Il Ritorno del Criminale
 
La notte era giovane e la luna era alta nel cielo. Due ragazze camminavano per strada, scherzando e ridendo. La prima si chiamava Anne, una giovane donna di venti due anni con lunghi capelli rossi ed occhi più azzurri del cielo. La seconda, invece, era una ragazzina di sedici anni, con lunghi capelli neri e gli stessi occhi di Anne. Si chiamava Marie. Le due erano sorelle ed erano quasi arrivate a casa quando dall'ombra spuntò un uomo con una pistola in mano. Le due si fermarono, ma solo Anne riconobbe chi era.
"Buona sera, Anne! È da tanto che non ci vediamo, non pensi?"
Il sangue della ragazza gelò, mentre l'uomo teneva una faccia del tutto indifferente. La sorella all'improvviso, si mise ad urlare di paura e fu allora che accadde. L'uomo alzò la pistola e sparò. Centrò Marie dritta in testa e Anne si gettò al fianco della sorella ormai morta. Lei sprofondò e pianse lacrime amare.
"Maledetto! Che cos'hai fatto?!?"
"Perdonami, sorella, ma non stava zitta."
Anne la scosse singhiozzando.
"Marie! Ti prego, no... Maledetto!"
Lui scosse la testa, deluso e fissandola intensamente.
"Oh, avanti. Era solo una mezza sorella, dopo tutto..."
Ma lei continuò a piangere.
"Mi deludi sempre, Anne. Tutte le tue maledette emozioni. Sei così debole."
"Aveva soltanto sedici anni, Jim! Sedici anni!"
"Scusami! Ma mi servi, Anne, e non smetteva di urlare."
Jim lo disse in modo ironico e molto divertito, poiché, in effetti, non gli importava nulla della morte di una ragazzina fastidiosa e inutile. Fu allora che Anne finalmente si alzò, arrabbiata e vendicativa.
"Che cosa vuoi da me? Sei un assassino e un criminale!"
"Che modi! È così che si tratta il tuo fratello? E che t'importa, comunque? Lei non era come noi."
"Ti ho chiesto che cosa vuoi."
Lui rimise la pistola nella sua giacca e fissò la sua sorella severamente.
"È ora che tu scelga da che parte stai, Anne. Dalla mia, o dalla parte degli angeli? Bada, se sceglierai di essere contro di me... Vorrà dire che sei contro di me."
All'improvviso, tirò fuori un coltello e una mela e cominciò  a mangiarla.
"Di che cosa stai parlando?"
"Di te. Tu non sei normale, Anne e lo sappiamo tutti e due. Tu sei come me e Sherlock. Tu mi servi."
"Aspetta... Sherlock? Come Sherlock Holmes, il detective morto?"
Anne cominciava a sentirsi parecchio irrequieta. Non vedeva suo fratello da quando era piccola, eppure sapeva quanto era pericoloso e sapeva tutto della sua reputazione.
"Ah già. Tu non lo sai ancora, vero? È stato una finta. Ha finto la sua morte per salvare quei suoi amici pateticamente normali. Però devi decidere ora... Se decidi di essere contro di me, farò il bravo... Ti lascerò un minuto per scappare e riffuggiarti  da Sherlock Holmes."
Ora sapeva di essere in pericolo, però l'adrenalina era alta ed era sempre stata veloce a correre. Quindi si mise in posizione ottimale e si avvicinò a lui:
"Io non sarò mai dalla tua parte."
E cominciò a correre con tutta se stessa verso Bakerstreet che giaceva nel bel centro di Londra, a pochi chilometri da lì. E mentre lei faceva questo, Jim scoppiò a ridere. Una risata folle, psicotica. Poi, dopo un minuto esatto, prese il suo cellulare e spedì un messaggio: "Prendetela."