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Autore: Human Skeleton    23/10/2013    1 recensioni
La città di Atlanta è già immersa nel sonno mentre presso gli studi televisivi della TheCW si lavora fino a notte fonda. Ma a volte le persone dimenticano che anche loro sono umani, provano sentimenti, soffrono di mal d'amore. E a volte la pressione diventa troppo forte.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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You are my life
 
 
"Ok ragazzi si ricomincia!"
Il set sobbalza in un sospiro, per quelle poche anime rimaste agli studios della TheCW.

2:00 a.m.  Facce stanche, Kevin che era venuto ad assistere alle riprese ma che sta per entrare in catalessi, e Julie che rimane sveglia ed energica come se fossero le tre di pomeriggio.

Ma come diavolo fa? Questo è uno di quei quesiti da leggenda metropolitana che  aleggiano per i set. Ian, solo qualche ora prima, aveva ipotizzato che i suoi intoccabili cupcake di Georgetown fossero saturi della 'polverina magica di Pollon'. Nessuno naturalmente si era mai azzardato ad avvicinarvisi. Insomma, ci tenevano al loro lavoro ma soprattutto alla pellaccia.

"Insomma se sono stata denominata 'The CW queen'(1) non è certo perchè me ne sto a gozzovigliare tutto il giorno!"

Tutti i presenti abbassano lo sguardo, nascondendo così il lampo divertito negli occhi, causato dall'affermazione della bionda paffuta. 
Insomma, decisamente molto poco credibile.

Kevin però non riesce nell'intento e si fa scappare una risatina che assomiglia più ad un singhiozzo soffocato.

Julie lo fissa apatica prima di scaricargli addosso una immane quantità di appunti e di scripts. 

"Ahi!"

"Lavora!"

Questi due insieme sono a dir poco esileranti. Un vero peccato che Kevin continuasse a passare da un set all'altro. "Dovrò pur diffondere il mio genio!" Questa era la scusa utilizzata durante il 'Cosmo Summer Bash'(2)   alla solita domanda di una Nina a dir poco disperata, che desiderava il ritorno del suo mentore.
 
 
Nina si perse in quei pensieri di convenienza, come quei discorsi tra semplici conoscenti che puntano al più e il meno.

Ma non potè evitare di notare la sua presenza ancora per molto. Eppure lei aveva cercato in tutti i modi di stare lontano da lui, almeno fisicamente. Ma evidentemente le leggi della fisica non avevano in simpatia la bella bulgara. 

Nina si era rifugiata sull'uscio di Casa Salvatore, quella casa che ormai lei definiva con la C maiuscola, che ormai sentiva quasi sua. In mano una tazza di Twinings bollente e sulle spalle una snuggie oversize dalle fantasie natalizie.

'Così conciata sembro una bambina' Pensò. L'ultima parola era risuonata nella sua mente con una voce maschile, trasformata dalla rabbia e dal dolore.

'In fondo l'ho sempre saputo che eri solo una bambina' Di nuovo. Nina chiuse gli occhi, quasi come volesse comprimere quel ricordo fino a farlo esplodere, facendolo finalmente scomparire nel nulla.
 
Quella notte. Quella notte in cui tutto il suo universo era andato in pezzi. o forse si era distrutta solo quell'immagine che ancora si riservava a giornali e fan. Non era per la fama, certo che no. I diretti interessati stavano mentendo più a loro stessi che a tutto il resto del mondo, continuando a fingere che tutto andasse ancora bene, che niente fosse cambiato. Ma le persone cambiano. crescono. o si rivelano parti di loro che ancora non conoscevi.

Ma il punto era sempre lo stesso. Età diverse uguale obiettivi diversi. E poi c'era Lei con la sua insicurezza, con la sua paura di non essere abbastanza per stare al suo fianco. Finì per ritrovarsi addirittura in competizione con occhi di giaccio solo per... paura. E poi c'era Lui. Attore, ambasciatore delle nazioni unite per l'ambiente, modello, uomo vissuto. Uomo forte e responsabile. Forse non abbastanza per reggere sulle sue spalle anche le insicurezze di Lei.

Gli ultimi mesi erano stati un incubo. Litigi, discussioni, pianti e... sesso. Tanto sesso. Per non pensare, per liberarsi dalla rabbia nel modo più primordiale e soddisfacente che l'uomo conosce.

E poi è arrivata l'estate. letteralmente. Lui in Russia, 'la guerra di tweet'. Julianne. Derek. Oh Derek. Se solo Ian sapesse che è gay... No. E' l'unico vantaggio che Lei ha su di Lui. La gelosia. Non può permettersi di non tenerlo per le palle almeno sotto quel punto di vista.
 
Nina si lascia scappare un sorriso. Derek... non era il solito amico gay con cui parli di gossip e ti fai le unghie. No. Lui era il classico amico con cui partecipi ai festival, ai concerti rock, compi pazzie, guardi le partite di football esultando come energumeni neanche stessi assistendo dal vivo al Superbowl.

"Che cosa c'è tanto da sorridere, Dobrev?"

Ian si avvicinò a lei.

Tono freddo e distaccato, sorriso sardonico.

Insomma, da presa per il culo.




"Stavo solo pensando al mio soggiorno a L.A. dell'altra notte, Smolder."

Touchè. Ahia. 1 a 0 per Dobrev.

"Grazie, ma nessuno di noi ha intenzione di conoscere i tuoi trascorsi sessuali con il ballerino. Ti facevo più professionale, comunque."

Lo disse con faccia quasi nauseata. Sii professionale? Avrebbe voluto ridergli in faccia. E poi insultarlo. E poi saltargli addosso. Si, decisamente. Gli avrebbe chiuso la bocca e avrebbero entrambi sfogato la propria rabbia.

"Sai dicono che chi sappia ballare sia anche bravo a letto... Aspetta, non ricordo che tu fossi tutto questo talento nella danza..."

Ahia. Ancora più male. In generale per un uomo insultargli 'l'amichetto dei bassifondi' è una vera e propria tragedia. Ritratta. 2 a 0 per Dobrev.

"Eppure non mi sei mai sembrata insoddisfatta mentre mi muovevo dentro di te Looch"

Nina si guardò attorno con occhi sbarrati. Grazie al cielo nessuno stava ascoltando. Il suo cuore aveva sobbalzato alla pronuncia di quel soprannome così intimo che sapeva dei loro risvegli mattutini. La prima volta che l'aveva chiamata così... il loro viaggio a Parigi. E ora pronunciato da quelle labbra in quel modo. Sembrava così... apatico. Come se tutto quello che avevano vissuto, nonostante fosse finito, non lo sentisse più suo.

"Oh Dobrev, non casco così in basso... non come te"

Ian oramai era completamente dominato dalla rabbia.

"Strano, mi sembra proprio che io ti abbia trascinato a fondo con me molto tempo fa."

Ormai ha perso le speranze, è stanca di combattere con la rabbia. La sua e quella del suo uomo. Suo? Perchè lo sentiva ancora suo dopo che la rabbia aveva preso il posto di tutto ciò che erano?

Nel frattempo Phoebe aveva raggiunto il set, terminate le riprese di 'The Originals', per raggiungere Paul.

Peccato che, mentre lei cercava di raccontargli i piani per la serata, Paul l'avesse deliberatamente ignorata, troppo impegnato, infatti, a cercare di leggere almeno il labiale dei due litiganti. Niente. Eppure pensava che gli episodi di 'Switched at birth' fossero serviti a qualcosa. Se solo avesse avuto veramente un udito sovrannaturale... anche se non ne aveva bisogno per capire che i due stavano discutendo. Ancora. Come sempre da due mesi a questa parte.

"Paul mi stai ascoltando?" Phoebe lo riprese con una risatina sommessa, dandogli un buffetto sulla spalla. 

La ragazza si voltò esattamente dove era indirizzato lo sguardo di Paul. 

Sospirò rumorosamente facendo ricadere il viso all'indietro e le braccia esili lungo i fianchi. Stava succedendo. Ancora. Come sempre da due mesi a questa parte. 

"Vai da loro."

Paul non se lo fece ripetere.

"Ehi, che succede qui?"

Il biondo si era alzato e senza dare nell'occhio si era avvicinato in modo fintamente disinvolto alle due figure rimaste immobili una davanti all'altra, intraprendendo una gara di sguardi. Ormai era una questione di forza, di resistenza. Sembravano quasi due bimbi.

"Tutto bene, fratello."

Ian si girò verso di lui, cambiando totalmente espressione, trasformando quelle labbra corrugate dalla rabbia, in un sorriso finto.

Ian lasciò Paul e Nina, camminando verso il soggiorno.

Paul sospirò guardando la ragazza, la quale teneva ancora lo sguardo alto, piazzato davanti a sè come se stesse ancora disputando quella gara di sguardi.

"Non dire niente, ti prego."

Nina se ne andò a sua volta prendendo posizione sul set.

Julie guardò Paul con un aria rassegnata e gli fece cenno con il capo di andare a prendere posizione insieme ai suoi colleghi.

Paul scosse la testa incredulo e aprì le braccia in segno di resa, dopodichè saltò letteralmente sul divano di casa Salvatore e prese posizione, ma con la coda dell'occhio vedeva chiaramente i movimenti nervosi delle mani di Nina che tormentavano la sua ciocca rosa e il finto comportamento disinvolto di suo 'fratello'. 

La situazione stava sfuggendo di mano ad entrambi e oramai era diventato difficile non accorgersene o addirittura rimanere impassibili davanti alle loro interazioni che avevano come risultato solo il peggiorare la situazione la quale non era già di per sè delle più rosee.
"EH... AZIONE!"

La macchina da presa aveva cominciato a girare. Elena che infila l'anello solare all'anulare di Stefan. Damon che arriva con una faccia di uno al quale è morto il gatto. Tutto secondo il programma.

http://www.youtube.com/watch?v=yDx7B38vemE



"Mi ha detto che non abbiamo alcuna possibilità."

Sì. Avrebbero dovuto solo capirlo prima. Come poteva esserci un presente o addirittura un futuro tra loro? Se qualche settimana prima poteva essere rimasto un barlume di speranza, quello spiraglio di luce che avrebbe rischiarito il loro rapporto, beh ora era sparita. E allora perchè era così difficile lasciarsi andare? Perchè era così difficile non essere morsi dal dolore ogni volta che i loro occhi si incrociavano? Troppe differenze, troppe discussioni. Avrebbero dovuto accorgersene prima che quella... cosa diventasse così fottutamente vitale per entrambi.

"E cosa sa di noi?"

E cosa sanno di loro stessi? Oh, sapevano ancora così poco. Uno, un uomo vissuto ma che la prima volta la quale è riuscito ad andare oltre alla scopata ha solo cominciato a conoscere se stesso. E tutto questo solo per lei. Per un imprevisto non calcolato nella sua vita già programmata. Come Damon era l'imprevisto di Elena. Lei, così piccola, dolce e indifesa. E ora... ora guardala Ian. Così grande, forte e combattiva. Così donna. Una donna che non è più tua. E poi c'è appunto Lei. Una Lei di soli vent'anni, così piena di vita della quale non vuole farsi scappare nemmeno un attimo. Forse, più semplicemente, non è il loro momento. 

"Beh, mi ha raccontato cose molto interessanti sui doppleganger, di come sono destinati ad innamorarsi l'uno dell'altro."

Ian si fa scappare-mentalmente si intende-un'infinita serie d'insulti al fatino. Sì, il fatino. Così aveva soprannominato Derek, stando alla testimonianza di un Paul non poco divertito, mentre raccontava i discorsi insensati di un uomo ubriaco che gettava merda su un certo ballerino depilato.

'E così è meglio di me, Nina?'
Ian continuava a chiederselo, questa domanda lo stava consumando. Che cos'aveva in meno di lui?

"In pratica, l'universo ha programmato che tu ti innamori di Stefan, non di me, che significa..."

Potrebbe quindi essere una banale questione di destino

"Che siamo una causa persa qualunque cosa facciamo."

'Quindi siamo una causa persa?'
Quella frase, quella voce rotta nel tentativo di apparire uomo, Nina la sente rimbombare in testa al ritmo dei suoi battiti. E fa male. Fa male al cuore. Quelle parole. Fanno ancora male a distanza di mesi.
 
Ma in fondo è solo una scena. Se lo ripetono, Ian e Nina. Ma in realtà, e lo sanno anche loro, è un'altra operazione a cuore aperto, una realtà travestita da finzione, le loro reali paure camuffate dal coraggio che traspare dal discorso dei loro personaggi, che sono diventati quasi una seconda pelle. Non hai il coraggio di parlare? Beh, fai parlare loro.

"Sto parafrasando."

Esatto. E' quello che sta facendo. Quello che entrambi stanno facendo da quattro mesi a questa parte. 



"L'universo?"

"Parole sue non mie."

"Quindi... è pazza."

"Forse. Forse non lo è."

E loro? Loro erano pazzi. Cosa spinge se non la pazzia due persone a farsi così male quando la soluzione è così semplice?

"Ascolta. So che ho passato gli ultimi giorni a concentrarmi per trovare Stefan, ma questo non c'entra niente con quello che provo per te e non lascerò che l'ex ragazza di Silas di 2000 anni rovini le cose tra noi."



"E io sì invece?"

'E io sì invece?'
Quelle battute erano solo un mezzo per dare il via alla gara. Allora, di chi era veramente la colpa? Chi era 'l'ex di Silas' in questo caso? C'erano miriade di risposte: la differenza di età, la voglia di libertà di Nina, la troppa possessività di Ian... Insomma i due sono completamente gli antipodi. Ma non  è questo che fanno gli opposti? Non si attraggono l'un l'altro? 

"Nessuno mi dice come vivere la mia vita."

'E allora perchè dovresti dirlo TU a ME?'
Nina urlò nella sua mente. Perchè aveva bisogno di limitarla per sentirla sua?

"Nessuno mi dice chi amare, soprattutto una strega vendicativa e assolutamente non l'universo..."

Nella sua mente Ian stava urlando tutto questo direttamente in faccia a Derek, come una di quelle gare che si fanno per vedere 'chi ce l'ha più grosso' e lui stava fottutamente vincendo.

"...e non lascerò che l'idea che qualcun'altro ha del destino mi impedisca di amarti o di stare con te, o di costruire un futuro con te..."

'Nemmeno alle nostre differenze, alla mia possessività, alla mia paura di perderti convertita in un comportamento completamente antisociale...' Ma ora riusciva a vederlo un futuro?

"... PERCHE' TU SEI LA MIA VITA."

Non c'è più nemmeno l'ombra di un pensiero logico nelle loro teste. Nina lo sente, sente che ha davanti a sè Ian e non Damon. Ma non sa se è disposta ad accettare un qualcosa detto indirettamente, nascondendosi dietro uno script. E non sapeva se l'uomo orgoglioso e cocciuto che aveva davanti a sè avrebbe mai avuto il coraggio di far calare le difese. 

Nina si avventò con naturalezza sulle sue labbra ma non aveva la minima intenzione di dargliela vinta e era così stanca che avrebbe voluto solo andare a casa e dormire fino a domani,e quindi si limitò a seguire ciò che era stato programmato negli scripts.

Stefan si sveglia.

Perdita di memoria.

Beh è un risvolto interessante se si pensa com'è finita con Eric Northman(3)

"EH... STOP!"

Nina guardava di sottecchi Ian chiedendosi quanto di quel discorso fosse vero, e se lui avesse capito.
 
La bulgara sta per andare verso Paul quando sente una forte pressione stringerle l'avambraccio la quale la fa voltare violentemente.

Lo scontro è inevitabile. Affogano uno negli occhi dell'altro. 

"PERCHE'?"

Ian continua a stringere sempre di più, nonostante la paura di vedere sgretolata quella figura divina tra le dita... lo inebriava. Tutto di lei era peggio di una droga. Ed era da così tanto tempo che non ne aveva una dose... 

Nina lo guardò come se non avesse capito. Come se lei stessa non si fosse accorta di tutto ciò che era accaduto nell'ultimo quarto d'ora. 

"Non...No-non capisco... I-ian la-lasciami..."

Cerca di apparire decisa e sicura di sè, la piccola Nina...

"Nina... perchè?"

Questa volta Ian assume un tono di voce più pacato, sommesso, quasi... dolce. Abbassa la testa facendola appoggiare sul capo castano di Nina. Ian nota che profuma ancora di casa, la sua Nina. Quel miscuglio di vaniglia e cannella con cui era abituato svegliarsi ogni mattina. Al solo contatto Nina chiuse gli occhi come se facesse troppo male anche solo vederlo davanti a sè.

"Ti prego... ANCORA... SOLO PER QUESTA VOLTA..." 

Ian stringe gli occhi sempre di più in una richiesta disperata. Nina sospira. No. La notte prima del comic-con era già successo, e il ritorno alla realtà dei fatti era stato un trauma. non può permettersi di penare l'inferno solo per sentirsi di nuovo a  casa per una notte. Lei ce la farà. Troverò un nuovo posto da chiamare casa. Anche se non ci crede nemmeno lei, bisogna avere un pò di fede nella vita, no?

"Nina..."

"Lo so..."

Lo sanno entrambi. Andrà sempre a finire così. Loro due che alla fine dei giochi si ritrovano con le stesse domande, gli stessi dubbi. 

E Ian ha così tanta paura. Quella paura egoista, che non lascia scampo a nessun'uomo. non vuole che un uomo veda la sua donna come l'ha sempre vista lui.Lui deve renderla felice. Lui deve essere l'uomo con cui passerà il resto della propria vita. Lui. E non vuole che lei sia felice con un altro uomo, non riesce a sopportare l'idea. Ma passerà ache questa. Si innamorerà di nuovo e riuscirà a vedere Nina sotto una nuova luce. Ian se lo ripete come un mantra mentre lascia sprofondare il viso sul collo diafano di Nina.  

"Vuoto. Mi sento vuoto."

E Nina lo sa. lo sente, lo percepisce. E' ciò che subisce anche lei. E' essere svuotata dall'energia vitale, dalla spinta della vita. Ma passerà anche questo. Lo supereranno insieme? Non lo sa. Ma ciò che sa è che alla fine tra loro due sono queste le situazioni che si presenteranno. Ma in fondo è normale. 

I due furono riportati alla realtà dalla voce di Phoebe che reclamava Nina per trascorrere la sua serata tra donne. 

Le loro pupille tornarono ad una normale dilatazione, il respiro regolare, e i battiti avevano ripreso a seguire il loro giusto corso.

Strano. Avrebbero entrambi giurato fino a quel momento di non aver respirato nemmeno un istante. 

Nina sentiva i muscoli atrofizzati, molli e tremolanti, come se non rispondessero più al  cervello. Ebbe solo la forza necessaria a voltarsi e recuperare la borsa. 

Ian aveva le mani che ricadevano pesanti lungo i fianchi e quell pozze di oceano che fissavano un punto indefinito davanti a sè.

"Allora... ci vediamo domani."


Un sussurro accennato, un tremolio nella sua voce.

Ian annuì, schiarendosi la voce e riscuotendosi dallo stato di trance momentaneo in cui era stato gettato dalla valanga di emozioni. Lui un uomo maggiorenne e vaccinato che ogni volta era costretto ad affrontare quelle montagne russe di emozioni solo per... solo per lei. Se qualche anno fa gli avessero descritto una situazione del genere non ci avrebbe creduto. Non credeva possibile che una donna l'avesse distrutto così tanto. Ma con lei era tutto imprevedibile, una continua altalena emotiva. Insomma, sembrava una ragazzina di 13 anni, in preda a tempesta ormonale. E lui... lui non poteva permetterselo. Forse era giusto così, la differenza era decisamente troppa... e lui forse non era così coraggioso come credeva.

Nel frattempo Nina si era già avviata verso l'uscita del set dove una Tonkin tirata a lucido e con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia la stava aspettando, facendo risuonare nervosamente i suoi tacchi vertiginosi.

"Phoebe..." Nina si sentiva distrutta. 

"Ah-ah. Niente scuse. Stasera si va a chupitos!"

 Nina sorrise, rassegnata ma allo stesso tempo sollevata.

"Grazie."

"Sono qui per te Neens."

Le due si allontanarono a braccetto mentre Phoebe le raccontava di un certo scherzo che Joseph aveva fatto a Claire alla quale aveva causato un mezzo infarto. Cavolo, quanto le mancavano quelle due teste calde...

Nina pensò che in fondo non importava come sarebbe andata. Domani era un altro giorno. Per il momento voleva pensare solo a se stessa, alla meravigliosa confidente che aveva al suo fianco e alle partite di football con Derek. Era solo questione di abitudine. Se ne sarebbe fatte altre, avrebbe fatto nuove esperienze. Sarebbe andata meglio. 

Probabilmente i loro percorsi si sarebbero divisi. Nina sorrise tra sè e sè... 

'L'universo è contro di noi...'

E anche loro stessi. Ma loro sono sempre andati contro tutto e tutti. E non importava quanto tempo ci sarebbe voluto. Prima o poi sarebbero andati anche contro loro stessi per tornare assieme.






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NOTE
(2) Il 'Cosmo Summer Bash' è stato l'evento organizzato per festeggiare la copertina della rivista 'Cosmpolitan USA' in cui appare Nina. Alla festa ha realmente partecipato anche Kevin Williamson, insieme ad altri membri del cast.
(1)  Nel seguente articolo Julie Plec viene per l'appunto definita la regina della rete http://www.latimes.com/entertainment/tv/showtracker/la-et-st-julie-plec-vampire-diaries-originals-tomorrow-people-cw-20131020,0,7939025.story#axzz2iUQLEnl8
(3) Eric Northman è il vampiro della serie tv targata HBO "True Blood" che durante la quarta stagione perde la memoria. 

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Angolo Autrice
Buongiorno popolo di EFP. Solitamente non mi permetto mai di scrivere della vita privata degli attori ma quando ho visto questa scena ho stoppato e li ho guardati entrambi. E questo è ciò che ho sentito e pensato. E pensare che solitamente ho gli occhi foderati di prosciutto quando si tratta di queste situazioni.
Spero che vi piaccia e che lasciate delle recensioni, ache negative, dato che non sono molto convinta del risultato e penso che un confronto con altre persone che scrivono sia d'obbligo.
Alla prossima.






 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 




 
 
 
 
 
 



 
   
 
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