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Autore: Patosangel32    23/10/2013    9 recensioni
-"Non voglio farti male, Clary."
-"Proprio non capisci, allora?" Clary gli passò una mano sulla sopracciglia, poi percorse il profilo del naso e dello zigomo. Infine raggiunse le labbra dove indugiò anche con lo sguardo.
-"Tu non puoi farmi male, Jace."
L'amore tra Jace e Clary oramai non può più essere solo platonico. Entrambi sentono il bisogno di andare oltre. Ho cercato di immaginare la scena del loro primo rapporto, sperando di cogliere il senso del loro sentimento.
Allora lettori, preannuncio che questa è la mia prima Clace romantica, e la mia prima Clace in generale. Spero di non essere stata volgare in qualche punto ma questo genere è cosi insidioso >.< a volte per rendere chiari certi concetti, bisogna essere semplici e io spero solo che questa semplicità non sia stata deleteria! Che altro dire? Il punto di visa è quello di Jace, perché il protagonista maschile è sempre il mio preferito. E poi è Jace, signore e signori.
E niente, spero che la lettura non vi annoi. Fatemi sapere quanto vi piace o quanto non vi piace!!
With love
-A
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lose Control

 
Jace era in dormiveglia, sdraiato al fianco dell'adorabile ragazza dai capelli rossi di cui era perdutamente innamorato. Essendo mattina, il suo corpo aveva un bisogno impellente di farsi sentire. In tutti i sensi.
Aprì gli occhi color oro e alzò leggermente le lenzuola, anche se non ce n'era bisogno visto che aveva un'erezione che sporgeva da sotto le coperte.
Questa non ci voleva.
Se Clary l'avesse visto cosi, avrebbe fatto troppe domande. Fino a quel momento avevano dormito insieme e basta. Non era giusto per lei venire a conoscenza di cose cosi villane, la mattina presto. Richiuse gli occhi sperando di non svegliare Clary.
Sentì un fruscio come di qualcuno che si muoveva sotto le lenzuola. E sì, che la sua erezione era ancora grande, ma non aveva ancora imparato a muoversi da sola. Cercò di non aprire gli occhi, ma quando Clary allungò un braccio e fu con mezza parte del suo esile corpo su di lui, Jace non ce la fece più.
-"Clary?" La chiamò con voce rauca. Era ancora mezzo addormentato, ma la raucedine era probabilmente dovuta a quella che può essere chiamata ‘eccitazione di prima mattina’.
-"Sto controllando l'orario.." Disse lei spostandosi goffa una ciocca di capelli dal viso. Era cosi bella, con i capelli mossi sulle spalle scoperte e gli occhi semichiusi brillanti come smeraldi.
-"Ti sembra una valida motivazione per salirmi di sopra?" Chiese con il sorriso sulle labbra.
Non muoverti di piu, non muoverti, ripeteva Jace in mente. Se clary si fosse completamente stesa su di lui, avrebbe conosciuto una parte di lui che raramente usciva fuori.
E poi chissà perché gli venne in mente Magnus mentre diceva:" Che deplorevole scelta di parole, Jonathan"
Clary lo guardò ancora addormentata con lo sguardo di una persona che non ha capito ciò che le hai appena detto. Così, esattamente come Jace le aveva detto di non fare, si buttò completamente sopra di lui, finendo con una gamba sottile a pochi millimetri dalla sue erezione. Jace si irrigidì e guardò Clary vergognandosi dei pensieri che stava facendo.
Sarebbe stato bello condividere quel momento con Clary. Quando fai sesso per la prima volta con la persona che ami, instauri un legame indissolubile e considerando che Jace non ne avrebbe mai avuto abbastanza di Clary, era esattamente  il suo scopo. Ma Clary era innocente, e poi fino a qualche settimana prima erano ancora convinti di essere fratelli.
Unirsi a Clary era ciò che Jace desiderava di più al mondo, ma se lei non era ancora pronta? E se lo avesse scoperto Jocelyn? Sarebbe stata la fine. La mamma di Clary già lo odiava perché lo riteneva forgiato dalla tempra del suo falso padre, nonché ex marito di Jocelyn e crudele profeta della pura legge di superiorità della razza degli Shadowhunters.
Ok, non era quello il momento di pensare a criticare il padre oramai defunto, se non altro perchè Clary lo guardava con un sorriso malizioso e una luce più che vivace negli occhi verdi.
Jace avrebbe voluto scusarsi, avrebbe voluto giustificarsi magari cambiare argomento chiedendo per esempio l'ora. Ma sapeva che niente avrebbe aiutato a deviare l'attenzione di Clary.
La ragazza lo guardava quasi come se volesse chiedergli il permesso, e poi lasciò scivolare la mano sui nudi pettorali di Jace. Si soffermava su ogni runa e ne disegnava delicatamente i contorni guardandolo fisso negli occhi. Chi meglio di lei poteva conoscere le rune disegnate sul suo corpo?
Quando la sua mano delicata raggiunse l'ombelico, Jace deglutì a fatica. Non voleva ancora serrare gli occhi perché in quelli di Clary distingueva perfettamente il desiderio incontrollato e il freno della passione. Se avesse chiuso gli occhi non avrebbe più risposto delle sue azioni. La mano di Clary intanto percorreva la vena appena sotto gli addominali obliqui, Jace non si era accorto della tensione che aveva in corpo fino a quando non aveva lanciato uno sguardo alle sue mani avvinghiate alle lenzuola fino a diventare bianche per lo sforzo. I muscoli tutti contratti.
Clary continuava a scendere aggirando spontaneamente l'erezione. Ora sollevava tutte le dita tranne una, l'indice. Poi delicatamente lo poggio sull'elastico degli slip procedendo verso il basso.
Sto per venire, sto per venire pensava Jace ,che a questo punto aveva abbandonato la testa sul cuscino con gli occhi serrati. Era incredibile come Clary lo possedesse completamente. Con un solo dito teneva in pugno l'autocontrollo, l'attenzione ,il cuore e l'orgasmo di Jace.
-"Clarissa" la voce di Jace era così gutturale che, se non fosse stato un momento tanto intimo, Clary si sarebbe spaventata. Jace pregò l'Angelo per non farlo crollare proprio in quel momento.
Non fare l'animale Jace. Tu la ami. Non approfittare di queste occasioni. Dovresti discuterne con lei, non lasciarti sedurre. E se poi lei si pente? E se non è convita di amarti quanto tu pensi? E se...
E perdendosi nelle domande esistenziali che gli stavano affollando la mente, non si era accorto di Clary che, cavalcioni su di lui, aveva iniziato a baciarlo. Erano quelli i momenti in cui il cuore di Jace smetteva di battere. Ed erano solo baci, non molto innocenti questo è vero, ma pur sempre baci. Se fossero andati oltre, sarebbe morto di arresto cardiaco. Non che la morte lo spaventasse. Sarebbe morto come miglior Shadowhunter della sua generazione, con la donna che credeva di amare tra le braccia e nella sua ordinatissima stanza nell'Istituto di New York.
Per l'Angelo, era davvero felice.
Schiuse le labbra mugolando di piacere, fino a quando Clary non lo afferrò per le spalle e lo portò sopra di lei. Questa era una mossa che le aveva insegnato Jace durante i loro 'allenamenti' al parco.
-"Clary, io non credo.."
-"Ti prego, Jace" mugolò lei sulle sue labbra. Jace non voleva affrontare ancora il discorso. Non voleva ferirla inducendola a pensare che non lo attraesse. Assolutamente.
Jace si distanziò da lei il necessario per guardarla negli occhi. Clary gli sorrise con le guance infuocate.
-"Sicura?" Le chiese accarezzandole la guancia con un dito. Lei annuì perchè non aveva più aria nei polmoni per parlare.
In pochissimo tempo Jace le aveva tolto maglietta e mutandine, con la paura che tutto questo potesse essere un sogno. Sorrideva come un bambino di fronte al regalo più bello del mondo. E, per l'Angelo, tutto quello era molto meglio di un bagno in una vasca piena di spaghetti.
-"Clary, non dobbiamo farlo se non sei ancora pronta."
Lei lo guardò torva. Quell'espressione era così inadeguata alla situazione che Jace per poco non scoppiò a ridere.
-"Ho solo paura di farti male" disse Jace come per giustificarsi. Lei lo baciò con enfasi avvolgendo i fianchi del ragazzo con le gambe.
Jace notò con estremo piacere che Clary fosse stretta, ma nello stesso momento la guardò con paura di farle male. Non era mai stato con una vergine, ma era contento, immensamente contento, che Clary lo fosse.
Era sua.
Sua e di nessun altro e ciò lo riempiva di orgoglio e gioia in egual misura.
Clary aveva affondato le unghie nella pelle della schiena di Jace, che non si curava  dei graffi che gli avrebbe lasciato. La guardò con premura quasi si stesse rendendo conto in quel momento della cosa meravigliosa che stava succedendo. La vita era stata crudele con lui, eppure adesso non avrebbe giurato di aver mai sofferto, tanto era felice.
Clary stringeva gli occhi come se provasse dolore. Jace si fermò all'istante. Non riusciva a sopportare l'idea che lei soffrisse mentre lui credeva di essere in paradiso. Clary aprì gli occhi piano piano con l'affanno e la pelle imperlata di sudore.
-"Stai piangendo?" Jace lo chiese perché Clary aveva gli occhi lucidi e aveva sentito che per le ragazze la prima volta può essere dolorosa.
-"Jace" disse solamente.
Al ragazzo esplose il cuore. Era di fondamentale importanza, secondo lui, che l'unica parola che Clary fosse riuscita a dire fosse stata proprio il suo nome.
-"Non voglio farti male, Clary."
-"Proprio non capisci, allora?" Clary gli passò una mano sulla sopracciglia, poi percorse il profilo del naso e dello zigomo. Infine raggiunse le labbra dove indugiò anche con lo sguardo.
-"Tu non puoi farmi male, Jace."
-"Stai soffrendo, e non lo sopporto" mormorò Jace baciandole il colle e segnando un percorso fino a raggiungere la spalla di Clary.
-"Quando ci sei tu, sto sempre bene. Voglio averti dentro, Jace. Non Basta sentirti qui" - e indicò il cuore del ragazzo con la punta delle dita -"voglio sentirti dentro in ogni modo possibile" la punta del dito arrivò a sfiorare la cicatrice a forma di stella che aveva sulla clavicola.
Jace la guardò con tutto l'amore del mondo, anzi no. Il mondo gli aveva insegnato che l'amore è solo nelle persone buone.
-"Farò piano, te lo prometto" blaterò guardandola negli occhi. Era incredibile come in sua presenza la corazza degli Herondale si sciogliesse e lo rendesse inerme.
Iniziò a muoversi lentamente, ma prima del previsto il ritmo andò ad aumentare, perché né lui né Clary sarebbero riusciti a controllarsi.
Dopo parecchio tempo, stanchi e affannati, Jace si divincolò. Sollevatosi sugli avambracci guardò la ragazza sotto di lui.
-"Jocelyn mi scuoierà con uno dei coltelli da collezione di Luke" mormorò poggiando la fronte su quella di Clary. La sentì ridere. Era un suono cosi delicato che Jace pensò di esserselo immaginato.
-"Non ti sei pentita, vero?" Chiese riaprendo gli occhi. Incontrò le immense praterie negli occhi di Clary, che gli ricordavano Idris, la sua casa.
-"Jace Herondale, solo l'Angelo sa quanto ti amo. Come puoi farmi una domanda del genere?" Disse Clary sfiorando le sue labbra.
Beh, quella era una dichiarazione d'amore, no?
A differenza di lui, Clary non se la cavava molte bene con le parole.
Ma si sbagliava, o Clary gli aveva appena detto Ti amo?
-"Cosa hai detto?” chiese Jace fissando gli occhi color Ambra sulla runa che Clary aveva sulla mano sinistra. Intrecciò le dita nelle sue, e poi lentamente salì fino al seno di lei, al collo dove si erano appiccicati i capelli ricci e sulle lentiggini sul naso. Tutto era più familiare adesso.
-“Ho detto di non farmi più domande del genere” sussurrò Clary che ancora arrossata cercava il modo di schiodarsi Jace di dosso. Lui non l’avrebbe lasciata andare da nessuna parte.
-“No, ancora prima”
-“Stai cercando di farmi ripetere le due paroline famose?” chiese Clary afferrandolo per i capelli biondi. Jace ringraziò l’Angelo di avere quei morbidi capelli biondi in cui Clary poteva infilare le delicate mani da artista.
Jace la guardò un po’ dispiaciuto dalla risposta, ma quando stava per rispondere qualcosa di sarcastico come al suo solito, Clary gli mise un dito sulle labbra azzittendolo.
-“Ti amo, Jace Herondale. Ti amo, ti amo, ti amo” Clary sorrideva forse per la faccia di Jace, che aveva gli occhi di fuori e la bocca spalancata, forse perché avevano appena fatto il miglior sesso della loro breve vita.
-“Sei stanca?” le chiese improvvisamente ripresosi dalla shock.
-“Jace..” rispose lei avvicinandosi alle sue labbra.
-“ho bisogno di dimostrarti che ti amo, e considerando che non sei più Vergine da .. beh da un paio d’ore..” rispose Jace facendosi largo tra le gambe di Clary. La ragazza rise.
Jace non ricordava suono più dolce, a parte quello di una spada angelica che trafigge un demone. Quello rimaneva ancora il suo  preferito.
 
   
 
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