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Autore: vincenzo261091    20/10/2013    2 recensioni
Una breve storia di come a volte non tutto è ciò che sembra, e che persino i personaggi più detestati o cattivi possono avere in serbo sorprese, a volte spinti da personaggi non molto raccomandabili.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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«Hey Trixie, manca ancora molto ?
A me sta iniziando a venire fame...» dissi mentre mi guardavo attorno dal tetto della carrozza della pony. Quest'ultima che si trovava nel posto di guida, mentre davanti vi era una strana sfera viola creata da quest'ultima che trainava il mezzo, alzò lo sguardo scocciata e rispose
« Grande e Potente Trixie !! Te lo avrò già ripetuto un milione di volte V, e comunque la Grande e Potente Trixie ti aveva avvertito di non mangiare tutto il pane che avevamo messo da parte, inoltre te lo detrarrò dallo stipendio » concluse rivolgendo il proprio sguardo verso la strada che stavamo percorrendo verso Ponyville.
Per qualche secondo ebbi l'idea si sparare una delle mie solite frecciate alla mia compagna/padrona, ma optai per un sospiro leggero, infondo aveva fatto così tanto per me.
Ed io ero solo un semplicissimo umano, che era finito ad Equestria per un motivo che, onestamente ancora mi era sconosciuto, ma meglio così dato che il mio ultimo ricordo era di cadere in un precipizio.
Inoltre da quando ero comparso misteriosamente in quel mondo solo lei aveva accettato di prendermi con se, certo come schiavetto, ma meglio che niente, e poi non era poi tanto male, a parte l'ego smisurato e la sua fobia per le ruote, a volte mi chiedevo il motivo per cui non dotasse di gambe magiche questa carrozza.
Mi sgranchi le braccia allungandole verso il cielo, nel gesto le maniche nere della maglia mi scesero dandomi seriamente fastidio, decisamente era ora di cambiare il mio guardaroba, visto che le uniche cose che indossavo erano una semplice maglia in velluto nera e dei jeans neri, con un paio di stivali anch'essi in nero, decisamente macabro pensavo spesso, ma adatto alle mie mansioni secondarie durante gli spettacoli di Trixie.
Mi sedetti e procedendo a gattoni raggiunsi la pony e mi ci sedetti accanto.
Quest'ultima non si degno nemmeno di fissarmi, anzi abbassò il cappello violaceo stellato, e non disse nulla. A quel punto capì che forse se l'era presa per il fatto che io continuassi ad ignorare il desiderio di chiamarla col suo, presupposto, nome completo.
Mi avvicinai di qualche centimetro ed allungai una mano verso il viso della pony ma mi fermai subito non appena notai una lacrima cadergli dal viso.
«...Ehm...Grande e Potente Trixie c'è qualcosa che ti turba ?
Dai su, non piangere padroncina..sai che non sei per niente attraente quando piangi...» dissi cercando di tirarle su il morale e cercando un po' di provocarla. Sapevo bene quale era il problema, in qualsiasi città, paesino o contea andassimo, non riusciva ad accattivarsi l'amicizia di nessun pony, questo a causa del suo atteggiamento e carattere.
Io stesso a volte mi chiedevo come non mi fossi strappato tutti i capelli neri, in una spazzola corta, che mi ricoprivano il capo.
Quest'ultima non mi rispose, né si voltò verso di me, ma aveva di certo percepito che mi ero avvicinato, infatti si spostò lateralmente di qualche centimetro, fermandosi praticamente al limite del lato di guida.
Era una situazione complicata, infondo non ero certo del tutto fosse questo il problema, inoltre sapevo bene che a Ponyville, dove ci stavamo dirigendo era particolarmente detestata, e vi era anche una certa Sparkle, che lei nominava spesso, e che secondo lei l'aveva umiliata, ma come a contraddirsi a volte diceva che l'aveva aiutata a migliorarsi.
Sinceramente ho sempre fatto fatica a capire la logica femminile, in ogni caso qualcosa andava fatto.
« Trixie, ascolta..non pensi che...-» iniziai, ma venni subito bloccato da un fascio di magia viola che mi tappò letteralmente la bocca.
A quel punto l'unicorno si voltò verso di me, due righe di lacrime gli colavano lungo le guance, e stava digrignando i denti, stava decisamente soffrendo dentro.
A quel punto iniziò lei.
« ZITTO!!!! Zitto, zitto !! La Grande e Potente Trixie te lo comanda !!!
Non mi serve la tua...pietà !!!
Non voglio la pietà di nessuno, e di certo non di un umano !!!! » mi gridò contro mentre tutto il mio corpo tremava dalla rabbia, e sentivo una scarica di adrenalina pervadermi tanto che riuscì a spezzare l'incantesimo di Trixie che mi sigillava le labbra.
Non potevo sopportare che pensasse questo di me, io non provavo pietà, ed ora dovevo essere io a fare qualcosa per lei, da buon servo ed amico.
La afferrai con entrambe le mani per le guance e me la portai a pochi centimetri dal mio viso fissando i suoi splendidi occhi violacei, che riflettevano i miei verdi acqua. Effettivamente, più di una volta avevo notato come, dopo aver passato diverso tempo con lei, quasi un anno, la trovassi attraente, il che un po' mi spaventava...ma ora dovevo farla stare bene in qualche modo.

« Trixie, maledizione io non provo pietà per te !!!!
Come potrei, io provo affezione per te !!! Io voglio tu sia felice, non importa cosa dovrò fare, non importa se dovrò sfidare Celestia in persona o donare una parte del corpo, io ti servirò a vita, e sarò da ora e per sempre tuo amico !!!
Trixie, questa è una promessa, la promessa di un umano e pessimo servo, che però ti resterà sempre accanto. » Lo gridai con tutto il fiato che avevo in gola, in effetti forse avevo rischiato di assordarla, ma sul momento non ci pensai.
La pony mi fissava del tutto arrossita, ed aveva smesso di agitare la testa tra le mie mani, ora i suoi occhi, ancora arrossati a causa delle lacrime, mi fissavano in modo strano.
Ma come spesso mi succede, fraintesi, e feci l'unica cosa che pensavo sensata.
Avanzi e posai le mie labbra sulle sue, un contatto che durò meno di un secondo visto che quest'ultima dal suo azzurro passo al rosso e con un colpo di zoccolo sinistro mi spedì direttamente dentro alla carrozza, facendomi impattare contro la parete in legno.
Senti le ossa della schiena scricchiolare e poi impattai sul pavimento, sbattendo le ginocchia ed i gomiti.
Alzai lo sguardo, e mi accorsi che decisamente avevo fatto una grande cazzata, bella, ma me ne sarei pentito. La mia padrona si stava dirigendo verso di me, rossa di rabbia, credo, si levò con la magia il mantello ed il cappello, mentre da dentro un ripostiglio vidi che aveva estratto quel suo dannato frustino.
Il perché un pony abbia un frustino da cavallo rimane tutt'ora uno dei misteri che affliggono la mia mente, ma in quel momento la mia preoccupazione era il fatto che sarebbe stato usato su di me.
Trixie avanzò verso di me, ed iniziò a colpirmi direttamente sulla schiena, forte. Ad ogni colpo sentivo i miei neuroni ballare nella testa, ma non facevo caso al dolore, dato che lei stava sorridendo, anche se stava decisamente inveendo su di me, più del solito.
« Tu, TU !!!
Come hai osato baciare la Grande e Potente Trixie ?!?!
Nessuno può farlo, nessuno !!!!
La Grande e Potente Trixie può accettare solo corteggiatori puro sangue, e di alto rango, non di certo umano schiavetti, e pure pessimi acrobati !!! » sbraitava, mentre continuava ad agitare il frustino sulla mia testa, ed io me ne stavo li rannicchiato a prenderle, in fondo cosa non si fa per un sorriso di qualcuno a cui si vuole bene.
Non so quantificare quanto  tempo ci mettesse a stancarsi, ma di certo troppo per me. Alla fine ripose il frustino e ci accampammo al lato della strada.
Mi accorsi che fuori era già buio, quindi presi l'iniziativa.
« Padrona...? Io vado a prendere la legna per il fuoco, sai non vorrei che il tuo Grande e Potente plot gelasse stanotte. » dissi utilizzando un tono talmente sarcastico che poco ci mancò che mi fulminasse. Lei restò immobile, seppur notai il comparire di varie vene sul suo collo.
« Bene, vai a raccogliere della legna, e visto che ci sei la Grande e Potente Trixie gradirebbe anche della frutta, delle mele, quindi vedi di trovarle e portarle qui, e muoviti !!! » sentenziò la pony voltando leggermente la testa verso di me con un sopracciglio alzato.
Per tutta risposta le feci un inchino con tanto di riverenza col braccio destro.
Andai nel retro della carrozza, e presi dal tavolino vicino alla specchiera  il mio cappello nero, che altro non era che una copia del cappello di Trixie ma totalmente nero, privo di stelle e sena punta. Poi aprì la specchiera, dove riposti nello scaffale più alto vi erano i miei due coltelli.
Un altro dono di Trixie, due coltelli di un materiale simile al metallo ma più resistente e lucido, e con l'impugnatura di una grigio canna di fucili, mi erano strati utili diverse volte, sia nei numeri che nei lavori secondari. Li feci ruotare e li infilai nei due fori dove passava anche la cintura che mi reggeva i jeans.
A completare il tutto, un mantello nero, sempre di Trixie, che mi aveva generosamente regalato, e che per qualche motivo si era sempre rivelato il mio asso nella manica.
Scesi dal retro della carrozza, e mi avvia vicino da degli alberi poco distanti da dove ci eravamo fermati.
Visto che non avevo nulla da fare, mi divertii a prendere i rami non da terra, ma direttamente dalle fronde dell'albero.
In effetti ero molto bravo coi coltelli, riuscivo a farli ruotare in modo molto rapido, anche se più che da taglio erano stati creati per un uso più penetrante. Anche per questo, spesso, finivo per doverli affilare di nuovo. In ogni caso, nel giro di pochi minuti avevo tagliato almeno una ventina di fronde, alcune delle quali mi erano finite direttamente in testa.
Ma dopo tutte quelle frustate ormai la mia testa non sentiva più nulla, ammucchiai il legname li vicino all'albero ed inizia a controllare se ci fosse qualche mela che pendeva, ma ahimè, zero totale.
A quel punto decisi che forse un ispezione più aerea mi sarebbe stata di aiuto, quindi presi una bella rincorsa, e sfruttando due alberi vicini, sfruttai l'agilità ed un doppio salto per salire sull'abero di sinistra.
Purtroppo non trovai nulla, e per lo più mi sporcai il mantello, che mi sarei dovuto lavare da solo visto che Trixie non si sarebbe mai sporcati i suoi grandi e potenti zoccoli per me.
 Finalmente dopo aver saltato tutti gli alberi che mi fu possibile raggiungere senza dover scendere nuovamente ne trovai uno con abbastanza mele per me e lei, di certo se ne avessi mangiata qualcuna li lei non lo avrebbe saputo.
Mangiai qualche mela, mentre le altre le infilai nel mantello che, per l'occasione, avevto fatto su come un fagotto sulla schiena. Scesi dall'albero, mentre mi scrocchiavo la mandibola e con la lingue mi pulivo dai residui di mela tra i denti notai qualcosa di strano. Vi erano delle orme vicino al cumolo di legna che avevo lasciato vicino all'albero, e non erano le mie, e nemmeno quelle di un pony. Erano artigliate ed avevano quattro dita.
Mi allarmai ancora di più non appena mi accorsi della direzione, puntavano direttamente verso la carrozza. Non raccolsi la legna, ed appoggiai le mele li difianco srotolando il mantello, e poi scattai alla massima velocità consentitami dalle mie gambe verso la mia, se posso considerarla tale, casa.
Non lo avrei mai ammesso davanti a lei, ma non mi sarei mai perdonato se le fosse successo qualcosa, mentre io non c'ero, non lo avrei potuto sopportare.
Tale pensiero mi fece accelerare il passo, e l'adrenalina iniziò a scorrere in tutto il mio corpo, mentre correvo sentivo il mantello che opponeva resistenza, ciò significava che dovevo avere una certa velocità, nelle mani stavo già stringendo i coltelli tenuti con la punta rivolta nel senso opposto al pollice. Finalmente arrivai vidi che vi era una figura che si stava per avventare su Trixie.
Quest'ultima si era infatti addormentata, e non si era accorta del lupo di legno che era sulla carrozza ed era in procinto di saltarle addosso.
Mentre ero ancora in corsa, saltai e girando su me stesso di 180 gradi, lanciai entrambi i coltelli verso la bestia.
Il primo lo centro alla gola, il secondo al fianco. Il colpo fu abbastanza forte da spezzare parte del corpo del predatore, che cadde a poca distanza della pony, che nel frattempo si era svegliata, ed era decisamente intontita, vista la sua risposta alla situazione.
« Era ora che portassi la legna, la Grande e Potente Trixie stava iniziando ad avere freddo, e fame, chiamami quando avrai acceso il fuoco, e fai in fretta » disse mentre senza degnarsi di accorgersi che le avevo appena salvato la vita, entrò nella carrozza richiudendo la porta. In quel momento per un attimo mi venne l'istinto di essere io a saltarle addosso o di dare fuoco alla carrozza, ma in quel momento avevo un problema ben diverso, la bestia si era ricomposta, ed i miei coltelli erano infilzati nel suo corpo.
Valutai attentamente la sensazione, mentre il lupo di legno mi si stava avvicinando squadrandomi con sguardo famelico. Di certo non potevo scappare, ma nemmeno affrontarlo in un corpo a corpo, pur essendo forte non avevo la stessa forza degli arti posteri dei pony. A quel punto ebbi l'illuminazione.
« Coraggio bestiaccia, fatti sotto sei solo un patetico meticcio tra un faccio ed una betulla, sai penso di aver usato tuo zio per pulirmi i denti qualche giorno fa, era proprio un buono stuzzicadenti  !! » gli gridai mentre mi misi in perpendicolare alla finestra della stanza di Trixie. Incrociai le braccia ed attesi la reazione della bestia.
La quale non si fece attendere, infatti scatto verso di me con la bava alla bocca.
A quel punto attuai la mia geniale idea.
« Hey Trixie !!!!
Sai penso che forse dovresti mangiare di meno visto che di Grande c'è solo il tuo plot, ed ha anche un po' di cellulite sai ? » lo gridai a squarcia gola, poi mi abbassai all'indietro quasi in posa da preghiera ma con la schiena che toccava terra.
Mentre da dentro la carrozza tuonò la pony in preda alla rabbia.
« TU !! TU !!!! PORCO!!!
Come osi, stanotte dormirai fuori, e prenditi questo !!! » mentre la sua voce tuonava all'interno, un forte raggio di luce viola usci dalla finestra ed intercettò in pieno il lupo di legno, che ormai era al di sopra di me, spedendolo direttamente contro un albero e facendolo, definitivamente a pezzi.
A quel punto mi alzai, mi ripulii e poi raccolsi i miei coltelli, che tanto per cambiare, si erano smussati.
Ma in quel momento non me ne preoccupai, raccolsi i pezzi del lupo e ci accesi in bel fuoco, nel frattempo tornai a prendere le mele e le poggiai dalla finestra di Trixie, con incisa su ogni mela una V.
Mi sedetti difronte al fuoco, mi avvolsi nel mantello e mi appoggiai sul fianco destro e chiusi gli occhi, pensando alla giornata di domani, ed al fatto se Trixie mi avrebbe perdonato o meno per la mia trovata geniale.
Avrei dormito poco certo, avrei tenuto alta la guardia in caso di altri attacchi, ma alla fine cedetti anche io all'abbraccio di Princess Luna.
Il mio ultimo pensiero fù rivolto alla mia, si fa per dire, dolce padrona aveva preso dentro le mele, ed aveva aperto la porta senza però dirmi nulla.
 Sorrisi e poi sussurrai.
« Grazie, mia Grande e Potente amica, ma per ora dormirò qui...ti proteggerò, fosse l'ultima cosa che faccio...». Detto ciò mi addormentai, ma tenendo comunque i coltelli pronti ed i sensi all'erta.
  
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