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Autore: PurpleStarDream    23/10/2013    3 recensioni
Partecipa al primo contest di Efp Madness.
Su insistenza di Thor e Loki, incuriositi dalle festività midgardiane, Tony acconsente a portare nella Tower un vero albero di Natale e a decorare sia l'abete sia la casa. Durante i preparativi, Tony compie un'azione che, secondo le tradizioni di Asgard, viene interpretata come una formale proposta di matrimonio nei confronti del dio degli inganni.
Thor non ha intenzione di lasciare correre, e comunica al miliardario che, per non disonorare la sua famiglia e quella con cui si legherà, deve assolvere i suoi doveri e prepararsi alle nozze con Loki.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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HONOUR YOUR TRADITIONS

 

 

 

-Questa festa di “Natale” assomiglia molto alla celebrazione di Yule che facciamo ad Asgard- vociò Thor, con un gran sorriso che andava da un orecchio all’altro, tenendo Jane sottobraccio. Accanto a lui, il suo fratellastro Loki se ne stava a braccia incrociate con una maschera di noia sulla faccia. I Vendicatori, tutti riuniti nella Stark Tower, non chiesero cosa fosse Yule, troppo impegnati ad addobbare la sala comune, al fine di soddisfare le richieste dei due asgardiani di sapere come si celebrasse il Natale sulla Terra. Nessuno di loro degnò Loki di uno sguardo.

Da quando Thor aveva assicurato loro che il fratello non sarebbe stato più un problema ma che, anzi, si sarebbe potuto rivelare un alleato prezioso (ovviamente sotto la sua stretta sorveglianza), Thor se lo portava dietro ovunque.
La festa di Natale non faceva eccezione. Il biondo asgardiano, incuriosito come un bambino dalle tradizioni midgardiane e, se possibile, altrettanto eccitato, aveva insistito con il padrone di casa, Tony Stark alias Iron Man, per festeggiare la ricorrenza che sarebbe caduta di lì a poco, in quegli stessi giorni di Dicembre in cui, nel suo paese nativo, si festeggiava lo Yule.

-Com’è la festa di Yule?- domandò curiosa Jane, osservando il biondone dal basso in alto.

L’uomo le sorrise. –Addobbiamo un albero come questo in modo molto simile, ma con oggetti diversi: frutta, doni... Poi si festeggia per almeno due settimane; si mangia e si beve a volontà per celebrare il solstizio d’inverno.-

-Al vostro paese non si usa aiutare a decorare l’albero?- si lamentò Tony, schivando Steve e Bruce, gli unici che si degnassero di dargli una mano dopo che aveva accettato di portare nella Tower un vero pino che seminava aghi su tutto il pavimento. Natasha se ne stava beata in un angolo del divano a guardare la televisione, e Clint, per solidarietà, si era aggregato a lei con un pacchetto di patatine. Tra uno scricchiolio e l’altro, mentre uno mangiava l’altra cambiava canale: probabilmente in tv non c’era niente di interessante.

-Ti aiuterei volentieri, Uomo di Metallo- disse Thor, con una certa espressione di rammarico che Tony avrebbe giurato essere falsa. –Ma non conosco le vostre tradizioni. Jane mi stava giusto spiegando come funziona questa festa qui da voi.-

Tony vide Loki sghignazzare in silenzio e si accigliò, strappando un ramo un po’ secco e gettandolo da una parte. Poi ne adocchiò un altro, ancora verde ma che doveva essersi spezzato durante il trasporto, e ora penzolava dal tronco minacciando di ingiallire e riempire il pavimento di nuovi aghi da spazzare. Era un vero peccato che non potesse portare Dummy a quel piano per dare una pulita. Afferrò dunque il ramo in questione e diede uno strattone. Quando si staccò, Tony si diresse verso il dio degli inganni, deciso a prendersi una piccola, innocua, e decisamente appropriata vendetta. Quando fu a due passi da lui, ignorando l’espressione confusa dell’altro, gli mise direttamente tra le braccia incrociate quel ramo di implacabile verdura e disse: -Vedi di renderti utile e butta via questa roba, Piccolo Cervo, così finiamo di sistemare queste inutili decorazioni e posso tornare al mio lavoro.-

Fece per andarsene, ma si accorse che Loki aveva spalancato gli occhi con un’espressione di orrore. Thor lo aveva presto imitato, osservando incredulo il ramo che l’altro teneva tra le braccia.

-Beh? Che avete voi due?- fece Tony spazientito. Certo, avrebbe voluto che lo aiutassero almeno a dare una pulita, visto che erano stati loro i primi a insistere perché si festeggiasse nel modo tradizionale, ma che facessero quella faccia, proprio non…

-Uomo di Metallo…- annunciò Thor, dopo aver recuperato il sorriso. –Congratulazioni.- Lasciò Jane, completamente sola e spiazzata, e andò a stringere la mano al moro, con una presa da venditore di auto che sapeva aver concluso un affare vantaggiosissimo… per lui.

Il miliardario si lasciò sbattere il braccio in su e in giù almeno tre volte prima di riuscire a chiedere spiegazioni. –Congratulazioni per cosa? Non dirmi che tu non hai mai considerato l’idea di far muovere il culo a tuo fratello, perché…-

Loki lo bloccò con uno sguardo gelido, stritolando il mazzo di rami di pino che aveva in mano. –Temo che non si riferisca a questo, Stark.-

-Ad Asgard, donare rami di abete a qualcuno equivale ad una formale proposta di matrimonio- spiegò Thor, dando una pacca sulle spalle a Tony. Quest’ultimo boccheggiò, un po’ per il colpo alla schiena, un po’ per l’assurdità di quella situazione. Alle parole di Thor, gli altri vendicatori cessarono ogni attività, persino Natasha spense il televisore: ecco che si era presentato uno spettacolo assai più interessante.

-Che? Non credo di avere capito bene- tentò Tony, ma purtroppo per lui aveva capito fin troppo chiaramente.

-Hai fatto una formale proposta di unione a mio fratello. Da dove veniamo noi il matrimonio è un affare molto serio, e viene considerato sacro. Ecco perché mi aspetto che tu non ti rimangi la parola, Uomo di Metallo.-

Thor lo fissava ora con l’aria a metà tra l’allegro e il serio, ma Tony si rifiutava di farsi giocare in quel modo.

Il miliardario fece un salto indietro, portando le mani all’altezza del petto. -Ehi, non scherziamo!- protestò. –Io gli ho solo messo in mano uno stupido ramo, non ho detto né fatto nulla di compromettente. E poi non voglio sposare tuo fratello!-

Probabilmente aveva visto male, ma gli era parso di notare la traccia di un’espressione ferita sul viso di Loki. Non ci fece troppo caso, però, troppo impegnato a togliersi dall’impiccio in cui si era malauguratamente andato a cacciare.

-Ma non puoi rimangiarti la parola data, figlio di Stark- insisté Thor, cercando di venirgli incontro mentre questi, ogni volta che il dio faceva un passo avanti, ne faceva due indietro.

-Non ho dato nessuna parola! E poi io non conosco le vostre stupide tradizioni, non mi potete costringere a sposarmi con questo psicopatico, che, vi ricordo, fino a pochi mesi fa era nostro nemico.-

La stessa espressione mesta si fece un po’ più ampia sul viso del dio degli inganni, ma venne subito mascherata dalla sua famigerata aura di freddezza.

-Forse dovremmo parlare di questa cosa con Fury…- consigliò Steve, che aveva assistito a tutta la scena in religioso silenzio. Jane e Bruce erano senza parole, e Clint stava dividendo le sue patatine con Natasha, che ne pescava grosse manciate dal sacchetto come se fossero a un cinema.

-No!- gridò Tony. –Questa cosa si risolve qui e subito. Che mi dici di lui- additò Loki, che, lontano dagli altri, sembrava essersi isolato dal mondo. –Non ha voce in capitolo? Scommetto che neppure lui vuole sposare me.-

-Lascia che ti spieghi Tony- disse Thor, con molta più calma di prima e usando il suo nome di battesimo; il dio lo faceva di rado, spesso quando voleva apparire particolarmente serio e rassicurante. –Il matrimonio su Asgard è un contratto. In genere il futuro sposo fa una proposta formale alla famiglia della sposa, e poi i parenti di lei si accordano per garantire l’unione. Non c’è differenza di sesso, perché si considera lo sposo quello che si fa avanti per primo. Tu ti sei proposto come futuro marito, ed essendo Loki sotto la mia responsabilità, sono io il parente maschio più prossimo, e personalmente approvo questa unione. Devi sapere che da dove veniamo noi, il matrimonio è un accordo tra due famiglie, implica cioè che due clan vivranno in armonia, si aiuteranno a vicenda nel momento del bisogno… equivale ad un accordo di pace. Penso che noi e Midgard ne avremo davvero bisogno…-

-E allora sposatevi tu e Jane!- gridò ancora Tony.

-Stark,- iniziò Loki, che fino a quel momento si era tenuto in disparte. –Mio fratello insiste perché questa unione si celebri in modo tale da avere la sicurezza che i rapporti tra noi e Midgard siano pacifici sotto ogni punto di vista. Se mi sottomettessi a te non avrei più la stima di nessuno, nessun esercito vorrebbe più combattere per me.-

Il suo sguardo era amaro, e per la prima volta, Tony si accorse che quella decisione lo aveva scioccato, ma per lui doveva essere ancora più umiliante: dopotutto, non era cosa da tutti i giorni essere considerato la “sposa”.

-Ma… Ma tu non puoi…- cercò di convincere Thor, di togliergli dalla faccia quell’irremovibile espressione di autorità.

-Sentite, e se Steve avesse ragione? Potremmo chiedere a Fury che ne pensa- propose Bruce, sistemandosi nervosamente gli occhiali.

-Lui sarebbe d’accordo con Thor- fece notare Tony, -Solo per mantenere rapporti pacifici e avermi fuori dai piedi mi farebbe sposare anche un… com’è che si chiamano quelle vostre bestie asgardiane?-

-Pentapalmi?- lo aiutò Thor.

-Esattamente, quei cosi lì… Comunque, non è che potremmo discuterne da persone adulte e civili? In fondo si è trattato di un grosso malinteso…- implorò il miliardario, notando che tutti sembravano essere contro di lui, e chi non lo era non stava certo dalla sua parte, preferendo, nel dubbio, astenersi.

-Chiamiamo Fury- decise il Capitano, e stavolta non fu un consiglio, bensì un ordine.

 

 

La conversazione di per sé fu breve, più di quanto Tony si sarebbe aspettato. Superato lo shock iniziale, il direttore dello Shield non solo aveva dimostrato di gradire molto l’inaspettata notizia, intravedendo un futuro di pace e tranquillità ottenuto con un’azione così semplice (se solo ci avesse pensato prima…), ma aveva anche incitato Stark a darsi una mossa, e fare il suo dovere di gentiluomo, aggiungendo, con una nota di scherno, che le tradizioni vanno rispettate.

-Ma non sono le mie cazzo di tradizioni!- aveva urlato Tony, poco prima che la conversazione si interrompesse e lasciasse tutti con l’inequivocabile certezza che quel matrimonio si sarebbe celebrato, in un modo o nell’altro.

-Senti, Uomo di Metallo,- disse piano Thor, cercando di consolarlo. –Perché non lasci che ti spieghi come funziona il rito nuziale da noi? Potrebbe non sembrarti così male, una volta abituato all’idea.-

Lo sguardo del biondo era incoraggiante, alzava le sopracciglia come per cercare di convincere un ragazzino pauroso che farsi cavare un dente fosse una passeggiata. Non trovando appoggio alcuno dai suoi compagni, i quali avevano abbandonato persino le preparazioni per il Natale, non sapendo davvero cosa dire o cosa pensare di quella situazione, Tony si arrese, e seguì il semidio, lasciando il suo futuro consorte nel salone con gli altri. Magari, se non ci avesse pensato, nei giorni seguenti sarebbe scomparso insieme al problema.

 

 

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-Siccome stai per sposarti,- esordì Thor, stravaccandosi sul divano della stanza di Tony come se fosse casa sua. -Dovremmo discutere il prezzo della sposa.-

-Prego?- Tony fece tanto d’occhi, un po’ del whiskey che si stava versando finì per formare un laghetto sul mobile bar. Loki, seduto accanto al fratello, sembrava godere della vista di lui in difficoltà.

-Immagino che voi abbiate qualcosa di simile: Jane ha detto che si chiama “dote”. Da noi invece è il futuro marito che paga alla famiglia della sposa un prezzo prestabilito, in metalli preziosi o bestiame.-

-Ah, quindi oltre al danno la beffa! Non solo sono costretto a sposarmi, ma devo anche pagare per farlo. E che cosa preferiresti, sentiamo, una mandria di mucche o un conto alla Federal Reserve?-

-Io preferirei dei gioielli, preferibilmente smeraldi. Non saprei cosa farmene di capi di bestiame a New York- scelse Loki, con molta sicurezza.

-Perché? Ti trasferirai qui?- inorridì Tony.

-Sei tu che mi hai fatto la proposta, quindi ti impegni anche a mantenermi. Ed io voglio vivere bene, quindi assicurati che in questa torre ci sia tutto ciò di cui potrei avere bisogno- sogghignò il dio degli inganni, gli occhi verdi che scintillavano di malizia.

Tony versò il liquore con stizza. –Mantenerti?! Sai cosa ti dico? Io…-

-Coraggio. Mio fratello può sembrare incapace di ragionare, ma non è cattivo, in fondo.-

-Molto in fondo- sottolineò il miliardario, tenendo d’occhio Loki e vuotando il suo bicchiere. Ne aveva davvero bisogno.

-Mi dispiace per quello che ha combinato su Midgard, ma stai pur certo che non ci riproverà più. Sposando te non ne avrebbe l’occasione, lo hai sentito.-

Tony si fece pensoso. Poggiò un gomito sul tavolo e chiese: -Ma tu sei disposto a vendere tuo fratello al primo venuto per assicurare al tuo paese una, lasciamelo dire, assolutamente poco credibile stabilità?-

-Potreste evitare di parlare come se io non fossi presente?- soffiò Loki, gonfiandosi come un gatto disturbato dal suo sonnellino.

Thor lo ignorò, e guardò per terra, imbarazzato. –Messa così suona davvero male. Non lo sto vendendo, sto semplicemente assicurandomi che abbia un avvenire. Non credo che al mio paese ci sia qualcuno disposto a condividere la sua vita con lui, e sulla Terra neppure, una volta che si sarà saputo quello che ha fatto. Senza contare che finché resterà solo sarà vulnerabile, io non potrò proteggerlo per sempre, e dubito che il resto della famiglia reale lo farebbe.- Tornò a guardarlo con un filo di speranza negli occhi. –Tu e lui invece vi assomigliate molto. Ho pensato che, data la situazione, non sarebbe stato sbagliato approfittarne. Non costringermi a vendicare l’onore ferito della mia casata, figlio di Stark; proporre il matrimonio a una persona e poi tirarsi indietro insulta tutta la sua famiglia.-

Tony stritolò il collo della bottiglia di Jack Daniels. -Ma si è trattato solo di un banalissimo sbaglio, non è possibile che tu la prenda così sul serio.-

-Senti, perché non dai a mio fratello una possibilità? Può darsi che ti piacerà stare con lui, potreste scoprire di avere molte cose in comune.-

-Se lo dici tu…-

-Stark, so che questa situazione non ti va a genio, ma ormai siamo legati, quindi tanto vale vedere se riusciamo a cavarne qualcosa di positivo- fece Loki, tutta la malvagia furbizia sul suo volto rimpiazzata da qualcosa che Tony non riuscì a definire. Non gli sembrava possibile che quell’individuo si arrendesse tanto facilmente, era assurdo. O aveva un piano per sottrarsi a quell’impiccio oppure c’era sotto qualcos’altro. In entrambi i casi, Tony era determinato a scoprire di cosa si trattasse e salvarsi da quel matrimonio combinato. Il tempo di riprendersi dallo shock e allora…

-Proveresti a passare qualche giorno con lui? Puoi farlo durante la mattina, dato che una delle nostre tradizioni prevede che gli uomini dei due clan che stanno per unirsi, incluso lo sposo, festeggino il fidanzamento con almeno tre giorni di festa, durante i quali si passano le serate a bere birra, l’alcoolico preferito dalla nostra comunità. Durante il giorno conoscerai il tuo futuro sposo, e la sera la passerai con me. Ti spiegherò tutto quello che dovrai sapere.-

Tony non era esattamente entusiasta, ma la prospettiva di annegare quell’assurda situazione in un fiume di birra era interessante, perciò accettò. –Finalmente una tradizione che mi piace. Va bene, facciamo come dici tu, ma solo la parte della birra, però. Ho voglia di sbronzarmi e capire perché i matti li trovo tutti io.-

Loki, con l’onnipresente espressione strafottente stampata in faccia, -Cerca di non esagerare, però. Non voglio un marito ubriacone.-

-Fatti i cazzi tuoi! E ricordati che sono io lo sposo, quindi andrò a fare qualunque cosa le vostre stupide tradizioni prevedano che faccia lo sposo.-

-Vedo che ti stai abituando all’idea, Uomo di Metallo. Sono contento- sorrise Thor.

-Sai dove puoi andare, anche tu?-

Thor non lo seppe mai, perché vennero interrotti dal furioso ticchettio di tacchi sul pavimento, quindi da una porta che veniva spalancata con ferocia.

-Tony!- strillò una voce femminile.

-Pepper? Sei tu?- domandò Tony, stanco da morire, e non erano ancora le sei di sera.

-E chi ti aspettavi? Il tuo fidanzato?- ringhiò lei, entrando come una furia nella sua stanza e, apparentemente, portandosi dietro un po’ del gelo proveniente da fuori. I due fratelli asgardiani sembravano parte del mobilio se paragonati alla donna dai capelli rossi che, con quell’aura di rabbia attorno a lei, aveva fatto la sua comparsa oscurando tutto il resto.

-Accidenti, lo hai saputo da Fury o da Capsicle? E’ incredibile come le notizie corrano in fretta.-

-No, sai cosa è incredibile?- soffiò lei, con i pugni sui fianchi –Che io e te siamo stati fidanzati una anno intero e a malapena abbiamo avuto un appuntamento decente. Adesso invece, vedi un uomo di cui non sai assolutamente nulla se non che è un pazzo criminale e gli chiedi addirittura di sposarti.-

-Pepper, so di essere inaffidabile sotto molti punti di vista, ma neppure io sono così avventato. Ti assicuro che non è affatto come può sembrare.-

-Ah, no? E allora com’è? No, non rispondere, non voglio saperlo. Basta che tu non ti rivolga a me per organizzare il matrimonio, Mr Stark.-

E detto questo gli mollò un ceffone e se ne andò nella direzione da cui era venuta, lasciando i tre uomini a subire gli effetti della sua sfuriata.

-Sembra che Lady Pepper non sia molto entusiasta all’idea di ricevere un invito…- ponderò Thor. Loki, accanto a lui, si mise a ridacchiare. –Su Asgard sarei stato invidiatissimo: sposo un uomo che ci sa davvero fare con il genere opposto.-

-Con te farò i conti dopo- fece Tony, massaggiandosi il segno rosso sulla guancia, sperando che non rimanessero i segni delle dita e ringraziando il cielo che Pepper non portasse anelli.

-Era un complimento, Stark.-

-Thor, non dovevamo andare a bere qualcosa?- domandò il miliardario ignorandolo, incline più che mai ad onorare l’unica tradizione di quello stupido mondo che considerava in qualche modo utile.

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Il bar dove lo aveva trascinato Thor era talmente rumoroso che solo piegando la testa fin quasi a sfiorare le labbra dell’altro con l’orecchio Tony riusciva a sentire quello che il dio diceva.

-Dunque, ti stavo spiegando…- disse Thor, interrompendosi di tanto in tanto per scolarsi un boccale che avrebbe potuto tranquillamente contenere tre litri di birra. –Ciò che pagherai per sposarti con Loki non lo perderai in nessun modo. Tutto quello che offre il futuro marito va alla moglie, e di conseguenza alla coppia. E’ un modo simbolico di assicurarsi una vita tranquilla insieme. Senza contare il fatto che Loki verrà a vivere con te, perciò non ci saranno problemi per i tuoi affari, anzi, credo che potrebbero addirittura migliorare.-

Non sembrava che l’alcool facesse particolare effetto al dio del tuono; Tony, dal canto suo, sperava di arrivare alla fine della serata il più ubriaco possibile, se non altro per dimenticarsi quella situazione da incubo che una sciocchezza aveva scatenato. Prese una lunga sorsata dal suo boccale.

-Perché non è venuta anche la futura sposa?- lo canzonò con il tono poco convinto di chi sta per sentirsi male per il troppo bere.

-Loki non ha il ruolo canonico che i maschi hanno nel matrimonio. Questi festeggiamenti sono riservati allo sposo e agli uomini delle due famiglie, ecco perché ho invitato anche i nostri compagni.- Fece un cenno verso Bruce, Clint, e Steve, che ricambiarono e tornarono a dedicare la propria attenzione agli alcolici davanti a loro, con la sola eccezione dell’arciere che, dal fondo del bancone del bar, gridò un festoso: -Congratulazioni Stark!- al quale il moro rispose alzando il dito medio e tornando ad annegare le sue delusioni nella birra.

-E che cosa fa la sposa da voi, allora?- chiese Tony.

Thor parve indeciso. -Beh, di solito passa queste giornate con la madre, sorelle o amiche di famiglia. Fanno le stesse cose che facciamo noi, solo che le fanno con le loro amiche.-

Tony bloccò il suo braccio a mezz’aria, e fece ricadere sul piano il boccale di birra senza averla bevuta. Dubitava fortemente che Loki avesse degli amici con cui passare quella sottospecie di festa di addio al celibato, e più di tutto dubitava che Pepper e Natasha, le donne di casa, come le avrebbe definite Thor, gli facessero in qualche modo compagnia.

Significava che Loki era solo, nella Stark Tower, nell’appartamento riservato al fratello per quelle sue visite obbligate sulla Terra al fine di vedere la sua bella Lady Jane e svolgere i suoi doveri di Avenger.

Il miliardario pensò di avere ragione ipotizzando che neanche il dio degli inganni fosse particolarmente entusiasta di quella situazione, nonostante il suo modo di fare strafottente. Di sicuro la vedeva come l’ennesimo tentativo di suo fratello di limitarlo, o tutt’al più di controllarlo meglio; poteva avere un senso: invece di sbatterlo in una prigione lo avrebbero umiliato mettendolo sullo stesso piano di una damigella in età da marito, barattata per il giusto prezzo come una merce di scambio. Onestamente, Loki aveva ragione: quale esercito si sarebbe più fatto comandare da un tipo così?

Magari, solo magari, pensò Tony, Loki conosceva qualche stratagemma per evitare le tanto malvolute nozze. Forse se ci avessero pensato insieme avrebbero trovato un modo per salvarsi da quella che prometteva di diventare la situazione più imbarazzante e complicata della sua vita.

-Senti, Thor…- Stava per dirgli che non se la sentiva di restare oltre, ma il dio del tuono era già scomparso, diretto verso la loro comitiva, con l’intento di rendere onore alla tradizione e far ubriacare come si deve anche gli altri. Con Steve sarebbe stata un’impresa disperata, visto che il siero del supersoldato gli impediva di godere di una sbronza epocale come quella progettata da Thor. In tutta quella confusione, Tony ipotizzò che l’assenza del festeggiato sarebbe passata totalmente inosservata, e quindi si alzò, barcollando sulle gambe ma ancora troppo lucido per i suoi gusti, e uscì dal locale.

L’aria pungente dell’inverno lo colpì come uno schiaffo, risvegliandolo dal debole torpore in cui, per un benedetto attimo, era caduto. Dovunque vide decorazioni natalizie, pupazzi di neve creati da dei ragazzini agli angoli delle strade, ma soprattutto gli odiati abeti, la fonte di tutte le sue disgrazie presenti.

Decise che per ignorarle avrebbe fatto bene a chiamare subito un taxi, e non appena notò una colonna di auto gialle si diede da fare sbracciandosi come uno che sta per annegare, al fine di attirare l’attenzione di un’autista compiacente.

 

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Loki se ne stava al buio, nella camera riservata a suo fratello, a guardare la televisione. Si era concentrato su quello che i midgardiani chiamavano film, una specie di storia interpretata da attori molto simile al teatro che c’era da loro, solo che questo poteva essere visto da molte persone, in molti luoghi diversi, e soprattutto nel periodo desiderato. Il film in questione era molto triste e cupo, ma gli stava insegnando parecchie cose sul mondo che aveva cercato di distruggere. Forse Thor aveva ragione quando diceva che i midgardiani nascondevano delle inaspettate qualità.

Distolse lo sguardo dalle immagini solo quando sentì la porta aprirsi.

Il suo primo istinto fu di prepararsi ad attaccare ogni possibile intruso, ma poi si ricordò di non essere più ad Asgard, e nemmeno a Jotunheim, e si rilassò, giusto in tempo per vedere Tony Stark barcollare nel buio verso di lui, inciampare in una sedia e maledire tutti gli dei che conosceva, lui incluso.

-Maledizione!... Jarvis, luci!-

La stanza divenne di colpo luminosa, e Loki strizzò gli occhi per vederci meglio. Quando riuscì a riadattare la sua vista si sentì sobbalzare sul divano, dato che Tony lo aveva raggiunto e ci si era appena lasciato cadere sopra.

-Devo parlarti…- esordì. Dall’odore che emanava il suo fiato Loki capì immediatamente da dove provenisse.

-Hai già finito di festeggiare con Thor?- domandò il semidio.

-Sono andato via prima, perché… Perché immaginavo che fossi solo, e dovevo parlarti- biascicò il miliardario.

-Non è difficile indovinare che fossi solo, vero?- fece Loki, con un sorriso amaro.

Preso in contropiede, Tony cercò di ragionare con lui. –Senti, lo so che neanche tu sei contento di questo matrimonio organizzato, vedere che la propria volontà non è minimamente considerata non piace né a me né a te.-

-Non è che mi resti molta scelta- dichiarò Loki, giocherellando con il telecomando e spegnendo la tv.

-Ma deve pur esserci qualche stratagemma per annullare questo stupido accordo. Io so che tu sei intelligente, non come me, certo, ma fai la tua parte. Non posso credere che ti lasci manovrare in questo modo da tuo fratello.-

-Ti fa così schifo l’idea di sposarti con me?- domandò di colpo Loki, con espressione indecifrabile.

L’altro rimase sinceramente spiazzato. Si sarebbe aspettato di tutto, ma non un’uscita del genere. –Io… Non fraintendere, tu non hai niente che non vada, sei pure bellino… Ma non sono pronto per il matrimonio, soprattutto non sono pronto per il matrimonio con qualcuno che non conosco e che appena qualche mese fa ha cercato di farmi fuori.-

-Le cose sono cambiate…- disse Loki, rigirandosi il telecomando tra le mani e non guardandolo in viso.

-Oh, certo! Se non ricordo male mi hai buttato fuori dalla finestra di un grattacielo. Perdonami se faccio fatica a dimenticarmene.-

Loki sbuffò una risata, poi cominciò a ridere davvero. –Però c’è da dire che sei caduto con molto stile.-

-Ah, Ah! Divertente. Se ti piacciono i tuffi dovresti guardare le Olimpiadi, Piccolo Cervo- rispose Tony sarcastico, ma con l’ombra di un sorriso vero. Era la prima volta che vedeva l’altro ridere, e doveva ammettere che, in quel momento, non sembrava davvero un pazzo traditore, ma un ragazzo normale, con dei sentimenti esattamente come gli altri.

-A parte questo, però hai già trovato due aspetti positivi di me- fece notare Loki.

-E cioè?-

-Che sono bello e intelligente.-

Il miliardario restò senza parole. Non riusciva proprio a capire dove l’altro volesse arrivare.

-Anche io penso che tu sia intelligente, è una qualità che apprezzo nelle persone, specie dopo essere cresciuto circondato da guerrieri che avevano i sassi al posto del cervello.-

-Siamo passati a farci i complimenti adesso?-

-Dovremmo sposarci, sarà il caso di conoscerci un po’.-

-E daglie!- sbottò Tony, mettendosi le mani nei capelli. –Non dirmi che ti sei arreso a questa stupidissima decisione?-

-Non so qui da voi, ma su Asgard le tradizioni sono molto rigide, ed io resto sempre un prigioniero. Se fossi stato libero avrei avuto voce in capitolo, ma non lo sono. Credo che questa sia la soluzione migliore per tutti.-

-Non per me.-

Lo sguardo che gli riservò Loki si fece ferito, lo stesso che aveva visto quella sera. –Non ti preoccupare. Potrebbe essere uno dei tanti matrimoni di facciata. Sei tu quello che fa la parte dell’uomo, dopotutto; quando saremo uniti potrai spassartela con tutte le ragazze che vorrai, non avrò il diritto di dirti niente.-

-Ma che razza di ragionamento sarebbe? Non funziona così un matrimonio- proruppe Tony, improvvisamente scioccato da quel modo di pensare.

-Su Asgard sì. Fintanto che una coppia riesce a generare dei discendenti non importa con quante donne va a letto il capofamiglia. Noi, poi, che siamo due uomini, avremmo più un accordo politico che un vero matrimonio, quindi varrà ancora meno dal punto di vista sentimentale.-

-Ma… Ma per chi mi hai preso? D’accordo, sono un playboy, ma non mi metterei a tradire la persona che ho sposato.-

Cominciava ad averne abbastanza di tutte quelle scemenze. Lui non era asgardiano, dopotutto.

-Non ti preoccupare. Nessuno ti biasimerà se mi tradirai, non sei tu quello nato per ingannare, e non hai neanche nessun obbligo di amarmi. Nessuno lo ha mai fatto, perciò tranquillizzati.-

-Beh… Thor ti vuole bene…-

-Lui non ha tutte le rotelle a posto.-

-Senti chi parla…-

-Dico sul serio, non avrai obblighi verso di me: sono orfano, quindi non ci saranno genitori da compiacere, e sono di gusti semplici, vivere qui con qualcosa da leggere mi andrà bene.-

-Ma non eri tu che volevi smeraldi, gioielli, una casa comoda?- lo prese in giro Tony, con un sorrisetto. Loki lo ricambiò, imitandolo come in uno specchio. –Anche se sono un prigioniero sono pur sempre un principe, le cose che sono semplici per me sono lussuose per gli altri, e correggimi se sbaglio ma anche per te è lo stesso.-

Tony si lasciò dondolare sul divano, voltando la testa per osservarlo meglio. –Devo ammettere che non riuscirei a vivere senza i miei giocattoli.-

-Lo vedi? La pensiamo allo stesso modo su molte cose. Non dovrai neanche preoccuparti di non farmi mancare nulla: tutto quello che posso volere sono le stesse cose che piacciono a te.-

-E io che pensavo già di trovarmi il padre degli dei in persona a verificare che non ti trattassi male.-

-A mio padre non importa niente di quello che mi succede- sputò amaro Loki, piegando le ginocchia sul bordo del divano e circondandosele con le braccia.

-Ne so qualcosa di padri degeneri- disse Tony, piegandosi sullo schienale e rovesciando la testa all’indietro.

-Io tuo ti ha trattato come un bottino di guerra?-

-Il tuo ha mai cercato di liberarsi di te mandandoti in collegio e picchiandoti per farti capire una lezione?-

Si guardarono fissi, e, senza alcun motivo, Loki scoppiò a ridere. Tony, contagiato dalla sua risata, dapprima piegò le labbra in un ghigno trattenuto, e poi si diede da fare per seguirlo a ruota.

-Che cazzo di vita mi è capitata…- borbottò il semidio.

-Sai anche le parolacce? Questa è nuova.-

-Mi sono successe un sacco di cose che non avevo programmato, e adesso devo farci i conti. Sposarmi con te era una di queste, ma mi fa piacere sapere che abbiamo diverse cose in comune.-

-Per cose in comune intendi l’ego smisurato, complessi d’infanzia, volontà di essere dei rompipalle?-

-E’ già un inizio. C’è gente che si sposa senza avere assolutamente nulla in comune, oppure mentendosi per tutta la vita.-

-Tu mi mentiresti?- domandò di colpo Tony, così di getto che avrebbe voluto rimangiarsi le parole. Quella doveva essere una conversazione nata con il solo scopo di trovare una via di fuga dal matrimonio combinato, e invece si stava trasformando in una confessione cuore a cuore molto, ma molto scomoda. Di colpo desiderò non avere mai lasciato quella sottospecie di addio al celibato.

-Sono il dio dell’inganno- disse Loki, come se questo spiegasse tutto. Forse era il suo modo per dire sì. –Ma…- aggiunse, -Ci sono cose su cui non potrei mentire. Non a te.-

-Vorresti dire che con me saresti disposto ad essere sincero? Perché?-

-Nessuno vuole finire la propria vita completamente solo. E se bisogna evitare questo fato, tanto vale condividere il resto dei nostri giorni con qualcuno con cui stiamo bene. Tu sei un semplice mortale, ma sei la persona più simile a me che abbia mai incontrato.-

-Comincio a pensare che a te non dispiaccia sposarti con me…- borbottò Tony.

-A te dispiace?-

Ecco che si ripresentava: quella strana sensazione che da quando avevano cominciato a parlare non lo aveva ancora lasciato. Guardandolo mentre aspettava una risposta che neppure lui conosceva, Tony pensò ancora a quanto Loki sembrasse solo, abbandonato, vulnerabile al volere altrui, a quello di suo fratello e della sua gente. Continuava a ripetersi che, anche se avevano raggiunto una specie di tregua, non avrebbe dovuto provare pena per lui, eppure non riusciva a evitarlo. Sapeva quanto si assomigliassero, non poteva fare a meno di rivedere sé stesso in lui. E se Tony aveva sempre avuto l’abitudine di buttare la sua vita alle ortiche, vedere un altro che faceva la stessa cosa non gli piaceva neanche un po’. Voleva aiutarlo, voleva stargli vicino, perché in fondo anche a lui faceva piacere avere qualcuno che lo capisse, che fosse in sintonia con lui, che condividesse il suo punto di vista come nessuno sapeva fare. Ma la sua parte razionale gli diceva che era sbagliato, che c’era qualcosa sotto, sicuramente. Che Loki gli stesse facendo un incantesimo?

-Ammettilo: a te piacerebbe l’idea di avere qualcuno alla tua altezza con cui discutere, con cui condividere la tua vita…Qualcuno che ti capisca laddove nessuno ci è mai riuscito- fece Loki, avvicinandosi di più a lui. Il cuscino del divano sprofondò sotto il suo peso, e Tony si sentì trascinare a destra, verso di lui, dalla forza di gravità. Il cuore prese a battergli più forte, i suoi occhi si spalancarono e il suo viso divenne ancora più rosso e ancora più caldo.

-Anche se fosse perché dovrei scegliere te?-

-Perché sono il partito migliore che ti possa capitare. Tu sei unico al mondo, nessuno è come te.-

Alle orecchie del miliardario suonava quasi come un complimento, ma non poteva essere. Certamente l’alcool gli stava annebbiando il cervello.

-Io non voglio sposarmi- disse alla fine Tony, allontanandosi e poggiandosi sul bracciolo lontano da lui. –Sono venuto qui per sapere se tu sei a conoscenza di un modo per spezzare questo legame. Non può non esistere un mezzo per evitare le nozze, e se c’è, allora tu devi esserne a conoscenza. Sono sicuro che se ci mettiamo d’impegno potremmo sottrarci questo matrimonio.-

-Vorresti che lavorassimo insieme per distruggere qualcosa anziché per costruirla- mormorò Loki, più una constatazione che una vera domanda.

-Mi sembra che distruggere sia quello che ti riesce meglio.-

All’improvviso l’espressione del semidio crollò. –Questo è stato davvero un colpo basso.-

Fu preso alla sprovvista da quella reazione, Tony, che non credeva di poterlo offendere, non pensava di poter arrivare a ferirlo dove faceva davvero male.

-Non sono sempre stato così, sai? Una volta anch’io avrei voluto creare qualcosa, trovare il mio posto nel mondo, vivere una vita normale.-

-E poi cos’è successo?- domandò il miliardario. Non che si sentisse in colpa, ma cominciava a chiedersi se non ci fosse qualcosa di più dietro a tutta quella storia.

-Io sono successo. Come puoi sperare di ottenere qualcosa di normale quando non sei normale? Una volta saputo che cos’ero tutti hanno trovato una spiegazione facile per il mio carattere chiuso: ero cattivo perché ero un gigante del ghiaccio, non mi hanno dato molta possibilità di scelta.-

-E pensi che così avrai un’altra possibilità? Non ti sembra assurdo? Io so per esperienza che le etichette non te le levi mai di dosso, la gente ricorderà sempre le cose peggiori che hai fatto, quindi perché cercare di riscattarti sposando me?-

-Pensavo solo che saremmo stati bene insieme, dato che siamo sempre stati soli al mondo.-

Si alzò dal divano e ondeggiò sulle gambe rimaste piegate troppo a lungo. All’improvviso apparve solo e fragile come una canna al vento, pronto a spezzarsi ad un soffio troppo forte. A Tony non era mai sembrato tanto solo.

-E comunque no, Tony. Una promessa di matrimonio è considerata sacra su Asgard, non c’è modo di spezzarla. Può essere meraviglioso quando due si amano, ma temo che nel nostro caso tu la veda come una maledizione. Comunque sta tranquillo, sarà solo un’unione politica, dopo la cerimonia non avrai nessun obbligo di restarmi fedele- ripeté, e Tony si sentì smuovere qualcosa dentro, perché Loki aveva pronunciato il suo nome di battesimo. La sensazione che fosse qualcosa di importante si insinuò nel suo cuore e rimase lì, ad appesantirlo con tutti i suoi possibili significati.

Detto questo se ne andò, lasciandolo solo nella stanza ormai buia.

Tony lasciò che la testa ricadesse sullo schienale del divano, e stette per molto tempo ad osservare il soffitto.

Quello era senza dubbio il peggior guaio in cui potesse cacciarsi. Di certo non voleva sposare Loki, tra tutti, ma non voleva nemmeno farlo sentire male. Sapeva che il dio degli inganni aveva ragione, loro erano molto simili, forse troppo. Pensare che avrebbero potuto leccarsi reciprocamente le ferite era una buona consolazione per affrontare un matrimonio imposto, ma non riusciva a spiegarsi perché Loki non provasse nemmeno ad evitarlo. Il vantaggio complessivo gli sembrava irrisorio paragonato alla consistente perdita di libertà.

E per quanto i due asgardiani insistessero che quella fosse semplicemente un unione di facciata, Tony non se la sarebbe sentita di obbligare qualcuno a legarsi con lui, né di tradire una persona a cui aveva giurato fedeltà.

Ma perché le cose dovevano essere così complicate? Perché non poteva lasciare che quella banda di matti dei suoi nuovi amici sistemassero da soli le decorazioni di Natale? E perché gli faceva così male la testa?

Decise di sdraiarsi sul divano per farsi passare almeno in parte i postumi della sbronza. Il giorno dopo avrebbe cercato un paio di aspirine insieme alle parole per comunicare al suo futuro sposo che non era giusto essere costretti a legarsi per tutta la vita a qualcuno che non si amava. Poteva trovare tutte le analogie che voleva, Loki, ma Tony non credeva fosse possibile che lui gli volesse bene, e dunque, per il bene di entrambi, quel matrimonio non avrebbe dovuto essere celebrato.

 

_____________________________________  

 

Fu un morbido vocio a svegliarlo, quel suono ovattato che si percepisce nell’intimità di una stanza in penombra, dietro una porta socchiusa, quando chiunque stia parlando non vuole che orecchie indiscrete lo sentano.

-Questa messinscena non può andare avanti per sempre, fratello…-

Tony aprì gli occhi e capì, dall’angolazione con cui fissava il soffitto, di essersi addormentato sul divano e di non essersi più mosso da lì. La voce di Thor gli giungeva bassa e dubbiosa, stranamente seria e incredibilmente sobria, considerato quanto avevano bevuto poche ore prima.

-Questo lo so. Ecco perché devi darmi altro tempo. Sei tu quello che fa la parte del fratello irremovibile, inventati qualcosa.-

Questa era senza alcun dubbio la voce di Loki, più alta, più apprensiva, più concitata.

-Ma non saprei cosa dirgli- ribatté Thor.

Tony si sedette sul divano combattendo il mal di testa insorgente, e dallo spiraglio della porta vide la danza di due ombre contro la luce. Impossibile decifrare l’espressione dei due proprietari di esse, ma i gesti con cui disegnavano impronte a carboncino sul muro e il tono delle loro voci era abbastanza per fare capire che stessero discutendo di qualcosa di molto importante.

-Sei tu quello abituato a destreggiarsi con la dialettica. Cosa vuoi che ne sappia di quali potrebbero essere degli argomenti convincenti?- continuò il dio del tuono.

L’altra ombra produsse un picco contro la parete, come se due braccia fossero state sollevate al cielo in segno di esasperazione.

-Ma è possibile che debba pensare a tutto io? Digli che deve passare del tempo con me, che è un obbligo. I midgardiani credono a tutto ciò che gli dici.-

-Fratello, se ti piace l’Uomo di Metallo perché non glielo dici e basta? Nel loro mondo il corteggiamento è molto più semplice, inoltre così potresti sapere subito se sei ricambiato.-

Gli occhi nocciola del miliardario si spalancarono, e di colpo la luce nella stanza accanto sembrò più intensa.

-Lo so che lui non ricambia i miei sentimenti, almeno non adesso. Ecco perché ho ideato questo stratagemma, quante volte te lo devo ripetere? Se sarà costretto a passare del tempo insieme a me capirà che siamo più simili di quanto immagini, e se penserà che ormai siamo indissolubilmente legati si rassegnerà a vedere in me qualche buona qualità senza farsi sviare dai pregiudizi.-

L’ombra di Loki abbassò la testa, e quella di Thor gli posò una mano sulla spalla.

-Questa nostra tradizione non è più in uso da secoli. E’ solo questione di tempo, prima o poi verrà fuori la verità. Non credi che allora lui perderà fiducia in te?-

-Sono il dio degli inganni, so già che il destino di ogni bugia è di venire scoperta, prima o poi. Ma io sono bravo a mentire, posso tenere in piedi questa scena per molto tempo.-

“Piccolo bastardo manipolatore” pensò Tony, “Allora non era vero niente, non mi devo sposare. Dio sia lodato… Un momento! Loki ha detto che mi ama? Sì, non ha usato queste parole, ma ha praticamente ammesso che…”

-Spero che tu sappia quello che fai.-

L’ombra di Thor se ne andò, accompagnata dal rumore di una porta chiusa.

Fu allora, una volta rimasti soli, che Tony decise che avrebbe fatto meglio a combattere i postumi della sbronza per dirne quattro a quel ragazzino presuntuoso.

Quando entrò nella camera adiacente lo trovò lì, in piedi, intento a guardare la porta da cui era uscito il fratello.

-Razza di bugiardo…- lo attaccò Tony, reggendosi allo stipite della porta.

Il dio degli inganni si voltò di scatto verso di lui. Un’occhiata bastò per accertarsi del fatto che, ormai, Tony aveva capito tutto.

-Guarda che io soffro di cuore. E tu mi combini questo stupido scherzo del matrimonio.-

Le guance di Loki si arrossarono leggermente, ma non tanto per l’imbarazzo di avere appena inconsapevolmente confessato i suoi veri sentimenti, quanto piuttosto per il fatto che il suo imbroglio, che prometteva di far durare molto di più, era appena stato scoperto.

-Deduco che hai sentito tutto- disse semplicemente il semidio.

-Deduci bene. Come abbia potuto cascarci non so davvero, l’idea stessa era di una stupidità allucinante.-

-Non era stupida- ribatté Loki, le gote un po’ più rosse. –Infatti tu l’hai bevuta subito, così come i tuoi amici e il tuo direttore.-

Tony sbuffò. –Concesso. Tu e tuo fratello l’avete messa giù talmente dura che, devo ammetterlo, siete stati convincenti.-

-Immagino che adesso non se ne faccia più niente- borbottò Loki a testa bassa. Si voltò, per non far capire al miliardario quanto fosse deluso, adesso a causa della distruzione, insieme al suo inganno, delle sue speranze.

-Del matrimonio no di sicuro- ammise Tony. Poi, vedendo che l’altro stava per andarsene, aggiunse: -Se sei sempre dell’idea di iniziare una relazione potremmo uscire insieme qualche volta.-

Loki si voltò, gli occhi verdi brillanti, che scrutavano la sua persona in cerca della fregatura.

-Mi prendi in giro, Stark?-

-Potrei sbagliarmi, ma mi sembra di averti sentito dire a tuo fratello che io ti piaccio. Non so su Asgard, ma nel mio mondo questo vuol dire che vuoi iniziare una relazione.-

-Tu vuoi evitare come la peste un matrimonio ma sei disposto ad intraprendere una storia seria…- ponderò il semidio, come se considerasse quel discorso un arzigogolo che avrebbe dovuto risolvere.

-Non mi andava l’idea di un matrimonio imposto. Anzi, non mi piace l’idea di un matrimonio in generale, non sono ancora pronto per questo, e anche se da voi basta firmare un contratto, qui le cose esigono tempi più lunghi. Senza offesa, ma tu sei così simile a me da fare paura. Dovrei prima essere sicuro che non cercheremo di ucciderci a vicenda, prima di sposarci.-

Le labbra di Loki si piegarono in un sorrisetto furbo, e i suoi occhi smisero di sondarlo.

-Perché accetteresti?-

-Perché mi sei sembrato molto carino mentre facevi tutti questi sforzi per conquistarmi nascondendo i tuoi veri sentimenti. Sembravi una ragazzina alla prima cotta.-

Sotto gli occhi verdi, la pelle lattea di Loki si colorò di rosso. -Vuoi che ti lanci da un’altra finestra, Stark?-

-Ecco, era di questo che parlavo- sorrise il miliardario. –Credo che io e te ci divertiremo insieme, e Fury si pentirà di avere dato la sua benedizione a questa unione. Spero che mi aiuterai a fargliela pagare molto cara.-

Loki si avvicinò a lui, fissandolo molto intensamente: iridi verdi incatenate a quelle scure dell’altro, due sorrisi complici, brillanti di scaltrezza.

-Vuoi sapere cosa è tradizione fare, su Asgard, dopo che due persone prendono la decisione di unirsi?- ammiccò malizioso il dio.

-Prima voglio che tu onori una delle tradizioni terrestri, se non ti dispiace…- disse Tony, indicando sopra le loro teste un ramo di vischio appeso allo stipite. Quegli stupidi preparativi di Natale comprendevano anche rametti di vischio bianco sparsi qua e là per tutta la Tower.

-E quale sarebbe questa tradizione?- domandò Loki, sfiorando le bacche trasparenti con la punta delle dita.

-Diciamo che viene prima della tua tradizione asgardiana- soffiò Tony. Si sporse fino a sfiorare le labbra di Loki con le sue, e lo baciò.

 

 

Fine.

 

 

N.d.A.

 

Le cose allegre mi mettono un’ansia… >_<

Il periodo doveva essere natalizio, per permettermi di aggiungere il vischio, uno scenario credibile per la donazione dei rami di pino e un periodo di relativa calma e tranquillità.

Dopo molte ricerche ho compreso che il matrimonio vichingo è veramente un contratto tra le famiglie degli sposi, e questi ultimi non hanno molta voce in capitolo. Mi serviva che esistesse una tradizione che obbligasse due persone a sposarsi, e così ho inventato questa. Non esiste in realtà, ma, in alcuni paesi nordici, è d’uso donare ai coniugi rami di pino, o piantarne degli alberelli accanto alle case dei novelli sposi, in segno di fertilità.

Loki è un po’ ooc, ma l’ho messo negli avvertimenti, perciò spero che vada bene.

E’ una storia un po’ demenziale, fatta ipotizzando uno scenario incredibile ma sempre possibile, chissà…

La prima Ironfrost allegra, spero che non vi abbia deluso. Tenete presente che su questo pairing ho molte cose da imparare.

  
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