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Autore: Shainareth    21/10/2013    5 recensioni
Garu storse il naso e ruotò gli occhi al cielo. Non appena aveva visto quelle due arrivare sulla spiaggia con un’enorme borsa, togliersi le scarpe e dirigersi nella loro direzione, l’istinto gli aveva suggerito che di lì a poco sarebbe successo qualcosa che gli avrebbe rovinato la giornata.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abyo, Ching, Garu, Pucca
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Compleanno memorabile'
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MEDUSE




«I cuochi hanno deciso di organizzare una festa in maschera per questa sera», spiegò Ching, tutta entusiasta.
   Garu storse il naso e ruotò gli occhi al cielo. Non appena aveva visto quelle due arrivare sulla spiaggia con un’enorme borsa, togliersi le scarpe e dirigersi nella loro direzione, l’istinto gli aveva suggerito che di lì a poco sarebbe successo qualcosa che gli avrebbe rovinato la giornata. Tanto per cominciare, per esempio, lui e Abyo avevano dovuto interrompere il loro allenamento in riva al mare, dove la sabbia bagnata, più pesante di quella asciutta, avrebbe potuto rinforzare i muscoli delle loro gambe.
   «Come mai questa decisione improvvisa?» domandò Abyo a Pucca, interessandosi a quella novità, a differenza dell’amico.
   La ragazzina, però, era troppo presa dal lanciare cuoricini pregni d’amore al suo amato ninja per dargli retta. Toccò perciò a Ching spiegare la faccenda. «È il compleanno di Dada.»
   «Davvero?» si stupì l’altro. E dal modo in cui anche Garu aveva sgranato gli occhi, sembrava che la faccenda fosse ignota a entrambi.
   «Beh, sì», disse Ching, un po’ imbarazzata. «A dire il vero ce lo eravamo scordati tutti», ammise, stringendosi nelle spalle. «È stata Pucca a ricordarselo», aggiunse, facendo cenno nella sua direzione. Lei sorrise, soddisfatta di se stessa. Soprattutto perché pareva essere davvero l’unica persona al mondo ad avere una certa considerazione per il povero Dada.
   Abyo annuì contento. «Bene, allora dobbiamo per forza andarci. Eh, Garu?» Quello incrociò le braccia al petto e corrucciò lo sguardo, scuotendo il capo in un secco no. «Perché?» chiese l’altro, rimanendoci male.
   «Sarebbe scortese nei confronti di Dada», gli fece notare anche Ching, mentre Pucca assumeva anche lei un’espressione accigliata.
   Garu, tuttavia, pareva irremovibile. L’ultima volta che era stato ad una festa in maschera, aveva dovuto sottoporsi a un’umiliazione che difficilmente avrebbe dimenticato: Pucca lo aveva costretto ad indossare un ridicolo costume da margherita, che aveva comprensibilmente scatenato l’ilarità di tutti gli abitanti del villaggio. Soprattutto quella di Tobe.
   «Oh», balbettò Ching, nascondendo un risolino dietro la mano a quel ricordo. «Ma questa volta sono sicura che ti piacerà il costume che ha scelto Pucca per te.»
   Di nuovo, Garu ruotò gli occhi al cielo con fare seccato: per quale dannato motivo doveva essere sempre lei a decidere per lui?
   La ragazzina con le treccine mise le mani sulle anche e lo sfidò. «Se non ci credi, prova a chiederlo tu stesso a Pucca. E se l’idea ti piacerà, dovrai promettere solennemente di accompagnarla alla festa.»
   Lei però non aspettò che l’amato si scomodasse a fare una cosa del genere – anche perché difficilmente sarebbe accaduto – e perciò, mettendo mano alla grande borsa che aveva portato a tracolla fin lì, gli mostrò subito due costumi, uno per sé e l’altro per Garu: si trattava di due completi da samurai, sia pure non originali.
   «Fichissimi!» esclamò Abyo, attirando così l’attenzione dell’amico. Il quale allora si lasciò vincere dalla curiosità e sbirciò verso Pucca. Quel che vide lo fece a dir poco innamorare. Dei costumi, si intende.
   Al punto che, notando il sorriso che ora gli andava da un orecchio all’altro e l’entusiasmo che gli brillava negli occhi, Ching tornò a domandargli: «Allora, Garu… Ci vieni?» Lui annuì, tutto contento, mentre Pucca gli lasciava prendere il suo costume per studiarlo nei particolari e poi, vedendolo distratto, gli saltava addosso per sbaciucchiargli a più non posso il viso, fra le mille proteste da parte del poveretto.
   «Ma perché hanno deciso di organizzare una festa in maschera per un semplice compleanno?» s’incuriosì d’un tratto Abyo.
   Ching parve di nuovo a disagio. «Beh, sai…» cominciò a dire, con tono incerto. «Il fatto è che, visto che ci eravamo tutti dimenticati della ricorrenza di oggi, Pucca voleva fare qualcosa che facesse sentire Dada importante e così… si è ricordata di Sguatterus.»
   «L’alter ego che Dada ha usato per combattere all’Annuale Mischia Bestiale?» Abyo si portò una mano al mento con fare pensoso. «Sì, beh… in effetti è stata una buona idea», ammise, senza far caso all’inseguimento d’amore che si svolgeva alle sue spalle. «E tu che costume metterai?»
   «Non lo so ancora», confessò Ching, tornando a sorridere. «Volevo deciderlo insieme a te.»
   Ecco una che aveva una qualche, seppur vaga, considerazione per l’uomo che diceva di amare. Fu questo che pensò Garu, rimpiangendo di non poter essere fortunato quanto Abyo e continuando la sua fuga disperata da quell’esagitata di Pucca.
   «E che c’entro io con te?» fu invece la poco sveglia domanda che Abyo rivolse a Ching, pugnalandola al cuore a causa della propria ottusità. Proprio non riusciva minimamente a venirgli in testa che sarebbe stato carino indossare un costume che li avesse fatti apparire una coppia? «Piuttosto, io dovrò assolutamente trovarne uno strafico», prese a ragionare fra sé, non curandosi dell’espressione abbattuta della fanciulla. «Chissà quante belle pupe ci saranno, alla festa!» affermò entusiasta, facendola sussultare.
   A quel punto Ching inalberò un cipiglio molto più che offeso e fu lì lì per dargli un ceffone; non lo fece soltanto perché un lamento piuttosto sonoro raggiunse le loro orecchie, distraendoli entrambi. Si volsero verso i loro amici che, improvvisamente, avevano smesso di rincorrersi in riva al mare. Anzi, stranamente adesso era Garu che si precipitava nella direzione di Pucca, accucciata sulla battigia con l’acqua che le lambiva le gambe, bagnandole gli abiti.
   «Che è successo?» domandò Abyo, accorrendo da lei insieme a Ching.
   Pucca sollevò sugli amici due occhi pieni di lacrime e mostrò loro il piede destro. «Oh!» esclamò l’altra ragazzina, portandosi le mani al viso con fare allarmato. «L’ha punta una medusa!»
   «Oh, no, accidenti!» imprecò Abyo, preoccupato. «Non c’è tempo da perdere!» disse poi, prendendo in mano la situazione e mostrando tutto il proprio sangue freddo. «Presto, Garu! Falle la pipì sul piede!» Gli altri tre lo fissarono con occhi pieni d’orrore. «La pipì attenuerà il dolore!» cercò allora di spiegare loro il ragazzo, non capacitandosi di come potessero essere tanto ignoranti al riguardo. «Ho capito», lasciò perdere a quel punto, non vedendo alcuna collaborazione da parte loro. «Mi sacrificherò in nome dell’amicizia», dichiarò, iniziando a slacciarsi l’apertura dei pantaloni.
   Fu invece in nome del senso del pudore che Garu lo scagliò in acqua con un calcio, prima ancora che quello scellerato potesse compiere il proprio misfatto.
   «Fa molto male?» stava frattanto domandando Ching, che, come al solito, difficilmente si scomponeva davanti a certe assurdità. «Ce la fai a reggerti in piedi?»
   Pucca provò a fare uno sforzo di volontà, ma la puntura pizzicava davvero tanto e lei quasi crollò nuovamente sulla sabbia. I suoi amici la sorressero appena in tempo e la consolarono assicurandole che nel giro di pochi giorni il suo piede sarebbe tornato come nuovo.
   «E ora come farai per la festa di stasera?» fu piuttosto la preoccupazione che assalì Ching, mentre, dietro di loro, Abyo tornava di corsa a riva, urlando di essere stato punto da diverse meduse in parecchi punti del corpo. Nessuno sembrò dargli granché retta, però. Tant’è che Ching assunse un’aria estasiata e, battendo le mani fra loro, affermò: «Ho un’idea!»

Una promessa è una promessa. Fu su questo e sul proprio senso dell’onore che cercò di concentrarsi Garu quando, con aria mesta e imbronciata, quella sera varcò la soglia del Goh-Rong portando in braccio Pucca. L’applauso caloroso che li accolse gli fece maledire l’idea di Ching, mentre la sua accompagnatrice, com’è logico, si lasciava invece andare ad una risatina divertita: anche se, a causa della ferita al piede di Pucca, non avevano potuto indossare quei bei costumi da samurai, nulla impediva ai due di partecipare alla festa in maschera di Dada vestiti da sposini.
   «Siete semplicemente adorabili!» trillò Ching, che alla fine aveva deciso di calarsi nei panni di infermiera, dal momento che Abyo era stato fasciato da capo a piedi per colpa delle punture delle meduse.
   Garu non fu molto d’accordo con quell’affermazione, ma non questionò, limitandosi a borbottare e a rendere più salda la presa su Pucca che già pregustava di passare l’intera serata fra le sue braccia – il ninja invece sperava di poterla parcheggiare al più presto su una seduta per potersi riposare la schiena. Ridacchiando felice, la fanciulla gli scoccò un bacio sulla guancia, facendogli strizzare le palpebre e cacciare la lingua dalla bocca con fare disgustato. Infine, lanciò il bouquet per aria.
   Fu Ching a prenderlo e, tutta contenta, saltellò sul posto, mostrandolo ad Abyo e sfarfallando le ciglia nella sua direzione con uno scopo ben preciso. Scopo che, questa volta, il ragazzo comprese alla perfezione, purtroppo per lui. «Dannate femmine e dannate tradizioni», imprecò, distogliendo lo sguardo dal mazzo di fiori con aria seccata e imbarazzata al contempo.












Perdonatemi, non sono riuscita a resistere alla tentazione di postarla subito. Tanto più che, dopo aver passato le ultime due settimane a scrivere roba seria, avevo bisogno di una scemenza. Di recente, infatti, ho rivisto gli episodi Festa in maschera, Lo scheletro e Scene da un matrimonio, e il mio neurone non ha potuto non rielaborare il tutto a modo suo.
Ah, per dovere di cronaca: non è vero che la pipì funziona sulla puntura delle meduse! XD Pare, infatti, che dipenda dalla concentrazione delle sostanze che la compongono (che varia da persona a persona e persino da momento a momento, a seconda di quanta acqua abbia assunto un dato individuo), per cui il rimedio più immediato ed efficace per attenuare il dolore è la semplice acqua di mare. Ricordatelo, così di certo non farete come Abyo. (Il mio adorabile capro espiatorio idiota~♥)
Detto questo, vi ringrazio ancora per tutte le belle recensioni che mi lasciate e vi do appuntamento alla prossima fanfiction! :*
Shainareth





  
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