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Autore: Clara_Oswin    22/10/2013    1 recensioni
La storia è ambientata durante il percorso di crescita dei protagonisti, che vuole in qualche modo giustificare quell'innamoramento in maniera più graduale e non durante 6 secondi di clip.
TRAMA: Odette all'età di quindici anni viene a conoscenza del patto stipulato da suo padre Re Guglielmo e la regina Uberta e che per il bene dei loro regni dovrà sposare quel bambino smorfioso con cui è costretta a trascorrere tutte le estati. Poco a poco i due cambieranno il loro modo di vedersi e cresceranno insieme, non mancheranno i litigi e le incomprensioni e perché no... anche una terza figura che metterà alla prova il vero amore dei due con un triangolo d'amore per nulla scontato!
Spero di avervi incuriosito un pò ;)
AGGIUNTI NUOVI CAPITOLI COME ATTI .5 INTERMEDI
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek, Odette
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Batticuore – Atto 4

Gli anni e le estati passarono in fretta, Odette e Derek crebbero e diventarono due bei giovani, se solo non fossero stati talmente orgogliosi da non ammettere che entrambi adesso iniziavano a provare un certo interesse l’uno per l’altra le cose probabilmente sarebbero andate in maniera molto diversa.

Dall’estate dei suoi quindici anni, così come Derek aveva predetto Odette non ebbe più un solo minuto libero, gli anni alle nozze diminuivano e i suoi compiti regali aumentavano, un giorno non molto lontano sarebbe diventata regina ed insieme a Derek avrebbe governato su due grandi reami che sarebbero stati riuniti sotto un unico stemma. C’era troppo da sapere e troppo poco tempo per impararlo, Odette studiava la maggior parte del tempo e quando non era impegnata nello studio aveva lezioni di etichetta e obblighi regali verso il suo attuale regno. Ormai era rimasto esattamente un anno prima del suo matrimonio e di ciò che tutto quello avrebbe comportato, la sua spensieratezza fu abbandonata per prendere il peso di quel compito che le era stato assegnato; Derek portava già da prima di lei quel fardello e adesso la ragazza iniziava a capire il perché di molte sue azioni.

Il principe Derek oltre allo studio teorico di tutti i doveri di un re si allenava duramente in tutte le discipline dal sorgere del sole fino a notte fonda, molte sere quando finalmente poteva andare a riposare pensava al giorno successivo e a tutte le cose che avrebbe dovuto ricominciare a fare. A soli ventun anni si ritrovava il pesante fardello di essere un sovrano, e tutto il duro lavoro era sulle sue spalle, le pressioni su di lui e Odette erano aumentate notevolmente e il tempo per pensare all’estate era davvero poco.

I due ragazzi erano consapevoli che quella sarebbe stata l’ultima estate in cui loro sarebbero stati ancora liberi. Odette diciassette anni, Derek ventuno, l’ultimo inverno che avrebbero passato separati prima di diventare marito e moglie, Re e Regina.

L’estate arrivò puntuale come tutti gli altri anni.
La nave della principessa Odette salpò in tutta tranquillità e in poco tempo arrivarono a destinazione dove il principe Derek e la Regina Uberta li aspettavano.

Odette aveva guardato per tutto il viaggio il suo regno che ancora un’estate abbandonava. Era malinconica più del solito, non voleva voltarsi a vedere il suo futuro, quel futuro che prepotentemente le si era parato davanti e che, presto o tardi, avrebbe dovuto affrontare.

-ciao- la salutò Derek nascondendo la meraviglia di quell’incontro. Odette era diventata una splendida ragazza nel fiore degli anni, gli occhi grandi e blu erano incorniciati da una cascata di morbide onde di capelli biondi come il sole, la pelle di un candore marmoreo le donava un aura angelica e delicata, era diventata un po’ più alta ma non avrebbe mai raggiunto Derek. Il suo fisico formoso al punto giusto aveva infine abbandonato del tutto l’infanzia sbocciando in una bellissima giovane donna.

-ciao- la ragazza si inchinò consapevole che su di loro vi erano puntati migliaia di occhi curiosi.

Derek le porse il braccio. Odette gli rivolse uno sguardo di sottecchi, ormai Derek era un uomo, del bambino con cui giocava da piccola non vi era più traccia, era alto e il suo fisico asciutto era ricoperto di una muscolatura frutto di anni di duri allenamenti, i suoi capelli castani gli arrivavano fino al collo e di sfuggita potè vedere che nonostante quegli anni trascorsi, i suoi occhi blu cobalto non erano cambiati.

-non fare quell’espressione triste, o penseranno che ci sia qualcosa che non vada bene – Odette prese il suo braccio mentre con la mano iniziò a salutare il popolo che esultava felice.

-scusami, non credevo si vedesse tanto – bisbigliò cercando di sorridere il più possibile.

Si diressero verso le carrozze che attendevano, solitamente era sempre stata una per tutti e quattro i membri reali ma stavolta era diverso.

Odette lo guardò. – due carrozze? –

- questa volta faremo il tragitto insieme – fece un segno a sua madre che stava salendo sulla prima carrozza dorata seguita da Re Guglielmo. Aprì la porteria e la fece entrare per prima.

- è per quello che è successo l’anno scorso vero? –

Derek rise, - beh quello è stato sicuramente un bel tentativo… rinchiudersi nella carrozza per protesta. –

Odette ripensò ai lividi che le erano venuti sulle braccia quando l’avevano presa di forza e portata dentro. Non erano spariti per una settimana intera.

- ma se ti consola anche io ho la mia parte di colpe… se ricordi bene ero salito su di un albero e minacciavo di non scendere più. – rise ancora anche se in maniera più amara. La ragazza lo percepì – ti hanno caricato di lavoro anche quest’anno, non è vero? –

Il castano guardò fuori dal finestrino mentre le persone sul ciglio della strada lungo il paese gridavano i loro nomi ed esultavano felici. – te l’ho già detto, non devi preoccuparti per me, ci sono abituato. – si voltò verso di lei e cambiò argomento. – piuttosto… quante proposte ti sono arrivate quest’anno? –

Da quando Odette aveva compiuto quindici anni a palazzo erano iniziati ad arrivare messaggeri da ogni dove portando proposte di matrimonio da vari regni. Suo padre le aveva respinte tutte ovviamente, Odette era impegnata ufficialmente con il principe Derek sin da quando era nata, era noto a tutti ma il loro regno era altrettanto ambito e le proposte continuavano ad arrivare.

- contando anche quel principino di undici anni umh… - fece un rapido conto – dodici, sì dodici proposte. –

Derek le sorrise – non hai ancora trovato nessuno migliore di me? –

- ancora no, ma c’è ancora tempo non disperare. – la cosa bella del loro rapporto è che finalmente erano diventati amici, riuscivano a condividere una carrozza senza uccidersi a vicenda e per loro era un grande passo in avanti.

Derek le porse la mano, lei la prese. Stavano pensando alla stessa cosa.

- tra poco ci toccherà farlo davvero –

- lo so – disse lei sentendosi rassicurata da quel contatto. Nessuno poteva capire meglio di lui cosa stesse provando.

- hai paura? – le chiese lui guardando tutte quelle persone e sapendo che sarebbe toccato a loro due decidere le loro sorti.

- sono terrorizzata. Ma non abbiamo scelta. – lasciò la sua mano e ritornò triste pensando a tutto quello che l’aspettava. Quell’estate sarebbe stata la più breve della sua vita, ne era certa.

****

Pioveva.

Erano giorni che Odette era rinchiusa a palazzo, le giornate sembravano aver preso spunto dal suo umore e da quando era arrivata non aveva smesso un minuto di piovere, non era neppure riuscita ad andare a cavalcare nemmeno una volta ancora.

Quella mattina Odette si svegliò con il rumore di qualcuno che bussava alla sua porta.

- un… un momento… - si alzò dal letto ancora mezza addormentata e indossò una vestaglia di seta bianca sopra la veste da notte.

- chi è? – aprì la porta pensando fosse una delle sue cameriere venute ad aiutarla.

Quando aprì la porta si ritrovò Derek vestito di tutto punto e con un aria sorpresa – cosa ci fai ancora vestita così? – si voltò di scatto dall’altra parte, era sconveniente che un uomo vedesse una donna in quello stato prima del matrimonio.

- beh non mi aspettavo di certo che fossi tu, credevo fosse Grimilde… - si scusò lei socchiudendo la porta. Trovava inutile ribadirgli per l’ennesima volta che non c’era nulla di male nel vederla in camicia da notte visto che si conoscevano sin da bambini, ma Derek era molto tradizionalista su certe cose, così alla fine aveva dovuto Rorandersi e rispettare quella stupida regola.

- sono venuto a dirti che questa mattina c’è il sole un po’ coperto e anche se non è l’ideale potremmo andare a fare una cavalcata qui in giro –

Era carino da parte sua informarla delle condizioni del meteo… ma non c’era bisogno che andassero per forza a cavalcare insieme…

- si, mi piacerebbe molto montare Falada, ma devo cambiarmi e non so quanto tempo potrei metterci. –

- va bene, fa con comodo, ti aspetterò nelle scuderie. – e detto questo Odette sentì i suoi passi allontanarsi.

A quanto pare non aveva capito male, Derek voleva davvero trascorrere quel tempo con lei.

“Poco male” pensò “ dopo lo scorso anno avrò la possibilità di fargli vedere quanto sono migliorata nel salto” sorrise tra se soddisfatta pregustando il momento in cui l’avrebbe lasciato a bocca aperta.

****

Quando Derek le aveva detto di andare a fare una cavalcata insieme Odette aveva sottointeso che lui si riferisse solamente a loro due e non anche a Bromley…

La cavalcata era stata piuttosto divertente quando dopo un po’ Odette decise di superarli e andarsene in giro per conto proprio, ma quando Derek le aveva detto che non trovava più Bromley chiedendole di aiutarlo a cercarlo la noia alla fine aveva preso il sopravvento.

Bromley non si vedeva da alcune ore, il che era strano, di solito riuscivano a trovarlo quasi sempre in qualche angolo remoto del bosco in cui aveva perso l’orientamento, magari per inseguire il coniglio di turno. D’un tratto il sole in cielo s’oscurò, nubi cariche di pioggia accompagnate dal vento s’abbatterono sui due cavalieri. Erano troppo lontani per ritornare al castello, l’unica scelta era quella di rifugiarsi sotto un gazebo costruito lì vicino aspettando che il diluvio finisse.

Derek guardò il cielo diventare sempre più scuro.

- pensi ci vorrà molto prima che smetta? – chiese Odette.

- non lo so, forse qualche ora – sospirò lui

-E cosa faccio io un’ora , bloccata qui con te? – si lamentò lei.

- Si accettano proposte – le rispose lui sorridendo quasi furbamente.

Odette lo guardò titubante mentre un leggero color porpora prese a colorarle le guance.

- Effettivamente, ci sarebbe una cosa – iniziò lui.

-cosa? –

- Qualche anno fa ti feci una domanda a cui tu abilmente non rispondesti. –

-c…cioè…? – rispose titubante lei. Figurarsi se si poteva ricordare tutte le domande che Derek le faceva e a cui lei non rispondeva!

Derek le si avvicinò un poco – Adesso non puoi scappare e se non sbaglio non hai portato libri con te… - continuò tirando un sorrisetto poco raccomandabile, ma che Odette trovò stranamente interessante.

In un istante ricordò quel giorno a cui lui alludeva e capì cosa volesse chiedergli – oh, non fare la femminuccia e tagliamo la testa al toro, dillo! – esclamò sospirando.

Il ragazzo distolse lo sguardo da lei, stava guardando in lontananza le prime gocce d’acqua cadere sempre più forte -è proprio questo il punto, continui a dirmi che sono una femminuccia, ma è davvero questo che pensi di me? – con lo sguardo fisso sul cielo finalmente il ragazzo parlò.

Odette fu colpita da quelle parole, per tutto quel tempo Derek si stava ancora chiedendo cosa pensasse lei di lui? Ma cosa pensava lei davvero di lui? Negli ultimi tempi non aveva avuto nemmeno il tempo per formulare un pensiero come quello, semplicemente non ci pensava, che poi le battesse il cuore quando lui la guardava in quel modo o smettesse di respirare quando le sfiorava la mano, questo lo sapeva solo lei. Ma non riusciva a capirne il motivo. Era sempre lo stesso Derek di sempre, no?

E fu mentre Odette formulava per la prima volta questi pensieri e iniziava ad acquisire una nuova consapevolezza che poco distante da loro cadde un fulmine.

Il rumore fu assordante, i cavalli si imbizzarrirono ed Odette sobbalzò dalla paura.

Forse fu un riflesso,

Forse lo spavento,

Forse solo una scusa.

Un tuono illuminò per un momento il cielo, Odette stringeva qualcosa,

 o meglio, qualcuno;

Derek.

Senza rendersene conto le sue mani avevano stretto la sua candida camicia bianca, il volto nascosto nel suo petto, lo spavento che le faceva batteva forte il cuore. Non aveva mai avuto quel tipo di contatto con lui, non aveva mai sentito il suo profumo, non aveva mai saggiato il suo calore, le sue braccia che la stringevano in quel modo protettivo.

Derek non parlò e nemmeno Odette lo fece, probabilmente entrambi avevano paura di dire la cosa sbagliata che avrebbe potuto rompere quell’equilibrio così fragile che si era creato tra di loro.

Odette chiuse gli occhi, il suo volto dapprima nascosto adesso si appoggiava, quel contatto che prima respingeva adesso lo accoglieva. Respirò lentamente, sentiva il cuore scoppiarle in petto e aveva paura che persino Derek potesse sentirlo, aveva avuto paura, aveva paura.

- va tutto bene – Derek le parlò così piano che quasi non riuscì a sentirlo sopra il rumore forte della pioggia.

- no, non va tutto bene – ammise Odette senza spostarsi di un millimetro. – riguardo a prima… -

- bene – continuò lui – la mia fidanzata pensa che io sia un debole… - disse sussurrando quelle parole con un pizzico di malinconia nella voce.

-no Derek, io – si strinse di più a lui. Non voleva ferirlo.

-basta, non c’è bisogno che continui. – la fermò.

-io non penso che tu sia un debole – disse decisa stringendo la camicia.

Aveva sentito bene? O forse il fatto di averla tra le braccia aveva mandato in confusione tutti i suoi sensi? Non avrebbe mai potuto pensare che persino la forte e impavida Odette fosse in realtà così piccola e insicura fra le sue braccia. Era un lato di lei che non aveva mai visto prima, adesso lei gli stava parlando come mai in tutta la sua vita.

 – ai miei occhi non sei né un debole né una femminuccia. –

Derek sorrise impercettibilmente. – anzi, nonostante tutto quello che tu hai fatto, mi hai fatto, credo che- la ragazza si fermò, che cosa pensava? Che cosa credeva davvero? Era confusa, tutta quella situazione l’aveva stordita.

-che? – l’esortò lui sperando di sentirle dire quella cosa che più voleva.

-…credi che sia facile? Se te lo dicessi mi prederesti solo in giro. – si staccò da lui e si avvicinò alla ringhiera di legno del gazebo voltandogli le spalle, sentiva freddo senza il suo abbraccio, per la prima volta in vita sua sentì tutto il peso dei suoi anni di solitudine adesso che per qualche secondo aveva sentito quel calore riempirla dentro.

 – ammesso che tu non lo stia già facendo… – ricordò più a se stessa che a lui.

Derek le si avvicinò, le sembrava così spaurita. Non l’aveva mai vista in quello stato. Non poteva credere che un po’ di pioggia la rendesse così debole. Poi un altro pensiero più egocentrico prese il sopravvento. E se lei si stesse sentendo in quel modo per quello che aveva appena fatto?

– Odette, tu mi piaci. –

– Certo che ti piaccio… per farmi dire quello che vuoi sentire diresti di tutto! – continuò offesa lei.

Derek si scostò dalla trave e a passi lenti si avvicinò. – no Odette, tu mi piaci. – fece una pausa aspettando che lei parlasse ma non lo fece.

mi piaci Odette, nell’unico senso che tutti e due conosciamo. -

Lei lo guardò negli occhi e capì che in quel momento lui era serio, troppo serio. Non doveva guardarla in quel modo come se le leggesse dentro. Fu costretta a girarsi per non fargli vedere il rossore che ormai si era impossessato del suo viso.

Derek scosse la testa.

La principessa si girò del tutto, aspettando che Derek facesse chiarezza.
In attesa di parole che non arrivarono.

La raggiunse e attese che fosse lei ad avvicinarsi.

Le prese il viso e le si avvicinò accarezzandole la guancia con un tocco quasi impercettibile. Stava succedendo, stava succedendo davvero.

– non tenterai di darmi uno schiaffo questa volta? –

- sono sempre in tempo – i suoi occhi erano incollati ai suoi, il suo corpo non rispondeva più ai suoi comandi, il rumore della pioggia e quei profondi occhi blu l’avevano fatta affogare nei sentimenti. Il cuore le batteva così forte che riusciva a sentirlo nelle orecchie.

–cosa succederà adesso? - chiese lei in un sussurro.

-quello che tu vuoi che accada.-

 

 

 

Angolo Autrice:

Quando quei due si baciarono durante il ballo, secondo me non fu la prima volta. E allora come fu la prima volta? Ecco io l’ho provata ad immaginare ^.^ leggete il prossimo capitolo e fatemi sapere cosa ne pensate!

  
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