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Autore: Horse_    19/10/2013    4 recensioni
Elena Gilbert e Damon Salvatore: lei follemente innamorata di lui, lui follemente innamorato di lei.
Due vite perfette: Elena ha Damon, Damon ha Elena.
Progetti, matrimonio, famiglia, ma lui manda tutto all’aria.
Damon lascia Elena con una lettera per il suo bene, per salvarla, e fugge lontano, lontano da lei.
Dalla storia:
“Eravamo circondati dall’acqua.
Mi caricai Elena sulle spalle per evitare di farle bere dell’acqua.
In lontananza vidi una piccola isola, quella era la nostra unica ancora di salvezza.
Dovevo farcela, per lei, per me.
Con le ultime forze che avevo in corpo incominciai a nuotare e riuscii ad arrivare a riva, dove svenni, privo di forze”.
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"Damon, –parlò fissandosi le scarpe– sono incinta."
Lei non poteva essere incinta. No, avevo sentito male. Lei non poteva essere incinta di un altro.
"Che cosa?"domandai tremando.
"Hai sentito…" mormorò abbassando lo sguardo.
"Di chi è il bambino?" gli domandai urlando, portandomi di fronte a lei.
Mi guardò spaesata allontanandosi di qualche passo, sembrò non capire la mia domanda.
"E’ tuo Damon, aspetto tuo figlio!" sussurrò con le lacrime agli occhi.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti.
Questa è la prima storia che pubblico su The Vampire Diaries ed è una DamonxElena.
Questa idea mi è balzata in testa durante una notte insonne ed ho deciso di metterla su carta e penna.
Non sono propriamente convinta della trama e del resto, ma lascio decidere a voi.

 

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<< Elena ti sbrighi? Io dovrei andare da Klaus! Anzi… Dovevo essere lì cinque minuti fa! >> sbraitò la mia amica bionda.
<< Agli uomini piace che le donne arrivino in ritardo Care… Comunque chi è Klaus? >> domandai curiosa.
<< Ma che teoria del cavolo è scusa? Comunque Klaus è Klaus! >> mi rispose enigmatica.
<< Hai trovato una nuova fiamma? >> chiesi con un mezzo sorriso.
<< Diciamo di si. Ma questa è una relazione seria… >> borbottò.
<< Come le ultime tre? >> chiesi ridendo.
<< Diciamo che questa è la più seria! Anche tu dovresti cimentarti in una nuova relazione Elena! Hai ventisei anni cavolo… Vivi la tua vita! >> mi disse Caroline.
<< C’è tempo… C’è tempo… >> mormorai.
<< No che non c’è tempo Elena! Sono passai quattro anni Elena e… -si bloccò vedendo i miei occhi lucidi- Scusami! >> si scusò.
 
Erano passati quattro anni da quella volta. Eravamo felici io e lui insieme, avevamo progettato un futuro insieme. Una famiglia, tutto insieme, ma se n’era andato.
 
 
Aprii la porta di casa dopo una lunga giornata trascorsa all’università.
Io e Damon avevamo scelto un’università vicino a casa e guarda caso era una delle migliori.
Appoggiai le chiavi dell’auto nel comodino e mi incamminai sorridendo verso la cucina.
Non c’era nessuno in casa. Strano. Damon finiva sempre prima di me ed ogni giorno era a casa ad aspettarmi.
Andai in cucina per prendere un bicchiere di succo e notai una lettera sopra il tavolo.
Incuriosita mi avvicinai e la presi in mano, incominciando a leggerla:
 
“Cara Elena,
dopo tutto questo tempo ho capito che fra di noi non avrebbe mai potuto funzionare.
Mi dispiace di averti illuso per così tanto tempo, ma è meglio così. Vivi la tua vita, saprai trovare sicuramente un uomo capace di amarti veramente.
Spero tu possa capirmi.
                                                                               Damon.”
 
Mi accasciai al suolo con la lettera fra le mani ed iniziai a piangere.
Piangere per quello che aveva scritto. Tante lacrime scesero copiose, lacrime di amore, tristezza. Mi sentivo tradita.
 
 
<< Elena scusami, davvero io… Scusami! >> mi consolò Care.
<< Va tutto bene Caroline, lascia stare! >> dissi passandomi una mano sugli occhi lucidi.
 
No, non andava fatto bene.
Dopo tutto quello che avevamo trascorso insieme non sarei mai riuscita a dimenticarlo.
Non avrei mai trovato un uomo che valesse almeno la metà di lui, nella terra non esisteva un uomo come lui.
Dopo di lui persi anche mio padre, l’unica ancora di salvezza per me.
E’ sparito nel nulla. Da quattro anni non si hanno più tracce.
Faceva il poliziotto e si pensa che qualcuno possa averlo rapito, magari per qualche conto in sospeso.
Sono sola, o quasi. Posso contare su Jeremy, mio fratello, Caroline, Bonnie, Matt e Stefan.
Stefan è il mio migliore amico e può essere il destino così crudele?
Stefan è il fratello di… Damon.
 
<< Pensiamo ad altro su! –esclamò cercando di tirarmi su il morale- Pensiamo alla festa di questa sera! Ci saranno Bonnie, Matt e anche tuo fratello. Hai già il vestito? >> iniziò Caroline.
 
Aveva detto vestito?
Si, forse avevo sentito vestito.
La mia testa era da un’altra parte, non la stavo ascoltando.
 
<< Oh… Emm… Vestito? Forse si… No, forse no… >> balbettai.
<< Non mi stavi neanche ascoltando Gilbert vero? Comunque oggi giornata dedicata allo shopping! Prenditi mezzo pomeriggio libero, si va a fare compere! >> mi urlò eccitata.
 
Din don.
Qualcuno aveva appena suonato alla porta.
Mi alzai stancamente dalla sedia per andare ad aprire, ma Care mi precedette.
 
<< Ciao Stef! Si, Elena è ancora di là! Lo sai che di prima mattina è sveglia quanto un orso in letargo! –esclamò e sentii il mio migliore amico ridere- Elenaaaaa! C’è Stefan! >>
<< Arrivo! >> urlai dalla cucina.
 
Mi incamminai verso il salotto e vidi alla porta il mio migliore amico con un sorriso raggiante stampato sulla faccia.
 
<< Signorina Gilbert è pronta per andare al lavoro questa mattina? >> mi chiese Stefan sorridendo.
<< Certo signor Salvatore, andiamo! >> esclamai.
 
Mi sorpresi di me stessa. Riuscivo a cambiare umore molto in fretta.
Presi il giubbotto ed insieme a Stefan e Caroline scesi le scale.
Caroline ci lasciò ed andò dal misterioso Klaus, a detta sua relazione seria, mentre io e Stefan salimmo nella macchina di quest’ultimo per andare al lavoro.
Io e Stefan ci eravamo laureati qualche anno fa in pediatria. Eravamo amici fin da piccolissimi, ognuno conosceva tutto dell’altro.
 
<< Elena, stai bene? >> mi chiese guidando.
<< Si, si, sto bene! >> mormorai.
<< A me non sembra! >> obbiettò.
<< Forse mi sono alzata con la luna storta, può capitare… >> dissi cercando un tono convincente che non lo sembrò molto visto che Stefan mi guardò con un sopracciglio alzato.
<< Ok, ho capito! Niente domande oggi signorina! –Stefan frenò bruscamente- Siamo arrivati! >>
 
Non mi ero minimamente accorta di essere arrivata di fronte all’ospedale.
Oggi non era giornata. Era iniziata male, sarebbe sicuramente proseguita male e finita male.
Io e Stefan ci incamminammo verso l’entrata ed ognuno andò nel proprio studio.
 
<< Signorina Gilbert, ecco i suoi appuntamenti! >> disse Fred entrando nel mio studio senza bussare.
 
Ormai ci avevo rinunciato.
 
<< Grazie Fred! >> lo ringraziai.
<< Di niente signorina Gilbert, buona giornata! >> disse.
<< Anche a te! >> dissi di rimando.
<< Signorina Gilbert? >> mi domandò.
<< Si? >>
<< Oggi potremo mangiare insieme durante la pausa pranzo, che ne dice? >> mi chiese speranzoso.
 
Mi dispiaceva deluderlo, ma oggi non era proprio giornata.
 
<< Mi dispiace Fred, non so neanche se farò la pausa pranzo oggi, devo prendermi il pomeriggio libero. >> risposi.
<< Certo… -disse rabbuiandosi- Sarà per la prossima volta! >>
 
Gli sorrisi e lui se ne andò chiudendo la porta.
Verso le 12.00 entrò nel mio studio il direttore dell’ospedale, il signor Fell.
 
<< Signorina Gilbert, dovrei parlarle! >> mi disse con tono autoritario.
<< Mi dica. Prego, si accomodi! >> lo invitai.
<< Ecco vede… Non so da dove cominciare… Lei è uno dei migliori pediatri in circolazione in tutta l’America e proprio questa mattina ci è arrivata una proposta! >> iniziò il signor Felle.
 
Alla parola proposta mi misi sull’attenti. Cosa avrei dovuto fare?
 
<< Che tipo di proposta? >> chiesi.
<< Ci è stato chiesto di mandarla in Africa per aiutare i bambini poveri di alcuni villaggi! >> mi spiegò.
<< M-ma io… >> balbettai.
<< Vede… Saranno solo tre mesi e lei non può rifiutare, ne andrebbe della nostra reputazione. La prego, sono solo tre mesi! >> mi implorò.
 
Non potevo lasciare mio fratello qui da solo. Aveva Bonnie e tutti gli altri, ma io non ero pronta a partire eppure…
 
<< E’ stato sempre il mio sogno aiutare dei bambini in Africa, ma questo non è uno dei momenti migliori che sto passando… >> spiegai.
<< Signorina Gilbert, lei NON può rifiutare questa proposta! >> disse alzando la voce di un’ottava.
 
Non avevo altra scelta, dovevo accettare.
 
<< Visto che non ho altra scelta accetto… >> dissi scuotendo il capo.
<< Grazie signorina Gilbert, grazie! Dovrà partire fra una settimana, vado subito ad inviare la risposta! >> mi ringraziò ed uscì correndo dal mio studio.
 
Mi abbandonai sulla mia poltrona di pelle.
Non avevo avuto scelta. Sarei dovuta partire per tre mesi in Africa, da sola, senza nessuno.
Uscì dallo studio e mi diressi al piano terra.
 
<< Signorina Carter, avvisi il signor Fell che non mi sento molto bene e che per oggi prenderò il pomeriggio libero. Ci vediamo domani! >> spiegai e uscì in tutta fretta dall’ospedale.
 
Uscita dall’ospedale presi il telefono ed inviai un messaggio a Stefan.
 
“Stefan, ho preso il pomeriggio libero, vado a casa.
Non aspettarmi.
Elena.”
 
Poco dopo ricevetti una sua risposta:
“Va bene Elena. Sei sicura di stare bene?
Stefan.”
 
“Si Stefan, sto bene. Ci vediamo questa sera.
Elena.”
 
“Va bene, a sta sera.
Un bacio, Stefan.”
 
Misi il cellulare in tasca e mi diressi a piedi al mio appartamento.
Avevo bisogno di stare da sola e pensare.
Come potevo dire a Jeremy, Caroline, Bonnie, Matt e a Stefan che dovevo partire per tre mesi per l’Africa?
Ci sarei dovuta riuscire, non avevo scelta.
Arrivai a casa dopo quindici minuti e mi diressi in camera mia.
 
“Caro diario,
oggi ho ricevuto una proposta dal signor Fell che ho dovuto accettare.
Dovrò partire per l’Africa e rimanerci per ben tre mesi. Farò del mio meglio per aiutare quei bambini, anche se questo non è proprio il momento migliore.
Se solo Damon fosse qui… Mi avrebbe incoraggiata e magari sarebbe venuto anche lui.
No, non devo più pensare a lui!
Non preoccuparti, verrai in Africa con me caro diario.
Ora ti devo lasciare…”
 
Poggiai la penna sul comodino, richiusi il diario e lo infilai sotto il cuscino.
Senza pensarci due volte mi catapultai sotto la doccia per pensare, per pensare al mio futuro.


Questo è il primo capitolo, l'inizio della Fan Fiction.
 I primi due capitoli saranno abbastanza monotoni (se così li vogliamo chiamare), ma spero che la mia storia possa piacere a più di qualcuno.
Aspetto pareri, suggerimenti ed anche correzioni, sono qui per qualsiasi cosa.
Al prossimo capitolo, che posterò a breve.
Giulietta.


   
  
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