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Autore: Lila_88    09/04/2008    2 recensioni
Questa storia è nata come una mia personale rivisitazione delle puntate della terza serie: "La prova del Collegge" e "L'ultimo ballo". Per chi crede che il primo amore non si scorda mai. Dedicata a chi crede che Theresa non sia una ragazza come tante, per Ryan.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryan Atwood, Theresa Diaz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

Il primo amore non si scorda mai.
Era una “regola” scontata per tutti.
Anche per lui.
E, infatti, Ryan Atwood non aveva dimenticato il suo primo amore.

Theresa.

E chi lo scordava, un primo amore così?!
Lei era la persona che più lo conosceva sulla faccia della Terra.
Lo comprendeva, capiva al volo cosa gli passasse per la testa.
Le bastava uno sguardo per leggergli dentro.
E questo lui lo sapeva.

E sapeva anche che, in quel momento, un’altra opportunità gli si presentava davanti, forse a ricordargli che, a volte, il destino esiste.

Aveva parlato con Kirsten.
Gli aveva detto di aver visto Theresa, all’aeroporto, con un bambino.
Lui sapeva cosa poteva voler dire.
Theresa non aveva avuto nessun aborto spontaneo.
Quindi c’erano buone probabilità che quel bambino fosse suo.

La sua vita era così.

Non appena assaporava un briciolo di vita nella norma, senza guai, qualcosa compariva dal nulla e gli ricordava chi fosse.
Il ragazzo di Chino che, ben più di due anni prima, aveva rubato una macchina con suo fratello Trey e che Sandy, allora Pubblico Ministero, aveva scelto di tutelare.

Per lui non poteva esserci una vita spensierata.

Dall’alto dell’aereo su cui si trovava in quel momento, Ryan si chiese cosa sarebbe accaduto adesso.
Avrebbe cercato Theresa, le avrebbe parlato e avrebbe scoperto se quel bambino fosse stato suo figlio.

...E se così fosse stato?

Beh, allora si sarebbe comportato di conseguenza.
Non aveva nessuna intenzione di venir meno alle sue responsabilità.


Theresa...
Erano cresciuti insieme.
Fin da bambini.
Forse il loro destino era quello di stare insieme.
In un modo o nell’altro, le loro vite sembravano continuare ad intrecciarsi.
Quando se n’era andato improvvisamente da Chino, mai avrebbe pensato di farci ritorno, né tantomeno di rivedere Theresa.
Eppure lei era stata la prima faccia amica che aveva ritrovato, quando era tornato a trovare suo fratello in prigione.
Poi si erano salutati, pensando di non rivedersi mai più.

Poche settimane dopo si erano ritrovati a Newport.
Da allora era iniziata una serie di rocambolesche disavventure che avevano finito col trascinare via da Newport, Ryan.
A Chino, i due avevano tentato la vita insieme per il bene del bambino che lei aveva in grembo.
Avevano fallito.
Theresa aveva perso il bambino e Ryan era tornato alla sua vita a Newport.

Quasi un anno dopo, Ryan era andato a Chino a cercare suo fratello Trey e i due si erano ritrovati davanti per l’ennesima volta.
Quello sembrava essere stato, a tutti gli effetti, l’ultimo chiarimento, nonché l’ultimo saluto.

Adesso, il destino aveva di nuovo intrecciato le tele delle loro vite.
E chissà se, questa volta, non fosse quella definitiva.
In fondo, lui amava Theresa.
Lo aveva sempre saputo, dentro di sé.

Marissa era stata la novità.
Il passaggio da Chino a Newport.
Aveva imparato ad amare la diversità fra loro.
Era convinto che, grazie a lei, avrebbe iniziato una nuova vita, normale.
Lontano da Chino e lontano dai guai.
Ci aveva provato, un sacco di volte.
Ma, in quel caso, il destino aveva tentato di dividerli, con mezzi sempre più ingegnosi.

Lindsay era stata la sfida.
Così diversa da lui, eppure intrigante come non mai.
Da risultargli inavvicinabile, a diventare qualcosa per cui lottare con tutte le sue forze.
La figlia illegittima di Caleb Nichol.
Forse era stato quel piccolo particolare a rovinare il loro rapporto.

Sady era stata il diversivo.
Una storia acerba, per dimenticare Marissa e il loro grande amore.
Non aveva funzionato.

Ma Theresa... Lei non si dimenticava.
Non c’era destino avverso, non c’era nessun intrigo in famiglia o superficialità a dividerli.
A dividerli, c’era stato solo il corso degli eventi.
Nati in una città che non ti insegna ad amare, ma a rubare.
Una città che ti fa crescere di piccole cose e che ti fa sposare chi ti garantisce il minimo e non chi ti ama.
Un posto dove se arrivi a diciotto anni senza aver passato la vita di strada o il riformatorio, sei un miracolato, l’eccezione.
Loro si erano sempre sentiti stretti in quella città.
E si erano aggrappati l’uno all’altro, consapevoli di essere diversi.
Di meritare qualcosa di meglio di Chino.
Erano rimasti sempre uno accanto all’altro.
Pensavano che sarebbe finita con un matrimonio da due soldi, una volta grandi.
Finché Ryan non aveva compiuto il gesto che avrebbe cambiato per sempre la sua esistenza.
Rubare quell’auto con Trey sarebbe stato l’ultimo gesto da ragazzo di Chino.
Quel giorno aveva incontrato Sandy Cohen, che l’aveva portato a casa sua.
Col tempo,  lui e sua moglie, Kirsten Nichol, avevano imparato a volergli bene come un figlio e lui si era affezionato a loro e a Seth.

Ryan ascoltò l’hostess che annunciava l’arrivo a Newport.
Con calma scese dall’aereo e prese un taxi per arrivare a casa.

Kirsten non fu affatto sorpresa di vederselo comparire di mattina presto a casa.
Lo fece entrare e lo seguì in cucina.
-    Sapevo che saresti tornato subito a casa.
-    Non potevo rimanere a Berkeley, dopo quello che mi hai detto.
-    E’ per questo che penso di aver sbagliato. Dovevo aspettare che tu tornassi a casa e, con calma, parlartene.
-    No, invece hai fatto benissimo. Questa storia mi ha riportato alla realtà.
-    Che vuoi dire?
-    Che a Berkeley stavo bene. Troppo. Quella non è la mia vita. Sono stato così tranquillo per troppo tempo. Mi ci stavo quasi abituando.
-    Ryan, comunque stiano le cose, non devi rinunciare né a Berkeley, né a qualsiasi cosa tu desideri per il tuo futuro.
-    Lo so. Ma adesso l’unica cosa che desidero è parlare con Theresa.
-    Va bene. E ricordati: noi saremo sempre con te.
-    Lo so, grazie. Vado a posare la borsa.

Kirsten osservò Ryan dirigersi nella casetta in piscina.
Doveva ammettere che Ryan era notevolmente cambiato da quando Sandy l’aveva portato a casa, due anni prima.
Era cresciuto.
Era maturato.
E lei ne era molto fiera.
Era sicura che, adesso, fosse in grado di assumersi i propri oneri.

Un paio d’ore dopo, Ryan si stava cambiando.
Era quasi pronto per andare a cercare Theresa.
Kirsten aveva trovato il nuovo indirizzo della ragazza e lui era intenzionato più che mai a trovare la ragazza e risolvere in breve tempo l’intera faccenda.

Era stupito di vedere che Theresa si era trasferita a Newport.
Aveva parcheggiato l’auto e adesso era davanti all’edificio in cui viveva Theresa.
Appartamento numero 103.
Bene, era arrivato il momento della verità.

Quando fu arrivato davanti alla porta, fece un profondo respiro, prima di suonare il campanello.
Aveva notato che sulla targhetta c’era il cognome di Theresa, quindi non si era risposata.
Le probabilità che dunque il bambino fosse suo, aumentavano.

Ad aprirgli andò una giovane ragazza, che non era Theresa.
-    Salve, desidera?
-    Salve. Abita qui Theresa?
-    Si, ma al momento è fuori per lavoro. Lei chi è?
-    Mi chiamo Ryan Atwood. Sono... Un vecchio amico di Theresa.
Prima di poter aggiungere qualcosa, una piccola testa spuntò dalla porta.
Due piccoli occhi vispi osservarono con vivo interesse Ryan.
Il ragazzo rimase senza parole per un breve momento.
-    Ehm, immagino che sia suo figlio.
-    Esatto. Theresa è una brava madre. Hey, piccolo!
La ragazza prese in braccio il bambino.
-    Su, Daniel, saluta il signore.
Il bambino agitò la manina in segno di saluto.
-    Ciao Daniel...
-    Beh, senta, se vuole avviso la signora che è passato.
-    Si, grazie. Adesso devo proprio andare. Arrivederci.
-    Arrivederci.
  
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