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Autore: ShiningCrowStelladelLeone    17/10/2013    1 recensioni
La storia di due giovani innamorati dell'ottocento, raccontata in quattro momenti, uno per ogni stagione, all'ombra di un ciliegio.
Questa storia si è classificata seconda al Concorso del Parco di Monza in gemellaggio con New York 2013, “Il Parco di Monza e le sue metamorfosi durante le stagioni”
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fiori di Ciliegio
    


Un respiro affannato. Un fruscio. Richiami lontani. Una chioma bionda sporse per un secondo da dietro l’enorme tronco rossastro di un ciliegio selvatico. Una bambina si appoggiò ansimante all’albero mentre un sorriso vittorioso le si delineava sulle labbra. Non potevano trovarla. Fatto qualche passo in avanti, cercò di rassettare i boccoli biondi e le pieghe del vestito pregiato, poi inspirò con gioia il profumo della libertà. “Cosa stai facendo?”
La bambina sobbalzò spaventata.
“Non vi riguarda!” rispose automaticamente con voce tagliente, voltandosi e scoprendo di star parlando con l’albero.
“Ehm…d-dove siete?”
Una risata riecheggiò in quella nuvola di fiori bianchi sopra di lei.
“Sono la figlia del duca, Elena Margherita Savoia! Ti ordino di mostrarti!” La frustrazione divorò anni ed anni di buone maniere e l’ira accese il suo cuore, mentre incrociava le braccia al petto.
“Non posso. Sono sull’albero.”
Lo stupore fece inarcare le sopracciglia alla duchessina, che corse subito a controllare.
Un ragazzino con le gambe a penzoloni da un ramo, completamente nascosto dai fiori, e un sorriso furbo, la guardava con due grandi occhi verde smeraldo.
“Come hai fatto a…”
“SIGNORINA ELENA!” l’urlo irato della sua istitutrice, l’atterrì. Si guardo intorno spaventata. Non voleva tornare in gabbia.
“Dammi la mano.” Lei guardò confusa la mano abbronzata che il ragazzo le tendeva.
Altre urla la spinsero ad afferrarla e, senza sapere come in pochi secondi, si trovò a cavalcioni di un ramo.
“Qui non ti troveranno!” il suo salvatore le sorrise smagliante.
“Ti ringrazio.” Disse sincera, ma lui alzò le spalle.
“Non è un problema. Comunque, io sono Federico.”
Senza sapere a cosa avrebbe portato, strinse la mano che il bambino le tendeva nuovamente e sorrise con gli occhi azzurri brillanti di felicità.

***
  
I raggi del caldo sole estivo filtravano tra le fronde del ciliegio selvatico, creando giochi di luce sulla pelle alabastrina di una fanciulla seduta sulla panchina sottostante. Nonostante la posa consona ed eretta, come il tronco rossastro alle sue spalle, il ventaglio che muoveva di fronte al viso nascondeva due labbra rosso sangue che la incriminavano, svelando il vero obiettivo di quella passeggiata.
“Signorina Elena!” ripeté più volte la voce ansiosa di una ragazzina, vestita con abiti abbastanza semplici coi capelli castani sciolti sotto la cuffietta.
“Signorina Elena!” chiamò un’ultima volta raggiungendola, mentre lei nascondeva abilmente un sorriso divertito, “Vi ho cercata ovunque! Iniziavo a preoccuparmi…ma avrei dovuto immaginarlo che foste nuovamente qui…” gli occhi castani si addolcirono, mentre si sedeva anche lei.
“Allora signorina, avete trovato uno dei pretendenti di vostro gusto?” chiese infine scrutando attentamente l’altra che, ignorandola, chiuse il ventaglio e lanciò un’occhiata di divertito rimprovero alla dama di compagnia.
“Anna, quando siamo sole puoi darmi del tu, lo sai. Comunque no, non sposerò nessuno di loro! Il primo era borioso, il secondo pigro, il terzo non sapeva ridere e il quarto aveva ottant’anni per gamba! Non mi interessa se rimangono solo due anni prima che mi debba maritare, io non darò mai la mia mano a uno di loro. A quegli uomini manca qualcosa…” Spiegò con gli occhi che mandavano lampi, mentre addentava l’ennesima ciliegia, per poi perdersi a pensare cosa fosse questa mancanza.
“Non sarà per caso paio di occhi verde smeraldo?”
Le guance candide di Elena divennero simili alle ciliegie che aveva faticosamente colto, ma un sorriso dolce e nostalgico affiorò sulle labbra mentre ammirava il colore delle foglie del loro albero.

***
  
La sagoma di un rapace notturno si stagliò contro la luce bianca della luna, luminosa e limpida grazie al freddo e forte vento autunnale che spingeva le nuvole in nuovi pascoli, per poi volare ad appollaiarsi su un ramo rossastro ad osservare un’insolita scena.
Una figura incappucciata, quasi a cercare di confondersi con l’oscurità circostante, sedeva su una panchina, tormentandosi continuamente le mani candide, in ansia per il ritardo di chi aspettava, sobbalzando ad ogni fruscio, ad ogni folata di vento che faceva scricchiolare le foglie rosate e rossastre che strenuamente si tenevano attaccate ai rami dell’albero.
Improvvisamente un’altra figura incappucciata corse tra gli alberi verso la prima, che si alzò di scatto per andargli incontro mentre il cappuccio scivolava sulle spalle svelando una chioma di lunghi boccoli biondi.
“Federico! Dove siete stato? Avete avuto problemi con la ronda? ...”
Il giovane, toltosi il cappuccio, le prese le mani tra le sue, interrompendo la valanga di parole che stava per travolgerlo.
“L’ho saputo! L’ho saputo ieri! Vostro padre vuole darvi in sposa!” la voce tormentata di Federico, che la scrutava reprimendo un’ira mista a smarrimento e disperazione, la paralizzò.
Lacrime silenziose le rigarono le guance, mentre gli occhi rilucevano di una furia bruciante.
“Non mi interessa, non lo sposerò mai! Mio padre può dire quello che vuole ma sarò io a decidere della mia vita!”
Il ragazzo le sorrise mesto e le asciugò le lacrime con un dito.
“Non piangete, vi prego. Troveremo un soluzione! Potremmo…”
“Scappiamo!”
“Cosa?” gli occhi verdi dilatati per lo stupore.
“Scappiamo. Insieme.”
“Per favore.” Aggiunse tremante.
Un terribile silenzio cadde tra di loro.
Infine, il ragazzo sorrise, mentre le foglie rosse volteggiavano con il vento intorno a loro.

***
  
Delle risate innocenti danzarono nel silenzio ammantato di neve del parco.
“Non mi prenderai! Corri Cate!” una bambina con i capelli castani leggermente mossi corse, inseguita dalla sorellina più piccola, a nascondersi dietro un grande e vecchio albero ricoperto di neve.
“Rallenta Bea!” si lamentò la piccola arrancando.
“Bambine, fate attenzione! Vostra madre mi chiesto di riportarvi illese!”
“È inutile Elena, vi somigliano troppo.”
L’anziana signora, i capelli grigi e ricci raccolti in una crocchia, sorrise all’uomo con cui passeggiava a braccetto.
“Ma non è il motivo per cui mi avete sposata?” chiese maliziosamente ridendo con gli occhi azzurri che brillavano di vita nonostante l’età avanzata.
“Certo, nonostante tutti i guai in cui mi avete cacciato!” assentì l’uomo, mentre il volto si illuminava in un sorriso; gli occhi verde smeraldo persi tra i ricordi del passato.
“Nonna Elena! Nonno Federico! C’è una panchina! Venite a sedervi con noi?”
I due si scambiarono uno sguardo complice e sorridenti andarono a sedersi a fianco delle due piccoline, che giocavano ad prendere la neve con le manine paffute.
“Avete visto Federico? È come se fossimo tornati indietro nel tempo!” sussurrò emozionata Elena guardando sopra di sé l’albero ricoperto da una grande e soffice coltre bianca.
“Quella volta erano fiori bianchi…” sottolineò lui divertito.
“E questa volta sono fiocchi di neve!”
“Quella volta io ero seduto a cavalcioni su un ramo…” continuò.
“E questa volta siete seduto accanto a me, con Caterina a cavalcioni!”
Lui scoppiò a ridere, mentre le bambine li guardavano incuriosite.
“Avete ragione Elena, in fondo, è uguale a quella volta. Noi siamo uguali a quella volta.”
“Bambine, la volete sentire una storia?” chiesero entrambi ammirando il loro ciliegio innevato.
“Di chi?”
“Di noi.”



Questa storia si è classificata seconda al Concorso del Parco di Monza in gemellaggio con New York 2013, “Il Parco e le sue metamorfosi durante le stagioni”
Beh, che dire?! Speriamo che questa storia vi piaccia e vi abbia fatto scappare almeno o un sospiro languido o un sorriso davanti al carattere della nostra Elena, anche perchè è stato davvero difficile scrivere un testo con così poche battute a dispozione (se non ricordiamo male 500 per cartella) e con un titotlo così...ehm...poco invitante, ecco XD Come al solito: recensioni ben accette :D
 Grazie,

StelladelLeone & ShiningCrow



 
  
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