Luck
mi rende
felice
La
mattina seguente
passo a prendere Alice e ci dirigiamo verso la scuola. Appena arrivo
non è come
di solito, be da qualche settimana, che tutti mi salutano. Oggi no,
cosa sarà
successo? Saluto Alice e vado a cercare Luck. Non lo trovo, non si vede
da nessuna
parte. A interrompere la mia ricerca è il suono della
campana. Vabbè, gli
parlerò durante la pausa pranzo.
Come
ormai da un paio di
settimane, con il vassoio in mano, saluto le mie amiche e mi dirigo
verso il
tavolo di Luck. Ma oggi non è solo. Il
“mio” posto è occupato da
qualcun’altro.
Sam.
<<
Ehi, dove posso
sedermi? >> chiedo.
Luck
mi sembra
arrabbiato.
<<
Non c’è posto
per te, torna dalle tue amiche >> risponde secco Luck.
Decido
di non
contestare, tanto non avrebbe senso farlo con lui. Mi allontano e vado
dalle
mie amiche, lì c’è sempre posto per me.
<<
Che succede?
>> chiede Alice vedendomi avvicinare.
<<
Non lo so, vado
al tavolo di Luck e lui mi ha respinto, che gli ho fatto?
>> rispondo.
<<
Luck è un
farfallone, te l’ho sempre detto >> dice Cathy.
<<
Dopo le lezioni
voglio parlare con lui, voglio sapere cosa è cambiato tra
noi >> dico.
Il
discorso termina qui.
Nessuno parla, nessuno mi rassicura, niente. Che mi aspettavo, loro
detestano
Luck.
Le ultime ore le trascorro
con la testa da
un’altra parte. Da Luck. Perché è
arrabbiato con me? Che gli ho fatto? Prima le
ragazze, ora lui. Perché devo sempre perdere qualcuno? E poi
Sam, che ci faceva
al tavolo di Luck al “mio” posto?
<<
Luck, Luck
fermati >> dico rincorrendolo.
Lo
afferro per la mano ma
lui distoglie la presa, è freddo nei miei confronti. Lo
sento distante anni
luce.
<<
Che succede,
perché sei arrabbiato con me? >> continuo.
<<
Be dimmelo tu >>
dice.
<<
Io non lo so,
perché dovrei saperlo? >> chiedo.
<<
Sei sicura che
non hai niente da dirmi? >> risponde.
Aspetta,
cosa ho fatto?
Niente.
<<
Sì, sicura,
dimmelo tu >> dico.
<<
Qualcuno mi ha
detto qualcosa riguardo te e le tue amiche nello spogliatoio del campo
>>
risponde.
No,
qualcuno, anzi
quello che ha fatto la spia, ha raccontato tutto il nostro discorso a
Luck.
<<
E cosa ti ha
detto questo qualcuno? >> chiedo.
<<
Luck è solo un
ragazzo >> risponde.
No,
lo sapevo, lo
sapevo. Adesso che faccio? Meglio essere sincera con lui.
<<
Ma non è quello
che intendevo dire, tu non sei solo un ragazzo, tu sei il mio primo
ragazzo, se
la spia avesse continuato a origliare >> dico.
<<
Ciò non toglie
che tu l’abbia detto >> risponde.
<<
Luck, credimi
non intendevo dire quello >> dico dispiaciuta.
<<
Non è quello
che mi è stato riferito >> risponde.
<<
A proposito,
chi te l’ha detto? >> chiedo curiosa.
<<
Non importa chi
>> risponde.
<<
Sam? È per
questo che era vicino a te a pranzo? >> chiedo.
Annuisce.
<<
Tu stesso hai
detto non iniziare una frase con “Sam dice” o
“Sam pensa”, perché cade
dall’inizio >> dico.
<<
Ma adesso è
diverso, tu stessa hai confermato le parole di tua sorella
>> risponde.
<<
Lo so e mi
dispiace, ma lei farebbe di tutto per allontanarci e ci sta riuscendo
>>
dico.
Lui
non dice niente.
<<
Perché avrebbe
dovuto dirtelo? Vuole tornare con te, è gelosa che io stia
con te >>
continuo.
<<
Per me Sam non
conta più niente >> risponde.
<<
Bene, allora
mettiamoci una pietra sopra e ricominciamo >> dico
speranzosa.
<<
Non lo so, ho
bisogno di pensare >> dice.
<<
Ok, prenditi
tutto il tempo che vuoi, io sono stata sincera con te, come penso
nessuna delle
tue ex lo sia mai stata. Tu dai peso a questa storia perché
ci tieni a me e non
vuoi perdermi e lo stesso vale per me. Non sei mai stato preso in giro
dalle
ragazze e questo ti spaventa. Sappi solo che io non l’ho
fatto, non ti ho preso
in giro >> termino.
Lo
lascio con queste
parole e mi dirigo verso casa. Non so nemmeno io come mi siano uscite
le parole.
Capisci quanto ci tieni alle persone solo dopo averle perse. Speriamo
che non
abbia perso Luck.
Vorrei
parlare con Sam e
dirgliene quattro. Perché mi ha fatto questo? Ma adesso non
ho le forze per
affrontare una discussione con lei. Non ora, adesso nella mia testa
c’è posto
solo per Luck.
Metto
gli auricolari e
mi lascio trasportare dalla musica. Per oggi ne ho abbastanza dei miei
problemi.
<<
Salve signora
Montgomery >> dice Luck.
<<
Ciao Luck,
accomodati >> risponde mamma.
<<
Cercavi Sam?
>> continua.
<<
No, signora in
realtà cercavo Lila >> risponde lui.
<<
Lila? Ehm… sì,
aspetta che te la chiamo >> dice sorpresa.
<<
Lila, Lila
scendi c’è qualcuno per te >>
continua urlando.
Dopo
qualche minuto.
<<
Non mi sente,
ora salgo io a chiamarla >> continua.
<<
Non si
preoccupi, posso andare io da lei, le farei una sorpresa
>> si offre lui.
<<
Come vuoi, la
seconda porta a destra >> gli indica mamma.
Toc,
toc.
<<
Lila? Sei
presentabile? Sto per entrare >> dice Luck.
Apre
la porta e me lo
trovo davanti. Tolgo gli auricolari e balzo in piedi dal letto.
<<
Luck, che ci
fai qui? >> chiedo sorpresa.
<<
Tua madre mi ha
fatto entrare, posso sedermi? >> risponde.
<<
Certo, arrivo
subito >> dico uscendo dalla stanza.
Corro
in bagno a
sistemarmi. Impresa impossibile, ho i capelli tutti arruffati. Faccio
il meglio
che posso e torno in camera mia.
<<
Eccomi >>
dico entrando.
<<
Non c’era
bisogno di sistemarti, eri già bellissima >>
dice vedendomi.
Arrossisco,
è uno dei
complimenti più belli che mi abbiano mai fatto. Questo mi fa
pensare che non
sia più arrabbiato con me.
<<
Perché sei
venuto? E poi a quest’ora, non potevi aspettare domani?
>> chiedo.
<<
Ho bisogno di
parlarti e non volevo aspettare domani >> risponde.
<<
Ok, ti ascolto
>> dico.
Mi
siedo sul letto e
abbraccio il mio cuscino, ho bisogno di scaricare la tensione.
<<
Vedi Lila, oggi
quando mi hai detto quelle cose, mi hai sconvolto. Mai nessuna si era
rivolta a
me in quel modo. Tu mi hai aperto gli occhi, adesso so quello che
voglio
>> dice guardandomi dritto negli occhi.
<<
E cosa vuoi
Luck? >> rispondo.
<<
Tu sei stata
sincera con me e anch’io voglio esserlo con te
>> dice.
Non
dico niente, mi
limito ad ascoltare.
<<
Sentire quelle
parole da Sam mi ha spaventato. Sarei diventato lo zimbello della
scuola e non posso
permetterlo così ho deciso di ignorarti >>
continua.
<<
Ed è quello che
hai fatto >> rispondo.
<<
Sì, ma non ci
riesco, non posso, tu sei la prima che mi ha tenuto testa, tu sei la
prima che
non mi corre dietro e si scusa per quello che ha fatto >>
dice.
<<
Sono
orgogliosa, non dico scusa facilmente, però mi dispiace. Mi
dispiace di aver
detto quelle cose e di averti messo in imbarazzo davanti ai tuoi amici
>>
rispondo.
<<
E a me dispiace
di averti ignorato e di non averne prima parlato con te
>> dice con un
sorriso.
<<
Quindi pace
fatta? >> chiedo speranzosa.
<<
Spero di sì, se
lo vuoi ancora >> risponde.
Balzo
giù dal letto e
gli salto addosso, mi è mancato poterlo fare.
<<
Sono felice che
sia tutto apposto tra noi >> dico felice.
Non
risponde, mi bacia e
questo mi fa capire che è così.
<<
Lila, è pronto
>> urla mamma dalla cucina.
<<
Forse è meglio
che ora vada >> dice Luck.
Mi
dispiace doverlo
lasciare, ma forse è meglio così.
<<
Bene signora
Montgomery, buona serata e buona cena >> dice Luck.
<<
Aspetta Luck,
fermati a cena con noi >> lo invita mamma.
<<
No signora, non
vorrei disturbare >> risponde timido.
<<
Non disturbi,
dai vieni a sederti >> insiste mamma.
Sì,
Luck si fermerà
ancora un po’. Aspetta, a tavola ci sarà anche
Sam, cosa ne penserà lei? Be,
non si è fatta tanti scrupoli quando era lei che stava con
Luck a tavola a
sbaciucchiarsi davanti a me. Quindi non m’interessa. Non
importa cosa ne pensa
lei, Luck sta con me e siederà accanto a me a tavola.
Proprio al contrario di com’era
prima. E… la vita è una ruota cara mia, una volta
a te e una a me.
<<
Vieni, siediti
vicino a me >> invito Luck.
Prende
posto e lo vedo
un po’ imbarazzato, be, tra la sua ex difronte e la sua
fidanzata di fianco che
è la sorella dell’ex non c’è
da stupirsi. Che confusione!
<<
Buon appetito
>> augura mamma.
Ok,
adesso è
imbarazzante. Sam è silenziosa, forse è
dispiaciuta per quello che ha fatto.
Adesso mi sento un po’ in colpa, so quanto è
difficile e triste vedere tua
sorella con il ragazzo che ti piace. Ma non ho invitato io Luck a cena,
è stata
un’idea della mamma. Quindi meno pensieri e più
fatti. A questa cena, però,
manca papà, lui sarebbe contento di vedermi finalmente
felice. Per fortuna però
torna nel weekend, così lo potrò riabbracciare.
La
cena finisce velocemente
e Luck va via. Mi dispiace doverlo lasciare, ma domani in fin dei conti
lo
rivedrò. Lui è ancora il mio ragazzo e questo mi
permette di dormire sonni
tranquilli.
<<
Papà, sono
felice che sei tornato >> urlo gettandomi tra le sue
braccia.
<<
Piccola mia, mi
sei mancata >> risponde.
<<
Papà, devo
dirti una cosa >> dico contenta.
<<
Dimmi tesoro
>> risponde.
<<
Sono fidanzata
>> urlo saltellando.
<<
Oh, piccola
mia, sono contento per te e… chi è il fortunato,
lo conosco? >> chiede.
<<
Non so se ti
ricordi di lui, si chiama Luck >> rispondo.
<<
E chi è?
>> chiede pensieroso.
<<
Era fidanzato
con Sam >> rispondo.
<<
Così hai
ristretto il campo >> dice ridendo.
Amo
le battute di papà,
a casa quando lui non c’è, è una tale
noia.
<<
È venuto a cena
una volta, ti ricordi? >> chiedo.
<<
Ah sì, forse mi
ricordo, ma non di preciso >> risponde.
<<
Guarda, ti
faccio vedere una sua foto >> dico prendendo il telefono.
<<
Ah sì, adesso
mi ricordo, lui è quello che ha lasciato tua sorella, uno
dei pochi, lui le ha
spezzato il cuore, Lila, e lo farà anche con te. Non mi
piace che frequenti
questo genere di ragazzi >> dice.
Ok,
questa non me la
aspettavo. Sapevo che non l’avrebbe presa bene, sapere che
sua figlia è
fidanzata con l’ex dell’altra figlia non
è il massimo, ma è successo, che colpa
ne ho io se sono innamorata di uno come Luck?
<<
No papà, con me
è diverso, lui mi ama, non farebbe mai una cosa simile a me
>> rispondo
dispiaciuta.
Papà
ha notato che ci
sono rimasta male.
<<
Scusa tesoro,
mi dispiace, non volevo ferirti, solo che tu sei la mia bambina e non
voglio
vederti soffrire >> dice cercando di tirarmi su il morale.
Non
dico niente, non
posso, non ci riesco. Mi dispiace che papà non approvi Luck.
Anche lui.
<<
Lila, tu sei
adulta e vaccinata, anche se io ti vedo ancora come una bambina da
proteggere,
ma non lo sei più. È la tua vita, fa quello che
vuoi, solo che a me non piace
quel ragazzo, tu ti meriti di più >> continua.
Io
voglio Luck, mi
merito lui e niente potrà farmi cambiare idea. Lui non
è più quello che mi
cercava solo per passargli gli appunti di chimica, adesso lui
è il mio ragazzo,
lui mi ama, anche se non me l’ha mai detto. Io lo so, lo
sento.
<<
Papà io voglio
Luck >> dico convinta.
<<
Io voglio solo
che tu sia felice >> risponde.
<<
Lo sono papà,
Luck mi rende felice >> dico.
Detto
questo, abbraccio
papà e che abbia inizio il nostro week-end padre-figlia. Non
importa cosa
facciamo, andiamo a pesca, disputiamo una partita ai videogames o
prepariamo un
gustoso barbecue; l’importante è che siamo
insieme, io e lui.