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Autore: Malanova    21/10/2013    1 recensioni
Anno 1982: La sala giochi "Litwak's Arcade" è aperta solo da un paio di settimane ma ha già riscosso un grande successo. Il gioco più popolare della sala è Turbo-Time. Il protagonista della mia storia sarà appunto Turbo nel pieno della sua popolarità. Vi auguro buona lettura! ATTENZIONE: Ho modificato un pò la storia, aggiungendo piccoli particolari e, spero, migliorato la mia grammatica. GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE LEGGONO!
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Re Candito/Turbo
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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1982. La sala giochi di Mr. Litwak era aperta soltanto da due settimane eppure aveva riscosso un tale successo nella zona; che molti ragazzini facevano la fila fuori dalla porta addirittura un’ora prima dell’apertura. Tutti i giochi erano eccezionali ma quello che aveva riscosso più successo in assoluto era TURBO-TIME, un gioco di simulazione di guida. Il personaggio principale era un pilota che si chiamava Turbo e spiccava tra gli altri NCP della sala per il suo bizzarro aspetto e per la sua smania di vincere ogni, singola, gara. Ed i giocatori lo adoravano appunto per questo. E Turbo amava il suo successo.

Infatti, ogni sera, quando arrivava l’orario di chiusura, invitava gli altri NCP a festeggiare da Tapper, il gioco-pub della sala, e offriva il primo giro di alcolici a tutti, che alzavano i loro calici pieni di birra in suo onore. Poi si sedeva in un angolo del bar e si lasciava adulare dalle sue fan, elargendo autografi e raccontando qualche aneddoto della sua giornata lavorativa per, infine, concludere con falsa modestia “… Niente di speciale …”. E, a quel punto, sorrideva. Lui sapeva che, quando sfoggiava quel tipo di sorriso, le donne si sarebbero sciolte e gli sarebbero cadute letteralmente ai suoi piedi, con la sicurezza che avrebbe passato la notte tra le braccia di una di loro. Si … quella vita era perfetta per lui … successo, donne, ammiratori e tanti giocatori che facevano la fila per una partita a TURBO-TIME. Poi arrivò quel giorno.

Era appena iniziato giugno e, come al solito, c’erano una filza di ragazzini che stavano raggruppati intorno al cabinato di TURBO-TIME quando Mr. Litwak trasportò in un punto vuoto della sala una macchinetta a gettoni nuova di pacca. I giocatori si voltarono a guardarla, incuriositi. Perfino gli NCP cercavano, senza farsi notare, di sbirciare sopra alle loro spalle e di vedere la nuova novità dell’arcade. Il cabinato era blu cobalto con innumerevoli stelle bianche disegnate sparse su ogni parte, formando galassie e costellazioni. Ed a traversare questo cielo limpido c’era una navetta spaziale dalla forma circolare che lasciava una scia di scintille d’oro dietro di sé, munita di due cannoni spara laser. Sopra allo schermo, in caratteri d’argento, c’era scritto “GALAXY DUEL”. Alcuni giocatori si staccarono dalle spalle degli amici fino ad andare intorno alla nuova macchinetta. Mr. Litwak attaccò la spina e lo schermo si accese, facendo echeggiare nella sala una musichetta da fantascienza.

Turbo, non sentendo più i comandi del giocatore attraverso il volante, si voltò verso lo schermo e vide tutte le teste dei ragazzini rivolte da una parte. Che diavolo stava succedendo? Perché il suo attuale giocatore non stava proseguendo la partita? Se continuava così avrebbe perso! Infatti i due gemelli dalla tuta e il kart blu e un altro con il kart e la tuta verde; lo raggiunsero e lo superarono in fretta, ridendo a crepapelle. Il pilota diede un forte pugno sul volante e digrignò i denti. Moccioso del cazzo; perché stai guardando da quella parte e non ti stai concentrando su questa fottuta partita?! Se non ti dai una mossa potrei anche … IO ODIO PERDERE!!!

Dopo qualche secondo alcuni ragazzini ritornarono ai loro posti, sussurrandosi tra loro “Ah, è un altro gioco in stile fantascientifico … quello che guidi la navicella e spari contro le astronavi aliene …”
“Però la grafica è spettacolare …”
“In effetti … la grafia è buona ma preferisco di gran lunga i giochi come TURBO-TIME”
“Ehi, Paul! Guarda che stai perdendo la gara …”.
Il ragazzino in questione si voltò di nuovo verso lo schermo del gioco e vide Turbo immobile a metà pista “Maledizione!” esclamò il giocatore e pigiò con forza sul pedale.

“Era ora che ti davi una mossa …” borbottò Turbo partendo e recuperando terreno. Presto riuscì a raggiungere i due piloti in blu e li superò con facilità, poi fu la volta del kart verde “Se Benzina pensa di rubarmi il mio posto sul podio si sbaglia di grosso: io sono il numero uno!”. Si affiancò al kart avversario e ringhiò, rivolto all’altro “Levati dalla mia pista!” e gli diede un forte colpo sul fianco, facendolo sbandare leggermente e perdere a Benzina il controllo del suo veicolo. Turbo se ne approfittò. Pigiò di più sull’acceleratore, sorpassandolo alla grande e, dopo qualche istante, arrivò primo al traguardo.

“Uhm … C’e mancato poco …” sospirò il ragazzino rivolto al suo gruppo di amici.

Arrivò l’ora di chiusura e, come ogni sera, ognuno dei NCP usciva dal suo gioco per incontrarsi alla Stazione Centrale. Turbo uscì dal suo portale, si stiracchiò, e si guardò intorno. Anche oggi era stata una giornata piena … aveva proprio bisogno di una birra fresca e un po’ di compagnia femminile. E dove poteva trovare entrambe le cose se non al pub di Tapper? Dopo qualche minuto il pilota fece il suo ingresso nel locale, salutato da qualche NCP già ubriaco, si avviò a uno dei banconi ed ordinò all’oste “Una birra media al mio tavolo …” “Arriva subito Turbo” rispose affabilmente Tapper. Il pilota si slacciò il casco, lo poggiò sul banco, e si passò le dita tra i capelli neri. Poi si sedette sullo sgabello e fece qualche cenno di saluto rivolto al gruppetto di piloti del gioco ASTEROID quando gli passarono accanto, vestiti con la loro tuta verde brillante con le strisce nere. Uno di loro, il capo, domandò a Turbo ansioso “Hai sentito del nuovo gioco che è arrivato nella sala?” “Mi è arrivata qualche voce … dicono che non sia niente di che …” rispose l’altro alzando un poco le spalle ed assumendo un’espressione annoiata. Che cosa gliene poteva fregare di astronavi, viaggi interstellari e tutte quelle altre stronzate fantasiose? Poi diede un’occhiata al pilota e pensò “Giusto … se quel gioco fa più successo di loro rischiano lo staccamento della spina …”. Diede un’altra scrollata di spalle ed aggiunse, sempre mentalmente “Chi se ne frega”.
Tapper fece scivolare la sua birra sul banco, fino a farla arrivare nelle sue mani. Il pilota di kart afferrò il boccale dal manico di vetro e fece un lungo sorso, cercando di ignorare che l’altro era rimasto lì impalato affianco a lui. Che rompicoglioni. L’astronauta di ASTEROID continuò, con voce tetra “Questo in parte è vero ma ho sentito che quel gioco ha anche una grafica molto migliore della nostra, in stile animato, per non parlare poi della principessa …” “Principessa?” ripeté Turbo facendosi più attento al discorso “Cosa centra una principessa in un gioco sparatutto? Di solito il vostro compito non è quello di distruggere un Astronave Madre o come diamine la chiamate?” “Si … Ho sentito dire che l’hanno installata per ‘Sensibilizzare un pubblico femminile’ o una roba del genere …” ribatté l’altro alzando gli occhi al cielo. Il pilota di kart spalancò gli occhi e borbottò “Un pubblico femminile? Ma andiamo …”. Fece una breve pausa, girando il liquido nel bicchiere e domandò “Ma tu l’hai vista questa principessa? Che tipo è?”. All’altro pilota gli sfuggì un mezzo sorriso, nonostante non avesse niente da ridere “Mi ero quasi dimenticato che tu fai la collezione di cuori … Be, lei è …”.

In quel momento la porta di legno in stile western del pub si spalancò ed fece il suo ingresso una giovane donna. Per poco Turbo non si strozzò con la sua stessa birra. Era la NCP più bella sul quale avesse posato gli occhi: più alta di lui almeno di sei centimetri; portava un bell’abito blu indaco nel solito stile principesco, che sfumava ai bordi della gonna di bianco e attorno alle spalle nude di viola melanzana. I capelli blu scuro erano sciolti ed ondulati, decorati con migliaia di perline bianche di varia grandezza, lunghi fino alle reni. Gli occhi violetti scrutarono attentamente il locale ed il suo viso aveva una tale delicatezza che solo una nobile poteva avere. Ella si avvicinò al bancone dove stava Turbo, si sedette elegantemente a tre sgabelli di distanza e ordinò con voce melodiosa “Una birra scura per favore …”. Quello di ASTEROID diede un colpetto di gomito al pilota di kart, facendolo sussultare, gli fece l’occhiolino e sussurrò a bassa voce “E’ lei la principessa di cui ti stavo parlando”. Prese i compagni ed uscirono dal pub, scambiando con loro delle risatine sarcastiche.
Lei, sentendosi osservata, si voltò verso Turbo, che la stava ancora fissando a bocca aperta, e gli domandò seccata “Be? Che c’hai da guardare? Non hai mai visto una principessa in un pub?”. Lui richiuse la bocca per poi riaprirla di nuovo senza emettere un suono. La principessa lo scimmiottò per qualche secondo, per poi scuotere la testa e bisbigliare “Uomini”. Quando arrivò il suo boccale, lei prese con caparbietà il manico e tracannò con lunghi sorsi un quarto del contenuto. Turbo fece una smorfia stizzita ma, per qualche motivo, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Sfoggiò uno dei suoi sorrisi e disse con voce suadente, avvicinandosi con il suo boccale “Avevo sentito che eri bella ma non immaginavo che potevi essere la reincarnazione del paradiso …”. Lei non lo degnò della minima attenzione, continuando a bere e fissando un punto imprecisato davanti a sé.
Il sorriso del pilota scomparve e socchiuse gli occhi. Lo stava trattando come se fosse uno qualunque! Lui era Turbo, il miglior pilota di tutta la sala giochi! Come osava ignorarlo?!? Ma poi ripensò che la donna veniva da GALAXY DUEL e che, essendo una novizia, non sapeva con chi aveva a che fare. Si avvicinò ancora di più, tornando a sorridere, e si presentò “Io sono Turbo … Il pilota numero uno di kart di TURBO-TIME. Credo che, nonostante tu sei connessa da poche ore, abbia sentito parlare di me …” “E ce l’hai come abitudine di rompere le palle a tutti gli NCP mentre si stanno facendo gli affari loro?” domandò lei scoccandogli un occhiata infastidita. Il viso grigiastro del pilota divenne rosso dall’ira e socchiuse gli occhi ma la principessa colse quest’opportunità per rincarare ulteriormente la dose “Per il fattore di prima … Si, ho sentito molto parlare di te: dicono che vinci sempre, che ogni sera vieni qui a festeggiare e che gran parte delle donne ti cascano ai piedi …”. Avvicinò il viso di porcellana verso quello del pilota e lo fissò dritto nei occhi “Ma se credi che io sia come una delle tue puttanelle, che basta a sbatterle in faccia la tua fama e con cui ti diverti a portare a letto; ti sbagli di grosso!”.
La principessa ritornò al suo boccale, finì la birra facendo dei lunghi sorsi, mise due banconote virtuali sul banco e si alzò. Si sistemò la gonna e, senza degnarlo più di uno sguardo, si diresse verso l'uscita. Per Turbo fu come prendersi una sberla in piena regola. Nessuna era immune alle sue avance, nessuna era immune al suo successo! La guardò uscire dal locale, seguita dai fischi di approvazione da parte di una delle squadre di calcio mentecatta di NASL SOCCER, ingoiò con rabbia il resto della sua birra e ne ordinò dell’altra.

Dopo qualche minuto fu raggiunto dal solito gruppetto di fan ma tutte quelle ochette non riuscirono a sollevargli il morale. Neanche quando uscì dal pub abbracciato a una bellissima NCP tutta curve ed avevano iniziato a pomiciare nel suo attico, non riusciva a togliersi dalla mente la principessa spaziale e il modo in cui lo aveva trattato. Maledizione!

  
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