Afterlife
Like walking into a dream…
Quando gli misero in mano quelle colombe si sentì tremare. Non era paura. No! Era felicità! Era felice come un bambino. Amava gli animali….e non aveva mai avuto occasione di tenere dei volatili in mano. Soprattutto colombe così belle. Così bianche e pure.
Le invidiava un po’.
Loro potevano volare e volare era il suo sogno proibito da quando era bambino. Nessuno…nessuno dei ragazzi sapeva di questo suo piccolo neo. Non che non si fidasse di loro…..solo, lui era il cucciolo (nei momenti di tensione il “nano” ok!) del gruppo e quel particolare un po’ infantile lo avrebbe reso ai loro occhi ancora più piccolo.
Erano morbide, dolci. Le teneva in braccio cautamente per non fare loro del male. E tratteneva a stento il sorriso da bambino che ogni tanto lo invadeva chiedendo la libertà di mostrarsi a tutti.
Doverle lasciarle andare gli provocò un piccolo dolore al petto. Fu un senso di disagio. Ma poi osservare quelle ali che si muovevano ritmicamente e che le portavano via da lui….voleva seguirle! Seguirle e continuare a sognare come quando era un bambino e si faceva vestire da Peter Pan ad ogni Halloween.
Peter aveva la polvere di fata….lui forse l’aveva trovata la sua fata.
Una fata dolce, gentile che gli voleva un gran bene.
Perché allora lui cercava sempre il conforto di Jimmy? Perché aveva creato una dipendenza con le gemme azzurre che l’amico aveva al posto degli occhi?
Jimmy era il suo pilastro. Lo era diventato inconsciamente. Ma sapeva anche che Jimmy non sarebbe mai stato suo! Jimmy non sarebbe mai stato di nessuno!
Per questo voleva scappare….volare via. Per non affrontare quei pensieri che lo mandavano in tilt non facendogli più capire niente! Per non pensare al perché si era messo con lei….sapendo bene che non l’avrebbe mai amata davvero. Voleva scappare da quella verità amara che lo avrebbe visto sempre vicino al suo “amico”….ma non come avrebbe voluto lui!
-Bravo Johnny! Ottima scena!-
La voce del regista lo riportò alla realtà.
Un sorrisetto amaro comparve sulla sua faccia da angioletto. Un ultimo sguardo alle colombe che tra poco sarebbero tornate dal loro padrone….ecco! Non erano poi proprio libere neanche loro….come lui dovevano tornare…per abitudine. E per abitudine lui era pronto a indossare di nuovo la sua maschera da cucciolo infantile e fancazzista con cui affrontava il mondo.
-Andiamo- lo sussurrò a se stesso….Johnny Christ…doveva rientrare!
Gli altri lo stavano aspettando.
Please understand I have to leave and carry on my own life…
Doveva scappare . Lo prevedeva la scena. Doveva scappare da qualcosa o da qualcuno.
Il cuore gli batteva forte nel petto. Aveva fatto avanti e indietro per il capannone un bel po’ di volte….ma dentro di lui la scena era già bella chiara e limpida: stava scappando….scappando da qualcuno e lui sapeva bene da chi!
Ma ammetterlo….ammetterlo a se stesso o agli altri….mai!
Stava scappando da se stesso.
Più di una volta ne aveva sentito il bisogno. Annullarsi. Dimenticarsi di esistere. Dimenticarsi di essere Matthew Sanders.
Per questo era nato M Shadows!
M Shadows non era di certo quello che scappava. M Shadows era quello che sfidava tutti e affrontava tutto con un ghigno beffardo in faccia….che non aveva paura di niente. Era quello che con i Ray-Ban neri al posto degli occhi e il cappellino in testa poteva mandare a fanculo il mondo….Matthew compreso.
Perché era Matt che stava scappando. Matt che odiava le persone, Matt che non riusciva a controllare la rabbia, Matt che aveva due occhi acquamarina carichi di tristezza e malinconia.
Era Matt che era….era debole? No….debole no! Ma senza M Shadows non avrebbe mai potuto affrontare il suo pubblico. Il loro pubblico. A volte pensava che Shadows avesse preso il suo posto nei loro cuori. Per questo lo odiava. Lo odiava e….si odiava! Ma ormai non poteva più essere cancellato. Era parte di lui.
Era lui!
Poteva quindi solo scappare. Scappare da se stesso, come stava facendo ora in quel video. Scappare nell’ “afterlife”….e forse lì avrebbe potuto essere se stesso senza problemi. Essere Matt…un armadio a muro pieno di dubbi e insicurezza. Un armadio che aveva bisogno di comprensione….e quando la trovava, perdendosi nel nocciola degli occhi del suo miglior amico, si pentiva mettendo muri insormontabili. Perché M Shadows non aveva insicurezza….M Shadows non aveva bisogno di comprensione.
Ma Matt si!
Ma M Shadows lo aveva inventato lui….e se solo avesse trovato il coraggio….Matthew Sanders lo avrebbe potuto mettere a tacere….forse anche per sempre!
I need another chance to live…
Quando vide i ragni ebbe una risata isterica. Cazzo gli era venuto in mente di accettare quella scena?! Le colombe! cavolo….le colombe erano belle…mica quei cosi ad otto zampe, neri e pelosi! E poi farseli camminare addosso: tre tarantole enormi che gli dovevano camminare sul corpo…tranquillamente e una sulla faccia!
Ma lui era The Rev. Jimmy the Rev Sullivan. Ed era il fuori di testa del gruppo! Quello che aveva detto subito di si a quella scena obliando per un attimo il fatto di soffrire di aracnofobia! Ma forse gli sarebbe servito da cura…e poi….poi lo doveva ai suoi fans. E ai ragazzi che sicuramente non avrebbero mai accettato di mettersi al suo posto.
-Sono buonissime!-
Si, certo! Buone e innocue….ma cazzo che ansia!
Doveva stare calmo! Calmo!
Ma continuava a ridere istericamente anche sdraiato a terra.
Ecco. Eccole le zampette rapide e veloci su di lui. Percepiva molto bene quelle sul viso, sembravano piccoli pizzicotti dati dalle dita di un bambino.
Chiuse gli occhi per cercare un po’ di tranquillità perso in quella starna sensazione. Ma in un attimo si sentì gelare il sangue. Un flash….un bruttissimo flash! Lui sdraiato in una bara, freddo, rigido….morto! e quelle bestioline che gli camminavano sopra usandolo come parco giochi.
Spalancò gli occhi di colpo…le iridi azzurre come il cielo erano terrorizzate. Una zampa era sul suo zigomo e sembrava enorme da quella prospettiva.
-Brian!- lo urlò dentro la sua testa….aveva bisogno del suo amico. Aveva bisogno delle braccia di Brian. Ma non poteva….non poteva alzarsi di scatto e scappare nell'abbraccio di Brian davanti a tutti. Lui non aveva mai bisogno di conforto…solo in privato…solo con Brian! A volte si lasciava cingere dalle forti braccia dell’amico per lasciarsi andare alle lacrime.
Alla fine riuscì a finire la scena. Come sempre era arrivato alla fine. Come sempre aveva vinto una sfida con se stesso. Gettò in un cassetto remoto quella strana sensazione che lo aveva invaso prima.
The Rev era pronto per rimettersi in scena….aveva battuto ancora i suoi limiti…e questo gli bastava.
Got nothing against you and surely I’ll miss you…