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Autore: Tamar10    16/10/2013    7 recensioni
Tom Hiddleston era tante cose: un attore appassionato del proprio lavoro, un intellettuale, un corridore e, più recentemente e non senza un certo imbarazzo, un sex symbol.
Ma soprattutto Tom Hiddleston era un gentleman.
Per questo apparentemente non fece una piega quando, entrando in casa, notò Loki seduto sul suo divano.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loki just needs a hug and a big sleep and a therapy. -Tom Hiddelston

 

Tom Hiddleston era tante cose: un attore appassionato del proprio lavoro, un intellettuale, un corridore e, più recentemente e non senza un certo imbarazzo, un sex symbol.
Ma soprattutto Tom Hiddleston era un gentleman.
Anni e anni di pratica affrontando le richieste di fan psicopatiche e le domande scomode di intervistatori sadici gli avevano insegnato che la calma era tutto per un vero gentleman.
“Calma e gentilezza” era questo il suo motto.
Per questo apparentemente non fece una piega quando, entrando in casa, notò Loki seduto sul suo divano.
Era stata una lunga giornata trascorsa fra le prove di teatro e gli incontri promozionali con i fan, aveva appena salutato Luke* con la promessa avrebbe fatto una doccia veloce e poi se ne sarebbe stato a casa tranquillo.
Come non detto.
Loki gli rivolse un'occhiata impassibile, quasi disinteressata. Era straordinario quanto fosse simile a lui quando recitava, indossava un vestito identico al suo costume di scena e i capelli erano neri e lunghi pettinati all'indietro, perfino l'espressione malefica era uguale.
L'unica differenza erano gli occhi di un verde inumano, così diversi da quelli azzurri e limpidi di Tom.
Visto che il suo strano ospite restava a fissarlo in maniera inquietante senza dir niente Tom decise di prendere l'iniziativa.
-Ehm...ciao. Hai bisogno di qualcosa?- disse sperando vivamente che la risposta non fosse “dominare la terra”.
Avrebbe voluto anche chiedergli cosa diavolo facesse nel suo salotto, ma quella era decisamente una cosa che un gentleman non domandava. Tanto meno se si trattava di una divinità piuttosto suscettibile.
La suddetta divinità non aprì bocca. Si limitò ad inarcare leggermente le sopracciglia, in quella che Tom interpretò come un'espressione perplessa.
-Ah! Forse non parli inglese. Ovvio tu sei una divinità norrena- continuò l'attore, -Vediamo...avevo imparato qualche parola d'islandese durante le riprese**. Halló...hvernig ert you?***-
Per qualche secondo Loki rimase immobile e Tom cominciò seriamente a chiedersi se non fosse solo una pazzesca allucinazione. Probabilmente Chris**** aveva ragione a dire che stava lavorando troppo in quel periodo.
Ma poi labbra del Dio degli inganni si piegarono in un sorriso quasi divertito.
-Tentativo patetico- disse infine Loki in un inglese perfetto, -Si dice þú non “you” e poi riesco a comprendere e parlare correttamente qualsiasi lingua midgardiana e non, stupido mortale.-
-Come?- disse Tom.
Non sapeva neanche lui se stesse chiedendo come faceva a parlare tutte quelle lingue o come avesse fatto a comparire a casa sua o semplicemente come facesse ad esistere per davvero.
-Sono un dio. Posso fare qualunque cosa-
La sua voce suonava atona, eppure Tom non poté non notare un dolore inespresso in fondo al suo sguardo mentre pronunciava quella frase così simile a una sentenza di morte. Era quel genere di cose che solo chi ti conosce bene può notare, quel genere di cose di cui Thor non si sarebbe mai accorto.
Era assurdo che invece per lui risultasse così lampante. Si trattava di Loki, un dio malvagio, che vedeva per la prima volta seduto sul suo divano, eppure era come se lo conoscesse da sempre.
I suoi gesti, le sue espressioni, la sua voce gli erano familiari come quelli di un vecchio amico.
In fondo era molto più di questo.
Tom era Loki, o almeno lo era stato per un tempo sufficientemente lungo da capire i suoi sentimenti, imparare a conoscerlo e ad apprezzarlo.
E alla fine Loki era diventato parte di lui, il suo marchio di fabbrica, colui che l'aveva reso famoso.
-Non si usa più essere ospitali?-
La voce di Loki lo riportò alla realtà.
-Vuoi qualcosa da bere?- domandò allora.
-No-
Tom sospirò sollevato, in frigo aveva solo succo di pera e non pensava fosse la bevanda adeguata ad un dio.
-Ti direi di metterti comodo, ma vedo che hai già provveduto-
Loki sorrise accarezzando il divano di pelle nera nuovo sotto lo sguardo preoccupato del proprietario.
-Meglio di qualsiasi trono- decretò infine.
Tom era ancora in piedi con il cappotto in mano sulla soglia della porta.
-Accomodati pure- lo invitò Loki indicando una poltrona come se quella fosse casa sua.
Tom si sedette esitante, chiedendosi per la milionesima volta cosa volesse il Dio degli inganni da lui. Forse reclamare i diritti d'autore? Ma esisteva il copyright sulle divinità?
Gli occhi verdissimi di Loki si puntarono nei suoi.
-Sono venuto qui perché...mi hanno detto che tu puoi aiutarmi- pronunciò quelle parole scandendo le sillabe una ad una come gli costasse un'immensa fatica.
Per un attimo Tom rimase in silenzio. Un miliardo di domande che gli affollavano la testa, dubbi, problemi, impegni e Loki che era piombato a casa sua e pretendeva che lo aiutasse.
Che lui, Tom Hiddleston l'attore, aiutasse un dio.
Non seppe neanche perché iniziò a raccontargli della sua vita, forse perché in qualche modo sapeva che era di quello che Loki aveva bisogno.
Gli parlò del suo lavoro, dei viaggi, della sua passione nel recitare. Gli descrisse il grandissimo successo che aveva ottenuto grazie a lui, l'affetto dei fans che erano diventati un vero e proprio esercito.
Gli raccontò di come si fosse trovato bene con Chris, Robert, Zac e tutti gli altri attori con cui aveva recitato. Discussero di letteratura e filosofia, anche delle questioni più profonde come il destino e il senso della vita.
Quando gli parlò della sua famiglia, di Emma e Sarah***** e di tutti i suoi cari un'ombra passò sul volto del figlio di Odino.
Poi ascoltò quello che Loki aveva da dire, ma non erano semplicemente parole le sue. Erano musica, erano poesia; venivano combinate per creare il discorso più arguto mai sentito, il monologo più struggente, la storia più interessante.

Le pause, l'enfasi, i gesti, ogni particolare era perfetto in un modo che neanche Tom, nonostante tutti gli anni passati a studiare recitazione, sarebbe stato in grado di eguagliare.
Improvvisamente capì come mai si era guadagnato il titolo di Dio degli Inganni, la sua lingua era più pericolosa di qualsiasi super potere. Ecco perché aveva fin da subito apprezzato quel personaggio. Erano simili in fondo, sempre a ondeggiare lungo il sottile confine fra realtà e finzione.

Quando si svegliò la mattina dopo per un attimo pensò che che fosse solo stato uno strambo sogno, dovette ricredersi quando vide Loki dormire beatamente disteso sul divano.
Aveva un espressione serena e, osservando le labbra leggermente schiuse e i capelli spettinati, improvvisamente Tom capì come mai le fangirls dicevano che sembrava un cucciolo indifeso******
Per un attimo immaginò di scattarsi una foto con lui e postarla su Twitter. Le fans sarebbero impazzite di gioia, ma in compenso un certo dio per niente amichevole avrebbe fatto di tutto per vendicarsi. Decise che sarebbe stato meglio lasciar perdere.
Si recò in cucina domandandosi cosa mangiasse un principe di Asgard a colazione. Era ancora in piedi davanti al frigo semivuoto quando sentì di essere osservato.
Loki era appoggiato allo stipite della porta con un mezzo sorriso sul volto.
-Non serve che ti scomodi. Non ho intenzione di fermarmi.-
Ora che si era alzato dal suo maledettissimo divano Tom poté notare quanto fosse alto. Toccava quasi il soffitto con la testa, non per niente era un Gigante di Ghiaccio.
-Allora,- continuò il dio, - non mi accompagni alla porta?-
-Non pensavo che voi maghi usaste la porta. Non scompari in una nuvola di fumo?-
Loki sorrise, anche se c'era sempre qualcosa di inquietante in lui sembrava più rilassato rispetto alla sera prima, un po' meno psicotico.
-Quelle sono fuori moda. L'ascensore ha molto più stile-
Tom aprì la porta, uscendo anche lui sul pianerottolo. Era il momento di dirsi addio e, nonostante la sua parte razionale fosse sollevata che il Dio degli inganni se ne andasse dal suo appartamento, era sinceramente dispiaciuto.
-Arrivederci- disse Loki squadrandolo coi suoi glaciali occhi verdi.
Tom esitò un attimo, poi fece un passo in avanti e lo abbracciò.
Anche attraverso lo strato di vestiti sentiva il freddo emanato dal corpo del Gigante di Ghiaccio, che si irrigidì a quel contatto. Per un attimo Tom temette che l'avrebbe ridotto alla stessa consistenza del suo amato pudding, ma quando sciolse l'abbracciò Loki si limitò a lanciargli un'occhiata sorpresa.
Poi sparì in una nuvola di fumo.
Tom fece un sorriso dolceamaro.

-Loki'd- sussurrò al pianerottolo vuoto.


 

 

 

 

 

 

* Luke Windsor il publicist-babysitter di Tom

** Le riprese di Thor: The dark world si sono in parte svolte in Islanda

*** Traduzione: “Ciao come stai?” L'ho presa da Google traduttore, non fidatevi troppo

**** Hemsworth

***** Le sue sorelle

****** Vi prego ditemi che non sono solo io che lo dico! Lol

 

 

 

Note d'Autore:

Partiamo dal presupposto che ho messo troppe note (inutili nel più che probabile caso siate delle fans psicopatiche come me :3) ma meglio abbondare che deficere.

Questa storia è nata da una frase detta da Tom (in un'intervista che potete trovare qui: http://www.youtube.com/watch?v=iHpIaM6UiRY al minuto 4.40 circa)

Ovviamente tutto il resto è mia pura invenzione (magari fosse vero! -inizia a fangirlizzare <3.<3-)

Mi sono divertita molto a scrivere questa storia semi-comica e spero che Loki non sia uscito troppo cuccioloso e troppo poco maligno.

Grazie a chi si fermerà a recensire/leggere :)

Baci <3

 

P.s. Chiunque non sappia cos'è Loki'd (VERGONGA!) potete acculturarvi qui: http://vimeo.com/41505642

  
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