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Autore: solomonty    23/10/2013    2 recensioni
Sono circondato.
Le femmine sono misteriose e sfuggenti: ancora non capisco come funzionino.
Mi confondono, mi sorprendono, mi seducono e mi maltrattano.
Sono morbide, crudeli, chiassose, profumate, elettriche, maliziose e appassionate.
Mi piacciono e se ne approfittano.
Oh… ma anche io piaccio loro… e molto!
Martin Deeks racconta il “mondo femminile” che lo circonda.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Marty Deeks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esempio n. 1: DeeDee e Sophia
 

Vado molto d’accordo con la cagnetta amica di Monty: è una grande intenditrice di uomini ed è sempre carina con me.
Non mi abbaia mai e quando mi vede emette tutta una serie di ululati modulati in maniera differente; mi scodinzola intorno contenta e si spancia in maniera spregiudicata quando mi chino a farle le carezze.
Mi lecca appena può e con me, contrariamente che con la sua padrona, fa il cane da riporto. Quando trova un qualunque oggetto comincia questa danza di avanti e indietro che termina solamente quando, stanco, mi siedo sulla sabbia così che lei possa farmi le feste.

So per certo di piacere anche alla sua padrona: quando ci incontriamo diventa tutta rossa e a volte balbetta parole che non capisco. Ogni tanto si atteggia a fare la provocante e tenta di darsi un tono; mi guarda civettuola da dietro gli occhiali e io non posso fare a meno di sorridere.
Lungi da me dal prenderla in giro, non lo farei mai, ma si vede lontano duemila miglia che si agita quando, passeggiando con i cani, arriviamo da direzioni opposte e immancabilmente finiamo per incrociarci. A volte la scopro deviare il loro percorso per mettersi sulla nostra traiettoria.
Anche se sono un maschio ho imparato a "sfruttare" il mio cane e quindi non sbaglio quando dico che lei "approfitta" della sua cagnetta per attaccare bottone con me.

Quando l’ho conosciuta ho fatto una gaffe ma anziché scoraggiarla, con quella ingenuità me la sono appiccicata addosso come la carta moschicida.
Alle femmine piace molto il maschio impacciato: dà loro un non so che di tenero. È l’istinto materno, dicono, ma non è vero niente, anzi… è la voglia sottile e perfida di affondare le unghie e fare crudelmente del male fisico quando la smania tattile serpeggia nei loro guizzi emotivi.

Come oggi passeggiavo sulla spiaggia e sempre come oggi i nostri cani si erano avvicinati per giocare.
“Non vi ho mai visti da queste parti” fa lei prendendo l’iniziativa.
“In effetti abbiamo cambiato orari.” Le rispondo la verità e le ricambio il sorriso.
“I nostri cani vanno molto d’accordo, guarda come sono carini” dice con un tono che sembra presagire un imminente fidanzamento. Tra noi due, non tra i cani.
“Già, gli animali sono molto spontanei nelle loro manifestazioni” getto lì una frase generica e positiva.
“Noi siamo DeeDee e Sophia” dice porgendomi la mano.
“Piacere, Marty e Monty” gliela stringo e parlo pensando che, detti così, il mio nome e quello del mio cane sembrano la battuta di uno sketch.
Lei mi guarda fingendosi timida, incassa il collo un po' vezzosa e sorride con velata ritrosia.
“M&M… come le lentine di cioccolato” trilla contenta abbandonando l’aplomb usato due secondi prima.
Ora, se una femmina inizia a parlare di cibo, e di cioccolato soprattutto, è perché vuole addentrarsi nel lussurioso e intrigante mondo del sesso. Da quel momento in poi, tu maschio, rischi di essere sopraffatto da una sfilza di frasi che nascondono doppi e tripli sensi (così contorti che non li capisci ma non puoi darlo a vedere) che sempre lì vanno a parare.
Un rigagnolo di sudore freddo mi scende velocissimo lungo la schiena. È proprio vero che le donne sono più sfrontate degli uomini!
Ah, ma non mi faccio infinocchiare, penso e svelto cerco un modo per distrarla.
“Sei proprio molto carina, DeeDee” dico mentre guardo la cagnetta.
“Grazie” fa la padrona e le vedo scintillare gli occhi.
In un lontanissimo e remoto angolo del mio cervello si accende una sirena lampeggiante, tipo quella dei vigili del fuoco, che mi fa dubitare della frase che ho appena detto. Faccio finta di niente e mi abbasso a fare una carezza alla cagna.
“Bella, DeeDee, vieni qui” le faccio segno anche se la bestiola mi guarda e piega la testa da un lato perché non capisce.
“Sophia” dice la ragazza.
“Come?” chiedo.
“Sophia, lei si chiama Sophia… DeeDee, sono io” chiarisce un po’ amareggiata.
“Oh… Monty è lui” mi sbrigo a indicare il mio cane mentre penso che in California i nomi propri di persona sono tremendamente presi sottogamba.
“Dicevo io, che mi eri sembrato piuttosto audace!” dice all’improvviso. Sorride gettandosi alle spalle l’equivoco.
Ancora le ricambio il sorriso anche se, ammetto, la mia agitazione comincia a salire.
“Non mi permetterei mai” e tronco così; magari metto fine a questo scambio di battute.
“Ti puoi permettere, non c’è problema!” esclama piena di sé. “Sono abituata, cosa credi?” rincara la dose e non fatico a crederle: è molto carina.
Di natura non sono timido ma, ciononostante, posso essere messo in difficoltà. Lei se ne accorge e se ne approfitta.
Non sopporto la spavalderia femminile!
“Non lo metto in dubbio… ma io cerco sempre di essere un galantuomo, perciò…” lascio cadere la frase che in realtà non vuol dire niente, ma la lascia con un sapore dolceamaro che sa di buone maniere.

Quella gaffe ancora oggi ci fa sorridere.
Spesso DeeDee tira fuori le "M&M" con tutte le provocazioni del caso ma la scoraggio come posso.
Insieme, chiacchierando di un sacco di cose, percorriamo lunghi tratti di battigia e più volte lei tenta di coinvolgermi in qualche gioco d’acqua.
Nell’immaginario femminile, neanche fosse stampato nel loro dna, un posto d’onore ce l’ha "Da qui all’eternità". È un film classico del '53 che ha una delle scene d’amore più belle del cinema: lei e lui s’abbracciano e baciano sdraiati sul bagnasciuga in balia dei flutti in un misto di sabbia, sesso, onde e sentimento.
Dopo aver visto quella sequenza, qualunque donna di qualunque età su questo pianeta, almeno una volta nella vita ha sperato di vivere quell’esperienza. Dai a una femmina un arenile e una riva e il gioco è fatto!
Non è lo scenario che cerco per me e DeeDee, assolutamente, ma è pur vero che la incontro sempre in spiaggia.
Guardo l’orologio: è tempo di tornare a casa e al solito lancio un fischio a Monty che riluttante mi raggiunge.
“Buona serata, DeeDee, stammi bene… dritta a casa, mi raccomando” le dico.
“Certo, detective… non sai mai incontro qualcuno che mi dedica più di una chiacchierata” mi risponde ironica.
La ignoro; lo so che fa così… in un modo o nell’altro ci prova sempre.
Fatti quattro passi mi chiama.
“Marty? Ormai ci conosciamo da un anno… quando me lo dai il tuo numero di telefono?” chiede per l’ennesima volta, un po’ seria e un po’ giocherellona.
È simpatica e mi conosce: sa come la penso ed è la prima a prendersi in giro.
“L’anno prossimo, DeeDee, lo sai… l'anno prossimo, abbi pazienza” le rispondo.
La sento ridere divertita.
Mi giro a guardarla mentre si allontana, insieme a Sophia, saltellando sulle sue gambe lunghe. Si gira verso di me e risponde al mio saluto agitando una mano, allegra e felice dei suoi biondissimi diciassette anni.







Mi sono spesso chiesta come sia il rapporto di Martin con il “mondo femminile”. Per me lui è uno strappacuore e lo sa; di contro è così limpido che ne rimane sopraffatto.
Qui narra se stesso a tutto tondo, senza censure.
E meno male, ho il pc pieno di sue avventure!

A quindici anni mi sono presa una cotta pazzesca per un giovane collaboratore di mio padre che ne aveva venticinque. Mamma mia come mi sembrava grande! Una quindicina di anni dopo ci siamo rincontrati e ci ha provato come un forsennato. Mannaggia, non mi piaceva più! Che tempi!
Monty

Disclaimer: Martin A. Marty Deeks , Monty, “Da qui all’eternità” e “M&M” non li ho inventati io.

  
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