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Autore: lafilledeEris    22/10/2013    1 recensioni
“Tu sei come le attrice francesi dei film che guardo con mamma!”
“Io non sono un'attrice francese, io sono un maschio”. Sebastian si portò le braccia la petto, con fare offeso.
“Ma sei francese!”
“Sono americano!” scandì la parola Sebastian.
“Ma parli francese” gli fece notare Kurt.
“Oui!”
“Sarai il migliore amico”
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.a Sono tornata perché un po' mi mancava tutto questo. L'ansia da betaggio ( Grazie Robs, mio piccolo folletto betatore che alle mie parole “Mi vuoi bene?” mi ha risposto “Che ti serve?”, sei un tesoro <3 ), quella da post pubblicazione, il momento in cui litighi con l'HTML, il fatto che avessi due prompt bellissimi che sembravano essere sprecati per farsi scrivere da me.

Tutte belle cose, insomma.

Ringrazio Valsi_inkheart per il prompt ispirato alla 5x01 che è un What if? in cui Sebastian va a casa di Kurt e gli dice di non sposare Blaine, che è quello della parte terza, mentre il primo è di oneisnone con i baby!kurtbastian.

Mi sono dvertita, lo confesso, nonostante l'angst, soprattutto nell'ultima parte.

Che dire? Sono tornata.

 

 

 

 

We're memories

 

 

 

I. First Look

 

Il bambino davanti a lui lo guardava con cui suoi grandi occhi azzurri, piegava la testa prima destra e poi a sinistra, come se volesse studiarlo.

Tutti gli altri bambini lo avevano preso in giro per il suo accento e per l'erre moscia. Veniva da Parigi, e anche se era americano a tutti gli effetti, era nato e vissuto in Francia.

E lui ci stava bene: aveva la sua bellissima scuola, bambini gli volevano bene. Ancora non capiva perché la sua mamma e il suo papà lo avessero portato via.

Nel frattempo, il bambino dagli occhi chiari non aveva smesso di guardarlo.

In quel momento, gli venne istintivo stringersi ancora di più le ginocchia al piccolo petto.

Il bambino davanti a lui si avvicinò, dopo qualche secondo, gli porse la mano.

Io sono Kurt, Kurt Hummel”.

Sebastian lo guardò corrucciando le sopracciglia e arricciando le labbra. Lui non voleva conoscere nessuno, voleva solo che quelle brutta giornata finisse. Si tirò su il cappuccio della felpa e continuò a non guardare negli occhi il bambino che di diceva di chiamarsi Kurt,

Mi prenderai in giro, come hanno fatto tutti gli altri?”

A Sebastian quei bambini non piacevano. Lo trattavano come se fosse un alieno, come quelli dei cartoni animati che gli piacevano tanto. Ma in quel momento non era tanto sicuro che quegli alieni fossero fighi.

Lui si sentiva diverso, perché parlava in modo diverso per l'accento, perché si comportava in modo di verso stando composto nel suo banco, perché quella mattina un bambino, che da quanto aveva capito si chiamava Dave, gli aveva rubato la gomma per cancellare a forma di dinosauro perché “ con lui quella gomma troppo bella era sprecata”, aveva detto.

Ma Sebastian non aveva pianto, non aveva voluto dargli quella soddisfazione. Lui era un bambino coraggioso, e i bambini come lui non piangono. Aveva stretto forte i piccoli pugni, si era sistemato la felpa, portato verso su il mento e aveva detto “Prenditela pure, mia madre può comprarmene quante ne voglio di quelle gomme”. Però lui sapeva che se non avrebbe mai detto nulla né alla mamma, né al papà; non poteva dire loro che aveva ceduto qualcosa così, senza combattere. Così aveva deciso che avrebbe fatto a meno della sua gomma preferita e ne avrebbe presa una normale.

Io non sono tutti i bambini!” sentenziò Kurt, serio. “ Loro non capiscono che più si è diversi, più si è belli. Noi siamo belli a modo nostro, e se non lo capiscono fattacci loro”.

Kurt si sistemò la spilla a forma di testa di orso sulla giacca a fantasia scozzese.

Ma hai una spilla stramba attaccata alla giacca”.

L'altro fece spallucce, al sentire le parole di Sebastian.

A me piace, e mi piace anche il tuo accento anche se non mi hai ancora detto il tuo nome”. Sorrise, porgendo la mano verso l'altro bambino.

Sebastian” prese la mano e si alzò da terra.

Uh, come il granchio della Sirenetta! Bello!”

A quelle parole, Sebastian arricciò il naso.

Ma non è giusto, perché non esiste nessun cartone con il tuo nome?”

Mio padre ha detto che c'è qualcuno di famoso col mio nome, ma dice che a sette anni sono ancora piccolo per capire alcune cose”. Spalancò le braccia, in segno di scuse. “Comunque” riprese Kurt “ tu non sei americano, vero?”

Stavolta fu il turno di Sebastian di studiare Kurt. Quel bambino non era strano, era fuori dal mondo. Era così particolare, non strano nel senso di pazzo, ma strano che voleva scoprire tante cose di lui, poteva giocarci e anche se ti prendeva in giro, si capiva che scherzava.

Sì, sono americano ma sono nato a Parigi...”Un gridolino estasiato lo interruppe, Kurt lo guardava con aria sognate. “Perché mi guardi così?” domandò sospettoso Sebastian.

In effetti, il bambino lo guardava con tanto d'occhi, le mani giunte e un sorrisino estasiato sulle labbra.

Tu sei come le attrice francesi dei film che guardo con mamma!”

Io non sono un'attrice francese, io sono un maschio”. Sebastian si portò le braccia la petto, con fare offeso.

Ma sei francese!”

Sono americano!” scandì la parola Sebastian.

Ma parli francese” gli fece notare Kurt.

Oui!”

Sarai il migliore amico” sentenziò Kurt, mentre trascinava Sebastian verso lo scivolo “ora però, devi insegnarmi tante cose”.

Sebastian lo guardò sorridente, sembrava cercasse la parole giuste per ricambiare la gentilezza che Kurt gli aveva riservato.

Non è male la tua spilla, sai?”

Kurt se la staccò dalla giacca e gliela sistemò sulla felpa.

Adesso è tua”.

 

 

 

II. First times

 

 

Sebastian!” un colpo di tosse interruppe Kurt, che in quel momento stava inveendo contro un Sebastian troppo intento a tenersi la pancia e asciugarsi le lacrime dal troppo ridere.

Mosse la mano davanti al viso, cercando di riprendere aria. Kurt aveva rischiato di sputare fuori un polmone e lui rideva. Stronzo.

Davvero, dovresti aiutarmi anziché ridere di me!” gli diede un pugno leggere sulla coscia, guardandolo imbronciato.

Quest'idea è stata tua!” gli ricordò Sebastian, appena ripresosi dalle risa e asciugandosi le ultime lacrime. “Perché vuoi imparare a fumare?” Gli prese la sigaretta dalla mani e la finì lui, prima di buttarla nel posacenere.

Kurt fece spallucce.

Lo fanno tutti”.

Alla fine anche Kurt Hummel aveva ceduto: voleva concedersi il vizio del fumo. Il brutto, bruttissimo, pessimo vizio del fumo.

Allora, cosa devo fare?”

Kurt prese la nuova sigaretta fra le dita e la avvicinò al viso, la squadrò strabuzzando gli occhi, finché non la mise fra il naso e le labbra per poi arricciarle.

No Kurt, le rovini, così!” lo rimproverò Sebastian, prendendogli la sigaretta.

Quindi che devo fare?” domandò poggiando la testa sulla coscia di Sebastian, dopo essersi steso.

Sebastian accese la sigaretta e fece qualche tiro. Kurt rimase a fissare quel piccolo cerchio rosso accesso che spiccava sulla labbra dell'altro. Quando Bas allontanò la sigaretta dalle labbra, Kurt rimase in contemplazione dei cerchietti perfetti di fumo che abbandonavano le labbra dell'altro e sparivano nell'aria.

Voglio farli anche io quelli, sembra una cosa figa”.

Alzati” disse a Kurt, “ti verrà meglio aspirare da seduto. E smettila di dire figa, non sei credibile. Lo fai solo per autoconvicenrti che lo sia. Ormai ti conosco.”

Kurt e Sebastian si conoscevano da otto anni e nel corso del loro rapporto aveva condiviso parecchie cose. Come capire che ad entrambi piacevano i ragazzi, scegliere il primo ragazzo con cui uscire che per Sebastian era più di uno, e nessuno di quei ragazzi si erano risparmiati lo sguardo severo di Kurt, scoprire che entrambi non reggevano benissimo l'alcool ( il cappotto Armani di Kurt, di sicuro, non scorderà mai la prima sbronza di Sebastian).

Kurt, adesso ascolta me” disse Sebastian mentre Kurt si portava la sigaretta , ormai a metà, fra le labbra. “Prendi il fumo, stringi i denti e tiri col fiato verso dentro.”

Kurt guardava Sebastian stranito. Piegò il capo di lato, come faceva sempre quando qualcosa non gli quadrava. Per lui continuava ancora ad esserci qualcosa di strambo in tutti quei piccoli gesti. Era tutto uno stringere le dita di qualcosa di davvero piccolo, lasciarsi trasportare dal fumo.

Era facile, una delle poche cose semplice della vita.

Ma sei sicuro che basti?”

Sebastian gli porse la sigaretta.

Devi sentire il fumo che ti attraversa la gola e poi i polmoni”, gli sorrise cercando di essere rassicurante.

Kurt prese la sigaretta e si lasciò guidare dalle indicazioni di Sebastian. Con lui sembrava tutto così facile.

 

 

 

III. Last tears

 

 

“Non devi farlo, se non vuoi”.

Cosa volesse Kurt in quel momento divenne confuso, instabile, insicuro. Si sentiva spaccato in due, col cuore in fiamme e gli occhi pieni di lacrime.

Guardava Sebastian, davanti a lui, completamente fradicio dopo una corsa sotto la pioggia sino a casa sua. Era tutto così complicato, con Blaine che gli aveva chiesto di sposarlo, Sebastian che non voleva.

Cosa volesse Kurt era un grande punto interrogativo. Voleva che il mondo si fermasse, che quella orribile sensazione di nausea che si era impossessato della sua bocca sparisse.

Kurt non voleva stare male.

“Ma io lo voglio”. E fu troppo strano da dire, le parole fluttuarono leggere, quasi impossibili da sentire. Si stringeva le braccia intorno al busto, insicuro, mentre teneva lo sguardo basso e sentiva le ciglia appensantite dalle troppo lacrime.

Non riusciva a guardalo negli occhi. Era troppo difficile, perché lui sapeva che qualcosa stava cambiando. Non tanto loro, o i loro sentimenti. Quelli erano qualcosa di onnipresente – un rapporto fraterno, fatto di piccole cose – e non lasciavano spazio alle domande irrisolte che sarebbe sorte quando il matrimonio sarebbe stato reale – con un anello al dito, con Kurt e Blaine che diventavano una persona sola-.

Ma qualcosa di non precisato, che occupava il proprio spazio nel cuore di Kurt, si fece largo nella sua mente. Quanta distanza ci sarebbe stata fra lui e Sebastian dopo il matrimonio?

“ Sappi che tu dirai di sì, io mi girerò, prenderò la mia strada e non mi vedrai mai più. Perché è giusto così, perché sarete Kurt e Blaine, dove non c'è spazio per me. Lascia che ti dica una cosa, però. Non sentirò la tua mancanza, però non si può sentire quella di qualcuno che ti ha abbandonato, non sentirò dolore se mi dirai che lo sposerai. Forse verrò alla cerimonia e anche se resterò nell'ombra, ma tu mi troverai ugualmente, lo so per certo. Non farà male, ti ricorderà solo ciò che eravamo. Un tempo esistevano Kurt e Sebastian, ma ora non ci sono più”.

Quando Sebastian si voltò verso la porta per uscire, Kurt fu tentato di fermarlo. Ma in quel momento le membra si fecero pesanti e fragili.

E Kurt avrebbe tanto voluto essere una buffa spilla a forma di orso il fumo di una sigaretta. Solo in quel modo avrebbe potuto stare accanto a Sebastian. Per sempre.

   
 
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