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Autore: Fairy21    21/10/2013    1 recensioni
Trama
Come si può passare dalle stalle alle stelle?
E poi di nuovo dalle stelle alle stalle?
Be questo è quello che è successo a me. Forse nelle stalle non si sta poi così male. Qui si conoscono persone importanti come lui, Derek, il ragazzo misterioso che mi ha fatto innamorare al primo sguardo, l’amore vero e puro, quello che ti fa toccare il cielo con un dito.
Ma se fossi più attratta dall’amore delle stelle?
Quello che mi ha fatto conoscere Luck, il ragazzo più bello della scuola che si da tante arie ma in fin dei conti può permetterselo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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Luck mi rende felice

La mattina seguente passo a prendere Alice e ci dirigiamo verso la scuola. Appena arrivo non è come di solito, be da qualche settimana, che tutti mi salutano. Oggi no, cosa sarà successo? Saluto Alice e vado a cercare Luck. Non lo trovo, non si vede da nessuna parte. A interrompere la mia ricerca è il suono della campana. Vabbè, gli parlerò durante la pausa pranzo.

Come ormai da un paio di settimane, con il vassoio in mano, saluto le mie amiche e mi dirigo verso il tavolo di Luck. Ma oggi non è solo. Il “mio” posto è occupato da qualcun’altro. Sam.

<< Ehi, dove posso sedermi? >> chiedo.

Luck mi sembra arrabbiato.

<< Non c’è posto per te, torna dalle tue amiche >> risponde secco Luck.

Decido di non contestare, tanto non avrebbe senso farlo con lui. Mi allontano e vado dalle mie amiche, lì c’è sempre posto per me.

<< Che succede? >> chiede Alice vedendomi avvicinare.

<< Non lo so, vado al tavolo di Luck e lui mi ha respinto, che gli ho fatto? >> rispondo.

<< Luck è un farfallone, te l’ho sempre detto >> dice Cathy.

<< Dopo le lezioni voglio parlare con lui, voglio sapere cosa è cambiato tra noi >> dico.

Il discorso termina qui. Nessuno parla, nessuno mi rassicura, niente. Che mi aspettavo, loro detestano Luck.

 Le ultime ore le trascorro con la testa da un’altra parte. Da Luck. Perché è arrabbiato con me? Che gli ho fatto? Prima le ragazze, ora lui. Perché devo sempre perdere qualcuno? E poi Sam, che ci faceva al tavolo di Luck al “mio” posto?

<< Luck, Luck fermati >> dico rincorrendolo.

Lo afferro per la mano ma lui distoglie la presa, è freddo nei miei confronti. Lo sento distante anni luce.

<< Che succede, perché sei arrabbiato con me? >> continuo.

<< Be dimmelo tu >> dice.

<< Io non lo so, perché dovrei saperlo? >> chiedo.

<< Sei sicura che non hai niente da dirmi? >> risponde.

Aspetta, cosa ho fatto? Niente.

<< Sì, sicura, dimmelo tu >> dico.

<< Qualcuno mi ha detto qualcosa riguardo te e le tue amiche nello spogliatoio del campo >> risponde.

No, qualcuno, anzi quello che ha fatto la spia, ha raccontato tutto il nostro discorso a Luck.

<< E cosa ti ha detto questo qualcuno? >> chiedo.

<< Luck è solo un ragazzo >> risponde.

No, lo sapevo, lo sapevo. Adesso che faccio? Meglio essere sincera con lui.

<< Ma non è quello che intendevo dire, tu non sei solo un ragazzo, tu sei il mio primo ragazzo, se la spia avesse continuato a origliare >> dico.

<< Ciò non toglie che tu l’abbia detto >> risponde.

<< Luck, credimi non intendevo dire quello >> dico dispiaciuta.

<< Non è quello che mi è stato riferito >> risponde.

<< A proposito, chi te l’ha detto? >> chiedo curiosa.

<< Non importa chi >> risponde.

<< Sam? È per questo che era vicino a te a pranzo? >> chiedo.

Annuisce.

<< Tu stesso hai detto non iniziare una frase con “Sam dice” o “Sam pensa”, perché cade dall’inizio >> dico.

<< Ma adesso è diverso, tu stessa hai confermato le parole di tua sorella >> risponde.

<< Lo so e mi dispiace, ma lei farebbe di tutto per allontanarci e ci sta riuscendo >> dico.

Lui non dice niente.

<< Perché avrebbe dovuto dirtelo? Vuole tornare con te, è gelosa che io stia con te >> continuo.

<< Per me Sam non conta più niente >> risponde.

<< Bene, allora mettiamoci una pietra sopra e ricominciamo >> dico speranzosa.

<< Non lo so, ho bisogno di pensare >> dice.

<< Ok, prenditi tutto il tempo che vuoi, io sono stata sincera con te, come penso nessuna delle tue ex lo sia mai stata. Tu dai peso a questa storia perché ci tieni a me e non vuoi perdermi e lo stesso vale per me. Non sei mai stato preso in giro dalle ragazze e questo ti spaventa. Sappi solo che io non l’ho fatto, non ti ho preso in giro >> termino.

Lo lascio con queste parole e mi dirigo verso casa. Non so nemmeno io come mi siano uscite le parole. Capisci quanto ci tieni alle persone solo dopo averle perse. Speriamo che non abbia perso Luck.

 

Vorrei parlare con Sam e dirgliene quattro. Perché mi ha fatto questo? Ma adesso non ho le forze per affrontare una discussione con lei. Non ora, adesso nella mia testa c’è posto solo per Luck.

Metto gli auricolari e mi lascio trasportare dalla musica. Per oggi ne ho abbastanza dei miei problemi.

<< Salve signora Montgomery >> dice Luck.

<< Ciao Luck, accomodati >> risponde mamma.

<< Cercavi Sam? >> continua.

<< No, signora in realtà cercavo Lila >> risponde lui.

<< Lila? Ehm… sì, aspetta che te la chiamo >> dice sorpresa.

<< Lila, Lila scendi c’è qualcuno per te >> continua urlando.

Dopo qualche minuto.

<< Non mi sente, ora salgo io a chiamarla >> continua.

<< Non si preoccupi, posso andare io da lei, le farei una sorpresa >> si offre lui.

<< Come vuoi, la seconda porta a destra >> gli indica mamma.

Toc, toc.

<< Lila? Sei presentabile? Sto per entrare >> dice Luck.

Apre la porta e me lo trovo davanti. Tolgo gli auricolari e balzo in piedi dal letto.

<< Luck, che ci fai qui? >> chiedo sorpresa.

<< Tua madre mi ha fatto entrare, posso sedermi? >> risponde.

<< Certo, arrivo subito >> dico uscendo dalla stanza.

Corro in bagno a sistemarmi. Impresa impossibile, ho i capelli tutti arruffati. Faccio il meglio che posso e torno in camera mia.

<< Eccomi >> dico entrando.

<< Non c’era bisogno di sistemarti, eri già bellissima >> dice vedendomi.

Arrossisco, è uno dei complimenti più belli che mi abbiano mai fatto. Questo mi fa pensare che non sia più arrabbiato con me.

<< Perché sei venuto? E poi a quest’ora, non potevi aspettare domani? >> chiedo.

<< Ho bisogno di parlarti e non volevo aspettare domani >> risponde.

<< Ok, ti ascolto >> dico.

Mi siedo sul letto e abbraccio il mio cuscino, ho bisogno di scaricare la tensione.

<< Vedi Lila, oggi quando mi hai detto quelle cose, mi hai sconvolto. Mai nessuna si era rivolta a me in quel modo. Tu mi hai aperto gli occhi, adesso so quello che voglio >> dice guardandomi dritto negli occhi.

<< E cosa vuoi Luck? >> rispondo.

<< Tu sei stata sincera con me e anch’io voglio esserlo con te >> dice.

Non dico niente, mi limito ad ascoltare.

<< Sentire quelle parole da Sam mi ha spaventato. Sarei diventato lo zimbello della scuola e non posso permetterlo così ho deciso di ignorarti >> continua.

<< Ed è quello che hai fatto >> rispondo.

<< Sì, ma non ci riesco, non posso, tu sei la prima che mi ha tenuto testa, tu sei la prima che non mi corre dietro e si scusa per quello che ha fatto >> dice.

<< Sono orgogliosa, non dico scusa facilmente, però mi dispiace. Mi dispiace di aver detto quelle cose e di averti messo in imbarazzo davanti ai tuoi amici >> rispondo.

<< E a me dispiace di averti ignorato e di non averne prima parlato con te >> dice con un sorriso.

<< Quindi pace fatta? >> chiedo speranzosa.

<< Spero di sì, se lo vuoi ancora >> risponde.

Balzo giù dal letto e gli salto addosso, mi è mancato poterlo fare.

<< Sono felice che sia tutto apposto tra noi >> dico felice.

Non risponde, mi bacia e questo mi fa capire che è così.

<< Lila, è pronto >> urla mamma dalla cucina.

<< Forse è meglio che ora vada >> dice Luck.

Mi dispiace doverlo lasciare, ma forse è meglio così.

<< Bene signora Montgomery, buona serata e buona cena >> dice Luck.

<< Aspetta Luck, fermati a cena con noi >> lo invita mamma.

<< No signora, non vorrei disturbare >> risponde timido.

<< Non disturbi, dai vieni a sederti >> insiste mamma.

Sì, Luck si fermerà ancora un po’. Aspetta, a tavola ci sarà anche Sam, cosa ne penserà lei? Be, non si è fatta tanti scrupoli quando era lei che stava con Luck a tavola a sbaciucchiarsi davanti a me. Quindi non m’interessa. Non importa cosa ne pensa lei, Luck sta con me e siederà accanto a me a tavola. Proprio al contrario di com’era prima. E… la vita è una ruota cara mia, una volta a te e una a me.

<< Vieni, siediti vicino a me >> invito Luck.

Prende posto e lo vedo un po’ imbarazzato, be, tra la sua ex difronte e la sua fidanzata di fianco che è la sorella dell’ex non c’è da stupirsi. Che confusione!

<< Buon appetito >> augura mamma.

Ok, adesso è imbarazzante. Sam è silenziosa, forse è dispiaciuta per quello che ha fatto. Adesso mi sento un po’ in colpa, so quanto è difficile e triste vedere tua sorella con il ragazzo che ti piace. Ma non ho invitato io Luck a cena, è stata un’idea della mamma. Quindi meno pensieri e più fatti. A questa cena, però, manca papà, lui sarebbe contento di vedermi finalmente felice. Per fortuna però torna nel weekend, così lo potrò riabbracciare.

La cena finisce velocemente e Luck va via. Mi dispiace doverlo lasciare, ma domani in fin dei conti lo rivedrò. Lui è ancora il mio ragazzo e questo mi permette di dormire sonni tranquilli.

 

 

<< Papà, sono felice che sei tornato >> urlo gettandomi tra le sue braccia.

<< Piccola mia, mi sei mancata >> risponde.

<< Papà, devo dirti una cosa >> dico contenta.

<< Dimmi tesoro >> risponde.

<< Sono fidanzata >> urlo saltellando.

<< Oh, piccola mia, sono contento per te e… chi è il fortunato, lo conosco? >> chiede.

<< Non so se ti ricordi di lui, si chiama Luck >> rispondo.

<< E chi è? >> chiede pensieroso.

<< Era fidanzato con Sam >> rispondo.

<< Così hai ristretto il campo >> dice ridendo.

Amo le battute di papà, a casa quando lui non c’è, è una tale noia.

<< È venuto a cena una volta, ti ricordi? >> chiedo.

<< Ah sì, forse mi ricordo, ma non di preciso >> risponde.

<< Guarda, ti faccio vedere una sua foto >> dico prendendo il telefono.

<< Ah sì, adesso mi ricordo, lui è quello che ha lasciato tua sorella, uno dei pochi, lui le ha spezzato il cuore, Lila, e lo farà anche con te. Non mi piace che frequenti questo genere di ragazzi >> dice.

Ok, questa non me la aspettavo. Sapevo che non l’avrebbe presa bene, sapere che sua figlia è fidanzata con l’ex dell’altra figlia non è il massimo, ma è successo, che colpa ne ho io se sono innamorata di uno come Luck?

<< No papà, con me è diverso, lui mi ama, non farebbe mai una cosa simile a me >> rispondo dispiaciuta.

Papà ha notato che ci sono rimasta male.

<< Scusa tesoro, mi dispiace, non volevo ferirti, solo che tu sei la mia bambina e non voglio vederti soffrire >> dice cercando di tirarmi su il morale.

Non dico niente, non posso, non ci riesco. Mi dispiace che papà non approvi Luck. Anche lui.

<< Lila, tu sei adulta e vaccinata, anche se io ti vedo ancora come una bambina da proteggere, ma non lo sei più. È la tua vita, fa quello che vuoi, solo che a me non piace quel ragazzo, tu ti meriti di più >> continua.

Io voglio Luck, mi merito lui e niente potrà farmi cambiare idea. Lui non è più quello che mi cercava solo per passargli gli appunti di chimica, adesso lui è il mio ragazzo, lui mi ama, anche se non me l’ha mai detto. Io lo so, lo sento.

<< Papà io voglio Luck >> dico convinta.

<< Io voglio solo che tu sia felice >> risponde.

<< Lo sono papà, Luck mi rende felice >> dico.

Detto questo, abbraccio papà e che abbia inizio il nostro week-end padre-figlia. Non importa cosa facciamo, andiamo a pesca, disputiamo una partita ai videogames o prepariamo un gustoso barbecue; l’importante è che siamo insieme, io e lui.

  
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