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Autore: itsteddysheeran    23/10/2013    2 recensioni
Castiel Novak comincia il college irrompendo nella vita di Dean Winchester in pochissime ore. Dopo essersi reso conto che Dean è deriso da tutti a causa sua, prova a rimediare, aiutandolo in tutte le maniere possibili sia a scuola che nel resto.
Senza rendersene conto, si troverà a vedere Dean più che come un amico, e questo porterà solo guai.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fandom: Supernatural.
Pairing: Destiel.
Rating: Giallo.
Beta: //
Genere: Romantico, Angst
Warning: AU, Slash, forse OOC. 

Capitolo
1/?


Fu Anna a portarlo a scuola il primo giorno, orgogliosa del suo fratellino. Salutò Castiel con un bacio sulla guancia e poi andò via.
A Castiel quello sembrava un sogno.
Si avviò verso quello che doveva essere lo sportello dove, da come gli aveva spiegato Anna, avrebbe trovato qualcuno che gli avrebbe dato una mappa della scuola, la chiave della sua stanza e varie indicazioni. Infatti, la signora dietro il vetro fece proprio tutto ciò che aveva detto Anna e lui ne fu sollevato.

Castiel trovò la sua stanza dopo aver girato praticamente tutti i corridoi dell’alloggio maschile. La sua stanza era la numero 258, in fondo al corridoio, sulla destra. La porta era di una tonalità di blu più scura rispetto a quella delle pareti.
Bussò due volte, ma nessuno aprì. Pensò di riprovare, ma fu allora che ricordò di avere la sua chiave e così aprì la porta.
La prima cosa che vide fu un ragazzo seduto su una sedia, cuffie nelle orecchie e musica alta apparentemente. Faceva finta di suonare una chitarra e non si accorse per nulla dell’entrata di Castiel nella stanza. Alla destra del ragazzo, c’erano due letti, due comodini e un armadio enorme.
Castiel provò a superare l’imbarazzo di quel momento, così si fece avanti e, una volta davanti al ragazzo, aspettò che lui dicesse qualcosa. Prima lo squadrò da testa a piedi, poi si sfilò le cuffie e le posò sulla scrivania piena di libri insieme al suo iPod.
«Ciao, sono il tuo compagno di stanza. Mi chiamo Castiel».
«Scusami? Io non ho un compagno di stanza» urlò quasi il ragazzo, alzandosi dalla sedia. Era poco più alto di Castiel e aveva gli occhi di un verde mozzafiato.
Castiel sospirò, alzando le spalle.
«La donna allo sportello ha detto che questa è anche la mia stanza».
«No! Sei del primo anno, giusto?» Castiel annuì, già stanco di quella situazione «Bene, io sono del terzo. Ora vado a parlare io con la signorina Mills».
Il ragazzo sparì poco dopo.
Castiel, però, iniziò a sistemarsi ignorando i comportamenti infantili del ragazzo. Posò la biancheria pulita nella sua cassettiera e i vestiti nella parte di armadio vuota.
Poi sistemò alcuni dei libri che aveva portato con sé sulla mensola sopra al comodino.
Approfittò dell’assenza del ragazzo per fare una doccia veloce. 
Si sentì meglio dopo.
Quando uscì dal bagno, l’altro non era ancora tornato. Ne fu sollevato siccome non voleva litigare, non sarebbe stato di certo un buon inizio altrimenti.

Il ragazzo tornò in camera verso le cinque del pomeriggio. Castiel ne aveva approfittato per sistemare le ultime cose rimaste nelle valigie e dedicarsi alla lettura.
Quando lo vide entrare, Castiel gli sorrise ma lui sbatté semplicemente forte la porta, per poi buttarsi sul suo letto e sotterrare la testa sotto al cuscino.
«Va tutto bene?» gli chiese Castiel, posando il libro sul comodino.
L’altro fece finta di nulla, ignorandolo.
«Se ti do così fastidio, puoi dirmelo. Chiederò di spostarmi in un’altra stanza».
«Smettila, Ca-» e si fermò, non ricordando il suo nome.
«Castiel. Tu non mi hai detto come ti chiami».
«Dean» rispose lui a malavoglia, gettando il cuscino a terra. Castiel lo fissò per un po’, poi distolse lo sguardo e sospirò ancora.
Dean era più grande di lui di due anni ma, a primo impatto, non si notava così tanto. Sembrava simpatico nonostante fosse abbastanza nervoso in quel momento.
Castiel gli rivolse un altro sorriso che Dean ignorò.
«Chiariamo due cose».
«Sì?».
«La prima: ho già degli amici e non voglio che tu sia uno di questi».
«Ci posso convivere» rispose Castiel, per nulla sorpreso.
«La seconda: non parlarmi quando sono in giro, soprattutto se in compagnia». Castiel annuì.
Era normale il comportamento di Dean. In fondo, era quasi sempre stato così e a lui non dispiaceva starsene solo a pranzo o studiare in camera per il resto della giornata. Non gli dispiaceva nemmeno studiare, era lì per quello dopotutto.
Dean si alzò e si diresse verso l’armadio, prese dei vestiti puliti e si diresse in bagno.
Dopo poco Castiel sentì lo scorrere dell’acqua.

«Io sono nella sala principale, quella dove c’è il televisore. Se ti va, puoi venire, ma stammi lontano, okay?».
«Perché? Cosa ho fatto di male? Nemmeno mi conosci» Castiel non voleva litigare, ma capire il comportamento di Dean lo avrebbe aiutato. Era arrivato lì da poche ore e già era considerato una persona strana o, perlomeno, non adatta a stare con i ragazzi più grandi come Dean.
«Be’, mi sembra ovvio».
«No, a me no». Dean sbuffò, alzò gli occhi al cielo e poi scosse la testa.
Non era mai stato amico veramente di qualcuno, tantomeno di un ragazzo del primo anno. E la sua reputazione era qualcosa a cui teneva. Perciò andare per i corridoi con un ragazzo più piccolo sarebbe stato strano e la gente avrebbe iniziato a spettegolare.
«Castiel, lascia stare. Sai dove trovarmi. A dopo, sempre se sarai sveglio» disse prima di andar via.
Fu così che Castiel si trovò seduto sulla sedia rotante nella stanza vuota.
Non aveva mangiato nulla ed era parecchio affamato. Si accontentò di una caramella alla liquirizia, l’unica cosa che aveva in tasca al momento, poi riprese a guardare la mappa.
La loro stanza era vicino alla sala principale e al balcone – dove, da come spiegava il regolamento, non si poteva andare dopo le dieci e trenta. Le aule, invece, erano abbastanza lontane dal dormitorio maschile. Castiel pensò che raggiungere Dean non sarebbe stato così male dopotutto, magari avrebbe trovato qualcuno di simpatico lì e avrebbe iniziato a farsi dei nuovi amici.
Prese la chiave della camera allora, poi si fiondò nella sala principale.

Castiel ci mise più di dieci minuti per trovarla. Nei corridoi non aveva trovato nessuno, probabilmente erano tutti impegnati in altre faccende, e aveva dimenticato la mappa in camera.
Capì di averla finalmente trovata quando vide due grandi divani rossi e una televisione enorme lì davanti. Stavano trasmettendo una partita di football al momento, e Castiel pensò di andar via dato che odiava lo sport e specialmente il football. Poi vide Dean, addormentato sul divano più grande, i piedi sul tavolino.
Gli si sedette accanto, ma non troppo vicino. Dean non si mosse di un centimetro per fortuna.
La stanza era abbastanza grande e praticamente vuota. Nemmeno dietro al bancone delle granite c’era qualcuno. Castiel sbuffò, si voltò verso lo schermo e capì che non aveva voglia di rimanere lì, per di più da solo.
A quel punto, si alzò e percorse la via di prima, non sicuro fosse quella giusta.
I corridoi erano sempre vuoti, tranne quello dove c’era la loro camera. C’era un ragazzo lì, alto e con i capelli decisamente più lunghi dei suoi.
«Posso aiutarti?» chiese, avvicinandosi.
«Sto cercando mio fratello. Dovrebbe essere qui dentro in teoria» il ragazzo indicò la stanza di Dean.
«Intendi Dean? È nella sala principale, quella col televisore» spiegò Castiel avvicinandosi alla porta per aprirla.
«Sei il compagno di stanza di mio fratello per caso?».
«Può darsi».
«Io sono Sam, comunque. Grazie per l’informazione,» disse lui, e Castiel gli sorrise, felice che non stesse litigando anche con lui «e sappi che non ti conviene andare in giro a quest’ora. Se ti beccano ti ritroverai a dover subire una punizione».
Castiel annuì e ritornò in camera.
Erano appena le nove, quindi pensò di fare qualcosa.
Iniziò con sistemare il letto di Dean, poi riordinò i vari libri sulla scrivania e posò l’iPod dell’altro accanto alla pila di libri. Notò un taccuino vicino alla borsa, anch’essa sulla scrivania, ma decise di trattenere la curiosità e di non toccarlo.
Chiuse la porta a chiave una volta passate le dieci e trenta, sicuro che Dean avesse la sua. Infilò il pigiama azzurro e poi impostò la sveglia alle sei di mattina.
Castiel era un tipo mattiniero e odiava svegliarsi tardi.
Si addormentò in fretta stranamente e non sentì Dean chiamarlo quando lui iniziò ad urlare nel corridoio una volta passata la mezzanotte.


 

spazio autrice.
sono tornata con una nuova destiel finalmente, ed è una college!AU (la vita è bella). 
è la mia prima college!AU, ma non mi lamento, spero piaccia anche a voi eheh
sappiate che ho tanto angst per voi, ringrazio la 9x03 di supernatural per questo

  
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