Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: nely    09/04/2008    0 recensioni
Bill distrutto dall'impossibilità di cantare a causa della perdita della voce!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Krack!
Il rumore di un cristallo in frantumi fece vibrare la stanza.
“Dannazione, perché una cosa del genere doveva succedere proprio a me?! Fanculo il menagement e le mie corde vocali del cavolo!”
“Calmati Bill, in questo modo non farai altro che peggiorare la situazione!”
Lo sgridò Tom con dolcezza. Capiva perfettamente come si sentisse il fratello: percepiva dentro di sé la stessa sensazione di impotenza che stava lentamente logorando l’animo della sua metà.
L’impossibilità di cantare ed esibirsi era qualcosa di distruttivo per un ragazzo abituato a brillare sotto le luci del palco ed esprimere se stesso attraverso la musica, era il peggiore incubo che il destino potesse scegliere di far vivere a un giovane frontman nel pieno della sua carriera musicale.
Lui che si sentiva vivo solo se circondato dalle note di Spring Night o Schrei.
Lui che aveva donato il suo spirito alla musica, affinché lo accogliesse nel suo mondo cristallino e privo delle maschere di scena di una realtà piena di ossimori.
Lui che era come un fiore appena nato, capace di sbocciare solo sotto le mille tonalità dei riflettori.
Lui che avvertiva di essere qualcuno soltanto nel momento in cui il microfono diventava la sua arma più forte.
Lui che tirava fuori tutta la sua essenza, solo quando gli strumenti facevano l'amore con la sua voce.
Lui che si alimentava dei cori dei fan che invadevano le arene...
...in quel momento si sentiva soffocare dalle loro grida di disperazione, dalle loro parole taglienti che lo schernivano senza sosta, dalle loro urla che prendevano forme mostruose nella sua immaginazione.
Il senso di colpa era così nitido, che nella sua mente si materializzavano sguardi carichi di disprezzo e rammarico da cui tentava di fuggire invano.
Si sentiva l’unico responsabile delle lacrime che presto avrebbero segnato i volti di numerose ragazze, delle smorfie di delusione che avrebbero invaso i loro visi.
Un pianto irrefrenabile spezzò il silenzio nella stanza, gocce salate iniziarono a rigare le sue guance pallide e il timore di perdere per sempre quei sorrisi rassicuranti, che lo confortavano in ogni istante, che lo incitavano a dare il massimo in ogni performance, che accompagnavano i momenti più bui della sua esistenza, invase come una lama di ghiaccio il suo cuore fragile.
Era terrorizzato all'idea di non poter più condividere i suoi sogni e le sue emozioni con coloro che lo sostenevano anche senza conoscerlo, che riuscivano a cogliere ogni singolo messaggio che si celava dietro le sue canzoni.
Una domanda albergava palesemente nella mente ormai annebbiata:
“”Avrebbe mai più rivisto il sorriso infinito di quella ragazza che durante i concerti cantava con lui rendendo ogni esibizione una leggenda?”” *
Quelle stille vitree non accennavano a placarsi: marciavano senza sosta una dietro l’altra, in cerca di un punto in cui morire.
Fu un attimo. Due braccia calde e confortanti gli cinsero le spalle, invitandolo a poggiare la testa ormai resa pesante dal pianto violento, sull'ampio petto che avrebbe volentieri accolto la triste fine di ciascuna goccia trasparente.
Tom strinse saldamente a sé il fratello, nel goffo tentativo di frenare quel lamento che lo stava facendo sentire a pezzi.
Sconfitto iniziò ad accompagnare quei singhiozzi infiniti, portando il capo nell’incavo della spalla del più piccolo e aumentando maggiormente la stretta intorno al suo corpo esile fino a stritolarlo.
Non sopportava vedere il gemellino distrutto a causa delle sporche azioni del menagement, detestava quegli individui che avevano infangato la musica pura della loro band riducendola a un mezzo per far soldi.
Per un istante rimpianse i giorni in cui suonavano in locali quasi vuoti, ma che erano spettatori di note incontaminate che trasmettevano la vera essenza delle loro melodie.
Per la prima volta si rese conto della sporca macchina che si celava dietro il mondo del successo e da cui loro erano stati incastrati.
La loro musica si stava macchiando di peccato e questo non poteva permetterlo.
Una decisione si fece spazio nel suo animo: avrebbe impedito qualsiasi azione del menagement anche a costo di perdere popolarità, avrebbe riportato i Tokio Hotel al loro antico splendore e finalmente avrebbe rivisto sul viso di Bill il luminoso sorriso che rendeva il cielo ancora più chiaro delle stelle.
Era una promessa…I Tokio sarebbero rinati!
  
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