in piedi, ponendo mano ciascuno alle proprie armi. In quel momento Neal notò anche la presenza di altre persone: i genitori di Emma, la madre adottiva di Henry nonché la Regina Cattiva e sorprendentemente Trilli, alleata di Peter Pan.

L’assortimento di quel gruppo era strano, e Neal preferì non farsi troppe domande a riguardo.

– Non voglio farvi del male – esordì, alzando le mani in segno di resa, mentre usciva dal fitto della vegetazione che cresceva attorno alla radura. – Sono io, Neal – si rivelò dunque senza esitazioni.

A quelle parole seguì qualche istante di silenzio, in cui tutti lo guardarono sorpresi, eccetto Trilli che invece era confusa.

– Non è vero, Neal è morto! – urlò poi Emma, la prima ad essersi ripresa dalla sorpresa iniziale, con il volto trasfigurato dalla rabbia e dalla determinazione. Neal non l’aveva mai vista così, nemmeno quel giorno in cui l’aveva rincontrata a New York, dopo tanti anni. Quell’espressione che le vedeva sul viso era l’espressione di chi aveva perso tutto, di chi aveva visto portare via da sé ciò che aveva di più caro, di chi non aveva altra ragione per vivere se non l’obiettivo che si era posto, che presumibilmente doveva essere quello di salvare Henry.

– Anche io lo credevo – ribatté Neal, pacato. – Sono finito nella Foresta Incantata e lì sono stato curato da Aurora, Mulan e Filippo, ed ora…

– Quest’isola è piena di tranelli, l’immaginazione regna sovrana – lo interruppe Uncino, cauto. – Come possiamo sapere che sei davvero tu?

– Perché ricordo perfettamente come tu mi hai rovinato la vita, maledetto pirata! – sbottò Neal, perdendo la pazienza. Non capiva perché fosse lì, perché si fosse fatto coinvolgere in una missione che non lo riguardava. – Se fossi un tranello non mi sarei rivelato a voi così, non credi? – decretò dunque, in tono ovvio. Non si aspettava di essere accolto a braccia aperte, certo, ma nemmeno tutta quell’ostilità, anche se in un posto come Neverland non doveva stupirsene.

– Per quel che mi riguarda è lui, possiamo fidarci – borbottò Uncino, rinfoderando la spada. Lo sguardo d’odio che Neal gli aveva rivolto era lo stesso sguardo di disprezzo che Baelfire gli aveva rivolto prima che lui lo consegnasse a Felix.

Il resto dei presenti lo imitò, tranne Emma, che si avvicinò a lui di qualche passo, tenendo ancora la spada in pugno. Osservandola meglio, Neal ebbe modo di notare che quella era la sua spada, la spada che Uncino gli aveva dato poco dopo averlo accolto a bordo della Jolly Roger, la stessa con cui lo aveva aggredito dopo aver scoperto che si trattava dello stesso pirata che gli aveva portato via la madre.

Emma gli puntò la spada alla gola e lo guardò negli occhi per qualche istante, le labbra che tremavano leggermente. Neal rimase immobile e sostenne il suo sguardo finché Emma non abbassò la spada e lui poté tirare un sospiro di sollievo.

– Vieni con me – gli intimò Emma, prima di inoltrarsi nella vegetazione circostante.

Neal la seguì per qualche metro, dopodiché lei si fermò all’improvviso e si voltò verso di lui, le braccia incrociate al petto.

– Cosa ci fai qui? – gli domandò diretta, senza troppi preamboli.

– Voglio aiutarti a salvare Henry – rispose Neal, con semplicità. – Peter Pan l’ha preso, non è così?

Emma annuì. – Come hai fatto a sapere che ero qui? – domandò poi.

– È un interrogatorio, questo? – ribatté Neal, sarcastico. – Non siamo a Storybrooke e non sei lo sceriffo, non ce n’è bisogno!

– Rispondi – gli intimò Emma.

– Sono andato al castello di mio padre e lì c’era una sfera di cristallo che mi ha mostrato dov’eri – le rivelò dunque Neal con un’alzata di spalle. – Volevo tornare da te, ero pronto a tutto per farlo. Ho persino usato la magia, e non c’è cosa che odi di più al mondo! Quando ho scoperto che eri qui, però…

– Perché sei qui, Neal? – lo interruppe Emma con una nota di disperazione nella voce. Non era quello di cui aveva bisogno in quel momento. Doveva concentrarsi soltanto su Henry, su come salvarlo, e non poteva lasciarsi sopraffare e distrarre dai sentimenti che provava per Neal. – Perché? – ripeté, con gli occhi lucidi.

– Perché ti amo, Emma – dichiarò lui. Non voleva che fosse di nuovo troppo tardi. Non gli importava di cosa lei pensasse, non gli importava se lei gli aveva detto di amarlo quando aveva creduto di perderlo per sempre, non gli importava che metterla al corrente dei propri sentimenti probabilmente non avrebbe portato a nulla. Doveva soltanto dirglielo, doveva liberarsi di quel peso che avvertiva nel proprio cuore.

Emma distolse lo sguardo, scuotendo lievemente la testa. – Non posso gestirlo, Neal, non ora – decretò, guardandolo negli occhi. – Ora io…

– Devi salvare Henry, lo so. È tutto ciò che conta, adesso – concluse per lei Neal. La conosceva e sapeva che non sarebbe stato facile tornare da lei già in una situazione normale, perciò sapeva bene che lo era ancora di più in quel momento, con Henry tra le grinfie di Peter Pan e loro su quell’isola maledetta e piena di insidie. – E io ti aiuterò a farlo. Non sei sola, Emma – disse poi, avvicinandosi a lei e per stringerla tra le sue braccia. Aveva bisogno di sentirla vicina, di una prova tangibile che fosse davvero riuscito nel suo intento, che fosse davvero lì con lei.

All’inizio Emma rimase immobile, poi dopo qualche istante ricambiò l’abbraccio, debolmente e con un sospiro.

– Avremo tempo per sistemare le cose, dopo. So che non sarà facile e ci vorrà tempo, ma io non vado da nessuna parte, sono qui. Il resto verrà da sé – sussurrò Neal, cullandola con dolcezza. – Ora tutto quello che dobbiamo fare è salvare nostro figlio.

 

 

 

Note

Ciao a tutti!

Eccomi qui con un’altra one-shot, la mia terza Swanfire per essere precisi.

La 3x03 mi ha sconvolta per diversi motivi, ma quando ho visto Neal tornare a Neverland ho iniziato a saltellare dicendo “Dai che incontra Emma, dai che incontra Emma!”.

E invece no. Ha incontrato Felix. -.-‘’

Perciò mi sono chiesta: e se fosse atterrato vicino all’accampamento di Emma & Co?

Ed ecco questa cosa, complice il mio stato febbricitante di ieri e la conseguente mattinata di nullafacenza quest’oggi. Dovevo mettere a posto le cose, perché so che ci vorrà ancora molto tempo prima che Neal torni da Emma.

Da quel che ho letto in giro per il web, la reunion tra Emma e Neal non sarà tutta rose e fiori, leggevo in un’intervista a Jennifer Morrison che Emma in un certo senso ha bisogno di credere che Neal sia morto per poter andare avanti, non sarebbe in grado di gestire ciò che prova per lui. Ho cercato di trasmettere questa cosa, nella one-shot, anche se è scritta dal punto di vista di Neal, e spero di esserci riuscita.

Spero vi sia piaciuta.

Fatemi sapere cosa ne pensate^^

Colgo l’occasione per segnalarvi il mio gruppo Facebook sulle mie storie appartenenti a questo fandom, se vi va di fare un giro, dove potrete ricevere notizie in tempo reale sui miei scleri e le mie fanfic: https://www.facebook.com/groups/329640027182871/.

A presto!

Sara

   
 
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