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Autore: Anaire_Celebrindal    23/10/2013    3 recensioni
La sua casa? La Terra di Mezzo. La sua scuola? Hogwarts, casa Corvonero. I suoi genitori? Una donna di razza elfica e un mago mezzosangue. Annadiel Orwell, occhi chiari e capelli neri come l’ebano, è una strega e un mezzelfo. Dopo infiniti litigi, i suoi genitori sono scesi a un compromesso: lei abiterà d’inverno a Hogwarts, nel mondo dei maghi, e d’estate nella Terra di Mezzo, nel regno d’origine di sua madre. Più facile a dirsi che a farsi.
Annadiel è una ragazza curiosa e intraprendente, oltre che un’inguaribile combina guai. La sua vita procede nel migliore dei modi tra amici, lezioni e avventure, fino a che il risveglio di due potenze oscure sconvolgerà due mondi paralleli, vicini eppure lontani allo stesso tempo.
Per difendere il suo popolo, Annadiel dovrà combattere su due fronti contro nemici crudeli e senza scrupoli, mentre il segreto delle sue origini diventerà sempre più difficile da mantenere.
Sarà difficile scegliere a quale causa votarsi: elfi o uomini? Maghi o guerrieri? La salvezza del mondo del padre o della madre? Una cosa è certa: il punto debole di Annadiel potrà diventare la sua unica, vera difesa contro le forze del male.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Glorfindel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La porta del dormitorio cigola troppo per i miei gusti. Entro silenziosamente e Jenny mi segue a ruota, con aria innocente.
La mia migliore amica siede a gambe incrociate sul suo letto, come se non stesse aspettando altro.
 -Padma?-
 -Mmmh?-
Finge che la cogliamo di sorpresa, eh?
 -Scusa.-
 -Va bene, scuse accettate.-
 -Adesso posso disperarmi?-
 -Sì, Nadi, puoi disperarti.-
Mi lascio cadere sul letto con un gemito.
 -Io- esordisco -odio... Hermione... Granger... punto e basta.- 
 -Dormi, adesso, altrimenti mi toccherà buttarti giù dal letto- sbuffa Padma -domani abbiamo un sacco di materie difficili.-
 -Che strano- commento.
Jenny ridacchia, prima di riporre la divisa nel baule.
 -Nessun rancore, Jennifer- dice Padma con aria solenne.
 -Nessuno- conferma Jenny -ma non parlate di quella roba... per favore.-
 -Ok- concedo.
Qualsiasi cosa pur di rimanere amica di Jenny.
 
 -Nadi! C’è un problema!-
 -Che problema?- mugugno, strappandomi la coperta di dosso.
 -Non trovo il cappello!-
Strizzo gli occhi alla luce tiepida del mattino presto.
 -Padma, sei una strega, appellalo, no?-
 -Genio, credi che non l’avrei già fatto? Non so dov’è, altrimenti sarebbe stato facile!-
 -Beh, al momento ho altre cose di cui preoccuparmi, direi- commento, scostando bruscamente le tende dal baldacchino del letto -più importanti del tuo cappello.-
 -Tanto l’ho trovato- ribatte Padma.
 -Meglio così- aggiunge Jenny -c’è un altro problema.-
 -Che problema?- sospiro.
 -Ho dimenticato di fare il tema di Pozioni... è un disastro! Piton mi ucciderà!-
 -Smettila, sei la migliore della nostra classe- replico -al massimo ti abbasserà la media.-
 -Appunto! È un disastro!-
Preferivo il cappello di Padma.
Ci avviamo giù dalle scale del dormitorio, entrando in Sala comune.
 -Ciao Annadiel!- esclama Dorothy, incrociandoci per le scale e correndo a dare un bacio a sua sorella.
 -Ciao Dorothy.-
 -C’è un problema... ho bisogno di aiuto per un compito di Incantesimi e Jenny mi ha detto di chiedere a te... -
 -Va bene, dopo le lezioni vedrò di aiutarti- rispondo.
Questa giornata non mi piace. Sta iniziando con troppi problemi.
 -Mi ucciderà... mi ucciderà... mi ucciderà... -
 -Jenny, piantala o ti taglio la lingua!- sbotta Padma.
La sala comune è gremita di persone intente a confabulare e discutere animatamente.
Intorno alla bacheca c’è una folla di studenti, ammassati contro il muro per leggere un avviso collocato particolarmente in alto.
 -Che altre materie abbiamo oggi?- chiedo con casualità a Jenny, mostrando scarso interesse per la bacheca. Noto però che Padma ha lo sguardo fisso su un avviso con il timbro dell’Inquisitore Supremo, e una smorfia le si dipinge sul viso.
 -Nadi... c’è un problema.-
 -Padma, ti prego... -
 -No, questa volta è un vero problema, lo giuro!-
 -Cosa c’è?- domando, accostandomi a lei.
 -Guarda tu stessa- dice Padma, sollevando il braccio.
Seguo il suo indice puntato verso il nuovo avviso sulla bacheca.
 -“Decreto didattico Numero Ventiquattro”... ma che diamine... ?- esordisce Jenny.
 -Oh, Valar, no... - sussurro -questo è un problema.-
Secondo il Decreto, è stata vietata qualsiasi riunione regolare di tre o più studenti che non sia stata approvata dall’Inquisitore Supremo, in altre parole la Umbridge.
Il che significa niente riunioni segrete. Ma significa anche che le riunioni segrete non saranno poi così segrete. Qualcuno ci ha spiati.  
 -Pensi che si farà lo stesso?- bisbiglia Padma -Sai cosa intendo.-
 -Credo di sì- rispondo -conosci Harry- aggiungo, mentre Roger Davies si fionda giù dalle scale urlando qualcosa a proposito del Quidditch.
 -Andiamo in Sala Comune, dai- mi incita Jenny, cambiando discorso.
La notizia si è diffusa in fretta. C’è un mucchio di gente che chiacchiera e parlotta in gruppi serrati.
Almeno le dicerie sulle mie ipotetiche origini fuori dal comune sono passate in secondo piano, eclissate dal solenne annuncio che ha portato tanto scompiglio tra gli studenti.
In breve, a colazione arrivano messaggi di Harry a tutti coloro che erano all’incontro alla Testa di Porco.  
 -Harry manda a dirvi che le lezioni si svolgeranno comunque- sussurra Michael a me, Padma, Terry ed Anthony.
 -D’accordo- affermo -lo immaginavo.-
Raccolgo la borsa e faccio cenno a Jenny.
 -Faremo tardi per Pozioni.-
Jenny è ben contenta di seguirmi.
Durante la lezione faccio parecchia fatica per concentrarmi sulla Soluzione Corroborante che dovrei preparare.
Sto attentissima a mescolare gli ingredienti il giusto numero di volte, ma verso parecchio sangue di salamandra in eccesso e devo toglierlo con il mestolo prima che si amalgami al resto della pozione.
Il risultato è molto simile a quello di Jenny, il che significa che la mistura è per lo meno sufficiente, perché Jenny è davvero una maga delle pozioni.
È difficile concentrarmi sostanzialmente perché sono troppo impegnata a pensare al Decreto didattico per essere lucida. È ovvio che la Umbridge dovesse avere degli informatori... non certo tra gli studenti, la pergamena che Hermione ci ha propinato era incantata... allora chi? Qualcuno alla Testa di Porco?
 -Cosa abbiamo ora?- geme Padma, facendomi trasalire.
 -Difesa- bofonchio.
 -Wow, grandioso- sbuffa.
La vedo lanciare uno sguardo strano a Michael e Anthony, che si allontanano lungo il corridoio, chiacchierando, e mi accorgo che sta aspettando che girino l’angolo.
 -Allora- esordisce, voltandosi verso di me e ignorando il sospiro di Jenny -Parlerai con Harry oggi?-
 -Perché?- dico, colta di sorpresa. Non mi risulta che Padma sappia della Stanza delle Necessità.
 -Credevo che gli elfi fossero intelligenti, a quanto pare mi sbagliavo- sbuffa Padma -Sveglia!!! Silente ti ha chiesto di diventargli amica!-
 -E con ciò? Lui non vuole- sbotto -e neanche io.-
 -Non mi riguarda! È un ordine di Silente, perciò devi farlo- afferma Padma con veemenza -senza contare che potresti scoprire un sacco di cose su Sauron e Tu-Sai-Chi.-
 -Non mi va di usare Harry come una radio sintonizzata sui pensieri di Voldemort- ribatto aspramente.
La verità è che sono piuttosto stufa di rincorrere lui e i suoi amici e preferirei non avere più a che fare con nessuno di loro, specialmente dopo il tiro che mi ha giocato Hermione l’altro ieri.
 -Fa’ come vuoi- concede Padma -ma non finisce qui.-
 -Certo, quando mai ti arrendi, tu?- esalo, entrando nell’aula di Difesa.
 
Durante l’ora di pranzo Cho Chang viene a cercarmi per comunicarmi che l’allenamento di Quidditch di oggi pomeriggio è stato ripristinato.
 -Ci vediamo alle sei al campo- mi dice, dirigendosi alla serra di Erbologia.
 -A dopo- biascico laconicamente.
Sono un po’ distratta perché sto mentalmente ripassando l’incantesimo Evanescente di Trasfigurazione; abbiamo iniziato a lavorare con i vertebrati un po’ più grandi ma io ho ancora problemi a far scomparire le code degli animali, specialmente quelle dei gatti.
 -Santi Valar, adesso dico perché- sbuffo, alla fine della lezione -ma perché per quante volte io possa tentare questo benedetto incantesimo, non riesco a far sparire la coda?-
 -Non me lo chiedere- dice Jenny lugubre, contemplando un paio di orecchie pelose abbandonate sul suo banco -penso che il mio gatto sarebbe più contento se lo facessi Evanescere tutto intero- aggiunge, agitando invano la bacchetta.
 -Piantala di dimenarti- interloquisce Padma, bruscamente.
Il mio umore migliora dopo Rune Antiche, una materia che adoro. Ritornando alla Torre Ovest, insieme a Jenny, mi metto persino a canticchiare sottovoce.
 -Annadiel, eccoti!- cinguetta Dorothy, quando entro in Sala Comune.
 -Oh, ciao- salto su, un po’ imbarazzata. Detesto cantare nel mondo magico, qui la musica è così balorda!
 -Ehm... come va?- farfuglio allora.
 -Bene, bene- risponde Dorothy brevemente -Devi aiutarmi con i compiti di Incantesimi, ricordi?-
Valar, l’avevo dimenticato.
 -D’accordo, arrivo- concedo -ma vediamo di finire prima delle sei, ho l’allenamento di Quidditch.-
 -Evviva! Ok, allora- gorgheggia Dorothy, saltellando fino a un tavolino ricoperto di libri -già che ci siamo aiuteresti anche Will e Coral?-
 -Perché no?- sospiro, con un sorriso -che compiti sono?-
 -Dobbiamo esercitarci con un incantesimo!- esclama Coral -Quell’incantesimo fantastico che abbiamo provato e che fa quella lucina così bella... io l’ho detto a Dorothy che sarebbe meglio se lo imparassimo, penso davvero che sarebbe molto utile, anche Vitious l’ha detto, è uno degli incantesimi essenziali che servono a un mago, io non riesco davvero a credere di stare imparando una cosa così... -
 -Fermatela!- esordisce Will all’improvviso.
 -Zitta, Coral- sbotta Dorothy -la settimana scorsa abbiamo provato l’incantesimo Lumos- mi spiega -ma a me ancora non riesce!- si lamenta, imbronciata.
 -Non preoccuparti- le dico -ci vuole solo un po’ d’esercizio. Prendi la bacchetta e ripeti con me: Lumos!-
 -Lumos!- strilla Dorothy, dando una bacchettata alla scrivania. Una scintilla sprizza sul tavolo, bruciacchiando il bordo di una pergamena stesa lì accanto.
 -Ci sei quasi- dico, conciliante -prova a non muovere troppo la bacchetta, cerca di fare un movimento più morbido... così- aggiungo -Lumos!-
La ragazzina fissa attenta e corrucciata il globo di luce prodotto dal mio incantesimo.
 -Adesso prova tu, dai!- la incito.
 -Lumos!-
Dorothy dà in uno strillo di gioia, mentre una lucina lampeggia in cima alla sua bacchetta.
 -Ce l’ho fatta! Guarda! Oh, si è spenta... - sospira, sconsolata.
 -Non preoccuparti, va già bene così- la rassicuro.
Trascorro l’ora successiva facendo provare a turno Dorothy, Will e Coral con l’incantesimo della luce, con ottimi risultati.
 -Molto bene!- mi complimento -Penso che abbiamo finito, adesso... dovrei andare a studiare prima dell’allenamento... -
 -Ma c’è il controincantesimo!- ribatte Dorothy, con la bacchetta ancora accesa come una torcia -dobbiamo provare anche quello!-
 -D’accordo, mellon nín- convengo con un sospiro -la formula è Nox, proviamo insieme.-
Dopo un’altra mezz’ora, l’incantesimo è quasi perfetto.
 -Credo che possa bastare così... -azzardo, allora.
 -A me ancora non riesce bene... - si lamenta Coral.
 -Se vuoi lo proviamo un altro po’... -
 -Hem hem... -
 -Eru Ilúvatar, Padma, così sembri la Umbridge! Mi hai fatto spaventare!-
 -Annadiel, vorrei ricordarti che il tuo allenamento di Quidditch inizia esattamente tra quattro minuti; perciò non per disturbarti, ma... -
 -Varda Elentári!- esclamo, saltando su dalla sedia come una molla -Scusatemi ma devo proprio andare, ciao Dorothy, ciao Will, ciao Coral, ciao Padma... -
 -Piantala, ti accompagno- sbuffa lei.
 -Neanche per sogno!- ribatto, catapultandomi giù dalle scale -Non vedi che vento c’è?-
Effettivamente la giornata è parecchio ventosa; fuori dalle finestre si vedono le chiome degli alberi piegarsi alle raffiche violente, che frustano la fiancata del castello con ululati a dir poco inquietanti.
 -Chi se ne importa?- liquida Padma -Voglio vederti volare.-
 -Grazie per la solidarietà, ma non vorrai beccarti un raffreddore, no?-
 -Fatti miei. Madama Chips mi guarirà in un istante.-
 -Fa’ come vuoi... ti avverto, volerò da schifo se stai a guardarmi.-
Padma alza le spalle con noncuranza.
Il campo di Quidditch è spazzato da un vento così forte che le porte, cerchi sospesi a trenta metri d’altezza su pali sottili, ondeggiano paurosamente e sembrano doversi spezzare da un momento all’altro.
Roger Davies è alquanto seccato quando mi presento con cinque minuti di ritardo. Sosta davanti alla porta dello spogliatoio, sfoggiando un cipiglio sprezzante che mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi.
 -Potevi venire prima.-
 -Ho avuto un contrattempo- dico brevemente.
 -Per adesso indosserai la divisa di Jeremy- mi dice allora, lanciandomi un mucchio di abiti -forse ti starà un po’ grande.-
Un po’ grande?!? Potrei fare una capriola dentro la maglietta e nessuno se ne accorgerebbe. Sembro un Perian con i vestiti di un uomo.
 -Ok, grazie lo stesso- mugugno, stringendo in un nodo la parte inferiore della divisa per evitare di inciamparci dentro.
Cho Chang mi rivolge un cenno di saluto, impettita accanto a Davies. Ricambio brevemente e prendo la mia scopa, una Nimbus 2001 che mi ha regalato papà per il mio quattordicesimo compleanno.
Sento sussurrare i miei compagni di quadra, da dentro lo spogliatoio.
 -Dovevi proprio far giocare lei al posto di Jeremy?-
 -Non abbiamo alternative, era la migliore dopo di lui.-
 -Ma non hai visto com’è svitata?-
Risatine soffocate.
 -Giravano voci strane ieri in Sala Comune. Che avesse sangue di folletto.-
 -Folletto? Quando mai, è solo un po’ fuori di testa. Dovresti sentire che cosa spara a volte! Penso che siano insulti in qualche lingua sconosciuta.-
Mi trattengo dall’uscire dallo spogliatoio e prenderli a colpi di Nimbus in testa. Fremo di rabbia. Se proprio devono parlare male di me, che almeno si degnino di controllare che io non sia ad ascoltare!
 -Smettetela, non è poi così male... -
Sono stupita quando mi accorgo che è la voce della Chang.
 -... Lunatica è molto più pazza di lei.-
E tutti ridono di nuovo, iniziando a elencare tutti i comportamenti bizzarri di Luna.
Che idioti. Hanno sempre bisogno di qualcuno con cui prendersela.
Sarei tentata di piantarli in asso e lasciare la squadra, se solo non desiderassi con tutte le mie forze giocare una partita.
Perciò decido di mettere da parte l’orgoglio. Esco dallo spogliatoio, noncurante, come se non avessi sentito niente.
 -Allora, quando iniziamo?- esordisco.
 -Subito- risponde Davies, quando Michael Corner gli si avvicina, facendo levitare un baule con dentro la Pluffa, i Bolidi e il Boccino d’oro.
 -Nadi?-
 -Padma!- esclamo, quando la vedo venire alla mia volta, battendo i denti.
 -Senti, avevi ragione poco fa, c’è troppo vento... - balbetta, stringendosi addosso il mantello -... e fa un freddo da morire. Io torno al castello.-
 -Fai bene- le rispondo -non preoccuparti, ci vediamo tra un paio d’ore.-
 -Orwell! Vieni qui. Stiamo per giocare- abbaia Davies -conosci le regole del Quidditch, no?-
Genio che non sei altro, ho partecipato ai provini o cosa?
Bofonchio un sì senza scendere nei particolari.
 -Ehi, anche tu nella squadra?- commenta Michael.
 -Solo come sostituta- rispondo.
 -Esatto- sottolinea Davies -adesso vediamo di fare in fretta.-
Per iniziare, facciamo un riscaldamento volando liberamente per tutto il campo. Ho sempre amato volare, anche se le prime volte avevo sempre paura di cadere e sfracellarmi al suolo. Tuttavia l’ebbrezza del vento tra i capelli e della terra che si stende davanti come se le distanze non esistessero compensa ogni cosa.
Qui ho solo i confini del campo a separarmi dall’infinito, ma quante volte ho desiderato poter volare sopra Gran Burrone, valicare le Montagne Nebbiose e sorvolare la foresta di Fangorn o le verdi pianure di Rohan...
Ho una strana concezione di “distanza”, effettivamente. Quando mi trovavo nella Terra di Mezzo si misurava in miglia, ma adesso con tutte queste diavolerie magiche come le Passaporte, la Materializzazione e la Polvere Volante sto iniziando a confondermi. Mi confondo abbastanza spesso, è vero, ma questi sono solo dettagli di uno spessore secondario.
L’allenamento quindi prosegue con una serie di passaggi con la pluffa (la faccio cadere tre volte, ma per due volte la recupero con una giravolta sulla scopa- adoro questo genere di piroette) e con dei tiri in porta.
Evvai, così dovrò fare i conti con la mia mira schifosa.
Altro che vista elfica, io non beccherei un Goblin in testa a due centimetri di distanza.
Pertanto su dieci tiri segno solo due volte: una perché il portiere era occupato a evitare un bolide con cui si stavano allenando i Battitori, e un’altra per pura fortuna, credo.
L’espressione corrucciata di Roger Davies non mi sembra un buon segno.
Cerco di impegnarmi al massimo nel resto dell’allenamento, quando il resto della squadra mi informa sulle tattiche di gioco, e penso di aver ottenuto qualcosa con un paio di azioni decenti e faccio anche tre tiri dritti nelle porte grazie a delle finte.
Dopo un’ora e mezza di capriole, sono semplicemente esausta. Per fortuna con il vento la situazione sta diventando davvero insostenibile, così Davies decide di finire qui.
 -Il prossimo allenamento è mercoledì alle quattro e mezza, vedete di essere puntuali!- ringhia alla mia volta, quando atterro (o meglio, mi schianto) sul campo e mi trascino fino all’entrata dello spogliatoio con la vitalità e l’energia di un Vermicolo morto.
 -I Serpeverde hanno prenotato il campo alle sei e mezza, perciò dobbiamo fare in fretta- aggiunge il capitano.
Annuisco e mugugno qualcosa che dovrebbe essere tradotto come “va bene”, ma sono così stanca che non ricordo se ho parlato in Inglese, Ovestron, Sindarin, Quenya o chissà che altro.
Non so come riesco a non volare via nel tragitto fino al castello, mentre mi trascino stancamente accanto a Michael. Come diamine faccia a essere così fresco come una rosa, è un mistero.
 -Allora, che te ne è parso dell’allenamento?- mi dice, quando siamo nella Sala d’Ingresso.
 -Eh?-
 -Com’è andata?-
 -Uh... bene- farfuglio, inciampando nella scopa su per le scale -scusa, ma sono un po’ stanca.-
 -Vedo... - commenta Michael divertito -... io ho ancora da fare gli esercizi di Incantesimi- aggiunge poi.
Mi congelo sulle scale. Oh, Valar, i compiti! Non ho neanche iniziato!
Michael sembra alquanto sorpreso quando dal ritratto dell’ottusità e dello sfinimento mi trasformo in un grillo vispo e saltellante che sale i gradini della scala a chiocciola quattro a quattro.
 -Varda, Varda, Varda, i compiti! I compiti! Scusa Michael, ma ho fretta!- dico, raggiungendo la porta del dormitorio con un palmo di lingua fuori.
Allungo la mano sul battente di bronzo, ma mi ricordo dell’indovinello. Una voce allegra si diffonde nel corridoio, con l’enigma che dovrei risolvere.
 -Cos’è che prima entra e poi apre?-
 -Come?- dico, colta di sorpresa.
La voce ripete pazientemente l’indovinello.
 -Cos’è che prima entra e poi apre?-
 -Apre cosa?-
Diamine, di solito non sono così deficiente. Devo riflettere se non voglio passare la notte qui fuori.
Michael mi raggiunge sulle scale due minuti dopo, ma anche lui non ha idea di come risolvere l’enigma.
 -Che ne so, diamo un calcio alla porta ed entriamo lo stesso- sbuffa.
 -Lo sai che non funziona- ribatto.
Andiamo, Annadiel, pensa. Cosa si può aprire? Una cassaforte, un libro, una finestra, un baule, la mente...
 -è un pensiero?-
 -Sbagliato!- cinguetta la voce.
Elbereth, non ci voleva.
Allora, ricapitoliamo: cassaforte, libro, finestra, baule, libro... ah, no, già detto... una porta! Si può aprire una porta! Tanti applausi a me: e adesso?
Cos’è che prima entra e poi apre? Un ladro?
Ci sono!
 -Una chiave!- esclamo, entusiasta.
 -Esatto!- gorgheggia la voce, mentre la porta della Sala Comune si dischiude con un cigolio.
Mi fiondo dentro, esausta ma sollevata.
Saluto brevemente Padma e Jenny e praticamente quasi svengo su una sedia.
 -Devo fare ancora tutti i compiti- esalo.
 -Beh, allora tu e Padma siete in due- commenta Jenny.
 -Non è vero! Mi mancano solo Astronomia, Incantesimi e Cura delle Creature Magiche!- protesta lei, scaraventando una pila di libri sul tavolo. Per fortuna io ho lasciato qui i miei; non riuscirei ad affrontare le scale che portano fino al dormitorio.
 -Cioè tutto- la rimbecca Jenny -vedi di muoverti.-
Io prima cosa faccio Erbologia, che è incredibilmente facile. Poi insieme a Padma facciamo Cura delle Creature Magiche, che con la professoressa Caporal comincia vagamente ad assomigliare a una materia normale. Infine mi occorre più di un’ora per fare il tema di Incantesimi (tralasciando il fatto che scrivo venti centimetri di pergamena più del necessario) e sono le undici passate quando apro finalmente il libro di Astronomia.
È la mia materia preferita, perciò non incontro opposizioni dal mio cervello martoriato.
Quando terminiamo, la Sala comune è quasi deserta e anche Jenny è già andata a letto.
 -Finito- sospiro, spingendo lontano i libri e appoggiando la testa sul tavolo -adesso si dorme.-
 -Magari sopra, che ne dici?- commenta Padma sarcastica.
Ha ragione, ma non ho la forza di muovermi.
Andiamo, quest’estate ho combattuto tre ragni giganti, non posso lasciarmi sconfiggere così da uno stupido allenamento di Quidditch!
Mi sollevo con uno sforzo immane, decidendo che i miei libri possono anche trascorrere la notte fuori, per stavolta.
 -Li lasci lì?- dice Padma, mentre arranco sulle scale.
 -Li prenderò domani mattina, tanto nessuno li toglierà di lì- replico -ho troppo sonno.-
 -Credevo che gli elfi non dormissero- commenta lei.
 -Ma io sono mezza strega, e le streghe dormono- replico, come se fosse la cosa più normale del mondo. Peccato che non lo sia.
 
- L’indomani mattina -
 
 -PER TUTTI I VALAR, DOVE ****** SONO I MIEI LIBRI???-
 
***
 
Sono sul punto di stritolare Padma quando scopro che lei, Terry e Michael si sono accordati per nascondere i miei libri prima che io mi alzassi.
In fondo è solo uno scherzo innocente, peccato che io abbia perso almeno dieci anni di vita con lo spavento che ho preso, e il che la dice lunga, giacché sempre che io non scelga di attenermi al destino dei mortali, non morirò mai (e anche se morissi, potrei sempre reincarnarmi).
Stranamente, questa riflessione mi mette addosso una sensazione di inquietudine, perciò decido di pensare ad altro.
Invece, un’altra idea si fa strada nella mia mente. Mentre scendo in Sala Grande per la colazione, ci rimugino un bel po’ su, in silenzio.
È palesemente impossibile che io riesca di nuovo a parlare con Harry senza essere ulteriormente insultata con Ron e Hermione, dopo la mia uscita di testa di Domenica, nel cortile. Di conseguenza, non ho come spiegargli come entrare nella Stanza delle Necessità senza che qualcun altro ci senta, o lui stesso possa non credermi e prendermi per un’idiota visionaria.
A quanto pare il visionario non è solo lui; oltretutto i suoi sogni sono risultati essere persino più veri dell’apparenza e della realtà.
L’idea mi è venuta pensando all’incontro con Luna, quando lei ha menzionato gli elfi domestici. Ce n’è uno in cucina, un certo Dobby, che sostiene di essere un grande amico di Harry Potter. Anche lui sa della Stanza, ne abbiamo parlato qualche volta.
Potrei chiedergli di parlare a Harry della stanza come se fosse una sua idea... potrebbe funzionare. Male che vada, sarei costretta ad affrontare Ron e Hermione.
Strano, non sembro essere molto turbata dal Decreto Didattico numero Venticinque. In genere mi dà fastidio infrangere le regole, ma non quando le regole da infrangere sono assolutamente insensate.
Finite le lezioni, vado in cucina senza perdere tempo e riesco facilmente a corrompere l’elfo domestico.
 -Mi raccomando, Dobby, non dire a Harry che sono stata io a suggerirti di parlargli- lo avverto, prima di congedarmi.
 -Certo, Dobby lo farà, signorina!- afferma, annuendo vigorosamente -Per Harry Potter, questo e altro!-
Sorrido, rassicurata.
Anche questa è fatta. Se tutto va bene, domani Harry ci comunicherà la data dell’incontro.
 
Non potrebbe andare meglio. Oggi pomeriggio al settimo piano, ci riuniremo per la prima volta! Sono così emozionata che a colazione inciampo sul mantello di Lisa e quasi vado addosso a Terry che passava di là.
 -Varda Elentári, scusami!- esclamo, allontanandomi in tutta fretta -E tu stai zitta, altrimenti ti lancio una fattura- minaccio Padma.
 -Che paura- commenta lei, con una risatina di Jenny.
 -Oh, no, non iniziare a ridere!- sbuffo -Non vedo l’ora che Potter mi insegni qualche incantesimo per farvi tacere- aggiungo.
Ottengo l’effetto desiderato, perché Jenny si azzittisce tutto d’un tratto.
È difficile più del solito stare attenta a lezione di Pozioni, anche perché in fondo all’aula troviamo la Umbridge di fianco alla cattedra, con il suo solito cardigan rosa. Fino ad ora è stata presente soltanto a tre lezioni: Erbologia, Aritmanzia e Incantesimi.
Adesso sarebbe quasi divertente guardarla mentre esamina Piton, se non fosse davvero raccapricciante averla intorno mentre scribacchia allegramente sul suo quadernetto per gli appunti, indovinate di che colore?
 -Se lo lascia incustodito, lo brucio e lo faccio sembrare un incidente- bofonchia Padma, china sul calderone fin quasi a tuffarci il naso dentro, mentre la professoressa fa qualche domanda a Michael, due banchi più avanti.
 -Non lo mollerà mai- obietto -Valar, viene verso di noi!-
Mi fingo profondamente impegnata a leggere le istruzioni sul libro per la mia pozione quando la Umbridge si affaccia accanto al nostro banco e sbircia nel mio calderone.
Tiro fuori la bacchetta e mormoro un incantesimo per accendere il fuoco, sperando che la megera non si accorga quanto sono nervosa. Adesso lei ha afferrato il mio mestolo e sta rigirando la mistura con atteggiamento critico.
 -Ehm... professoressa?- azzardo, sperando di non sembrare impertinente -Dovrei aggiungere l’essenza di elleboro... -
La Umbridge mi rivolge un sorrisetto lezioso, senza modificare sostanzialmente la sua posizione. 
 -Faccia pure, cara.-
Capisco che ha intenzione di stare lì a controllare se faccio esplodere la pozione. Non sarebbe una cattiva idea, ora come ora, potrebbe rimanerci secca con un po’ di fortuna.
Tuttavia la pozione non esplode, anzi viene abbastanza bene. Proprio oggi che mi serviva un esperimento pirotecnico per far saltare in aria la Umbridge.
Poco male: mi consolo pensando che tra poche ore nella Stanza della Necessità si svolgerà un incontro segreto sotto il suo naso.
Sto quasi saltellando di gioia quando, dopo cena, si fa l’ora prestabilita.
Insieme a Padma, salgo al settimo piano.
 -Dov’è la Stanza?- chiede lei.
 -Proprio qui, di fronte all’arazzo di Barnaba il Babbeo- rispondo, iniziando per buona misura a camminare avanti e indietro per il corridoio, concentrandomi su un luogo adatto per delle esercitazioni segrete di Difesa.
 -Ehi, puoi fermarti- dice Padma -c’è una porta.-
Rimango per qualche istante a guardare la soglia della Stanza, prima di decidermi ad entrare. È strano quanto questo posto abbia un valore affettivo per me: qui mio padre ha trovato un Palantír, e qui, guardandovi dentro, ha visto mia madre e ha scoperto che la Terra di Mezzo era un luogo reale.
Entro nella Stanza con Padma, dove ci sono già Harry, Ron, Hermione e diversi altri ragazzi.
 -Ciao- dice Harry -benvenute.-
 -Ciao- rispondo, impassibile, facendo finta di niente -è un bel posto- aggiungo.
Ed è vero: conoscevo le proprietà della stanza ma non avevo idea che potesse trasformarsi in un posto così magnifico. C’è proprio tutto quanto si possa desiderare per condurre delle lezioni di magia.
 -Cosa sono quelli?- chiedo, indicando degli scaffali colmi di marchingegni che ronzano forte.
 -Detector oscuri- risponde Harry senza fare una piega.
 -Affascinante- commento, avvicinandomi a quello che sembra essere un Avversaspecchio.
 -Ma tu non sapevi già della Stanza?- obietta Ron, cogliendomi di sorpresa.
 -Sì- rispondo, continuando a guardare lo specchio -ma non ero mai entrata prima d’ora.-
 -Non toccarlo- salta su Hermione, stizzita.
 -Non lo sto toccando- ribatto, senza tuttavia distogliere lo sguardo dalla superficie -sto solo... -
... ”Dando un’occhiata” mi muore in gola. Improvvisamente una sagoma si delinea nello specchio. Vedo un mantello nero che cela un volto, due occhi di fuoco; mi sembra di sentire un alito di vento gelido e poi vedo una lama nera...
Mi volto di scatto, il cuore a mille.
 -Come funziona quel coso?- mormoro, rivolta a Harry, sedendomi accanto a Padma per evitare di tremare.
 -Beh, in genere mostra immagini confuse- risponde Harry, allungando il collo per vedere cosa mi abbia spaventata tanto -e quando si scorge il bianco degli occhi dei nemici... in quel caso sei in pericolo.-
Spiegazione contorta, ma può andare.
Quello che non mi spiego è perché mi abbia mostrato quell’immagine.
 -Le figure sono diverse per ognuno di noi?- insisto.
 -Credo... credo di no... - dice Harry -ma cosa c’entra?-
 -Niente- butto lì, chiudendo la discussione. Hermione mi sta ancora fissando. Ricambio lo sguardo, truce.
 -Ehi, che c’è?- dice lei, con una strana risata -Non mordo mica.-
Quando non replico, lei insiste: -Penso che noi dobbiamo chiarire.-
Improvvisamente mi sento avvampare. Probabilmente dovrei scusarmi, e sarebbe la cosa migliore da fare.
Nessun altro sente, siamo solo io, lei, Harry e Ron.
 -Per l’altro giorno... scusatemi, d’accordo? Non volevo. Ho solo perso la testa- sospiro -dovreste capire.-
 -Ti capiamo- mi rassicura Ron, in fretta.
 -E... mi dispiace, se tutti sono venuti a sapere che sei un mezzelfo- aggiunge Hermione -non era mia intenzione, sai.-
 -Vi ringrazio, lo apprezzo molto- proseguo, sollevata, ma mi rendo conto che la conversazione non aveva come unico scopo la riconciliazione. Harry mi guarda in modo strano.
 -Stanotte ho fatto un altro incubo- sussurra, chinandosi appena in avanti in modo che nessun altro senta.
 -Cosa?- salto su, improvvisamente interessata -Cos’hai visto?-
 -Lo stesso corridoio e la stessa porta- risponde -non so cosa sia o dove si trovi. Poi... ho visto una torre scura- continua, le sopracciglia aggrottate nello sforzo di ricordare e lo sguardo perso nel vuoto.
Lo stomaco mi si annoda al pensiero di Barad-dûr.
 -C’era un occhio infuocato in cima?- gemo.
 -No, no- ribatte Harry -era circondata da un muro di pietra e intorno era pieno di fumo e fiamme, non sono riuscito a vedere bene- prosegue -intorno c’erano quattro pilastri neri, che si sollevavano come delle punte in cima... -
 -è Orthanc- sussurro -nel cerchio di Angrenost. Sei sicuro di averla vista andare a fuoco?-
 -Sì- risponde con sicurezza -c’era del fuoco, e degli alberi cadevano e bruciavano.-
Isengard in fiamme? Perché mai? Forse Sauron ha cinto d’assedio Orthanc... ma sarebbe impossibile, è una torre inespugnabile! Certo, a meno che sia il regno di Gondor che Rohan non soccombano...
Non è detto che le visioni di Harry mostrino la verità, certo, potrebbe essere anche solo un piano del nemico, ma è pur sempre un indizio. Diamine, quanto vorrei, in momenti come questi, avere un modo per parlare liberamente con mio padre, mia madre o con sire Elrond!
 -Allora, che significa?- insiste Harry.
 -Non lo so, davvero- rispondo -la torre che mi hai descritto è la dimora di Saruman, il più potente degli Stregoni della Terra di Mezzo.-
 -Ci sono maghi anche lì?- domanda Ron, perplesso.
 -No, loro sono Istari- ribatto -sono spiriti primordiali con poteri magici.-
Hermione fa un mezzo sorriso.
 -Quindi questa torre non potrebbe essere... sai cosa intendo- fa Harry.
 -No- rispondo -non se fino a un mese fa era ancora in piedi. È lontana da Mordor.-
 -è lontana da dove?-
 -Lascia stare, Harry- insorge Hermione.
È allora che un’idea mi balena in mente: un’illuminazione che potrebbe essere utile a tutti noi e che risolverebbe molti problemi.
 -Sentite- esordisco, celando l’entusiasmo nella mia voce -è chiaro ormai che Voldemort e Sauron sono sul piede di guerra. Dobbiamo essere preparati a combattere entrambi. Silente mi ha permesso di parlare con voi della Terra di Mezzo, perciò non vedo come potrebbe nuocere, se magari vi dessi qualche indicazione sul mio mondo.-
Il viso di Hermione si illumina.
 -Annadiel, è una splendida idea!- sussurra -Non che io sia un’esperta in merito... non ho mai amato quel genere di roba. Oh, lascia perdere- aggiunge, davanti al mio sguardo perplesso.
 -Potremmo usare la Stanza- propone Ron -insomma, secondo la Umbridge se più di tre persone si riuniscono è illegale.-
 -Ma noi non saremo più di tre persone- obietta Hermione, con un sorriso malizioso. 
 -Siamo quattro- le faccio notare.
 -Ma la Umbridge ne vedrà solo tre- sentenzia Hermione, mentre Harry la fulmina con lo sguardo.
 -Sono le otto- insorge Ron -è ora di iniziare, no?-
 -Ne parliamo dopo- dico allora, confusa ma trionfante.
I cuscini che suppongo servano per gli incantesimi sono stati tutti occupati dalle ventisei persone che Sabato si trovavano alla Testa di Porco. Sono così piena di entusiasmo che potrei cantare.
 -Dovremmo darci un nome- esordisce Hermione.
Cho Chang propone Esercitazioni Segrete, abbreviato E.S. ma Ginny lo trasforma in Esercito di Silente.
 -Ben detto, Ginny!- esclamo -Un nome perfetto, in barba a quelli del Ministero!-
Terry mi sorride, entusiasta.
Scriviamo i nostri nomi in una pergamena, in cima a cui svetta il nome “Esercito di Silente”.
Dopodiché iniziamo: Harry propone di cominciare con l’incantesimo di Disarmo, che mi sembra un’ottima scelta, benché io lo sappia fare già.
Scagionate tutte le proteste sollevatesi in seguito a quest’affermazione, siamo pronti per iniziare. Ci dividiamo in coppie per provare l’incantesimo, ma Padma si esercita con Calì, perciò io sono insieme a Neville.
Quasi mi sento in colpa quando lo disarmo al primo tentativo. Gli rendo la bacchetta con un incantesimo di Appello, dopo di che continuiamo a provare.
La sala riecheggia di incantesimi, esplosioni e tonfi, che rimbombano sull’ampio soffitto. Dopo un po’ di tempo mi accorgo di migliorare leggermente: conoscevo già l’incantesimo, ma con la pratica diventa sempre più potente e non ho neanche più bisogno di urlare “Expelliarmus!” a squarciagola; mi basta fare il giusto movimento con la bacchetta e mormorare la formula perché la bacchetta di Neville schizzi via dalla sua mano.
Anche lui migliora a vista d’occhio: mi disarma almeno tre volte, con il viso contratto per la concentrazione. Dopo un po’ Harry viene a controllare come procede il nostro allenamento e gli corregge il movimento della mano.
L’incontro finisce in un baleno.
 -Sono già le nove- sospiro, delusa -peccato. È stato davvero fantastico- dico a Harry, con un sorriso -complimenti per l’idea.-
 -è stata Hermione- obietta lui.
 -In tal caso- mi volto verso di lei -i miei complimenti.-
Straordinariamente, Hermione sorride.
Fissata la data del prossimo incontro, Harry ci congeda uno ad uno, divisi per Case, non prima di aver consultato una strana pergamena consunta che tenta di nascondere. Io rimango, perché ho intenzione di strappargli una qualsiasi data per incontrarci.
Quando sono rimasta solo io, nessuno dei tre chiede spiegazioni. Probabilmente sono meno idioti di quello che credevo.
 -Allora, torneremo a incontrarci qui?- li incalzo.
 -Sta bene- concede Harry -quando?-
Ci accordiamo per domenica mattina, quando nessuno avrebbe il buonsenso di stare in giro al settimo piano dove, detto con franchezza, non c’è niente di interessante da fare.
 -Ci sarete tutti e tre, no?- dico. Harry annuisce.
 -Che genere di cose faremo, per la cronaca?- chiede.
 -Ci ho pensato, durante l’incontro- rispondo, prontamente -penso che vi spiegherò un po’ come vanno le cose da noi. E magari vi darò anche qualche indicazione pratica sulla nostra lingua.-
 -Non ci servirà a niente- obietta Ron.
 -Questo è da vedere- sentenzio -se non vi va, potete benissimo tirarvi indietro.-
 -Non ne abbiamo l’intenzione- mi rassicura Hermione -ci vediamo Domenica.-
 -Ci vediamo- li saluto, uscendo dalla Stanza.
Sono felice di aver fatto pace con loro. Sono felice di far parte dell’Esercito di Silente. Sono felice perché finalmente sto facendo qualcosa.
 
Tuttavia il mio buonumore dura poco quando raggiungo la Sala Comune e mi ritrovo una vagonata di compiti da fare.
 -Mi chiedo come posso salvare la Terra di Mezzo se sto qui a imbottire la mia mente bacata con le date delle ribellioni dei folletti- brontolo a bassa voce. Nessuno mi sente, e a me va benissimo così.
Ultimamente la mia vita è diventata così frenetica che ho persino dimenticato quanto mi manca la mia casa.
Posso facilmente rimediare: ho la lettera da Gran Burrone a cui rispondere.
Eh no, Nadi! Prima i compiti.
Elbereth, ci vorranno ore... che barba.
Cerco di sbrigarmi quanto posso, ma è già tardissimo quando finisco. Questa volta mi rintano nel dormitorio per scrivere, con la scusa di voler andare a dormire.
L’ispirazione non tarda ad arrivare, soprattutto perché sto friggendo dalla voglia di rivedere la mia famiglia e i miei amici a Gran Burrone.
 
“Caro papà,
Come stai? Sono felice che Naneth stia bene e che tu sia passato a trovarla a Imladris. Mi mancate tantissimo tutti, ma se inizio a dirlo già adesso, chissà come mi ridurrò alla fine dell’anno!
Comunque ieri ho fatto il primo allenamento di Quidditch ed è stato un mezzo fiasco: conosci la mia mira disastrosa, ti lascio immaginare l’espressione del capitano della squadra. Comunque penso di essermela cavata bene per il resto. La scuola sta diventando sempre più difficile, ci danno una vagonata di compiti e non riesco mai a finire prima di notte fonda. È sempre così, prima dei G.U.F.O.? Sono un po’ preoccupata per gli esami, ma confido sul fatto che avrò studiato tutto l’anno, perciò non dovrei avere problemi.
Penso di non avere nient’altro da dirti. Sto seriamente cercando di stare attenta a lezione di Storia della Magia, ma è più difficile di quanto pensassi.
Per favore, inoltra l’altro foglio di risposta a Gran Burrone, quando puoi. Non vedo l’ora di rivederti!
A presto,
Annadiel
 
Fatto. Ora rispondiamo a Elrond, Amil, Arwen e Glorfindel.
 
Caro sire Elrond,
Vi sono grata per la vostra missiva e sono lieta che abbiate contatti con il preside della mia scuola, perché è un pensiero che mi rassicura molto.
Mi dispiace di non poter venire a Imladris per Natale, ci rivedremo quest’estate.
Annadiel.
 
Eru, che lettera dal tono formale! In fondo a Elrond piace così, con i suoi modi solenni, almeno lo farò contento, una volta tanto. Ora tocca a mamma.
 
Cara Amil,
Grazie mille per la lettera, non preoccuparti per me, sto bene.
 
Evviva la sincerità.
 
Il castello è fantastico, lo sai, ma mi manca molto la Terra di Mezzo. Ada mi ha detto che a Imladris è appena arrivato un Perian, penso tu lo conosca. Non ne ho mai visto uno... sono simpatici? Penso proprio di sì, se sono amici degli elfi. Non vedo l’ora di tornare, ho così tante cose da dirti!
Ti voglio bene,
Annadiel.
 
Cara Arwen,
Grazie per la lettera e per aver dato le Cioccorane a Estel, salutamelo tanto. Effettivamente qui mi sento un po’ sperduta, ma in fondo ci ho fatto l’abitudine, e le lezioni sono davvero interessanti, a volte. Spero che ci rivedremo presto.
Con affetto,
Annadiel
 
Valar, non pensavo fosse così difficile buttar giù due righe per ognuno di loro! Sarà perché devo fare attenzione a ciò che scrivo, ma quasi mi fa passare la voglia di rispondere alle lettere. Per fortuna adesso scrivo a Glorfindel. Prendo un foglio separato, per lui. Non voglio che tutti leggano quanto ho da dirgli.
 
Caro Glorfindel,
Sono davvero felice che tu stia bene. Non che avessi davvero paura che ti accadesse qualcosa, beninteso, ma sai com’è, con gli Spettri dell’Anello non c’è mai da stare tranquilli. In fondo era da aspettarsi che attaccassero da Dol Guldur.
Mi manchi tantissimo anche tu, ma non ci rivedremo prima dell’estate prossima.
Qui al castello stanno succedendo un sacco di cose sconcertanti, non avrei mai detto che ci fossero così tante novità. Pensavo di aver concluso con le stranezze l’anno scorso dopo il Torneo, l’anno prima con quel Sirius Black e l’anno prima ancora con l’apertura della Camera dei Segreti. Ah, dimentico la storia della Pietra filosofale, ma io non c’ero molto dentro, perciò ho saputo i particolari soltanto alla fine.
A quanto pare, però, questo era solo l’inizio: non sto a dirti tutto, ci vorrebbero almeno altre tre pergamene, ma per fortuna sto studiando così tanto che ho davvero poco tempo per farmi prendere di nostalgia. Credo che sia una fortuna. Sai, non vedo l’ora di tornare, così finalmente mi porterai alle rovine di Fornost come mi hai promesso, e magari torneremo anche a Rohan o a Lothlórien. Hogwarts è la scuola più bella che si possa desiderare, ma certe volte sento il bisogno di un po’ di pace. Vorrei prendere un po’ di tempo per stare all’aria aperta, in silenzio, a non pensare a nulla o a guardare le stelle, ascoltare i grilli e le cicale, come facevamo a Imladris.
Il mondo magico è così terribilmente frenetico che a volte mi rendo conto di essere nevrotica al pari di tutti, ed è scoraggiante come non riesca a evitarlo.
A questo punto ho preso una decisione. Non voglio che Naneth o Elrond lo sappiano, ma conto che tu manterrai il segreto.
 
No, Nadi, che stai facendo? Non puoi dirglielo. Non ancora. Dovrei prima parlarne con Ada, lo so, ma forse se chiederò a Glorfindel di non parlare, lui terrà la bocca chiusa.
Non riesco a trattenermi, devo per forza confidarmi con qualcuno.
 
Voglio lasciare la scuola dopo gli esami. Ne parlerò con mio padre a Natale e vedrò di procurarmi i libri di testo dei prossimi anni, così potrò continuare a studiare da autodidatta. Te ne prego, lo ripeto, non dirlo a nessuno. Solo a Mithrandir, se vuoi, tanto lui sa sempre tutto.
Adesso smetto, perché è tardi e domani devo alzarmi presto. Ti saluto.
Mi manchi tanto,
Annadiel.”
 
Finito. Beh, sono davvero esausta. Rileggo la lettera, tanto per ricontrollare.
Mi ero quasi dimenticata quanto mi mancasse casa mia. Ogni istante che penso a Gran Burrone sento una stilettata di nostalgia all’altezza dello stomaco che si fa più acuta quando penso a mia madre, mio padre o Glorfindel.
Arrotolo le due pergamene. Domani andrò in Guferia.
Pensandoci, non ho poi tanto sonno. Potrei aspettare che tutti vadano a dormire e rimanere alzata un altro po’ a guardare le stelle.
Mi sollevo dal letto a baldacchino per sgranchirmi le gambe e quasi automaticamente esco dal dormitorio per dirigermi in Sala Comune, andando quasi a sbattere contro Padma.
 -Non dormivi, tu?- mi rimbecca lei, bruscamente.
 -Mi sono resa conto che non ho sonno- rispondo, sinceramente -vado in Sala Comune.-
Padma si allontana, borbottando sommessamente. Chissà perché è di cattivo umore.
Sotto, mi siedo accanto a Jenny che gioca a Spara-schiocco con Anthony.
 -Ciao Nadi- mi dice lei -vuoi giocare?-
 -No, grazie- ribatto -aspetto che finite.-
Quando la partita è terminata, la Sala Comune è quasi vuota.
 -Sai che cos’ha Padma?- domando a Jenny -L’ho incontrata sulle scale e aveva una faccia tremenda.-
Jenny si rabbuia.
 -Credo che sia per colpa tua.-
 -Per colpa mia?- esclamo, punta sul vivo -E perché? Cosa ho fatto di male?-
 -Non lo so- risponde Jenny -ha accennato qualcosa riguardo al fatto che durante quelle esercitazioni con Potter sei stata in coppia con Neville invece che con lei e poi sei rimasta lì senza neanche avvertirla mentre lei tornava in Sala Comune... ah, ed era offesa a morte perché sei andata a dormire presto.-
 -Non capisco... - sospiro -... è solo un malinteso, credevo che lei avrebbe voluto esercitarsi con Calì.-
 -Hanno litigato- dice Jenny -non te l’ha detto?-
Scuoto la testa.
 -Quando?-
 -Domenica pomeriggio.-
Ah, beh, questo spiega tutto. È il giorno in cui ho dato di matto. Dato che avevo deciso di estraniarmi dal castello non sarei mai venuta a sapere del litigio di Padma e Calì.
 -Mi dispiace... più tardi andrò a chiarire- sentenzio.
 -Non ti conviene, rimanda a domani- mi consiglia Jenny -è piuttosto nervosa oggi.-
Annuisco, concorde e riconoscente.
 -Grazie, Jen.-
 -Di niente.-
Sollevo lo sguardo verso il cielo stellato. Certe volte, quando sono nella Terra di Mezzo, riesco ad aprire un dialogo con i Valar attraverso le stelle. Pensando a quando gli Eldar dei Tempi remoti invocavano Varda e Manwë chiedendo perdono, aiuto e misericordia, è come se attraverso il cielo potessi sentirmi capita e ascoltata. C’è qualcosa oltre questo mondo pieno di ombre e di dolore.
 -A Elbereth... - sussurro -Giltoniel, rín athar aearath, cosa posso fare, Silivren?-
Le stelle rimangono mute. Nel mondo dei maghi è sempre più difficile credere a qualcosa che nessuno vede.
Naneth nín, o aind ithrin eneg toled Trennor... gli Alti Elfi si sentivano soli e sperduti come me, abbandonati in terre ostili, puniti per aver seguito le parole di un oratore che infiammò i loro cuori, troppo orgogliosi per tornare indietro...
Jenny va a dormire. È trascorsa quasi un’ora dalla mezzanotte e devo frenare le lacrime.
Questa notte non dormirò. 



Naneth nín, o aind ithrin eneg toled: madre mia, da lunghi anni sei venuta nella Terra di Mezzo (Sindarin). 




Buon pomeriggio!
Odiatemi pure se non ho aggiornato, questa volta posso dare la colpa alla scuola. Comunque ho impiegato quasi un mese per revisionare questo capitolo e altrettanto per scrivere il successivo, siate clementi, cercherò di aggiornare prima la prossima volta. Vedrete che Annadiel inizierà a farsi valere nei prossimi capitoli ;) 
Ho poco tempo, perciò per vostra fortuna sarò breve. Per tutti coloro che hanno messo la serie tra le preferite, le seguite o le ricordate: grazie mille, ma dato che siete più di venti, per favore recensite! XD 
Sto scherzando ;) vi adoro, grazie davvero. Credevo che dopo aver pubblicato questa storia mi avreste lanciato pomodori virtuali e Maledizioni Senza Perdono via internet, ma se non lo avete ancora fatto è una buona notizia, anche se sono ancora convinta che questa cross-over sia più un esperimento da manicomio che una serie normale. 
Un bacio a Shiner LegolasOakenshield, CallMeMomoTM, _Quimelle_ e a tutti i lettori silenziosi!
Recensite, per favore, siate sinceri, prolissi e cattivi, ma soprattutto Segnalate gli Errori, come sempre ;) 
A presto, e grazie per avere letto!

Un abbraccio,
Vostra
Anairë

 
   
 
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