Libri > Cronache del mondo emerso
Segui la storia  |       
Autore: Raya_Cap_Fee    17/10/2013    2 recensioni
Era un ragazzo e sorrideva spavaldo. Dubhe invece tremava sul suo cavallo, ansimava, e i muscoli, che tanto sottili ed elastici sembravano di solito, si gonfiavano sotto la pelle. “Vi ho trovato. Dove credevate di andare? Gli occhi di Thenaar sono ovunque”. Dubhe restò a cavallo, senza muoversi. Così fu l’assassino a fare la prima mossa.
“Turno ha fallito”.
Licia Troisi-Le Guerre del mondo emerso (vol.1)
Il personaggio di questa storia in realtà non è un nuovo personaggio ma compare per circa…una pagina alla fine del primo libro delle Guerre “La setta degli Assassini”. Sinceramente non ho idea di come mi vengano certe idee fatto sta che ho deciso di scrivere sul personaggio di Turno una fan fiction. Alcune vicende della seguente si intrecceranno con quelle di Dubhe nella Casa, altre sono completamente indipendenti con nuovi personaggi. Chissà come sarà la Gilda più da vicino? – Abbiate pietà di me! Buona lettura!
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


CAPITOLO UNDICI: All I see is her face


 
La Gilda non poteva affrontare nuovamente uno scandalo come quello di Sarnek anni prima per cui era d’obbligo tornare alla Casa con il corpo di Dubhe.

Turno sapeva, o almeno sentiva, che se avesse fallito quella missione avrebbe trovato la morte per mano dello stesso Yeshol, per cui, l’impegno che stava mettendo per seguire le tracce dei due fuggitivi era massimo.
Per evitare che  Dubhe avesse occultato la loro direzione e creato diversivi i sette Assassini si erano divisi: Tess e Ryan si erano diretti ai confini con la Terra del fuoco dove trovare rifugio nelle Rocce poteva essere utile; Yuma e Alexis invece erano diretti verso il fiume Ludanio vicino alla Terra dei Giorni; Jace, Turno e Horn erano diretti verso la Grande Terra.
Ognuno di loro però si era distanziato dall’altro. Sapevano che, chi per primo avesse trovato i Traditori sarebbe diventato uno dei Grandi nella Gilda e nessuno voleva mancare a una simile promozione, specie ora che “i tempi erano vicini” come ricordava spesso la Suprema Guardia a tutti i sicari.

Di preciso non conosceva quali fossero i piani della Gilda, poiché loro erano semplici Assassini ma di sicuro era qualcosa di grande e che faceva sì che Yeshol fosse impegnato giorno e notte.

Turno procedeva in silenzio, non avendo nessuno con cui parlare, il passo era quasi una corsa.
Ovviamente Yeshol non aveva fornito loro dei cavalli o un drago “Sarebbe stato molto più facile trovarli..” mormorò tra sé.

Era abituato agli sforzi, ai duri allenamenti, alle restrizioni che la vita imponeva. Dopo un intero giorno di viaggio decise di concedersi un’ora di riposo. Si sedette su una pietra piatta e guardò verso l’orizzonte.
La Grande Terra. Seguire le tracce sul terreno pietroso sarebbe stato appena più difficile ma non affatto impossibile.
Il ragazzo recuperò dal tascapane un tozzo di pane nero e del formaggio e se lo cacciò in gola in pochi morsi, giusto per mettersi qualcosa nello stomaco. Sospirò appena e si passò una mano tra i capelli mentre osservava il tramonto.
Era il momento della giornata che preferiva nonostante il fatto di non averne visti davvero molti  in vita sua.
L’aveva detto anche a Cormia una volta, una di quelle sere che passavano a bisbigliare nella sua stanza.

Sembrava quasi che il tempo,il quel momento del giorno, volesse fermarsi.

Né giorno e né notte.
Né buio né luce.

Il tramonto era la Sospensione. Così lo chiamava lui.

Cormia aveva accennato un sorriso.
 
L’Assassino stette lì a guardare fin quando non sparì anche l’ultimo raggio poi, tornò in piedi.
Non c’era tempo per dormire.
Dalle tracce era chiaro che i due avessero con loro dei cavalli ma non erano troppo lontani.
Di posti dove poter ristorare gli animali non c’è n’erano da quelle parti e presto i cavalli sarebbero stati stremati o morti.

Così continuò a camminare senza fermarsi, portando al limite il suo  stesso corpo.
Sapeva che era sbagliato anche questo.
Affrontare Dubhe in quelle condizioni non sarebbe stato facile per cui si concedette appena qualche ora di sonno quando si accorse che ormai gli era vicino.

Le tracce che seguiva ora erano fresche.
Sorrise e ringraziò mentalmente Thenaar.
A lui doveva la forza che gli aveva permesso di arrivare fin lì.
Avrebbe riportato la traditrice alla Casa e si sarebbe preso i meriti. Degli altri sicari non c’era traccia. Forse erano indietro, o forse erano stati depistati dai tentativi di Dubhe.

Deviò appena verso est per aggirarli e aspettarli in un posto dove era possibile nascondersi e attendere.

Sentiva un nodo allo stomaco dall’emozione.

Li aveva trovati prima di tutti!
Lì osservò avvicinarsi. Erano stanchi, così come i cavalli. Avrebbe dovuto tramortire Dubhe per riportarla alla Casa a piedi.

Turno si slacciò il mantello e lo poggiò a terra, dietro il masso dove si trovava poteva ora scorgere il volto di Dubhe e quello del Perdente.

Lui non sarebbe stato affatto un problema invece la ragazzina sembrava avere qualcosa che non andasse.

“Lei no, ma la Bestia che ha dentro sì” le parole di Cormia gli risuonarono nella mente. 

Di sicuro la pozione di Rekla aveva terminato i suoi effetti.
Poco male, sarebbe riuscito comunque.
Ascoltò per un attimo il mormorio che provocavano.

Stavano chiaccherando. Scosse appena la testa e quindi uscì allo scoperto lentamente. Aggirò con calma il masso stringendo tra le mani il pugnale della Gilda, il compagno dei suoi anni.

Dubhe si irrigidì mormorò qualcosa a Lonerin. Si era accorta già di lui. Aveva un buon udito.

I suoi occhi chiari incontrarono quelli del Perdente per un attimo prima che questi si allontanasse. Si sarebbe occupato di lui più tardi.

Sorrise in direzione di Dubhe. E pensare che quasi gli aveva fatto pena all’iniziazione!
La maledizione doveva essere più forte del solito perché i muscoli della ragazza sembravano più gonfi, il respiro irregolare quasi come quello di un animale che fiuta l’aria

“Dove credevate di andare? Gli occhi di Thenaar sono ovunque” disse, il tono leggermente ironico mentre si passava il pugnale da una mano all’altra.

Dubhe non si muoveva così fu lui a fare la prima mossa. Scattò in direzione della ragazza ma quella con un balzo, saltò giù dal cavallo piombandogli addosso.

Nel momento esatto in cui quella ragazzina fu sopra di lui, Turno si accorse che c’era qualcosa che non andava. Non poteva essere così forte, era così minuta.

Contrasse appena la mascella e stringendo il pugnale nella mano destra riuscì a ferirla ad un fianco. Un fiotto caldo di sangue gli colò giù per la mano imbrattandogli il braccio mentre lei si spostò appena.
 
“Dubhe” sentì qualcuno urlare il nome della ragazza ma non si distrasse.

Gli occhi della Traditrice erano diventate due pozze nere, un abisso nel quale sprofondare.

D’un tratto ebbe paura.

Quella non era Dubhe, quella era la Bestia. Doveva combattere contro una creatura della Gilda, una creatura di Thenaar.

Non riuscì a muoversi in tempo e la Bestia gli fu di nuovo sopra. Una mano gli si serrò sulla sua gola impedendogli di muoversi ma Turno non demorse, provò a ferirla nuovamente con il pugnale e ma lei lo bloccò e allora il sicario capì.
Dubhe urlò, un urlo disumano che gli rimbombò nelle orecchie stordendolo.

L’aria cominciò a mancargli e sollevò gli occhi verso il cielo sereno della Grande Terra. C’erano già degli avvoltoi.

Provò ancora debolmente a liberarsi ma non c’era scampo da quella presa. Era finita.

Il dolore arrivò lancinante e violento. Nel momento in cui la lama di Dubhe si immerse fino all’elsa Turno ebbe ancora un attimo di lucidità o di pazzia, comunque un barlume di vita.  

Rivide davanti a sé il volto di Cormia così come l’ultima volta in cui l’aveva vista. Non l’avrebbe mai più riabbracciata. Quanti pensieri che l’avevano tormentato sembravano non avere più senso ormai.

Il pugnale di Dubhe calò una seconda volta.

Era per Cormia che moriva. Per l'amore proibito.

Thenaar l’aveva punito ma lui non si pentiva di aver amato, di amare quella ragazza che ora sarebbe vissuta senza di lui.

Turno fece un verso strozzato, poi calò il buio sopra di lui.


Angolo Autrice
Salve! Ecco il penultimo capitolo :)
Devo ammettere che a scrivere questo capitolo mi è venuto il groppo in gola :(
My sweet Turno ç___ç Comunque era inevitabile, cioè ho voluto essere fedele al libro per cui...Turno doveva morire.
E Cormia? Lei sarà la protagonista del prossimo capitolo. Ringrazio le fedeli Killuale94 e Drachen (<3), Dalmar90 che ha inserito questa storia tra le seguite e tutti voi che leggete. se anche voi lettori voleste lasciare un piccolo pensiero questo è più che accetto :) A presto

RayaFee
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Cronache del mondo emerso / Vai alla pagina dell'autore: Raya_Cap_Fee