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Autore: mughetto nella neve    19/10/2013    6 recensioni
"Ma poi aveva ricevuto sul telefono un strano messaggio – minatorio avrebbe osato dire, se avesse avuto abbastanza coraggio – che, per attimo, gli aveva fatto valutare l’idea di chiamare Kuroko e avvisare che i suoi ex-compagni di squadra progettavano di farlo fuori nel caso si fosse presentato all’appuntamento."
[ KagaKuro | Overprotective!GdM ]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Teikou, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore: mughetto nella neve [ AO3 ]
Fandom: Kuroko No Basket
Personaggi: Atsushi Murasakibara, Daiki Aomine, Ryota Kise, Seijuro Akashi, Shintaro Midorima, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Coppia: Kagami/Kuroko
Generi: Comico, Generale, Sentimentale
Avvertimenti: fluff
Note: //


 

 Love You Every Minute
‘cause You Make Me Feel So Alive
Alive 


 

Doveva essere una giornata come un’altra.

Kagami si era svegliato con quella idea ed era convinto che, il fatto di incontrarsi con Kuroko, non avrebbe influenzato granché questo suo progetto. Avrebbero passato la giornata a giocare a basket, avrebbero pranzato al Maji Burger e poi si sarebbero seduti sull’erba per parlare un po’. Insomma, credeva ingenuamente che, il loro, sarebbe stato un “appuntamento” tranquillo; non molto diverso da quelle giornate in cui i loro legame era ancora paragonabile ad una semplice amicizia. Si era infatti fatto una doccia e dopo un’abbondante colazione si era avviato tranquillo verso il parco. Ma poi aveva ricevuto sul telefono un strano messaggio –minatorio avrebbe osato dire, se avesse avuto abbastanza coraggio – che, per attimo, gli aveva fatto valutare l’idea di chiamare Kuroko e avvisare che i suoi ex-compagni di squadra progettavano di farlo fuori nel caso si fosse presentato all’appuntamento.

Il sole splendeva tranquillo, non temendo le piccole e graziose nuvole bianche che ogni tanto comparivano sulla volta celeste; il vento soffiava leggero, solleticando le chiome degli alberi e alzando un po’ di sabbia proveniente da qualche gioco per bambini. Kagami si massaggiò la testa e prese a studiare il corpo di Tetsuya, sdraiato accanto a sé, respirare velocemente alla ricerca di ossigeno. Avevano deciso, di comune accordo, di incontrarsi in quel parco e allenarsi un poco, ma ben presto il caldo era diventato intollerabile e avevano preferito sdraiarsi sull’erba per riprendere un po’ di fiato. La pallida pelle di Kuroko, cosparsa di piccole e graziose gocce di sudore che la rendevano ancora più invitante agli occhi di Kagami, quasi brillava sotto la luce solare. Dopo una mattinata passata ad inseguire il pallone da Basket, accennando un leggero sorriso ogni qual volta l’altro riuscisse a segnare, stentava a reggersi in piedi senza prendere a tremare. Aveva stretto i denti e aspettato che anche la sua luce, al quale non riusciva a celare uno di quei sorrisi leggeri ogni qual volta si voltasse verso di lui, si stancasse e proponesse di andarsi a riposare nel prato lì vicino.

Kagami si asciugò il sudore dalla fronte con un gesto rapido del braccio. Faceva caldo eppure, il solo sentire il respiro leggero del suo compagno di squadra accanto a lui, lo faceva sentire meglio. O meglio, così sperava che fosse. In realtà. più pensava il tempo e più una profonda sensazione di pericolo si faceva strada nella sua testa, rendendolo attento e – in un certo senso – un po’ spaventato.

Poco lontani da loro, nascosta fra i cespugli, era apparsa l’intera Generazione dei Miracoli.

Kagami per poco non aveva urlato spaventato nel vederli apparire proprio dietro le spalle, intenti ad osservarlo nel peggiore dei modi. Per un attimo, aveva pensato che non fossero altro che una sua allucinazione dovuta allo stress e all'ansia di quel primo “appuntamento”. E magari ci avrebbe creduto pure se quest’ultimi si fossero limitati a studiare in silenzio quegli aspiranti. Sfortunatamente non era così. Ogni qualvolta sentissero la necessità di intervenire, prendevano a lanciargli sassi in testa – col puro intento di fargli del male – e gli mandavano strani messaggi tramite anomali cartelli colorati, a seconda della persona, in maniera diversa. Colui che poteva aver partorito una simile iniziativa poteva essere solo Kise. Questi, infatti, era stato il primo a farsi “sentire”, trasmettendo tutta la sua insoddisfazione e rabbia nel vederli insieme.

E magari, chissà!, si fosse solo limitato a lui avrebbe potuto accettarlo … sfortunatamente, ben presto, si era trasformato in un vero e proprio fenomeno di gruppo.

Fra i tanti cartelli che si succedevano ogni minuto, spiccava il Sei un uomo mortodi Aomine – seguito subito dopo dal Ti distruggo” di Murasakibara e, ovviamente, il Kurokocchi è mio! ( > 3 < )/” di Kise. Midorima era rimasto in silenzio, intento a coccolare una specie di gatto di porcellana, senza prestare particolare importanza agli avvenimenti di quella pseudo-coppia che si era ritrovato a pedinare. Ma la cosa che forse più lo spaventava era lo sguardo vitreo che Akashi non accennava a dissimulare. Sembrava una qualche statua greca – misteriosamente munita di un paio di forbici da cucina – che gli occidentali sono soliti custodire nei musei, a cui non è dato avvicinarsi ai comuni mortali.

Inutile dire che era nel panico. Lui non aveva chiesto quell’appuntamento – e nemmeno Kuroko se è per questo. Entrambi avevano semplicemente avuto la necessità di vedersi durante uno di quegli afosi giorni estivi, semplicemente per sentire come stava l’altro e sapere come stesse andando l’estate. Non facevano nulla di scandaloso, in fondo. Semplicemente parlavano. Ed era stato proprio grazie a questo che era venuto a conoscenza delle intenzioni di Kuroko di riallacciare il legame con Ogiwara.

Insomma … perché mai presenziare in gruppo a quell’appuntamento? Cosa credevano? Che lo avrebbe preso e trascinato dietro una siepe per fare chissà cosa? Ehi, si stava parlando pur sempre di Kuroko. E soprattutto di lui.

Era già un miracolo che entrambi fossero riusciti  a sfiorare le labbra dell’altro, figuriamoci toccare qualche centimetro di pelle in più! Kagami ingoiò un po’ di saliva, improvvisamente imbarazzato da quell’argomento che lui stesso aveva deciso di prendere in considerazione, e prese a sfregarsi una guancia con il dorso della mano. Il solo immaginare il corpo di Kuroko faceva pulsare il suo cuore così velocemente da renderlo facilmente preda ad un possibile infarto – di questo passo, a detta di Himuro, non sarebbero mai andati da nessuna parte.

« Kagami-kun, va tutto bene? » lo richiamò educatamente l’altro, facendolo sussultare leggermente spaventato.

Kuroko, messosi improvvisamente seduto, lo osservava con una punta di curiosità in volta – probabilmente attendendo una sua risposta. Il suo respiro si era lentamente regolarizzato e ora, a testimoniare quella partita che aveva ingloriosamente perso, erano solo qualche goccia di sudore sul suo volto pallido. Si passò anche lui un braccio sulla fronte nel tentativo di pulirsi via il sudore, ma il gesto apparve così maledettamente sensuale agli occhi di Kagami che si vide costretto ad abbassare lo sguardo per non mostrare quel forte rossore alle guance.

« A-Ah! Sì! Nessun problema! Ero solo soprappensiero! » si giustificò prontamente l’altro, volgendosi di nuovo verso l’altro ragazzo e scattando anche lui a sedere. Non capiva il perché, ma, sapendosi osservato da qualcuno non riusciva a relazionarsi con Kuroko con la stessa tranquillità. Si sentiva improvvisamente uno sciocco e tentava di ridurre i suoi movimenti al minimo indispensabile per non far indispettire qualche membro del gruppo.

Trovava quasi surreale che Kuroko non si accorgesse di tutto quel chiasso che proveniva dalla siepe poco lontana.

Eppure, di solito, era così attento a tutti quei particolari … Com’era possibile che non si accorgesse dei gridolini che produceva Kise non appena prendeva ad asciugarsi la fronte o dei richiami di Midorima a Murasakibara che continuava ad ingozzarsi di strani dolci dai più variopinti colori? Era assurdo. Semplicemente assurdo.

O forse era vero ciò che Kiyoshi gli aveva detto tempo addietro riguardo al fatto che “Kuroko vedesse solo lui”. Questo frase, accompagnata da un sorriso fintamente candido, fece alzare improvvisamente la temperatura interna del povero Kagami.

« Kagami-kun, hai il volto arrossato. Sei sicuro di stare bene? » parlò di nuovo Kuroko, alzando lievemente il proprio sopracciglio.

« S-Sì! » ripeté Kagami, passando lo sguardo da lui al piccolo gruppo ancora celato fra i cespugli che continuava a guardarlo in cagnesco « Sono solo stanco, ecco tutto! »

« Non pensavo che fossi tipo che batte la fiacca in estate … » Kuroko, che fino ad allora era rimasto impassibile, accennò un lieve sorriso – chiaramente beffardo – che fece immediatamente irritare Kagami.

« Non sto affatto battendo la fiacca, razza di idiota! » abbaiò infatti, avvicinandosi leggermente al suo volto per cercare di spaventarlo e fargli chiedere scusa – naturalmente con scarso successo, visto che Kuroko si limitò a battere le sue ciglia, simulacro come al solito.

Un sasso, che viaggiava a chissà quanti chilometri orari, colpì con forza la sua testa facendolo subito gemere dal dolore e portare una mano sul punto che era stato ferito. Non era particolarmente grande o pesante, ma era stato lanciato con così tanta forza da renderlo simile ad un proiettile. Kagami si voltò subito verso la direzione da cui era venuto, cercando di capire chi mai potesse averglielo lanciato, e non fece fatica a capire chi fosse il colpevole. Aomine, sempre nascosto dietro a quel famoso cespuglio, sembra sul punto di sputare fuoco e fiamme e la cosa non era affatto piacevole.

“ Che gli hai detto, razza di bastardo?!? ” portava scritto il cartello che mostrava con forza, chiaramente mosso da un’improvvisa rabbia e senso di protezione verso il suo ex-compagno – il quale, però, non si mostrò particolarmente turbato da simili aggettivi e tornò presto a guardare i passanti con interesse.
“ Ti distruggo ”. Ed ecco di nuovo il cartello di Murasakibara comparire accompagnato dall’espressione più nera del giovane; il quale aveva improvvisamente aperto gli occhi e dischiuso leggermente le labbra, mostrando leggermente i denti.

Per quanto riguardava Kise, invece, sembrava improvvisamente un’altra persona – cosa che preoccupava seriamente Midorima che aveva preso ad osservarlo con palese incredulità – e il fatto che non ricorresse ad un alcun cartello rendeva Kagami decisamente più nervoso. I suoi occhi si erano pericolosamente assottigliati, diventando due fessure ambrate che saettavano veloci verso i due “fidanzatini”, e un’improvvisa espressione seria donava al suo volto un improvviso fascino.

« Di solito hai sempre fame, perciò ho pensato di prepararti qualcosa » spiegò con discrezione Kuroko, per poi dare un piccolo morso ad un onigiri che aveva precedentemente afferrato. Preferì celare a Kagami il fatto che, quella mattina, si fosse svegliato presto proprio per prepararli, accettando di buon grado l’aiuto di sua nonna e aspettando con trepidazione la cottura del riso. Accennò quindi un lieve sorriso soddisfatto e diede un altro morso al suo lavoro mattutino. « Mangiane pure quanti ne vuoi »

« Veramente io contavo di andare al Maji Burger … » rivelò, forse con eccessiva tranquillità, Kagami guardando prima il suo compagno e poi gli onigiri che continuavano a rimanere fra le mani di Kuroko.

Inutile dire che un secondo sassolino bianco, decisamente più grosso e fine, colpì in pieno la testa di Kagami, facendolo di nuovo urlare dal dolore.

Il messaggio di Aomine non si fece attendere molto. Il giovane scriveva con fretta, cercando di sfogare la sua rabbia, ma la cosa non sembrò servire visto che Kagami poteva sentire chiaramente il suo ringhio.

“Chi cazzo di credi di essere, maledetto bastardo?!? Mangia quegli onigiri!! ” portava scritto il cartello che, a differenza degli altri, godeva di una pessima calligrafia sempre più spigolosa e calcata.

“ Li voglio io! Dalli a me, Kagamicchi! (OçO)/” scriveva invece Kise, alzando il cartello per aria e mostrando un sorriso emozionato come un bambino a cui si stanno promettendo delle caramelle.

Da parte sua, Murasakibara, palesava fin troppo bene il suo interesse per quegli onigiri, che non necessitava di alcun cartello. Kagami cominciava a temere che, da un momento all'altro, si alzasse e assaltasse il povero Kuroko per appropriarsi del tanto agognato spuntino e, magari, divorare anche lui nel frattempo. E, per quanto la cosa potesse sembrare assurda, Kagami decise di avvicinarsi alla sua ombra per essere pronto a tirarla via nel caso Murasakibara decidesse di sferrare “l’attacco”.

“ Il tuo portafortuna di oggi era un onigiri. MANGIA e ringrazia Kuroko per il pensiero ”. E con questo anche Midorima scendeva in campo, dichiarandosi stranamente a favore di quell'appuntamento – che, a ben guardare, appuntamento non era vista la presenza dell'intera ex-squadra di uno dei presunti amanti.

In poco tempo si scatenò un breve litigio fra i membri della Generazione dei Miracoli: Kise afferrò Midorima per le spalle e prese a scuoterlo urlando strani frasi sconnesse, Akashi tagliò in mille e più pezzettini il suddetto cartello e Murasakibara si trovò a trattenere un Aomine lievemente su di giri.

Dire che Kagami fosse disperato, era dire poco. Nella sua mente, assai contorta al parere di molti, aveva elaborato l’ipotesi che, qualora avesse accettato quegli onigiri l’intera Generazione dei Miracoli si sarebbe mossa conto e lo avrebbe assaltato con il chiaro intento di farlo fuori. Il suo intento era quindi di condurre Kuroko in un posto più appartato, magari difficile da raggiungere, e consumare qualcosa lontano da occhi indiscreti. Ma a quanto pare aveva sbagliato anche questa volta.

« Qualcosa non va, Kagami-kun? » domanda ancora Kuroko, ignorando lo stato ipnotico in cui il suo compagno di squadra sembrava essere appena caduto « Se non ti vanno, puoi dirlo. Non sono tipo che se la prende per queste cose »

« Ecco … io … vedi … tu … »

« Posso sempre darli a Numero 2, se non ti piacciono »

« Non ho detto questo! È solo che … »

Kagami tacque improvvisamente, indeciso sul da farsi. Il silenzio che si generò dopo fu davvero imbarazzante. Fosse stato per lui, avrebbe accettato quegli onigiri senza problemi; ma una vocina nella sua testa, lo pregava di portare attenzione perché l’espressione di Murasakibara diventava sempre più scura man mano che il tempo passava e Kuroko poteva essere un perfetto stuzzicadenti.

Lo sguardo della sua ombra continuava a rimanere puntato su di lui, senza vacillare, chiaramente in attesa di una risposta. Kagami si portò una mano fra i capelli e prese a scompigliarseli visibilmente imbarazzato, non sapendo quali termini utilizzare. Era certamente imbarazzato ma, agli occhi di Kuroko, tutto ciò risultava infondato. Non era certo la prima volta che i due si vedevano in simili circostanze – anzi ormai, la loro, stava diventando un’abitudine – quindi aveva preso a credere che tutto l’iniziale imbarazzo di Kagami fosse andato ormai ad esaurirsi; ma, a quanto pare, era subentrato un nuovo sentimento a cui Kuroko non seppe dare un nome. Da parte sua, Kagami, era troppo preso a capire cosa la Generazione dei Miracoli stesse per fare per rendersi conto del leggero tremore che per un attimo ebbero le mani della suaombra. Questi prese, infatti, a torturarsele con forza, cercando di farsi coraggio, ed osservò di nuovo gli onigiri. Si sentì improvvisamente uno stupido e, serrando gli occhi, chinò la testa in avanti respirando profondamente.

Che pessima figura. E dire che credeva di conoscere abbastanza Kagami per capire quanto fosse o meno il momento di fare un passo avanti …

« Credo possa bastare così » pronunciò atono Kuroko avvolgendo i propri onigiri nella carta argentata e poi infilarli con fretta in borsa. I suoi movimenti furono veloci e precisi, quasi meccanici, e con uno scatto si alzò in piedi e si sistemò la borsa sulla spalla; per quanto la sua espressione fosse rimasta inalterata, si leggeva un chiaro nervosismo nei suoi occhi – segno che, a quanto pare, perfino lui aveva perso interesse per quella giornata.

« Cosa … » Kagami non ebbe il tempo di continuare la frase che si ritrovò ben presto solo in quel – non più tanto – tranquillo prato del parco. Si drizzò in piedi anche lui, improvvisamente spaventato da quell’improvvisa decisione e tentò di seguirlo « Aspetta, Kuroko! Dove diavolo vai adesso? »

“TETSU!”

“KUROKOCCHI! (çΔç)/”

“Povero Kuro-chin”

“Bakagami”

“Kagamicchi, sei un insensibile!”

“Oha-Asa aveva detto che l’Acquario avrebbe avuto una giornata impegnativa oggi”

In breve tempo si era scatenato il panico anche fra la Generazione dei Miracoli che, comincia a seguire con lo sguardo i movimenti veloci del ragazzo che, con passo veloce e preciso, aveva preso a percorrere il piccolo vialetto che lo avrebbe condotto fuori dal parco. Nonostante la sua espressione fosse rimasta invariata, Kagami poteva avvertire una certa fretta nei suoi movimenti; non fece alcuna fatica a raggiungerlo, tuttavia, notò con suo grande dispiacere che l’altro non aveva alcuna intenzione di fermarsi.

« Ohi, Kuroko! Si può sapere cosa diamine ti è preso? Non ti sarai mica offeso per gli onigiri! » urlò visibilmente contrariato per poi decidere di sbarrargli la strada con la sua figura. Accelerò, difatti, il passo e si piazzò proprio davanti a lui, costringendolo a fermarsi. Kuroko dischiuse le labbra, leggermente sorpreso da quella presa di posizione, ma non sembrò affatto rassicurarsi. Respirò profondamente e tentò inutilmente di superarlo.

« Tranquillo, Kagami-kun. La colpa è mia. Non dovevo essere frettoloso nel tentare di … » La voce andò misteriosamente ad esaurirsi, lasciando che le labbra di Kuroko rimanessero dischiuse come in attesa che le parole tornassero a riaffiorare sulla sua lingua. Il suo sguardo continuava ad essere fisso per terra, probabilmente alla ricerca di qualche parola che potesse venirgli in soccorso; tuttavia, il silenzio che ne seguì, fece capire a Kagami che nemmeno l’altro aveva ben chiaro cosa volesse fare. « Non so nemmeno io perché lo abbia fatto. Suppongo di averti messo in imbarazzo con il mio gesto, quindi fa finta che non sia mai avvenuto. Ci vediamo fra quattro settimane. Salutami Himuro-kun »

Aspetta. Quattro settimane?! Che storia era quella, adesso?

Kagami si sentì raggelare, tanto che permise addirittura che Kuroko lo superasse e continuasse per la sua strada, con espressione ancor più grigia in volto. Kise giurò di averlo visto mordersi delicatamente le labbra, quasi fosse vinto da un dolore e da una rabbia così forte che stentava a trattenerla in corpo.

« Kuroko, aspetta! » lo fermò di nuovo Kagami, mostrandosi ancora più deciso e testardo di prima « La colpa non è tua! Sono io che … che … che non so come comportarmi! Devo farci l'abitudine, ecco! Noi siamo sempre stati compagni di squadra per me è davvero … davvero … strano tutto questo. Tu, Himuro, Kiyoshi e la Generazione dei Miracoli … Mi state facendo andare nel pallone! Che diamine avete? Fretta? Io non sono uno che va per f-fasi, però … però … però tu sei troppo ingenuo a volte. Non ti rendi conto e … E la gente parla. E scrive. »

“Bakagami” si limitò a scrivere Aomine per poi alzare il cartello al cielo e mostrare un’espressione ancora più contrita, seguito a ruota da un annuire convinto di Midorima che stava prendendo quella questione abbastanza – se non troppo – seriamente.

« Kagami-kun, non sei mai stato obbligato. Va bene così. » parlò di nuovo Kuroko, scuotendo la testa improvvisamente magnanimo. La mano di Kagami lo colse alla sprovvista: si posò con forza sulla sua spalla e accorciò la distanza fra i due in maniera così improvvisa che, per un attimo, si trovò a sussultare nel vederlo così vicino.

« No che non va bene così! Io voglio stare con te, Kuroko! Davvero! Mi piace stare con te! » esclamò risoluto continuando a stringere con forza la sua spalla, sperando che l’altro non si allontanasse ancora più irritato. Non badò neppure ai cartelli, improvvisamente più irritati, che la Generazione dei Miracoli segnalava. « Tu sai quanto mi piaccia stare con te! Se non avessi voluto … se non mi fosse piaciuto stare con te, te lo avrei già detto, non credi? A me piace. Piace tantissimo. Voglio passare del tempo con te: mangiare, parlare di basket, giocare a basket, dormire, stare al parco, allenarmi … e fare tante altre cose! »

«“Altre cose”, Kagami-kun? »

E fu così che Kagami divenne inevitabilmente color porpora.

Mollò la sua presa alla spalla di Kuroko e si tirò indietro di qualche passo, cercando di nascondere come meglio poteva quel forte rossore che aveva invaso le sue guance; prese a muovere freneticamente le mani, cercando di dar voce ai suoi pensieri, visto che la sua gola non ne voleva sapere di riprendere a parlare. La bocca rimase dischiusa in un’espressione così scema che, per un attimo, lo stesso Kuroko si vide costretto a rimanere serio – anche se, il portarsi la mano davanti alla bocca, fece capire quanto fosse difficile per lui.

« C-Che … C-Che “altre cose”?! Non esistono “altre cose”! Non esistono affatto “altre cose”! Io non parlavo di quelle “altre cose”! Io parlavo di altre “altre cose”! Sei tu il perverso! Io non pensavo a quello! » prese a sproloquiare Kagami continuando a muovere le braccia a ripetizione.

La risata di Kuroko fu un qualcosa di leggero e totalmente inaspettato.

Kagami aveva avuto di sentirla solo una volta, ma non se la ricordava così incredibilmente dolce. Sembrava quasi quella di una ragazza talmente era soffice e delicata. Si trovò ad arrossire maggiormente nel notare come Kuroko avesse appoggiato una mano sul petto, cercando di trattenersi il più possibile. Tuttavia, quel leggero alzarsi ed abbassarsi delle spalle, fece scivolare la borsa sul braccio fino a farla cadere a terra; Kuroko aveva chiuso gli occhi e quel sorriso, improvvisamente così chiaro sul suo volto, spinge l’intera Generazione dei Miracoli ad azzittirsi.

« Che diamine hai da ridere? » ebbe il coraggio di chiedere Kagami, divaricando leggermente le gambe e piegando la testa leggermente in avanti.

« Kagami-kun, tu sei davvero … davvero … » cominciò a rispondere l’altro, tuttavia gli bastò notare una mano tesa proprio davanti a lui per farlo immediatamente tacere. Si drizzò in piedi lentamente e, tirandosi su la propria borsa, prese ad osservare silenzioso il suo compagno di squadra. I suoi occhi brillarono di una luce nuova, chiaramente più debole di quella solare ma stranamente simile a quella lunare – semplice, delicata, quasi fragile rispetto a quella del sole. Kuroko sembrava essere tornato sereno e quella luce che filtrava dal suo sguardo fece sentire il cuore di Kagami improvvisamente più leggero.

« Vogliamo giocare un po' a street basket prima di andare da qualche altra parte? » propose rosso in viso dall’imbarazzo questi, avanzando di più la sua mano verso il corpo dell’altro, sperando che questi decidesse di afferrarla e di lasciarsi guidare altrove. La risposta non esitò ad arrivare e Kagami poté sentire finalmente il calore della pelle di Kuroko sulla sua. Se avesse potuto arrossire ancora di più probabilmente l’avrebbe fatto, ma il suo colorito era così purpureo che, per un attimo, lo stesso Kuroko ebbe paura di vederlo collassare davanti ai suoi occhi.

Questi sembrò intenerirsi davvero nel vederlo così imbarazzato e, dedicandogli un breve sorriso, strinse con leggera decisione la mano di Kagami e si lasciò guidare verso il campetto.

Osservò la sua schiena e poi chinò la testa in avanti, leggermente imbarazzato da quella visione; il solo tenersi per mano, per lui era fonte di profonda gioia. Si portò una mano sulla bocca e, respirando profondamente, cercò di trattenere quel calore che improvvisamente sentiva sulle sue guance – sintomo di quel senso di felicità che aveva preso di nuovo a popolare il suo corpo.

Quella giornata si stava rivelando più piacevole di quanto si fosse aspettato, seppure tutt'ora non capisse il perché di tutta quell'ansia che Kagami mostrava. Insomma, la Generazione dei Miracoli non mordeva mica! Finché si limitava a mostrare cartelli e lanciare sassolini bianchi, non correvano alcun rischio … o almeno così sperava.


 

« Basta! Non resterò a guardare di come Tetsu viene abbordato da quel Bakagami! » urlò Aomine balzando a piedi e osservando con odio quelle due mani che si stringevano sempre di più man mano che il tempo scorreva. Non poteva tollerarlo. Chi diamine era Kagami per prenderlo per mano e portarlo via? Quella scena gli ricordava incredibilmente uno di quei film che Momoi era solita vedere da piccola, pieni di principesse e di principi che finivano sempre con sposarsi e vivere per sempre felici e contenti.

« Il mio Kurokocchi ... » riprese a lagnarsi Kise, quasi fosse un bambino piccolo, portandosi le mani fra i capelli e scompigliandoseli disperato « Non è giusto! Kagamicchi è cattivo! »

« Oha-Asa ha detto che l'affinità fra Leone e Acquario sarà forte fino alla fine della settimana. Non possiamo fare niente fino a quel momento. » pronunciò con tono grave Midorima, sistemandosi di nuovo gli occhi sul proprio naso. Questa affermazione generò l'urlo terrorizzato di Kise, che si drizzò in piedi e prese a muoversi a scatti mosso dalla disperazione, facendo voltare l’intero gruppo verso di lui.

« Kise, piantala. Sei troppo rumoroso! » urlò fuori di sé Aomine verso l’ex-compagno di squadra « E tu, Midorima, si può sapere da che parte stai, scusa? »

« Io ho fame » ripeté Murasakibara con voce atona riprendendo a lanciare occhiate poco eloquenti alla figura di Kagami che continuava a stringere goffamente la mano di Kuroko mentre sparivano dietro il vialetto. Alla fine non gli avevano offerto alcun onigiri. « Cosa facciamo, Aka-chin? »

« Soffiarmi Tetsuya davanti agli occhi ... » La voce fredda e bassa di Akashi fece sussultare gli altri quattro membri della Generazione dei Miracoli. Conoscevano fin troppo bene quel tono: Akashi era solito usarlo quando la sua mente, macchinosa e machiavellica era giunta finalmente ad una conclusione. Kise tremò e si nascose dietro la figura di Midorima; il quale, ingoiando un po’ di saliva, si sistemò di nuovo gli occhiali. « … Questa sarà la sua ultima estate »


 


~ Il Mughetto dice ~
Di solito non scrivo fluff, tuttavia – è inutile negarlo – la coppia KagaKuro ne emana così tanto che è a dir poco impossibile non notarlo. Credo che, oltre ad essere palesemente canonica, sia una delle coppie più dolci di tutto il manga. Entrambi danno all’altro un nuovo modo per esprimersi, sono fonte di miglioramento e di ammirazione reciproca; si completano, insomma.
Per quanto riguarda la GdM iper-protettiva, ammetto che mi è piaciuto molto scrivere di loro. Anche se, nella realtà del manga, sicuramente non farebbero così è piacevole vederli così uniti e compatti quando devono “salvaguardare Kuroko”. Akashi soprattutto. Credo che Kagami si ritroverà presto circondato da forbici di tutti tipi e taglie. Insomma, potrebbe fare una brutta fine.
Comunque sia, grazie per aver letto questa shot. E lasciate una recensione, mi raccomando.

  
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