Si udiva chiaramente un leggero ticchettio di passi accompagnato dall'ululare del vento. Una sagoma scura si avvicinava lentamente, un piede davanti all'altro, con fare flemmatico. Non riusciva a riconoscerne i tratti, la luce dei lampioni era insufficiente a quell'ora tarda di notte e il cielo non mostrava minimamente la pallida Luna. Era coperto, tutto coperto, buio e inquietante.

Inghiottì saliva nervosamente guardando quell'ombra indefinita che riduceva le distanze tra loro. "Che fosse lei?" si chiese, mentre poteva sentire chiaramente una scarica di adrenalina invaderle la schiena.

"Chi sei?" domandò a gran voce alla misteriosa presenza. Una sola domanda, che però non ricevette alcuna risposta.

Erano più vicine adesso, poteva capire finalmente il colore dei suoi capelli, rossi. Avrebbe distinto quel rosso tra mille, era lei! Sì cazzo, proprio lei!

Mano a mano anche il colore dei suoi occhi divenne distinguibile, un brillio azzurro nell'oscurità. Ci aveva decisamente visto giusto.

Ancora pochi passi, erano vergognosamente vicine, poteva sentirne il caldo respiro sulle guance, sapeva solo che stava sorridendo.

"Che cosa vuoi da me?" fu l'unica domanda che le venne in mente, ma stavolta voleva risposta. "Ti prego dimmi cosa vuoi adess..." non fece in tempo a completare la frase, successe tutto così in fretta.

Una mano le cinse il collo e la tirò a sè. Calde e morbide labbra si posarono sulle sue. Un leggero guizzo e anche la lingua di lei prese possesso della sua bocca, delicatamente, teneramente.

Erano due donne e si stavano baciando all'oscurità surreale di quella notte. Il cuore le batteva tumultuosamente in petto, si rese conto in quello stesso istante che stava tremando. Da quanto tempo stava aspettando quel momento? Da quanto tempo si stavano baciando?

Il tempo in quel frangente pareva un concetto astruso, si era fermato.

Che buon sapore, aveva.