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Autore: Namae    20/10/2013    0 recensioni
Matrimonio combinato. Due parole che avevano completamente cambiato la vita del giovane shinigami Death The Kid. Due parole che l'hanno costretto a scappare con la sfortunata ragazza che doveva compiere il suo stesso destino: Zefira, l'esuberante principessa delle streghe. Due parole che costringeranno Kid ad aprire finalmente gli occhi; la verità è stata infatti nascosta abilmente perchè troppo crudele per essere scoperta. Strani personaggi accompagneranno lo shinigami nella ricerca di sè stesso, affrontando così demoni e creature di ogni sorta, rischiando quotidianamente la vita.
*il mio angolino*
Prima Fanfic! Non sono mai stata tanto brava a fare le introduzioni, quindi spero di essere stata convincente! Naturalmente, spero che anche la storia vi piaccia e che la troviate coinvolgente! Recensite numerosi, oppure vi mieterò l'anima! :3
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Zef sfregava energicamente la grossa macchia di sangue sul pavimento. Era lì ormai da mezz’ora, eppure questa non aveva la minima intenzione di andarsene. Dopotutto, uno straccio bagnato non era certo il modo migliore per pulire il sangue secco. Sospirò, capendo che ormai la chiazza non se ne sarebbe andata e si alzò, sgranchendosi leggermente i muscoli delle gambe e delle braccia. Nonostante fosse giorno era completamente esausta, voleva solamente dormire o, come minimo, provare a distendersi e a scacciare tutti quei pensieri che la tormentavano. Rivolse lo sguardo verso il compagno: era disteso su un fianco, dandole così le spalle, e respirava regolarmente. A quanto pare dormiva. La ragazza pensò che tutto sommato era meglio così, almeno non avrebbe avuto l’imbarazzo di dovergli chiedere di potersi stendere al suo fianco. Si avviò quindi verso il letto e, una volta arrivata a destinazione, si accasciò sul materasso. Rise tra sé e sé, pensando che la cosa era alquanto buffa. Era a letto con un ragazzo; certo, era addormentato, ma era pur sempre un ragazzo, un esemplare maschio del sesso opposto al suo. Osservò i raggi di luce che filtravano dalla finestra, consapevole del fatto che per colpa loro non sarebbe riuscita ad addormentarsi, e posò un braccio sui propri occhi, in modo da tingere la sua visuale di nero. Restò in quella posizione ed ebbe finalmente il tempo di pensare, di riorganizzare i suoi pensieri.
Quella notte era stata veramente stressante, piena di eventi che non era ancora riuscita a spiegarsi, piena di cose che le avevano fatto paura. Poteva ancora sentirsela addosso, la paura. Dominava il suo corpo facendola tremare ogni tanto, inconsciamente, facendola trapassare di brividi, riempiendole la testa di quelle immagini che avrebbe voluto dimenticare. Rabbrividiva al solo ricordo di quel demone che cercava di tentarla o di quando continuava a rialzarsi nonostante lei lo colpisse con i suoi colpi più potenti. Ma, nonostante ciò, era riuscita a mantenere il suo comportamento di sempre, a mantenere i nervi saldi. O meglio, aveva dovuto farlo. Per lui, per Kid. Quello che gli era successo era terribile, eppure non aveva detto una parola, aveva cercato il più possibile di mantenere quell’espressione dura e illeggibile che aveva di solito. Trattenne una risatina. “Di solito”? Come poteva dire una cosa del genere? Lo conosceva a malapena da due giorni!
I suoi pensieri furono bloccati da un improvviso gemito, proveniente dallo shinigami al suo fianco. Zef si costrinse a guardare cosa diavolo avesse il suo compagno e si mise a sedere. Rimase piuttosto stupita da quel che vide: il ragazzo, infatti, tremava e sudava freddo. Scuoteva la testa ripetutamente e mugugnava qualcosa in tono disperato. Stava forse avendo un incubo? Zef decise di sfiorarlo e il ragazzo sobbalzò al contatto con la pelle nuda. La strega iniziò a carezzarlo dolcemente, sussurrandogli frasi incoraggianti come “è tutto a posto” o “non hai nulla da temere”.
Patetica, ecco come si sentiva. Sentiva le gambe tremare mentre diceva quelle parole, lei stessa era ancora sconvolta da quello che era successo: come poteva quindi rassicurare Kid, che aveva vissuto un’esperienza mille volte peggiore della sua?
Il ragazzo rilassò le membra, emettendo un grande sospiro. A quanto pare aveva recitato bene la sua parte di “coraggiosa”. Lo osservò ancora, curiosa. Non riusciva a credere che il ragazzo che stava accarezzando fosse lo stesso di prima, quello che aveva strappato l’anima ad un demone con il sorriso sulle labbra. Sembrava così fragile adesso, pareva quasi che chiedesse conforto. La ragazza decise di stendersi al suo fianco, stringendolo a sé e facendo in modo che le sue mani si rincontrassero sul suo petto. Chiuse gli occhi: era da tanto che non aveva un rapporto fisico di quel genere. Nascose il viso dalla luce, imprimendolo contro la schiena pallida di Kid. Normalmente, non avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma aveva davvero bisogno di calmarsi; per questo lo aveva stretto a sé. Aveva bisogno di sentirlo vicino, la sua presenza la rassicurava. Non riusciva a non pensare a quanto si fosse sentita sperduta quel giorno, quando le era parso di perderlo per sempre, pienamente consapevole che non sarebbe riuscita a sopravvivere senza di lui. Per questo si sentiva in dovere di aiutarlo, di stargli accanto; lui le serviva. La sua mente, il suo corpo e perfino il suo cuore chiamavano il suo nome, lo desideravano. Ora come ora, nonostante si conoscessero da così poco, percepiva un legame indissolubile che la legava a quel ragazzo, anche se non era ancora riuscita a percepire di cosa si trattasse. Quel filo che li univa era flebile e pareva incolore ai suoi occhi… Eppure era più che certa che fosse qualcosa di forte, di audace e duraturo.
Non riuscì a pensare oltre che un piccolo sbadiglio la paralizzò; i secondi passarono e Zef non si mosse. E se Kid si fosse svegliato? Doveva allontanarsi da lui, allora, e anche subito. Non sarebbe certo riuscita a spiegargli il perché della loro posizione! D’altro canto, però, c’era anche la possibilità che lo shinigami dormisse ancora, e quindi staccarsi da lui significava inevitabilmente ridestarlo… Che fare?
Un nuovo suono venne emesso dal ragazzo. Stavolta, però, non era uno di quei rumori derivanti dal mondo dei sogni, bensì era un sussurro prolungato ed incomprensibile. La strega aspettò che terminasse, pensando che forse il ragazzo stesse parlando nel sonno, ma il parlottare andò avanti. Zef, sorpresa, si mosse dalla sua posizione e guardò il suo compagno di letto. Un’espressione di preoccupata sorpresa le comparì in volto. Gli occhi gialli del ragazzo, infatti, erano semi aperti e parevano più luminosi, quasi fluorescenti, mentre le sue labbra continuavano a muoversi senza sosta, pronunciando parole che la strega non riusciva a capire.  Il tutto era accompagnato da un respiro affannato e da un compulsivo movimento delle dita dei piedi. Non pensandoci troppo, la bionda decise di svegliarlo, ed iniziò quindi a scuoterlo velocemente.
-Kid!- disse con fare preoccupato –Che ti prende?-
La situazione non cambiò di una virgola: nonostante Zef lo stesse quasi spiattellando sul materasso, la giovane divinità non rispondeva e continuava il suo strano rituale.
Non sapendo cosa fare, la ragazza decise di avvicinarsi e di cercare di capire cosa stesse dicendo con tanta foga.
-Jessey Sturlson, ventitré anni. Morirà alle 23:30 sulla Quinta Strada di New York a causa di un incidente stradale.-
La quindicenne strabuzzò gli occhi, non capendo la situazione. Aveva appena sentito la predizione della morte di qualcuno. Forse era così che gli dei della morte conoscevano le tristi sorti della gente, forse questa sottospecie di trance era normale per loro. Ma lei era una strega, le streghe non avevano niente a che fare con la morte e cose simili. Per lei quello era innaturale, non lo poteva accettare. Alzò lentamente la mano destra e sferrò un potente schiaffo sulla guancia sinistra del ragazzo. Tale era la forza che aveva usato che il ragazzo cadde di lato, nella direzione in cui il ceffone lo aveva spinto. Zef sospirò. Dopotutto, a mali estremi, estremi rimedi, no? La ragazza rimase di stucco quando vide che neanche questo aveva sortito effetto. Lo shinigami giaceva infatti di lato, nella stessa posizione in cui era caduto e continuava a recitare nomi e sentenze. Improvvisamente calò il silenzio ed un respiro affannato prese il posto di quei sussurri inquietanti. La ragazza fu felice di notare che ora gli occhi ambrati erano aperti e, nonostante l’espressione esausta e scioccata, sembrava che Kid stesse bene. Il ragazzo era piuttosto scosso: quella cosa non gli succedeva da mesi, anni ormai. Il compito di ricevere le predizioni delle morti spettava a suo padre, non a lui. Lui non era ancora in grado di controllare i suoi poteri e quindi non era pronto per eseguire le sentenze di morte. La giovane divinità si portò al mano al petto, stringendolo delicatamente: un dolore pungente proveniva da quello che doveva essere il luogo dove si trovava la sua anima. Sospirò, pensando che, dato le numerose ferite ancora aperte nella sue essenza, forse la fitta che provava era normale e che avesse solo bisogno di tempo per rimettersi in sesto.
Il suo sguardo si posò sulla ragazza a cavalcioni di fronte a lui. Kid indietreggiò: da quanto tempo era lì ad osservarlo?
-Buongiorno, bell’addormentato.- disse la strega in tono amaro –Come andiamo?-
Lo shinigami si mise a sedere: -Bene, credo… Tu? Hai dormito?-
Zef gli si avvicinò con uno sguardo minaccioso, puntandogli l’indice contro: -Per colpa tua no, shinigami del piffero! Si può sapere che cos’avevi? Non mi hai fatto chiudere occhio!-
-Mi dispiace… ho fatto molti incubi.-
La bionda si allontanò dal ragazzo e si mise a sedere ai piedi del letto, dandogli le spalle: -Ti succede spesso di sognare le persone che devono morire?-
Kid, leggermente spiazzato dalla domanda, abbassò lo sguardo: -No, di solito è mio padre ad avere le premonizioni. Io sono troppo giovane e la mia anima è ancora troppo immatura per farmi diventare uno shinigami completo. Però, in un certo senso, è normale che mi capitino cose di questo genere. Significa che sto screscendo.-
Zef si alzò, avviandosi verso la finestra per poi scrutarla. Non pioveva al momento, ma nuvole minacciose apparivano poco lontane dalla loro posizione.
-Dobbiamo muoverci,- disse –tra poco pioverà e procurarci qualcosa per la colazione sarà difficile.- si girò verso lo shinigami, incrociando le braccia sotto al petto. Sorrise –Non ho certo voglia di mangiare il tuo pesce pieno di lische!-
Kid imitò il suo gesto e si posizionò di fronte a lei, guardandola negli occhi: -Il mio pesce era pulitissimo, sei stata tu a cuocerlo troppo e a renderlo immangiabile!-
La ragazza rise divertita per poi afferrare quello che sembrava un secchio di legno. Si avviò quindi verso il modesto lavandino del cucinino e lo poggiò sul tavolo, facendo scorrere contemporaneamente l’acqua.
-Che stai facendo?- domandò il ragazzo.
La ragazza tentò di sorridere -Dobbiamo lavarci, ieri sera eravamo così scossi che ci siamo coricati tutti sporchi di sangue.-
Lo shinigami trasalì, rivolgendo lentamente il suo sguardo sul proprio petto, notandolo poi umido ed appiccicoso, oltre che rossiccio. Improvvisamente, tutte le immagini della notte precedente gli tornarono alla mente, lasciando però che anche ciò che aveva sognato gli ricomparisse davanti agli occhi. L’effetto fu immediato: diventò subito pallido e una strana morsa gli strinse lo stomaco, facendogli venire voglia di vomitare.
-…hey…- Zef gli si avvicinò con il panno bagnato tra le mani; il suo volto si era addolcito, forse perché era riuscita ad intuire le sue sensazioni –Va tutto bene, non c’è nulla di cui aver paura ora.- la bionda fece ancora qualche passo nella sua direzione –È tutto finito.-
Kid scosse la testa: -No, non è finita,- si portò le mani al viso, per farle poi salire sino alla fronte e tirarsi indietro la frangia spettinata –questo è solo l’inizio.-
La strega lo guardò con un ché di insoddisfatto: -Che?- tre passi veloci, decisi, verso il ragazzo –Certo che è solo l’inizio!-  sbatté poco elegantemente il panno bagnato sul petto del moro e ce lo strofinò contro qualche volta –Questo è un nuovo giorno!- levò lo straccio dal corpo del ragazzo, mostrandogli la pelle ora libera dal sangue –Il passato è il passato. Non importa se si tratta di ieri, anni fa, o altro. Solo ciò che succede ora è importante.-
Il giovane shinigami non poté far altro che rimanere spiazzato dal tanto coraggio che sprigionavano quelle parole. I suoi occhi ambrati erano increduli e non riuscivano a staccarsi da quelle determinate pietre zaffiro che li fronteggiavano. Poi il suo viso mutò, mostrando un tenero sorriso.
-Hai ragione,- prese il panno dalle mani della ragazza di fronte a lui e lo portò delicatamente sul suo braccio destro, dove ancora giacevano gli ultimi rimasugli di sangue della ferita che si era inflitta da sola. Non disse nulla mentre la puliva lentamente, e la ragazza fece lo stesso, nascondendo però un timido sorriso. Poco dopo lasciò che lo straccio cadesse dalla sua presa, che ora era impegnata a tenere le mani della ragazza dolcemente: -iniziamo insieme.- concluse guardandola negli occhi.
-Mmh!- annuì la bionda, in preda all’emozione e con le guance più rosse del normale. Si staccò poi dal compagno e si diresse verso la stufa, per la precisione dove aveva appeso dei vestiti.
-Tieni!- disse mentre gliene lanciava qualcuno –I nostri sono ancora bagnati, vedi se ti stanno.-
Kid li prese al volo e visualizzò le sue scelte: optò per un pantalone grigio che, benché fosse molto largo e lungo per lui, era provvisto di bretelle nere che l’avrebbero sicuramente reso più stabile. Prese poi una maglia bianca a maniche lunghe, anche lei piuttosto grande, e la infilò dentro i pantaloni. Certo, non erano i suoi abituali vestiti di seta e kashmir, ma per il momento potevano andare.
Osservò poi la ragazza: aveva scelto una maglia blu e se l’era messa a mo’ di vestitino, accoppiandolo con due lunghe calze bianche che le arrivavano alle ginocchia. Il ragazzo rimase atterrito dal fisico magro e sottile della ragazza, osservando però anche i suoi punti più formosi con attenzione. Eh già, le sue due cose erano perfettamente simmetriche, l’aveva felicemente notato anche prima. Si irrigidì. Non aveva forse smesso con la sua ossessione della simmetria? Insomma, dopo la battaglia contro il kishin credeva di averla abbandonata per sempre! Eppure, qualche volta, gli capitava ancora di usare l’aggettivo “simmetrico” per le cose che gli piacevano di più. Rabbrividì nuovamente: quindi gli piaceva Zef? No, non poteva essere, quello che provava nei suoi confronti era solo una profonda ammirazione e gratitudine, niente di più, niente di meno. E se anche questo significasse amare una persona? Kid non lo sapeva, non si era mai innamorato e quindi tutto il mondo del romanticismo per lui era un mistero.
-Ma mi ascolti quando parlo?- la voce arrabbiata della strega lo riportò alla realtà –Dobbiamo fare presto, non puoi rimanere imbambolato per mezz’ora a guardare il vuoto, abbiamo ben altro da fare!-
-S-sì, scusa…- mormorò lui mentre si infilava le sue scarpe, miracolosamente asciutte.
Anche Zefira fece lo stesso, lasciando così che le deliziose calze bianche scomparissero sotto la pelle nera dei suoi stivali. Si avviò quindi verso la porta e la aprì, aspettando poi che il giovane shinigami la raggiungesse.
-Bene,- riprese –è meglio separarci, così faremo prim..-
-No.- disse Kid serio –Non sappiamo chi ci potrebbe essere in giro, è meglio se restiamo uniti.-
-Come vuoi… Allora, che pensi che potremmo trovare di buono?-
 

Angolo dell’autrice
*siamo in una stanza buia, al centro di questa si trova una bara. Improvvisamente, dal nulla, inizia ad uscire del fumo, mentre una flebile luce illumina la cassa. Quest’ultima si spalanca di scatto, rivelando l’orribile figura che si era finora celata al suo interno: una ragazza con due occhiaie da paura e i capelli di una pazza si alza infatti da essa, mettendo successivamente i piedi per terra e respirando a pieni polmoni*
SONO RITORNATA NEL REGNO DEI VIVI, O MEGLIO… IN QUELLO DELLE FANFIC!!! Pensavate di esservi liberati di me, eh? Ed invece no, sono ancora qui a tormentarvi e a rendervi la vita impossibile con le impossibili attese per l’uscita dei miei capitoli!! Muahahaahaah!
No ragazzi, seriamente, non pubblicavo da tipo marzo! Non c’era giorno in un cui non mi dicevo “Ok, ora tu vai e scrivi un capitolo talmente bello da farti perdonare da tutti quei poveri cristi che ti hanno aspettato con ansia (se ne sono rimasti)!”, però non lo facevo. Diciamo che è stato un periodo duro per me, mi sono successe taaante cose che non vi racconto perché vi annoierebbero, ma che vi assicuro che mi hanno reso la vita complicata.
Comunque, non ho scuse per la schifezza che mi è uscita fuori stavolta, davvero. Il capitolo non è molto lungo e non succede granché, quindi… COME SIETE RIUSCITI AD ARRIVARE FINO A QUI?! Mamma mia, che coraggio che avete, davvero. Comunque, ora non vi mollo più, e sapete perché? Perché siamo sempre più vicini alla mia parte preferita di questa storia, nonché la più inquietante!! Non vedo davvero l’ora di farvi fare qualche incubo, sul serio!
Ringrazio tutti “i poveri cristi” che mi hanno seguito fino ad ora e che spero continueranno a seguirmi, siete una forza!
Recensite numerosi, oppure vi mieterò l’anima!
Bacioni simmetrici
Namae

PS: se avete notato bene, Kid dice che ha smesso con la sua ossessione della simmetria. Ebbene, in uno dei capitoli che avevo letto prima di inventare questa storia, lui aveva detto di voler cambiare e di guarire dalla sua ossessione… quindi il mio Kiddo non è OOC (o almeno credo che non lo sia, fatemi sapere se è cosi!), mi ero semplicemente portata un pochino avanti con gli eventi! Vabbè, ora vi lascio, che avrete sicuramente meglio da fare che ascoltare una pazza sclerotica..!
  
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