Batticuore
– Atto 4
Gli anni e le
estati
passarono in fretta, Odette e Derek crebbero e diventarono due bei
giovani, se
solo non fossero stati talmente orgogliosi da non ammettere che
entrambi adesso
iniziavano a provare un certo interesse l’uno per
l’altra le cose probabilmente
sarebbero andate in maniera molto diversa.
Dall’estate
dei suoi
quindici anni, così come Derek aveva predetto Odette non
ebbe più un solo
minuto libero, gli anni alle nozze diminuivano e i suoi compiti regali
aumentavano, un giorno non molto lontano sarebbe diventata regina ed
insieme a
Derek avrebbe governato su due grandi reami che sarebbero stati riuniti
sotto
un unico stemma. C’era troppo da sapere e troppo poco tempo
per impararlo,
Odette studiava la maggior parte del tempo e quando non era impegnata
nello
studio aveva lezioni di etichetta e obblighi regali verso il suo
attuale regno.
Ormai era rimasto esattamente un anno prima del suo matrimonio e di
ciò che
tutto quello avrebbe comportato, la sua spensieratezza fu abbandonata
per
prendere il peso di quel compito che le era stato assegnato; Derek
portava già
da prima di lei quel fardello e adesso la ragazza iniziava a capire il
perché
di molte sue azioni.
Il principe
Derek oltre
allo studio teorico di tutti i doveri di un re si allenava duramente in
tutte
le discipline dal sorgere del sole fino a notte fonda, molte sere
quando
finalmente poteva andare a riposare pensava al giorno successivo e a
tutte le
cose che avrebbe dovuto ricominciare a fare. A soli ventun anni si
ritrovava il
pesante fardello di essere un sovrano, e tutto il duro lavoro era sulle
sue
spalle, le pressioni su di lui e Odette erano aumentate notevolmente e
il tempo
per pensare all’estate era davvero poco.
I due ragazzi
erano
consapevoli che quella sarebbe stata l’ultima estate in cui
loro sarebbero
stati ancora liberi. Odette
diciassette anni, Derek ventuno, l’ultimo inverno che
avrebbero passato
separati prima di diventare marito e
moglie, Re e Regina.
L’estate
arrivò
puntuale come tutti gli altri anni.
La nave della principessa Odette salpò in tutta
tranquillità e in poco tempo arrivarono
a destinazione dove il principe Derek e la Regina Uberta li
aspettavano.
Odette aveva
guardato
per tutto il viaggio il suo regno che ancora un’estate
abbandonava. Era
malinconica più del solito, non voleva voltarsi a vedere il
suo futuro, quel
futuro che prepotentemente le si era parato davanti e che, presto o
tardi,
avrebbe dovuto affrontare.
-ciao- la
salutò Derek
nascondendo la meraviglia di quell’incontro. Odette era
diventata una splendida
ragazza nel fiore degli anni, gli occhi grandi e blu erano incorniciati
da una
cascata di morbide onde di capelli biondi come il sole, la pelle di un
candore
marmoreo le donava un aura angelica e delicata, era diventata un
po’ più alta
ma non avrebbe mai raggiunto Derek. Il suo fisico formoso al punto
giusto aveva
infine abbandonato del tutto l’infanzia sbocciando in una
bellissima giovane
donna.
-ciao- la
ragazza si
inchinò consapevole che su di loro vi erano puntati migliaia
di occhi curiosi.
Derek le porse
il braccio.
Odette gli rivolse uno sguardo di sottecchi, ormai Derek era un uomo,
del
bambino con cui giocava da piccola non vi era più traccia,
era alto e il suo
fisico asciutto era ricoperto di una muscolatura frutto di anni di duri
allenamenti, i suoi capelli castani gli arrivavano fino al collo e di
sfuggita
potè vedere che nonostante quegli anni trascorsi, i suoi
occhi blu cobalto non
erano cambiati.
-non fare
quell’espressione triste, o penseranno che ci sia qualcosa
che non vada bene – Odette
prese il suo braccio mentre con la mano iniziò a salutare il
popolo che
esultava felice.
-scusami, non
credevo
si vedesse tanto – bisbigliò cercando di sorridere
il più possibile.
Si diressero
verso le
carrozze che attendevano, solitamente era sempre stata una per tutti e
quattro
i membri reali ma stavolta era diverso.
Odette lo
guardò. – due
carrozze? –
- questa volta
faremo
il tragitto insieme – fece un segno a sua madre che stava
salendo sulla prima
carrozza dorata seguita da Re Guglielmo. Aprì la porteria e
la fece entrare per
prima.
- è
per quello che è
successo l’anno scorso vero? –
Derek rise, -
beh
quello è stato sicuramente un bel tentativo…
rinchiudersi nella carrozza per
protesta. –
Odette
ripensò ai
lividi che le erano venuti sulle braccia quando l’avevano
presa di forza e
portata dentro. Non erano spariti per una settimana intera.
- ma se ti
consola
anche io ho la mia parte di colpe… se ricordi bene ero
salito su di un albero e
minacciavo di non scendere più. – rise ancora
anche se in maniera più amara. La
ragazza lo percepì – ti hanno caricato di lavoro
anche quest’anno, non è vero?
–
Il castano
guardò fuori
dal finestrino mentre le persone sul ciglio della strada lungo il paese
gridavano i loro nomi ed esultavano felici. – te
l’ho già detto, non devi
preoccuparti per me, ci sono abituato. – si voltò
verso di lei e cambiò
argomento. – piuttosto… quante proposte ti sono
arrivate quest’anno? –
Da quando Odette
aveva
compiuto quindici anni a palazzo erano iniziati ad arrivare messaggeri
da ogni
dove portando proposte di matrimonio da vari regni. Suo padre le aveva
respinte
tutte ovviamente, Odette era impegnata ufficialmente con il principe
Derek sin
da quando era nata, era noto a tutti ma il loro regno era altrettanto
ambito e
le proposte continuavano ad arrivare.
- contando anche
quel
principino di undici anni umh… - fece un rapido conto
– dodici, sì dodici
proposte. –
Derek le sorrise
– non
hai ancora trovato nessuno migliore di me? –
- ancora no, ma
c’è
ancora tempo non disperare. – la cosa bella del loro rapporto
è che finalmente
erano diventati amici, riuscivano a condividere una carrozza senza
uccidersi a
vicenda e per loro era un grande passo in avanti.
Derek le porse
la mano,
lei la prese. Stavano pensando alla stessa cosa.
- tra poco ci
toccherà
farlo davvero –
- lo so
– disse lei
sentendosi rassicurata da quel contatto. Nessuno poteva capire meglio
di lui
cosa stesse provando.
- hai paura?
– le
chiese lui guardando tutte quelle persone e sapendo che sarebbe toccato
a loro
due decidere le loro sorti.
- sono
terrorizzata. Ma
non abbiamo scelta. – lasciò la sua mano e
ritornò triste pensando a tutto
quello che l’aspettava. Quell’estate sarebbe stata
la più breve della sua vita,
ne era certa.
****
Pioveva.
Erano giorni che
Odette
era rinchiusa a palazzo, le giornate sembravano aver preso spunto dal
suo umore
e da quando era arrivata non aveva smesso un minuto di piovere, non era
neppure
riuscita ad andare a cavalcare nemmeno una volta ancora.
Quella mattina
Odette
si svegliò con il rumore di qualcuno che bussava alla sua
porta.
- un…
un momento… - si
alzò dal letto ancora mezza addormentata e
indossò una vestaglia di seta bianca
sopra la veste da notte.
- chi
è? – aprì la
porta pensando fosse una delle sue cameriere venute ad aiutarla.
Quando
aprì la porta si
ritrovò Derek vestito di tutto punto e con un aria sorpresa
– cosa ci fai
ancora vestita così? – si voltò di
scatto dall’altra parte, era sconveniente
che un uomo vedesse una donna in quello stato prima del matrimonio.
- beh non mi
aspettavo
di certo che fossi tu, credevo fosse Grimilde… - si
scusò lei socchiudendo la
porta. Trovava inutile ribadirgli per l’ennesima volta che
non c’era nulla di
male nel vederla in camicia da notte visto che si conoscevano sin da
bambini,
ma Derek era molto tradizionalista su certe cose, così alla
fine aveva dovuto Rorandersi
e rispettare quella stupida regola.
- sono venuto a
dirti
che questa mattina c’è il sole un po’
coperto e anche se non è l’ideale
potremmo andare a fare una cavalcata qui in giro –
Era carino da
parte sua
informarla delle condizioni del meteo… ma non
c’era bisogno che andassero per
forza a cavalcare insieme…
- si, mi
piacerebbe
molto montare Falada, ma devo cambiarmi e non so quanto tempo potrei
metterci.
–
- va bene, fa
con comodo,
ti aspetterò nelle scuderie. – e detto questo
Odette sentì i suoi passi
allontanarsi.
A quanto pare
non aveva
capito male, Derek voleva davvero trascorrere quel tempo con lei.
“Poco
male” pensò “
dopo lo scorso anno avrò la possibilità di fargli
vedere quanto sono migliorata
nel salto” sorrise tra se soddisfatta pregustando il momento
in cui l’avrebbe
lasciato a bocca aperta.
****
Quando Derek le
aveva
detto di andare a fare una cavalcata insieme Odette aveva sottointeso
che lui
si riferisse solamente a loro due e non anche a Bromley…
La cavalcata era
stata
piuttosto divertente quando dopo un po’ Odette decise di
superarli e andarsene
in giro per conto proprio, ma quando Derek le aveva detto che non
trovava più
Bromley chiedendole di aiutarlo a cercarlo la noia alla fine aveva
preso il
sopravvento.
Bromley non si
vedeva
da alcune ore, il che era strano, di solito riuscivano a trovarlo quasi
sempre
in qualche angolo remoto del bosco in cui aveva perso
l’orientamento, magari
per inseguire il coniglio di turno. D’un tratto il sole in
cielo s’oscurò, nubi
cariche di pioggia accompagnate dal vento s’abbatterono sui
due cavalieri.
Erano troppo lontani per ritornare al castello, l’unica
scelta era quella di
rifugiarsi sotto un gazebo costruito lì vicino aspettando
che il diluvio
finisse.
Derek
guardò il cielo diventare
sempre più scuro.
- pensi ci
vorrà molto
prima che smetta? – chiese Odette.
- non lo so,
forse
qualche ora – sospirò lui
-E cosa faccio
io un’ora
, bloccata qui con te? – si lamentò lei.
- Si accettano
proposte
– le rispose lui sorridendo quasi furbamente.
Odette lo
guardò
titubante mentre un leggero color porpora prese a colorarle le guance.
-
Effettivamente, ci
sarebbe una cosa – iniziò lui.
-cosa?
–
- Qualche anno
fa ti
feci una domanda a cui tu abilmente non rispondesti. –
-c…cioè…?
– rispose
titubante lei. Figurarsi se si poteva ricordare tutte le domande che
Derek le
faceva e a cui lei non rispondeva!
Derek le si
avvicinò un
poco – Adesso non puoi scappare e se non sbaglio non hai
portato libri con te…
- continuò tirando un sorrisetto poco raccomandabile, ma che
Odette trovò
stranamente interessante.
In un istante
ricordò
quel giorno a cui lui alludeva e capì cosa volesse
chiedergli – oh, non fare la
femminuccia e tagliamo la testa al toro, dillo! –
esclamò sospirando.
Il ragazzo
distolse lo
sguardo da lei, stava guardando in lontananza le prime gocce
d’acqua cadere
sempre più forte -è proprio questo il punto,
continui a dirmi che sono una
femminuccia, ma è davvero questo che pensi di me?
– con lo sguardo fisso sul
cielo finalmente il ragazzo parlò.
Odette fu
colpita da
quelle parole, per tutto quel tempo Derek si stava ancora chiedendo
cosa
pensasse lei di lui? Ma cosa pensava lei davvero di lui? Negli ultimi
tempi non
aveva avuto nemmeno il tempo per formulare un pensiero come quello,
semplicemente non ci pensava, che poi le battesse il cuore quando lui
la
guardava in quel modo o smettesse di respirare quando le sfiorava la
mano,
questo lo sapeva solo lei. Ma non riusciva a capirne il motivo. Era
sempre lo
stesso Derek di sempre, no?
E fu mentre
Odette
formulava per la prima volta questi pensieri e iniziava ad acquisire
una nuova
consapevolezza che poco distante da loro cadde un fulmine.
Il rumore fu
assordante,
i cavalli si imbizzarrirono ed Odette sobbalzò dalla paura.
Forse
fu un riflesso,
Forse
lo spavento,
Forse
solo una scusa.
Un tuono
illuminò per
un momento il cielo, Odette stringeva qualcosa,
o
meglio, qualcuno;
Derek.
Senza rendersene
conto
le sue mani avevano stretto la sua candida
camicia bianca, il volto nascosto nel suo petto, lo spavento che le
faceva
batteva forte il cuore. Non aveva mai avuto
quel tipo di contatto con lui, non aveva mai
sentito il suo profumo, non aveva mai
saggiato il suo calore, le sue braccia che la stringevano in
quel modo
protettivo.
Derek
non parlò e nemmeno Odette lo fece, probabilmente entrambi
avevano paura di
dire la cosa sbagliata che avrebbe potuto rompere
quell’equilibrio così fragile
che si era creato tra di loro.
Odette chiuse
gli occhi,
il suo volto dapprima nascosto adesso si appoggiava, quel contatto che
prima
respingeva adesso lo accoglieva. Respirò lentamente, sentiva
il cuore
scoppiarle in petto e aveva paura che persino Derek potesse sentirlo,
aveva
avuto paura, aveva paura.
- va tutto bene
– Derek
le parlò così piano che quasi non
riuscì a sentirlo sopra il rumore forte della
pioggia.
- no, non va
tutto bene
– ammise Odette senza spostarsi di un millimetro. –
riguardo a prima… -
- bene
– continuò lui –
la mia fidanzata pensa che io sia un debole… - disse
sussurrando quelle parole
con un pizzico di malinconia nella voce.
-no Derek, io
– si
strinse di più a lui. Non voleva ferirlo.
-basta, non
c’è bisogno
che continui. – la fermò.
-io non penso
che tu
sia un debole – disse decisa stringendo la camicia.
Aveva sentito
bene? O
forse il fatto di averla tra le braccia aveva mandato in confusione
tutti i
suoi sensi? Non avrebbe mai potuto pensare che persino la forte e
impavida
Odette fosse in realtà così piccola e insicura
fra le sue braccia. Era un lato
di lei che non aveva mai visto prima, adesso lei gli stava parlando
come mai in
tutta la sua vita.
–
ai miei occhi non sei né un debole né una
femminuccia. –
Derek sorrise
impercettibilmente. – anzi, nonostante tutto quello che tu hai fatto, mi
hai
fatto, credo che- la ragazza si fermò, che cosa pensava? Che
cosa credeva
davvero? Era confusa, tutta quella situazione l’aveva
stordita.
-che?
– l’esortò lui
sperando di sentirle dire quella cosa che più voleva.
-…credi
che sia facile?
Se te lo dicessi mi prederesti solo in giro. – si
staccò da lui e si avvicinò
alla ringhiera di legno del gazebo voltandogli le spalle, sentiva
freddo senza
il suo abbraccio, per la prima volta in vita sua sentì tutto
il peso dei suoi
anni di solitudine adesso che per qualche secondo aveva sentito quel
calore
riempirla dentro.
–
ammesso che tu non lo stia già facendo…
– ricordò
più a se stessa che a lui.
Derek le si
avvicinò,
le sembrava così spaurita. Non l’aveva mai vista
in quello stato. Non poteva
credere che un po’ di pioggia la rendesse così
debole. Poi un altro pensiero
più egocentrico prese il sopravvento. E se lei si stesse
sentendo in quel modo
per quello che aveva appena fatto?
–
Odette, tu mi piaci.
–
–
Certo che ti piaccio…
per farmi dire quello che vuoi sentire diresti di tutto! –
continuò offesa lei.
Derek si
scostò dalla
trave e a passi lenti si avvicinò. – no Odette, tu
mi piaci. – fece una pausa
aspettando che lei parlasse ma non lo fece.
– mi piaci Odette, nell’unico senso che
tutti e due conosciamo. -
Lei lo
guardò negli
occhi e capì che in quel momento lui era serio, troppo
serio. Non doveva
guardarla in quel modo come se le leggesse dentro. Fu costretta a
girarsi per
non fargli vedere il rossore che ormai si era impossessato del suo
viso.
Derek scosse la
testa.
La principessa
si girò
del tutto, aspettando che Derek facesse chiarezza.
In attesa di parole che non arrivarono.
La raggiunse e
attese
che fosse lei ad avvicinarsi.
Le prese il viso
e le
si avvicinò accarezzandole la guancia con un tocco quasi
impercettibile. Stava
succedendo, stava succedendo davvero.
– non
tenterai di darmi
uno schiaffo questa volta? –
- sono sempre in
tempo
– i suoi occhi erano incollati ai suoi, il suo corpo non
rispondeva più ai suoi
comandi, il rumore della pioggia e quei profondi occhi blu
l’avevano fatta
affogare nei sentimenti. Il cuore le batteva così forte che
riusciva a sentirlo
nelle orecchie.
–cosa
succederà adesso?
- chiese lei in un sussurro.
-quello
che tu vuoi che accada.-
Angolo
Autrice:
Quando
quei due si baciarono durante
il ballo, secondo me non fu la prima volta. E allora come fu la prima
volta?
Ecco io l’ho provata ad immaginare ^.^ leggete il prossimo
capitolo e fatemi
sapere cosa ne pensate!