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Autore: dreamlikeview    17/10/2013    2 recensioni
Il Dottore, una ragazza, due cantanti, due studenti, un medico, un 'consulting detective', due agenti del Torchwood, un principe, un servitore mago, due maghi, un supereroe e una comune minaccia. Cosa spingerà questi personaggi ad incontrarsi? Come fermeranno la minaccia imminente? Riuscirà il Dottore a salvare la situazione?
[Crossover: Doctor Who, One Direction, Merlin, Torchwood, Glee, Sherlock, Harry Potter, Smallville]
[Larry, Merthur, Janto, Johnlock, Klaine]
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Doctor - 10, Jack Harkness, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Desclaimer: Nessuno dei personaggi citati mi appartiene, purtroppo. Non intendo offendere nessuno - come potrei, io li adoro tutti - e tutto ciò che ho scritto è stato fatto solo per il mio puro diletto, senza alcuno scopo di lucro, lo giuro, non guadagno nulla da questo. 
 
Credits: Alla mia Lu  per il banner.
 
Avviso: Contiene fangirling. (lo ripeto sempre, perchè... meglio avvisare sempre. LOL)
Avviso2: Tutti i personaggi sono OOC, anche se ho cercato di rimanere quanto più IC ho potuto, spero di non aver cannato nulla. Ovviamente molte delle cose che dirò sono prese dalle varie serie, ma non tutto. Alcune cose, e teorie le ho inventate di sana pianta. (es. le deduzioni brillanti di Sherlock.)
Allons-y!

 

 
Mentre loro ritornavano al loro posto, appena Blaine ebbe terminato la canzone, Harry si alzò immediatamente.
“Posso venire io, ora?” – chiese alzando istintivamente la mano. Non che fosse timido, ma quella situazione era del tutto strana e nuova per lui, e un po’ si sentiva in imbarazzo a cantare una canzone così intima e personale.
“Certo, vieni!” – esclamò Charlotte, sorridendogli. Il riccio sorrise e si avvicinò a lei, incerto. Non sapeva se potesse cantare la canzone che lui aveva scritto tempo prima, e che forse Louis non aveva mai ascoltato. Non aveva avuto il coraggio di fargliela ascoltare, ma forse quello era il momento giusto, quello era il momento per fargliela ascoltare. Magari l’avrebbe cantata a cappella, senza musica, perché… chi diavolo poteva conoscere quella canzone che aveva registrato di nascosto, lontano da tutti, con un suo amico? Chi conosceva il segreto del suo diario? Nessuno.
“Senti… penso che tu non la conosca, quindi vorrei cantarla senza base, è un problema?” – disse alla ragazza a bassa voce, per non farsi sentire dagli altri. Lei alzò un sopracciglio, per chi la prendeva? Un’ignorante, per caso?
“Quanto è antica, scusa?” – chiese la ragazza non capendo subito cosa intendesse il ragazzo di fronte a lei.
“No, non è antica, è che non è… mai uscita.” – fece Harry, grattandosi il collo in difficoltà – “l’ho scritta io, per Louis.” – confessò arrossendo leggermente. Non era da lui arrossire, dannazione. Era che… era troppo personale.
La ragazza si illuminò, annuendo. Aveva capito quale canzone fosse, e non avrebbe mai immaginato di ascoltare quella canzone, proprio quella canzone dal vivo. Velocemente afferrò il cellulare, ammiccando nella direzione di Harry, facendo partire la base. Harry non capì come quella ragazza avesse la base di quella canzone, ma andava bene così, gli serviva cantare quella canzone in quel momento. Forse la gelosia, forse l’amore sproporzionato nei confronti di Louis, o la paura di restare solo, non lo sapeva, ma qualcosa lo spingeva a cantare quella canzone in quel momento.
Now you were standing there right in front of me
I hold on, it's getting harder to breathe
All of a sudden these lights are blinding me
I never noticed how bright they would be” – gli occhi chiusi, le mani nelle tasche, l’espressione tranquilla, e solo la sua voce che si espandeva. Louis stava parlando amabilmente con Clark, non si era nemmeno accorto che Harry si fosse alzato e che avesse iniziato a cantare. Forse avrebbe dovuto aprire gli occhi, e guardarlo.
I saw in the corner there is a photograph
No doubt in my mind it's a picture of you
It lies there alone on its bed of broken glass
This bed was never made for two” – Harry capì che Louis non lo guardasse, non aveva bisogno di vederlo per saperlo, certe cose le sentiva sulla sua pelle. Il castano continuava a parlare con il ragazzo di Smallville, ignorandolo. Forse era stato questo a spingere Harry a cantare quella canzone durante la notte più lunga della loro vita.
I'll keep my eyes wide open
I'll keep my arms wide open” – allargò le braccia, senza aprire gli occhi. Sapeva che quando l’avrebbe fatto, avrebbe pianto, forse. Odiava quando si trovava in quelle situazioni orribili con Louis, odiava sentirsi geloso, odiava essere possessivo. Ma… a volte era più forte di lui, a volte temeva che Louis lo lasciasse, solo perché fosse spaventato dal coming out, nonostante il riccio non gli desse mai pressioni e preoccupazioni riguardo ciò.
Don't let me
Don't let me
Don't let me go
'Cause I'm tired of feeling alone” – riabbassò le braccia, stringendole a pugno, odiava soprattutto quando Louis lo ignorava in quel modo. Stava cantando per lui, dannazione, perché non lo capiva? Perché continuava ad ignorarlo?
Don't let me
Don't let me go
'Cause I'm tired of feeling alone” – l’aveva scritta in un momento di tristezza, quando avrebbe solo volute lui al suo fianco, e lui non c’era. E la situazione sembrava ripetersi, a causa di quel campagnolo, che aveva in più di lui?
I promise one day I'll bring you back a star
I caught one and it burned a hole in my hand oh
Seems like these days I watch you from afar
Just trying to make you understand” – in fondo, non era difficile ciò che cercava di dirgli. Non lo era affatto, allora perché lui sembrava ignorarlo? Tutti potevano percepire la disperazione contenuta in quelle parole, tutti potevano percepire quanto quel ragazzo soffrisse la situazione che era costretto a vivere insieme all’altro: nessuna libertà.
I'll keep my eyes wide open, yeah” – Harry respirò profondamente, e finalmente si decise ad aprire gli occhi, vagò per la stanza, incontrò gli occhi comprensivi di Kurt e Blaine, scorse Arthur e Merlin stringersi la mano, Sherlock e John guardarsi dolcemente, e finalmente il suo sguardo si incrociò a quello azzurro splendente del suo ragazzo.
Don't let me
Don't let me
Don't let me go
'Cause I'm tired of feeling alone” – stavolta cantò guardandolo direttamente negli occhi, mentre Louis si mordeva il labbro inferiore per trattenere le lacrime. Il solito emotivo. Lo sguardo di Harry era serio, determinato. Doveva fargli capire quando fosse suo, e quanto non volesse essere lasciato solo, quanto fosse terrorizzato da questa prospettiva.
“Don't let me
Don't let me go” - lesse un evidente ‘never’ sulle labbra di Louis, seguito da un gesto che ricordò vagamente la forma di un cuore, che lo fecero sorridere come non faceva da qualche tempo. Ecco perché lo amava, per quei piccoli gesti che compiva nei suoi confronti, gesti che gli facevano sempre battere il cuore all’impazzata, e lo facevano sentire un ragazzino alla prima cotta, alla prima avventura. La verità era che Louis era un’avventura da vivere dall’inizio alla fine, per tutta la vita, e lui l’avrebbe fatto, era una promessa fatta a se stesso e al castano. Ammiccò nella sua direzione, dicendogli con lo sguardo quanto fosse suo e quanto gli appartenesse. Che non gli venisse in mente di appartenere ad altri. Ripeté per due volte quel ritornello, prima di concludere la canzone.
Don't let me
Don't let me go
'Cause I'm tired of sleeping alone” – sospirò concludendo la canzone: lo sguardo incatenato a quello di Louis, la voce leggermente più bassa, e una lacrima solitaria a rigargli il viso. Louis piangeva seduto al suo posto. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, infatti dopo poco distolse lo sguardo, guardando i suoi piedi. Forse si era lasciato troppo trasportare dalla presenza di Clark e aveva ignorato Harry. Era stato solo un piccolo errore, dannazione, non credeva che avesse fatto così male al riccio.
Harry abbassò lo sguardo, e passò una mano sul viso, scacciando le lacrime, asciugandole. Non doveva pensarci, doveva lasciarlo libero di fare le sue scelte, ed essere geloso non rientrava in ciò che avrebbe fatto bene a loro.
“Scusate…” – mormorò, allontanandosi dalla postazione, e avvicinandosi agli altri. Si sedette accanto a Ianto, che lo comprese. Anche lui era maledettamente geloso di Jack, e qualsiasi essere vivente si avvicinasse a lui, meritava odio.
“Posso stare qui, vero?” – chiese al moro, che si girò verso di lui, sorridendogli comprensivo.
“Certo, non sarà un problema nemmeno per Jack, vero?” – chiese all’altro, voltandosi. Jack storse il naso, avrebbe davvero dovuto sopportare quel tipo accanto? Non era affatto giusto.
“Certo. Nessun problema.” – brontolò. Ianto gli diede un bacio sulla guancia ringraziandolo, e si rivoltò verso Harry, confermandogli che anche Jack fosse d’accordo. Il riccio si rilassò e lanciò uno sguardo di fuoco a Louis, che aveva appoggiato la testa sulla spalla di Clark, e parlava ancora con lui. Che diavolo si stavano dicendo quei due?
Si guardò la mano fasciata e buttò fuori l’aria, sbuffando. Era troppo geloso, forse.
“Non so cosa fare, Ianto, è… preso da quel campagnolo del cazzo!” – sbuffò alzando la voce, in modo che anche Louis potesse sentire, ovviamente il liscio sentì, e la cosa riuscì solo a farlo intristire ancor di più. Non credeva che Harry potesse rimanerci così tanto male, era solo il suo eroe, ed era stato contento di vederlo dal vivo, aveva sbagliato in questo? Forse sì, insomma… non avrebbe dovuto ignorarlo, ma non se n’era reso conto, era stato involontario, ed era così tanto dispiaciuto…doveva risolvere in qualche modo e forse aveva il piano giusto per farlo.
Si congedò per un attimo da Clark, dicendogli che sarebbe tornato dopo e si avvicinò di soppiatto a Kurt che ancora abbracciava Blaine, con la testa affondata contro la sua spalla. Si ritrovò a sospirare, se non fosse stato per colpa sua, non avrebbe mai litigato con Harry, e non ci sarebbero stati ulteriori problemi. Dovevano restare uniti.
“Ehi, posso chiederti un favore?” – chiese a bassa voce. L’altro ragazzo si voltò subito verso di lui, con un sorriso a trentadue denti ed annuì.
“E’ per il tuo ragazzo?” – chiese – “ma è vero allora? State insieme?”
Louis arrossì di botto. Era la prima volta che si ritrovava da solo a dover rispondere a quella domanda. Certo, la risposta era pressoché ovvia, viste tutte le volte che si erano baciati davanti a tutti, ma non era abituato a confermarlo. Non che preferisse mentire e vedere Harry distrutto, ma era quella la routine alla quale era abituato, non aveva ancora fatto il callo a dire la verità. Erano solo due giorni che Harry se ne stava fregando del parere altrui e stava dicendo a destra e a manca della loro relazione. Era piacevole, ovviamente, ma era anche imbarazzante, totalmente imbarazzante, ma in fondo erano in un’altra epoca con persone che poco probabilmente avrebbero rivelato la loro relazione al mondo, quindi potevano dire di essere ‘assicurati’ da questo.
“B-Beh, sì. Non siamo abituati a dirlo a chiunque, e la cosa è un po’ imbarazzante” – confessò il ventunenne, mentre l’altro lo guardava con gli occhioni inteneriti.
“Non preoccuparti, il segreto sarà al sicuro, vero Blaine?” – chiese al fidanzato, che annuì sorridendo – “sappiamo cosa si prova, quindi non lo diremo.” – lo rassicurò con un sorriso tranquillo sul volto, mentre Louis rilassava le spalle, e sorrideva, finalmente tranquillo. Un lampo di gelosia attraversò gli occhi di Blaine, ma la mano di Kurt, appoggiata contro il suo fianco, e la sua stretta possessiva suggerivano che il castano fosse molto più geloso di lui.
“Bene… grazie, io…” – Louis iniziò a balbettare. Era sempre così timido ed insicuro, la storia che lui fosse estroverso e ‘stronzo’ non era altro che una macchinazione, uno stratagemma del merchandising per attirare più gente. Tutto ciò che Louis aveva intorno era menzogna, lui stesso, la sua ‘ragazza’, il suo carattere, quello che faceva, tutto, tutto urlava menzogna, il vero Louis Tomlinson non veniva mai fuori, non poteva venire allo scoperto, altrimenti si sarebbe capito che era piegato, che aveva smesso di essere se stesso per volere di chi era più potente di lui, che mentiva ogni giorno della sua vita. L’unica cosa vera di tutta la sua esistenza, da ben tre anni, era quel riccio, era Harry. Harry era stata un ancora di salvezza per lui, solo con lui poteva essere se stesso, quel goffo ragazzo, impacciato e timido dell’audizione di X-Factor, quello che pubblicamente non esisteva più, non era mai esistito. Solo con Harry poteva essere se stesso, e in tutto quel buio pieno di bugie e costrizioni, Harry era il faro, la luce, la salvezza, la verità.
“Cosa volevi chiedermi?” – Kurt spezzò il flusso dei suoi pensieri con quella domanda. Louis parve tornare alla realtà e sorrise intimidito. Non stava davvero per chiederlo, era… assurdo, non lo conosceva nemmeno, come avrebbero fatto?
“Mi chiedevo se… ti andrebbe di aiutarmi con una canzone, volevo cantarla per Harry, ma… non mi va di andare di nuovo da solo lì.” – disse con l’imbarazzo che spuntava fuori da ogni parola che pronunciava.
L’altro ci pensò un momento, prima di annuire.
“Perché, no?” – sorrise – “sarà una bella esperienza cantare con Louis Tomlinson.”
Blaine accanto a lui emise uno sbuffo contrariato, mentre Kurt si alzava con Louis e si dirigeva al centro della sala, da Charlotte per chiederle di far partire la canzone scelta. Si sarebbero organizzati al momento.
Intanto Harry, poco distante, storceva il naso vedendo Louis insieme a quell’altro e non a lui. Invece di chiedergli scusa… andava da un altro?
Si alzò dalla postazione e si allontanò per quanto potesse, dopo aver chiesto a Ianto di chiamarlo appena tutto sarebbe finito. Non vide lo sguardo triste che gli rivolse Louis, né notò che Blaine gli si avvicinasse.
Voleva solo che quella riunione di canterini finisse.
Voleva tornare a casa sua.
Voleva solo smettere di sentire un vuoto enorme all’interno dello stomaco, e perdere quella brutta sensazione di oppressione al petto, e la voglia di piangere. Non ne poteva più. Voleva solo tornare alla sua normalità.
Era meglio vedere Louis con una ragazza, perché in fondo sapeva che essendo gay, non gli sarebbe mai piaciuta lei, ma la situazione era diversa con altri ragazzi, uomini come lui.
Heartbeats fast
Colors and promises
How to be brave
How can I love when I'm afraid to fall
But watching you stand alone
All of my doubt suddenly goes away somehow” – la voce di Louis tremò per un attimo, ma il ragazzo riuscì comunque a puntare lo sguardo su Harry, che cercava di ignorarlo. E no, Louis non l’avrebbe mai permesso, Harry non poteva ignorarlo, non in quel momento.
One step closer” – Kurt si unì a Louis, rivolgendo lo sguardo a Blaine con un sorriso dolce sulle labbra.
I have died everyday waiting for you
Darling don't be afraid
I have loved you for a thousand years
I love you for a thousand more” – i due cantarono insieme, guardando dolcemente i loro amati. Louis cercava disperatamente lo sguardo di Harry, il quale però non ricambiava. Louis sospirò e Kurt si avvicinò a lui, appoggiandogli una mano sulla spalla, per confortarlo.
Time stands still
Beauty in all she is
I will be brave
I will not let anything take away
What's standing in front of me
Every breath
Every hour has come to this” – mentre Harry non riusciva a guardare Louis, Blaine spostò lo sguardo su Kurt, lasciando che un sorriso dolce si dipingesse sulle sue labbra. Era inutile essere geloso, l’aveva capito, finalmente.
Gli mandò un bacio volante con la mano, e Kurt gli sorrise in risposta.
Intanto, Merlin si era voltato verso Arthur. Nonostante non conoscesse quella canzone, riusciva ad intendere quelle parole. E si rivedeva totalmente. Okay, forse non l’avrebbe mai ammesso a lui, ma amava Arthur, e quel bacio nel bosco l’aveva come risvegliato, facendo storcere tutte le sue certezze, abbattendo tutti i muri creatisi tra loro.
Senza dire nulla, intrecciò la sua mano con quella del principe, il quale non si ritrasse, anzi intensificò la presa.
One step closer” – di nuovo Kurt e Louis insieme. Harry si decise ad alzare lo sguardo verso il suo ragazzo, e si lasciò scappare un timido sorriso. Okay, ammetteva di aver esagerato un pochino con la gelosia, forse però.
I have died everyday waiting for you
Darling don't be afraid I have loved you
For a thousand years
I love you for a thousand more” – Louis e Kurt cantarono nuovamente insieme, il ritornello, mentre Harry e Blaine gli sorridevano, senza mostrarlo troppo. Harry aveva davvero esagerato, errare era umano, in fondo.
Merlin strinse con forza la mano di Arthur, e si sporse verso di lui, lasciandogli un bacio sulla guancia.
Da quando era così romantico?
Il principe sorrise e lasciò che il servo appoggiasse la testa contro la sua spalla, Merlin ne fu felice, tanto che si strinse più forte a lui. Non poteva crederci davvero. Arthur aveva davvero accettato la sua magia? Era… rimasto con lui, nonostante tutto? Sorrise strofinando la guancia sulla sua spalla, come poteva non amarlo?
And all along I believed I would find you
Time has brought your heart to me
I have loved you for a thousand years
I love you for a thousand more” – Kurt si zitti di proposito, voleva che quei due chiarissero una volta per tutte, e che quella canzone facesse capire al riccio quanto il castano fosse realmente innamorato di lui, e quanto fosse pentito.
Louis parve per un attimo perso, ma capì le intenzioni dell’altro, e sorrise guardando finalmente il verde degli occhi di Harry, perdendosi in esso, amandolo solo con lo sguardo, come sempre da tre anni. Erano sempre stati i loro sguardi a parlare, non le loro bocche, quelle erano chiuse, sigillate.
“I have died everyday waiting for you
Darling don't be afraid I have loved you
For a thousand years
I love you for a thousand more” – Louis non riuscì ad andare oltre, la voce sembrava come bloccata dalla sua gola, per questo fu Kurt a concludere la canzone, guardando Blaine negli occhi, facendogli intendere che non dovesse essere geloso, era inutile. Detto da lui, che era il primo a fare scenate di gelosia era comico, ma… erano adolescenti, potevano fare degli errori, no? E poi era così… percettibile che fosse quella la cosa giusta da fare, che apparentemente non c’era niente che non funzionasse tra loro. A parte qualche litigio di tanto in tanto, ciò nonostante, sia Harry che Blaine non si mossero dalla loro postazione, non mossero nemmeno un passo, troppo orgogliosi e provati dalla canzone per farlo. Blaine si era ingelosito leggermente della vicinanza di Kurt a Louis, ma era stato solo un duetto, una semplice canzone, non una dichiarazione d’amore. La dichiarazione d’amore l’aveva vista nei suoi confronti quando l’aveva guardato negli occhi. Gli altri, ignari di ciò che trapassava tra i quattro ragazzi in questione applaudirono ai due appena esibitisi. I due fecero un inchino leggermente impacciato, e si andarono a sedere di nuovo. Era stato davvero un fiasco totale? Davvero a quei due non era pervenuto il messaggio?
“Sta tranquillo, sono sicuro che Harry abbia capito. Non è un ragazzo stupido.” – lo rassicurò appoggiando nuovamente una mano sulla sua spalla. Forse aveva ragione, ma Louis aveva la maledetta ansia che Harry lo lasciasse per uno stupido errore.
“Già, lo spero” – mormorò lanciando uno sguardo preoccupato ad Harry, che non lo notò. Si rivoltò verso Kurt, e gli fece un sorriso di sbieco – “sei bravo comunque, non riuscivo a starti dietro.”
“Oh grazie, nemmeno tu sei male.” – ricambiò il sorriso, anche lui guardando il suo ragazzo, lasciandosi sfuggire un sospiro. Perché ora Blaine lo ignorava? Cosa aveva fatto di male?
“Mi dispiace, non… io non volevo che voi due litigaste” – mormorò dispiaciuto. Era una disgrazia per tutti, finiva per litigare lui stesso con qualcuno, o far litigare gli altri. Sentiva davvero troppa pressione su di sé, e non sapeva come scaricarla. Aveva paura, era stanco, ed aveva litigato con Harry, inoltre era lontano da casa, e non sapeva se sarebbe mai tornato. L’unica cosa positiva era il non doversi nascondere.
Poco più in là, c’erano John e Sherlock, che sembravano quasi estranei a tutto ciò che accadeva intorno a loro. Sherlock aveva ascoltato quella canzone, non la conosceva, ovviamente, non era una cosa di necessaria importanza ai suoi fini lavorativi, ma in quel momento, ascoltandola l’aveva reso più… dolce? No, lui non era dolce, lui era freddo. Doveva esserlo, eppure John era così premuroso con lui, così amorevole. In quel momento, gli cingeva i fianchi con un braccio, e lui automaticamente aveva appoggiato la testa sulla sua spalla. Non capiva perché il suo cervello pareva spento. Sembrava che tutto ciò che aveva elaborato fino a quel momento fosse svanito. Era svanito nel nulla dopo il bacio scambiato con John. L’aveva totalmente destabilizzato, quel bacio. Non poteva essere vero.
Non osava parlare, non avrebbe trovato le parole adatte in quel momento, avrebbe saputo solo balbettare come un povero idiota e lui non era un povero idiota, il suo cervello era superiore a tutti gli altri. Quelli dei presenti sommati, non avrebbero raggiunto il livello del suo, era ovvio, era solo che John in quel momento lo rendeva… zitto.
O meglio, lo fece fino a che il capitano Jack non si avvicinò a loro chiedendo a John se volesse unirsi a lui e al Dottore per la prossima canzone. Perché accidenti doveva chiederlo a lui? Con tante persone lì presenti, proprio a John?
Ma la cosa che più lo lasciò senza parole, fu il fatto che John accettò. Sherlock per protesta strinse il braccio del medico, ma questo lo rassicurò, dicendogli che sarebbe tornato subito.
Okay, cosa non andava in lui?
No, non era geloso. Non lo era affatto.
Intanto, molto più in là, Harry e Blaine commentavano l’esibizione di poco prima dei propri ragazzi. Harry pareva più rilassato e meno geloso, si era reso davvero conto di aver esagerato, anche se le azioni di Louis erano state eloquenti ed esplicite nei confronti di un altro, Harry era consapevole della fedeltà di Louis, così come Louis lo era della sua.
Invece Blaine era solamente affascinato dalla bravura del suo ragazzo, gli aveva fatto battere il cuore due volte, come non mai in vita sua. Poi gli avrebbe spiegato che si era allontanato solo per far compagnia ad Harry.
“E’ stato bravissimo” – esordì il moro, con il sorriso stampato sulle labbra, lanciando un breve sguardo al suo ragazzo – “insuperabile.” – continuò mentre Harry voltava lo sguardo verso il suo ragazzo e annuiva.
Avevano sbagliato di pochi secondi, altrimenti i loro sguardi si sarebbero incrociati.
“Beh, anche Louis è stato incredibile. Era così… e poi… oh…” – non riuscì ad esprimersi e lasciò le frasi a metà, senza apparente motivo logico, solo emozione – “e poi i suoi occhi, dannazione, li hai visti?”
“Ero impegnato a guardare quelli del mio ragazzo.” – sorrise come un ebete. Okay, ad entrambi faceva male ascoltare i loro ragazzi cantare dal vivo. Sembravano due idioti, due idioti innamorati.
“Io credo che dovremmo ricambiare” – disse Harry dopo un paio di minuti di riflessione. Anche Blaine era d’accordo, dovevano cantare qualcosa per loro, ma non sapevano cosa.
“Dovremmo decidere una canzone, non credi?” – chiese Blaine guardandolo e ridendo. Si erano ripresi dal momento di ebetismo, e avevano iniziato a fare le persone serie e razionali. Dovevano trovare una canzone, come avevano fatto gli altri due. Una canzone comune che li unisse e raccontasse di loro, di com’erano.
“Beh… vanno d’accordo.” – osservò Harry – “avranno sicuramente qualcosa in comune.”
“Beh, Kurt quando è agitato parla sempre tanto, troppo, forse.” – rise – “ma è così adorabile. Guardalo, sorride, non è la cosa più bella del mondo?”
“Anche Louis, dannazione, quando inizia a parlare in quel modo, mi vien voglia di baciarlo e zittirlo.” – ridacchiò, incupendosi dopo aver rivolto lo sguardo al suo ragazzo – “Lou è triste, temo di aver esagerato con le mie… fisse mentali.”
Forse avevano la canzone, ma Harry si sentiva in colpa. Aveva promesso tempo addietro che non avrebbe mai permesso a Louis di stare male, né a causa sua, né a causa di altri. Doveva risolvere quella cosa in qualche modo, ma come? Forse una canzone, e il farsi perdonare sarebbero bastati. Forse doveva riportarlo a casa… o renderlo libero.
I due stavano per andare ad esibirsi, ma furono preceduti dal Dottore, Jack e John che si posizionarono al centro della sala. Poco importava, sarebbero stati i prossimi, e avrebbero ringraziato, in un certo senso i due ragazzi, sì, l’avrebbero fatto.
Merlin e Arthur nel contempo, se ne stavano lì, a stringersi, prima di essere avvicinati dai due maghi che fin dall’inizio si erano solo resi inutili, rispondendo male a chiunque. E dovevano chiedere scusa per il loro comportamento, quello non era semplicemente un mago, ma il mago di tutti i tempi.
“Ehm, Merlin?” – esordì Potter, avvicinandosi. Arthur grugnì. Quei due dovevano sempre disturbare. Non potevano farsi gli affari loro? E poi perché Merlin era sempre così propenso ad ascoltare gli altri?
“Sì, cosa c’è?” – sorrise infatti il servo, voltandosi verso il ragazzo che gli aveva rivolto la parola.
“Beh, noi… volevamo scusarci per il nostro comportamento.” – disse – “non credevamo che tu fossi quel Merlin.”
“Sì infatti” – si aggiunse il biondino – “non credevamo fossi il vero, insomma, davvero hai la stessa età di Arthur?”
“Perché, quanti anni dovrei avere?” – chiese allora, inclinando la testa, facendo sorridere Arthur. Adorava quel suo atteggiamento da finto idiota.
“Beh, la leggenda dice che tu sei un mago antico, vecchio, sai con la barba lunga, come Silente.” – chiese ancora, mentre Malfoy sbuffava. Perché diamine doveva infilare Silente in ogni discorso? – “E il cappello a punta blu? Non hai una bacchetta come noi?” – chiese ancora.
“Potter, insomma, smettila di stressarlo, è evidente che è ancora giovane e tu gli stai dicendo il suo futuro. Un po’ di rispetto.” – lo rimproverò. 
“Va bene…” – guardò Arthur in difficoltà, in effetti lui sapeva tramutarsi in vecchio con capelli bianchi e tutto il resto, ma non poteva rivelare anche questo ad Arthur, non ancora, era troppo presto, ma il principe intese che quella fosse una richiesta d’aiuto e si spicciò a scacciare i due invasori, e a premere le sue labbra contro quelle di Merlin, dannazione, ne sarebbe diventato dipendente, erano così… irresistibili e incredibilmente morbide. No, ne era già dipendente. Charlotte si avvicinò loro intenerita, non disturbandoli gli lasciò due tovaglioli con dei biscotti sopra, nel caso avessero fame e corse dal Dottore, John e Jack per far partire la base della canzone da loro scelta.
You're just too good to be true.
Can't take my eyes off of you.
You'd be like heaven to touch.
I wanna hold you so much.
At long last love has arrived.
And I thank God I'm alive.
You're just too good to be true.
Can't take my eyes off you.” – iniziò John, guardando Sherlock che era arrossito di nuovo, secondo il medico non esisteva niente di più di dolce di lui, in quel momento. Per quanto Sherlock negasse, il suo cervello era spento, il suo cuore batteva all’impazzata e il suo viso era rosso come un peperone.
Pardon the way that I stare.
There's nothing else to compare.
The thought of you leaves me weak.
There are no words left to speak.
But if you feel like I feel.
then let me know that it's real.
You're just too good to be true.
Can't take my eyes off you.” – continuò Jack guardando verso Ianto che cercava di distogliere lo sguardo, per l’imbarazzo. Era una situazione così strana, vedere il suo… compagno dedicargli tutte quelle canzoni. Per lui era una sorpresa, era qualcosa di meraviglioso. Non era possibile, era la seconda in una sola serata. Perché la stava dedicando a lui, no? Lo vedeva bene che lo guardasse negli occhi, non era la sua fantasia, vero?
I love you baby, and if it's quite all right,
I need you baby to warm my lonely night.
I love you baby.
Trust in me when I say:
Oh pretty baby, don't let me down, I pray.
Oh pretty baby, now that I found you. Stay.
And let me love you, baby. Let me love you” – il ritornello venne cantato da tutti e tre, mentre chi era rimasto seduto rideva, e chi come Sherlock e Ianto morivano di imbarazzo. Insomma, non potevano fare così, né John né Jack, era ingiusto. Harry e Blaine invece erano inorriditi. Louis era ritornato a ballare con Clark, mentre Kurt improvvisava balletti con Charlotte. La cosa non turbava tanto Blaine, visto che il suo ragazzo era omosessuale, ma era comunque inorridito, Kurt che preferiva ballare con qualcuno che non fosse lui, alla fine si stava solo divertendo, si andava bene.
You're just too good to be true.
Can't take my eyes off you.
You'd be like heaven to touch.
I wanna hold you so much.
At long last love has arrived.
And I thank God I'm alive.
You're just too good to be true.
Can't take my eyes off you.” – attaccò il Dottore, trattenendo le risate, insomma, un Time Lord che si comportava in quel modo, non si era mai lasciato andare in quel modo, o meglio non si era mai divertito in quel modo, senza dover risolvere qualcosa di complicato. I Weeping Angels potevano aspettare un paio d’ore, si era convinto, alla fine.
I love you baby, and if it's quite all right,
I need you baby to warm the lonely night.
I love you baby.
Trust in me when I say:
Oh pretty baby, don't bring me down, I pray.
Oh pretty baby, now that I found you. Stay.
And let me love you, baby. Let me love you.” – Arthur e Merlin non si trattennero e si unirono agli altri in quei balletti improvvisati. La scena che si presentava davanti agli occhi i Harry e Blaine era la seguente: Louis con Clark, Kurt con Charlotte, Ianto fissava Jack con la bocca spalancata e Sherlock che fissava in un modo strano John, e persino i due maghi ‘asociali’ si erano uniti. Alla fine, decisero di non pensarci troppo ed unirsi a tutti gli altri, insieme. Agli occhi di Louis e Kurt non passò inosservato. Beh, alla fine si stavano solo prendendo la loro piccola rivincita sugli altri due.
You're just too good to be true” – conclusero i tre cantanti improvvisati, facendo scoppiare tutti i presenti in un sonoro applauso. Chi rideva, chi arrossiva, chi sorrideva, chi cercava di nascondere i propri sentimenti. La situazione sembrava comica, ma erano tutti davvero rilassati e tranquilli. Certo, c’era chi aveva qualche piccola crisi interna, ma in fondo, niente di grave o disastroso. Tutto sarebbe tornato alla normalità, prima o poi.
Harry e Blaine si guardarono, intuendosi con lo sguardo, ed annuirono. Era il loro momento, dovevano farlo. Insomma, erano gelosi, okay, Louis aveva ballato di nuovo con Clark, ma Harry rimaneva il suo ragazzo, geloso, ma pur sempre il suo ragazzo. Stessa cosa valeva per Blaine, non che fosse seriamente nervoso nei confronti di Kurt, ma dopo quella canzone voleva riscattarsi nei suoi confronti. Era questione di principio, e poi era piacevole cantare. Si era accordato con Harry, e sapevano esattamente come comportarsi. Speravano solo che andasse tutto per il verso giusto, e che nessuno rimanesse deluso. Si avvicinarono a Charlotte, quasi trasportandola via di peso sotto gli occhi curiosi di Kurt e Louis che non capirono esattamente cosa stesse accadendo. No, non potevano davvero cantare insieme.
Lo facevano per ripicca, o cosa? Non riuscivano a spiegarselo, ma li fissavano mentre avanzavano verso la solita postazione, dicevano alla ragazza di mettere una canzone, e posizionarsi con il sorriso sulle labbra.
Quando la canzone partì, i due ragazzi finalmente capirono.
It's amazing how you can speak
Right to my heart without saying a word,
You can light up the dark” – iniziò Harry sorridendo, mentre guardava Louis da subito, non voleva perdersi un attimo del suo sguardo fin dal principio. Non importava quanto fosse arrabbiato, l’importante erano loro due.
Try as I may
I could never explain what I hear when
You don't say a thing” – continuò Blaine guardando il suo ragazzo, che si indicava con un sorriso imbarazzato e dolce sul volto. Oh sì, che si riferiva a lui, era abbastanza esplicito, no?
The smile on your face lets me know that you need me
There's a truth in your eyes saying you'll never leave me
The touch of your hand says you'll catch me whenever I fall
You say it best when you say nothing at all” – cantarono i due insieme, guardando i due ragazzi, che imbarazzati cercavano di guardare altrove. Beh, forse un po’ era vero che fossero due logorroici, specialmente quando erano a disagio, forse solo un po’, come in quel momento, anche se non riuscivano a pronunciare una singola parola.
All day long
I can hear people talking out loud
But when you hold me near
You drown out the crowd” – beh, in fondo era vero, Blaine si sentiva sempre solo anche se era nella folla, perché l’unica persona che avesse in mente era Kurt, il suo Kurt.
The crowd” – fece eco Harry, la stessa cosa valeva per lui, aveva sempre Louis in mente, anche quando si trovava circondato da tutte quelle persone, come in quel momento, circondato quelle persone, immaginava lui al suo fianco.
Try as they may
They can never define what's been said
Between your heart and mine” – continuò nuovamente Harry, fissando ancora Louis, oh, il riferimento alla loro realtà era così palese, che non c’era bisogno di altre parole. Il riccio si ritrovò ad allungare la mano verso Louis, indicandolo.
The smile on your face lets me know that you need me
There's a truth in your eyes saying you'll never leave me
The touch of your hand says you'll catch me whenever I fall
You say it best when you say nothing at all” – forse non si erano accorti, che mentre loro due dichiaravano il loro amore ai loro amanti, tra il piccolo pubblico c’era un’altra persona che riconosceva l’amato in quella canzone, o meglio due persone che riconoscevano gli amati in essa. Arthur in primis. Merlin parlava così tanto che a volte per dire una cosa giusta avrebbe solo dovuto zittirsi, magari con un bacio, per dire la cosa esatta. Istintivamente allungò la mano sulla sua gamba, accarezzandogliela piano. Sì. Decisamente quella canzone gli faceva pensare a Merlin, il futuro era divertente da scoprire, in fondo, c’erano canzoni – così erano state definite dagli altri – che parlavano di lui e Merlin. Anche per le strofe precedenti, aveva trovato riferimenti, e di certo non poteva dirlo al ragazzo sarebbe stato un po’ imbarazzante ammettere certe cose con lui. Voltò il viso il verso il suo e vide che il servo lo osservava. No, non avevano pensato la medesima cosa, sarebbe stato imbarazzante, eppure sembrava che le loro menti fossero in comunicazione, legate da una strana sorta di magia, una strana magia; forse portata dagli abitanti del futuro?
The smile on your face; The truth in your eyes; The touch of your hand
Let's me know that you need me” – mentre i due ragazzi si destreggiavano in quelle note, anche John ascoltando quella canzone pensava a Sherlock. Insomma, sembrava davvero parlare di lui, parlava tanto, era sfacciatamente sincero, diceva sempre ciò che pensava, senza peli sulla lingua, anche se doveva ferire, ed era evidente che avesse bisogno di lui, era così evidente che John non aveva mai pensato di lasciarlo solo nei guai, come quando l’aveva salvato dal tassista assassino, o aveva tentato di farlo fuggire da Moriarty, mettendo in pericolo la sua stessa vita. Tutto riportava al fatto che avesse bisogno di lui, non di altro, l’aveva capito soprattutto durante quella strana avventura capitatagli per caso. Non gli sarebbe capitato mai più di vedere Sherlock smarrito e quasi spaventato.
The smile on your face lets me know that you need me
There's a truth in your eyes saying you'll never leave me
The touch of your hand says you'll catch me whenever I fall
You say it best when you say nothing at all” – Kurt si avvicinò a Blaine, così come Louis si avvicinò ad Harry, ed entrambi avvolsero le braccia attorno al collo dell’amato, aspettando che entrambi finissero la canzone, prima di unire le labbra alle loro e baciarli con dolcezza e apparente possessività. Con quel bacio tutto fu tranquillo, tutto fu chiaro. Non ci fu bisogno di altre parole, arrivati a quel punto, bastavano solo i gesti, quei gesti. Un bacio aveva cancellato via tutti i problemi. Come dicevano nel film ‘Enchanted’, il bacio del vero amore era davvero la cosa più potente che esistesse. Era bastato solo quello, un semplice bacio, a rimettere le carte in tavola, e due coppie si erano riunite, dopo due canzoni decisamente troppo romantiche. Finalmente tutto tornò al proprio posto. Louis tra le braccia di Harry, e Kurt tra quelle di Blaine. Tutto era perfetto, niente avrebbe distrutto la nuova pace ritrovata dai ragazzi, nemmeno le dannate statue. Niente avrebbe distrutto gli amori nati da quell’avventura pazza, senza senso, pericolosa e disarmante. Bisognava suggellare quel momento, bisognava far in modo che i rapporti si mantenessero. Qualcuno doveva prendersi la responsabilità di aiutarli.
Chi meglio della ragazza che si era autonominata ‘Fangirl’ poteva farlo? Charlotte saltò in piedi euforica applaudendo, prima di correre da tutte le coppie, incitando i ragazzi già in piedi a restare fermi, e ad alzarsi chi era ancora seduto. Tutto doveva essere perfetto in quel momento. Niente doveva interromperlo.
Li fece sistemare in un punto preciso del TARDIS: Harry con Louis, Blaine con Kurt, Merlin con Arthur, John con Sherlock, e Jack con Ianto, dopo aver scattato la foto, depositò la macchina fotografica, e prima di far partire la canzone, si fermò per dire qualcosa, qualcosa che premeva per uscire dal suo cuore.
“Io… solo ieri, ero una stupida ragazzina di diciotto anni, fuggita dall’Irlanda, per una piccola avventura” – sorrise imbarazzata – “poi mi sono imbattuta del Dottore, e grazie a lui in tutti voi.” – le tremavano le mani – “non ho mai cantato in pubblico, diciamo che non ho mai cantato davvero, a parte in playback con gli artisti in sottofondo” – tutti ridacchiarono mentre diceva quella frase. Era dannatamente adorabile – “e beh, vi dedico questa canzone perché, cazzo, voi vi amate, quindi, beh ho finito, la canzone è per voi, coppiette del TARDIS.” - disse – “vi meritate tutto.”
“Un altro nomignolo strano, non ci credo!” – commentò ironicamente il Dottore, incitandola ad iniziare. Lei gli sorrise e fece partire la base di una canzone che secondo lei si addiceva a tutte le coppie che erano lì presenti. Appena partì la base, tutte le coppie si strinsero più forte, iniziando ad ondeggiare sul posto. 
Oh, thinkin' about all our younger years
There was only you and me
We were young and wild and free” – Harry strinse i fianchi di Louis, guidandolo su quelle note, cantate da una ragazza, che credeva nel loro amore, e lo sosteneva. Forse aveva inteso che non tutti non avrebbero accettato la loro relazione, forse, in quel momento non importava. Louis appoggiò la testa contro la sua spalla e continuò ad ondeggiare stretto a lui. Nemmeno lui avrebbe mai creduto possibile una cosa del genere, eppure era successo qualcuno aveva apprezzato il loro amore, non lo discriminava, e la cosa lo rendeva stranamente felice, davvero felice.
Now nothin' can take you away from me
We've been down that road before
But that's over now
You keep me comin' back for more” – anche John avvicinò a Sherlock, e la cosa sarebbe risultata anche dolce se il moro non l’avesse superato di parecchio in altezza. Ma in fondo cosa importava? Forse si erano trovati davvero per la prima volta. Sherlock nemmeno poteva credere al ‘miracolo’ avvenuto. Era impossibile che qualcuno provasse qualcosa per lui, e ancor più impossibile che lui provasse qualcosa per qualcun altro, era davvero irreale, ma con John era tutto così bello da risultare addirittura vero. Anche se non era probabile, che una cosa bella fosse reale con lui era così.
Baby you're all that I want
When you're lyin' here in my arms
I'm findin' it hard to believe
We're in heaven” – Charlotte continuava a cantare, aveva le lacrime agli occhi, mentre guardava le coppiette ballare tra di loro, lentamente. Erano l’apoteosi della perfezione, erano bellissimi, erano innamorati. Meritavano ogni bene, ne era certa. Vedeva ognuno tra le braccia della persona adatta, vedeva le maledette metà destinate ad incontrarsi finalmente insieme, finalmente al posto giusto, tra le braccia della persona giusta; una lacrima sfuggì al suo occhio.
And love is all that I need
And I found it there in your heart
It isn't too hard to see
We're in heaven” – Harry cullava Louis tra le sue braccia, mentre la canzone continuava, così come John teneva forte Sherlock, che imbarazzato oscillava lentamente. Non sapeva perché lo facesse, era semplicemente il medico a guidarlo, forse era vero che avesse bisogno di amore, solamente di amore, nient’altro, e l’amore di cui aveva bisogno era lì, davanti a lui, più precisamente si trovava tra le braccia dell’amore.
Oh, once in your life you find someone
Who will turn your world around
Bring you up when you're feelin' down” – Arthur sorrideva, abbracciando delicatamente Merlin e muovendosi lentamente a tempo con la canzone insieme a lui. Era una bella sensazione, in fondo. Non avrebbe mai richiesto di meglio. Ginevra? Principesse bellissime? Che se ne faceva di quelle donne, quando aveva Merlin tra le sue braccia? Il servitore più imbranato di sempre, il ragazzo più coraggioso che avesse mai conosciuto, colui che gli aveva salvato la vita innumerevoli volte e non chiedeva niente in cambio, non c’era niente di meglio di lui, in quel momento; era tutto maledettamente perfetto.
Ya, nothin' could change what you mean to me
Oh there's lots that I could say
But just hold me now
Cause our love will light the way” -  Kurt sorrise, finalmente tutto era chiaro con Blaine, non poteva esserne più felice, si stringeva a lui, ci ballava lentamente sulle note di quella canzone dannatamente bella e romantica. Quella ragazza aveva perfettamente indovinato la canzone esatta da cantare. La canzone che racchiudeva il significato di amore, il sentirsi in paradiso tra le braccia della persona amata, come si sentiva lui in quel momento, con Blaine.
Baby you're all that I want
When you're lyin' here in my arms
I'm findin' it hard to believe
We're in heaven” – Charlotte intonò nuovamente il ritornello, stavolta accompagnata dal Dottore come doppia voce, e gli sorrise, mentre cantava. Li vedeva benissimo, vedeva l’amore scorrere tra loro, tra le loro braccia mentre danzavano lentamente sulle note della canzone. Erano davvero dolcissimi, bellissimi, perfetti. Erano tutto ciò che si potesse definire ‘amore’ al mondo. La palese attrazione che avevano gli uni con gli altri era stranamente travolgente.
And love is all that I need
And I found it there in your heart
It isn't too hard to see
We're in heaven” – forse era questo che era mancato nelle loro vite fino a quel momento: l’amore. Perché nessuno di loro l’aveva realmente provato, prima di incontrare la persona che avevano davanti, altrimenti non si sarebbero spiegati i sacrifici di ognuno di loro. Come Arthur che cercava sempre di portare Merlin fuori città, o come Blaine che si era trasferito in un’altra scuola solo per Kurt, perché non voleva lasciarlo solo né sentire sempre e costantemente la sua mancanza. Definitivamente, tutti avevano bisogno d’amore per arrivare in paradiso, o forse solo delle braccia dell’amato? L’avrebbero scoperto solo continuando quella meravigliosa avventura, non c’era altra risposta.
I've bin waitin' for so long
For somethin' to arrive
For love to come along” – Ianto aveva appoggiato la guancia contro la spalla di Jack, e a lui si stringeva, mentre la canzone continuava. Non avrebbe mai creduto che la loro relazione potesse avere quel salto di qualità. Erano passati dal non aver definito nemmeno un po’ la relazione, all’essere uniti in quel modo, era possibile una cosa simile? Pareva di sì, ci erano finiti con tutte le scarpe. E Ianto ne era dannatamente felice. Insomma, non che Jack gli avesse detto di amarlo, ma non negarlo nemmeno era un gran passo avanti. Magari prima o poi si sarebbe sciolto e gliel’avrebbe detto fino allo sfinimento, ma forse non era ancora il momento giusto.
Now our dreams are comin' true
Through the good times and the bad
Ya, I'll be standin' there by you” – continuò a cantare la ragazza, mentre le coppiette si perdevano nelle braccia della persona che più amavano. Harry sorrise, continuando ad ondeggiare con Louis, era vero il suo sogno si era realizzato, soprattutto quello di avere qualcuno da amare, di cui prendersi cura. Ce l’aveva tra le braccia, e non l’avrebbe mai lasciato solo, non di nuovo. Anche quello di Louis si era realizzato, aveva incontrato una persona speciale, la sua persona, ed era diventato suo, l’amava con tutto se stesso, e sapeva che sarebbe stato al suo fianco nonostante tutto.
Il desiderio di Arthur si era realizzato, Merlin si era fidato e gli aveva raccontato tutta la verità, non poteva esserne più felice, non era stato necessario ‘ordinarglielo’, l’aveva fatto e basta, e questo era bastato per lui, per farlo felice.
Merlin poi non poteva non essere felice. Nonostante tutto Arthur l’aveva accettato così com’era: un mago, e non l’aveva bandito dal regno, o giustiziato, no. L’aveva baciato ed anche molto, molto intensamente.
Sherlock aveva avuto la conferma di avere accanto una persona vera, che gli voleva davvero bene. Non sapeva cosa fosse l’amore, non poteva dire che l’amasse, ma era sicuro che John gli volesse bene, ci tenesse a lui.
John gioiva internamente. Amava Sherlock ed era riuscito a dirglielo, ed era contento che il Consulting detective non l’avesse respinto, ma che avesse provato ad aprirsi anche lui a quel nuovo sentimento nascente tra loro.
Kurt non poteva essere giù di morale. Aveva Blaine, l’aveva avuto fin da quando si erano conosciuti e continuava ad averlo. Era bellissimo ed emozionante appartenere a trecentosessanta gradi alla stessa persona fin dall’inizio.
Blaine stringeva forte Kurt continuando a ballare con lui. Non avrebbe mai creduto di essere così fortunato in tutta la sua vita. Aveva incontrato la persona giusta, perfetta per lui, colui che lo completava ed amava. Era felice, punto.
Jack non sapeva perché provasse la voglia di sottolineare quanto lui e Ianto si appartenessero. Non sapeva spiegarlo, era come se una presenza lontana e remota gli suggerisse di tenerlo stretto e godersi il – poco – tempo con lui.
Ianto, d’altra parte, era felice della piega che tutto aveva preso. Era così bello poter stare insieme a Jack senza che gli si rifiutasse di dire la verità su di loro, e non poteva mentire, nonostante fosse un po’ geloso, era felice con lui.
Baby you're all that I want
When you're lyin' here in my arms
I'm findin' it hard to believe
We're in heaven” – definitivamente, tutti erano convinti di aver trovato il loro paradiso, la loro dimensione in quel momento, quando tra le braccia avevano le persone che amavano. Quella era davvero la sensazione più bella che potessero provare, il sentimento  più intenso e meraviglioso esistente nell’intero universo: l’amore.
And love is all that I need
And I found it there in your heart
It isn't too hard to see
We're in heaven” – sì, tutti loro avevano solo bisogno d’amore per essere completi e felici, non avevano bisogno d’altro, persino Sherlock se ne stava rendendo conto, stupendosi abbastanza, perché non era da lui.
Charlotte concluse la canzone con un sorriso imbarazzato sul viso, coloro che stavano ballando e il Dottore, insieme a coloro che erano rimasti seduti – Clark, Potter e Malfoy – scoppiarono in un grosso applauso, congratulandosi con lei per la scelta della canzone, e di come l’avesse eseguita. La ragazza imbarazzata nascose il viso dietro le mani, arrossendo all’impazzata. Non  le era mai capitata una cosa del genere, l’unica volta che aveva provato a canticchiare a scuola l’avevano derisa, e si era sentita umiliata come non mai, ma quella volta era diverso, stavano applaudendo a lei, non ad un’altra persona, a lei, proprio a lei. Non sapeva se esserne felice o… strana. C’era chi era andato ad abbracciarla, poteva giurare che uno di loro fosse stato Harry Styles. E la cosa l’aveva imbarazzata ulteriormente, e dannazione quanto era alto? A stento gli arrivava al petto, era lui che era troppo alto, non lei bassa. Tra i tanti, riconobbe anche Louis, Arthur – dannazione, il principe Arthur mi ha abbracciata, muoio! – forse anche Ianto, Jack… tutti? Ma che diavolo era successo? Aprì finalmente gli occhi, e si rese conto di essere completamente circondata. Okay, doveva mantenere la calma. Doveva, ma non riusciva. Cercò supplichevole lo sguardo del Dottore, che appena lo intercettò, si spicciò ad intervenire.
“Su forza, lasciatela respirare.” – disse a tutti, abbracciandola lui, stavolta. E definitivamente la ragazza sentì un urgano dentro. Stava per collassare, ne era sicura, non poteva reggere a tutto quello. – “e vediamo di riposare qualche ora. Ora gli angeli si saranno spostati dalla foresta, suppongo.”
Tutti gli altri annuirono, e finito il momento di imbarazzo della giovane, il Dottore trovò delle coperte più o meno calde e le distribuì ai presenti. La situazione era tenera: Harry aveva fatto sedere Louis in braccio a lui, e cercava di coprire lui, che era evidente avesse freddo, la stessa cosa faceva Blaine con Kurt. Merlin invece era appoggiato alla spalla di Arthur, e cercava di coprire entrambi; Sherlock e John invece erano in una posizione strana, sembrava che Sherlock avesse la testa sulle gambe di John, e cercava di usare la coperta per entrambi, con un piccolo sorriso sul viso; dall’altro lato, Ianto era appoggiato al petto di Jack, e la coperta sembrava coprire bene entrambi, a parte i piedi di Jack, che essendo più alto di Ianto, aveva preferito coprire lui. Clark, e i due maghi avevano la loro coperta personale. Charlotte invece aveva pensato bene di osservare le stelle, seduta per terra con la porta del TARDIS leggermente aperta, una coperta sulle spalle e una tazza di tè in mano. Resisté per un po’, fino alla fine della tazza di tè, poi tutto si fece buio, la stanchezza prese il sopravvento, e reclinò la testa in avanti. Quando anche l’ultima stella si spense nella sua testa, tutti dormivano, compresa lei. Il Dottore la riportò vicino agli altri, coprendola con la coperta che aveva sulle spalle, solo lui non dormiva, lui pensava ad una soluzione.
Non aveva smesso di pensarci nemmeno un attimo, anche se aveva provato a non farlo, era stato più forte di lui, doveva risolvere quel disastro, prima che gli angeli si nutrissero delle energie di chi era lì a causa loro, e creassero dei punti fissi nel tempo. Sapeva che non era ancora accaduto, non doveva essere accaduto, e lui avrebbe evitato che accadesse. Umani, non sanno difendersi da nulla. 

 
To be continued...
 
_______________________________________________________________________

Hello everybody!
Ebbene sì, questa volta ritorno un po' prima. E vi comunico che questa è la penultima parte.
Beh... questa era anche la seconda parte del Glee club nel Tardis, cosa che a Lu avrò detto milioni di volte...
Va beh, sono vecchia, lei lo sa. cc
Anyway, Louis fa ancora la troietta con Clark, c'è fluff ovunque
E so di essere incredibilmente OOC, con tutti, soprattutto con Ten e no, non mi interessa l'ho detto mille volte che è così <3
Allora vi linko le canzoni, perchè sì.

Don't Let me go 
A Thousand years  
Can't take my eyes off of you  (cantata dal nostro John aka Jack <3 )
When you say nothing at all 
Heaven

Olè, e con questo si conclude la quinta parte del cross-over. Ringrazio chiunque lo segua, e chi recensisce. Siete meravigliosi. 
Il prossimo sarà l'ultimo. 
Bene, io mi dileguo, e ci vediamo al prossimo capitolo.
Bye bye! 


 
 
   
 
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