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Autore: sve_chan    20/10/2013    1 recensioni
In una notte tempestosa una ragazza arriva a Death City, si chiama Emily, è minuta, pallida, vestita in modo particolare e con due grandi occhi rossi. Tutti la accolgono calorosamente nella Shibusen, tranne Maka che sospetta che la giovane stia nascondendo un terribile segreto. Ma è proprio così? Emily è veramente innocua come fa credere? E quale minaccia si sta per abbattere sulla scuola?
Se siete amanti della serie e delle storie splatter non potrete non apprezzare questa fan-fiction dalle sfumature dark-noir! Per cui immergetevi nella lettura di "The Black Moon" !
Genere: Dark, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Soul

Le strade di Death City erano fredde e silenziose, non c'era gente a scaldarle. Camminavo da solo accompagnato dal vento e da qualche uccello notturno che mi osservava sgranando i suoi grandi occhi gialli. La cicatrice faceva ancora molto male ma non avevo il coraggio di guardarla, avevo paura di vederla tutta infiammata o peggio, temevo che avesse perso sangue. Nella mia testa le immagini dell'incubo si susseguivano velocemente come dei fantasmi di una vita passata : Emily, la foresta, la caduta, il deserto di pietra, le donne scolpite, la statua di Emily. Più ci pensavo e più mi sembravano reali, era un incubo troppo elaborato per essere solo il frutto della mia fantasia. Come aveva fatto un sogno del genere a venirmi in mente ? Quale parte del mio cervello aveva ideato quell'episodio? Era stato un sogno nitido come un ricordo, il dolore e la paura che avevo provato erano ancora vive dentro di me. La testa mi girava vorticosamente e il sonno cercava di opprimermi ma il freddo mi teneva sveglio e neanche io volevo riaddormentarmi per paura di scivolare di nuovo in quello strano mondo.

Camminavo senza una direzione ben precisa, dove sarei mai potuto andare ?! Non volevo tornare a casa, di andare in discoteca  non se ne parlava, tantomeno di andare alla Shibusen. Così arrivai in una piazzetta circolare con un parco giochi per bambini e alcune panchine. Mi sedetti su una panchina e fissai le altalene, il vento le faceva muovere con un leggero cigolio, sembravano animate da qualche spirito.

Le immagini dell'incubo avevano smesso di tormentarmi tranne una, quella di Emily che si buttava dal burrone, tutte le volte che la rivedevo provavo una strana stretta al cuore; se fosse successo veramente non saprei cosa avrei fatto, mi sarei buttato per cercare di salvarla? Possibile, quella ragazza aveva qualcosa che mi attirava. Da giorni quando mi fermavo a pensare senza volerlo lei era sempre al centro dei miei pensieri. Mi immaginavo i segreti che poteva nascondere dietro quell'aspetto così fragile, storie oscure come il sangue e dolorose come la mia cicatrice. Si vedeva che soffriva, nei suoi occhi c'era un velo di tristezza che non se ne andava neanche quando la facevo ridere; come se lei avesse la consapevolezza che il suo destino era tenebroso e che nessuno avrebbe mai potuto salvarla. Perché una ragazza bella e delicata come lei doveva essere così malinconica? Avrei dato qualsiasi cosa per poterla alleviare da quel peso che portava sul cuore, non volevo che lei fosse triste perché amavo il suo sorriso: era delicato come un petalo di rosa ma potente come una stella che la notte sconfiggeva l'oscurità per poter donare un po' di luce alla terra.

Ad un certo punto un'idea mi bussò nella testa, non è che mi ero innamorato ? In effetti non avevo mai provato delle sensazioni simili prima ma questo non voleva dire che ero innamorato vero ? Uno cool come me non aveva tempo di star dietro a fiori e romanticherie varie !

Mentre pensavo a quelle cose una figura scura attraversò la piazza e per un attimo si girò a guardarmi << Emily... >> mormorai, le immagini del sogno mi tornarono subito in mente, mentre il mio cuore accelerava i battiti. Decisi di alzarmi e di raggiungerla, Death City di notte poteva essere pericolosa per una ragazza. Così la raggiunsi << Ciao, cosa ci fai qui ? >> chiesi mentre allungavo il braccio per sfiorarla, lei si girò di scatto e mi osservò. Io avevo il cappuccio calato sulla testa e l'illuminazione era scarsa, difficilmente mi avrebbe riconosciuto ma non feci in tempo a scoprirmi la testa che Emily iniziò a correre << Ehi aspetta!!! >> gridai e la rincorsi. Era molto veloce, scappava impaurita come un cerbiatto << Emily sono Soul, non voglio farti del mare, fermati!!! >>  urlavo ma lei sembrava non sentirmi.

Corremmo per circa venti minuti, ansimavo, i polmoni bruciavano, ogni respiro era più difficile del precedente, le gambe mi dolevano ma mai quanto la cicatrice che sembrava divertirsi a farmi soffrire in quel modo; stavo per cedere quando la ragazza si fermò di colpo. Mi avvicinai di nuovo con cautela << Emily sono Soul tranqui... >> non finii la frase che lei mi colpì il fianco sinistro con un calcio. Mi accasciai a terra gemendo, aveva una forza incredibile ! La caduta mi fece scivolare il cappuccio all'indietro e il fascio di luce di un lampione mi illuminò il volto, così la ragazza mi riconobbe << Oh mio dio Soul sei tu ! Scusa, ti avevo scambiato per un maniaco ! >> disse visibilmente dispiaciuta << Non ti preoccupare, sono cose che capitano >> la rassicurai, nonostante avessi ancora il respiro mozzato da quel colpo. Emily mi venne vicino e mi passò un braccio intorno ai fianchi per aiutarmi a tornare in piedi. Quando sentii la sua mano che mi toccava il corpo ebbi un fremito, il mio cuore batté ancora più velocemente e tutto il dolore che provavo sparì all'istante. Era questo che si provava quando si era innamorati ? Una sensazione di benessere e felicità ?

<< Ma scusa che ci fai in giro a quest'ora ? >> mi chiese ad un tratto << Oh niente....stavo solo...facendo un giro...ho fatto ehm un incubo e avevo bisogno di riflettere... >> che mi stava accadendo ? Uno cool come me non riusciva più neanche a dire una frase senza esitare ?!

Feci un profondo respiro per riprendere il pieno controllo della mia mente, anche perché il cuore non ne voleva sapere di ascoltarmi.

<< Tu piuttosto perché sei qui ? Di notte la città non è un posto per ragazze >> << Lo so ma mi sembra di riuscire a difendermi abbastanza bene, non trovi? >> rispose alludendo al mio fianco, dove probabilmente si era già formato un livido. << Dove abiti? Ti accompagno a casa >> chiesi poi << Ah grazie, casa mia è qua vicino, è quel nuovo palazzo color azzurro cielo >> << Tu vivi lì ?! Ma come fai ?! Sono tutti dei minuscoli monolocali !! >> esclamai stupito << Beh sai io non ho un partner con cui condividere la casa e mi basta poco per sopravvivere >> disse accennando un sorriso malinconico.

La portai fino a casa sua, durante il tragitto rimanemmo in silenzio, immersi nei nostri pensieri. A volte mi giravo a guardarla: camminava con un passo silenzioso e lo sguardo perso nel vuoto, dai suoi occhi si riusciva a capire a cosa stesse pensando, doveva essere qualcosa che le provocava un'immensa tristezza. Mi piangeva il cuore nel vedere i suoi occhi così cupi.

Quando fummo arrivati Emily si girò verso di me e disse: << Grazie per avermi accompagnata e scusa ancora per il calcio di prima...Buonanotte >> Sentii un tuffo al cuore, non volevo che se ne andasse, con lei mi sentivo troppo bene per poterla lasciare andare ! La presi per i fianchi e la attirai a me abbracciandola. Il suo piccolo corpo tra le mie braccia appariva ancora più fragile di quanto non fosse in realtà, sembrava che stessi abbracciando una bambola di porcellana; avevo paura a stringerla troppo poiché pensavo di farle male. << Emily...io....non so bene come dirlo ma...ecco....penso di essermi preso una cotta per te...insomma tu mi piaci tantissimo e....voglio proteggerti e farti felice... >> Rimasi stupito dalle mie stesse parole, glielo avevo detto senza pensare, avevo solo lasciato che il mio cuore parlasse per me.

La ragazza mi guardò negli occhi e sorrise, era un sorriso meraviglioso che non avevo mai visto prima. << Nessuno mi aveva mai detto delle cose così belle >> disse con dolcezza. “Baciala, baciala, BACIALA !” Continuava ad urlare il mio cuore, quindi le presi il volto tra le mani e lo avvicinai al mio. Il suo profumo mi riempì le narici, era delicato ma molto buono, sembrava vaniglia. Lei arrossì e chiuse gli occhi, anche io li chiusi e le nostre labbra si sfiorarono << A-aspetta... >> mormorò ad un tratto staccandosi da me. << Ehi che succede? >> chiesi preoccupato << Soul...io vorrei tanto stare con te credimi...ma...non posso....tu non puoi capire...non sei come me....ho paura di farti male...scusa... >>. Due grosse lacrime le solcarono le guance pallide, non erano lacrime normali, erano rosse come il sangue, rosse come i suoi occhi. Provai ad abbracciarla di nuovo ma lei si girò e corse piangendo verso casa sua prima che io potessi fare qualcosa. Rimasi incredulo, scioccato, cos'era andato storto ?! Il senso di benessere che provavo prima se n'era andato, lasciando il posto ad un dolore sordo che non solo mi prendeva il fianco e la cicatrice, ma anche il cuore.

Tornai a casa sconsolato, mi rimisi a letto senza neanche levarmi i vestiti e in poco tempo scivolai in un sonno agitato.

 

   
 
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