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Autore: Notsu_Chan1998    23/10/2013    4 recensioni
Notsuki è una ragazza come tante con un dono in particolare: possiede una collana che non riesce a togliere. La collana ha una chiave argentata ed un cuore dorato che fungono da ciondolo. Sua madre è, secondo lei, una patita di videogiochi. Ma poi Notsuki si renderà conto che quella della mamma non è pazzia, ma pura realtà. Tutto questo accadrà non appena incontra Sora, venuto sulla terra insieme a Roxas per liberarla dagli heartless. Sora e Roxas si infiltrano nella scuola di Notsuki e fanno finta di essere comuni studenti...Sora già conosce Notsuki...come mai?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roxas, Sora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts
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Si prospettava una giornata piovosa. Come tutte le mattine, io e Shi-chan, la mia migliore amica, guardavamo fuori dalla finestra...pur essendo al primo banco, la professoressa non si era mai accorta di niente.
Il banco vuoto vicino al mio sembrava ormai aver fatto la muffa. La proprietaria di quel banco si era trasferita pochi mesi dopo l'inizio della scuola, lasciando così il banco vuoto.
La mia poteva esser definita una vita banale, ero una delle tante persone nel mondo che servivano unicamente per far numero. Una sola cosa mi distingueva dall'essere una di quelle persone, una cosa che solo io e Shi-chan sapevamo.
Sin da quando ho memoria, indosso una collana argentata con una chiave ed un cuore dorato che fungono da ciondolo. Non sono mai riuscita a toglierla...era come se una forza naturale mi impedisse di farlo. Era stata mia madre a rifilarmela, aveva detto che un giorno sarebbe stata di vitale importanza...per questo non so come ma pare che abbia lanciato un sortilegio alla collana. Inizialmente non ci credevo per niente e tentai inutilmente, svariate volte, di toglierla.
"Il cuore dorato rappresenta il Kingdom hearts" mi disse.
Ho sempre pensato che mia madre fosse un po troppo fissata con i videogiochi...
-Cosa fai oggi Notsu-chan?- Mi chiese Shi-chan non appena uscite da scuola.
-Niente, però dovrei studiare...- Risposi.
Improvvisamente iniziò a piovere. Salutai velocemente la mia amica e, con la cartella in testa, corsi il più velocemente possibile verso casa.
Mi riparai sotto un portico, ero fradicia. "Meglio se mi faccio venire a prendere" pensai mentre tiravo fuori dalla tasca il mio cellulare.
Il telefono all'orecchio emetteva il solito suono in attesa della risposta,in questo caso, di mio padre ed io che giocavo con una pozzanghera...improvvisamente uno strano vortice nero mi fece sobbalzare. Apparve sotto la pioggia...in mezzo alla strada.
-Notsuki?! Notsuki...piccola?!- Si sentiva la voce di mio padre mentre il cellulare cadeva a terra. I miei occhi parevano paralizzati...non riuscivo a staccare lo sgardo da quell'affare e nello stesso momento provavo un senso di terrore.
Nel momento in cui il cellulare toccò terra, anche io scesi dalle nuvole.
Mi abbassai per riprenderlo tenendo sempre fissi gli occhi sul vortice. Non riuscivo a capire se fosse immaginazione o realtà.
Ad un certo punto, da quello strano coso, uscì un ragazzo. Rimasi un po' scioccata lì per lì, ma non appena vidi i suoi meravigliosi occhi blu come l'oceano, mi tranquillizzai. I suoi capelli erano strani...una pettinatura mai vista prima.
Il ragazzo si guardò intorno, come per studiare il posto. Io mi nascosi dietro una colonna per non farmi notare.
-Vieni...non c'è nessuno!- Disse...anche la sua voce era meravigliosa.
Notai che portava con se una chiave gigante...non capivo il perchè.
Improvvisamente, la chiave che portavo al collo iniziò ad emanare una luce bianca.
Il ragazzo si voltò di scatto ed allora mi vide cadere a terra...priva di sensi.
L'ultimo suono che ricordavo di aver sentito era una voce che diceva:
-Sora..?!-
Aprii lentamente gli occhi. Quando l'immagine fu nitida, notai che mi trovavo nella mia stanza...non mi ricordavo più niente del giorno precedente...niente...solo quel nome che mi frullava per la testa.
-Mamma...- borbottai voltando la testa in cerca di quella donna.
Avevo una pezza bagnata con acqua calda sulla fronte ed ero sommersa sotto tre coperte in pile. (le premure di mia madre)
-Non muoverti troppo Notsuki...riposati!- Disse cambiandomi la pezza sulla fronte con una nuova.
Si alzò:
-Manderò tuo fratello a darti un'occhiata ogni tanto...tu adesso rilassati, non preoccuparti per i compiti...ci penso io a giustificarti!- Disse aprendo la porta per uscire.
-Quindi...alla fine Sora è arrivato...- Bisbigliò
-SORA!?- Dissi agitandomi...il nome che ricordavo...l'unica cosa che ricordavo.
-Come...Sora? No tesoro...io ho detto Kora...il mio insegnante di giapponese. Stavo parlando di un'altra cosa...non ti agitare...- Ridacchiò la donna...era palese che stesse mentendo ed era ovvio che mi stesse nascondendo qualcosa...ma decisi di non chiedere niente.
Mia madre uscì dalla mia stanza ed io mi misi a dormire.
Il giorno dopo raccontai l'accaduto a Shi-chan, anche lei non riusciva a spiegarsi il perchè della mia perdita di memoria.
Entrammo in classe. Al suono della campanella tutti si misero seduti ai loro rispettivi posti, in attesa dell'arrivo della professoressa.
Non appena questa entrò, tutti rimasero alquanto straniti. Un ragazzo era entrato insieme a lei.
Lo scrutai attentamente...i suoi occhi...mi parevano familiari. Anche lui mi guardò alquanto stranito...forse perchè lo stavo fissando con un' espressione ambigua.
-Ragazzi...lui sarà il vostro nuovo compagno! Siate gentili con lui!- Iniziò la professoressa.
-Siediti pure lì nel banco vuoto vicino a Notsuki!- Gli disse indicando l'unico banco vuoto della classe.
Per un attimo mi sobbalzò il cuore, non capivo il motivo della mia reazione...non era la prima volta che lo vedevo?
Il ragazzo si mise seduto tranquillamente vicino a me, poi mi sorrise.
-Finalmente ti incontro...io sono Sora!- Disse tutto sorridente...arrossii non capendo lì per lì, ma poi sobbalzai.
Sora...quel nome che vagava nella mia mente senza una figura a cui essere collegata...in quel momento riuscii ad associarla a qualcuno: al bellissimo ragazzo davanti i miei occhi castani.
L'unica domanda rimasta era : "Come facevo a conoscere un ragazzo che non avevo mai visto?"
  
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