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Autore: Emrys_____    24/10/2013    8 recensioni
Artù si avvicinò e poggiò una mano sul bracciolo del divano, l’altra sullo schienale, accanto ai suoi capelli. Merlino desiderò che li sfiorasse.
Lo sovrastava.
Lo completava.
Lo riempiva del tutto.
Artù combaciava perfettamente con i vuoti della sua esistenza.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Stavolta mi ricordo di dirlo, che questa shot rientra nel contesto di Take Heart, la long post 5x13 che scrissi qualche mese fa XD
Scusate se a volte mi dimentico di precisarlo e perdonatemi anche se partorisco cose così, magari hanno un senso solo per me XD
Un grazie alle mie adorate tartarughe ninja e alla dolce Lunaris. 
Buona lettura!

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Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell’anima.

                      L. N. Tolstoj

 

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Era come l’armonico insieme di una canzone.
Le note della notte si succedevano una dopo l’altra, incatenate, come le bolle di luce dei lampioni che a pensarle giù, in strada, chiazzavano i marciapiedi dilatando briciole di stelle cadute.
Precipitate.
Come si sentiva lui quando Artù non c’era: precipitava senza mai atterrare.
Eppure si era alzato ed era andato ad accovacciarsi sul divano, abbracciandosi le ginocchia, il bicchiere di latte sul tavolino.
Ultimamente la pila di romanzieri aveva accumulato polvere. Non leggeva più così tanto come una volta. Preferiva osservare, toccare, sentire.
Chiuse gli occhi: il debole fruscio delle auto che passavano di sotto lo raggiunse distruggendo il silenzio con grazia, con delicatezza.
Come fecero i suoi passi.
-Non riesci a dormire?-
Merlino sorrise, ancora ad occhi chiusi.
-Perché, tu si?-
Artù si avvicinò e poggiò una mano sul bracciolo del divano, l’altra sullo schienale, accanto ai suoi capelli. Merlino desiderò che li sfiorasse. 
Lo sovrastava. 
Lo completava. 
Lo riempiva del tutto. 
Artù combaciava perfettamente con i vuoti della sua esistenza. 
Affondò le dita nei suoi capelli e Merlino chiuse gli occhi. Non li tagliare, aveva detto qualche giorno prima, dato che negli ultimi tempi erano cresciuti fino a infastidire gli occhi.
Inconsciamente, Merlino avvicinò la guancia al palmo della sua mano. Le dita di Artù tracciarono un solco nella sua anima quando disegnarono il profilo delle labbra e poi si allontanarono.
Lui restò ancora un momento ad occhi chiusi. Il desiderio ricacciato in gola da una profonda malinconia.
-Perché te ne sei andato?-
-Credevo che stanotte volessi restare solo- rispose, alzandosi e andando in cucina. Artù restò in piedi, lo sguardo oltre la finestra. 
-Vorrei invecchiare in compagnia se non ti dispiace- borbottò.
Dalla cucina provenne una risatina.
Artù piegò le labbra in un sorriso che tuttavia si spense subito, come un fiore dona l’ultimo petalo all’inverno.
Il giorno della sua nascita era anche quello in cui aveva perduto entrambi i suoi genitori, a causa della magia. E Merlino lo sapeva, soprattutto perché era stato lui a cercare di guarire suo padre, secoli prima. Aveva fallito a causa di Morgana ma quel dettaglio non aveva mai lenito il suo senso di colpa.
Poteva sentirlo. Aveva imparato a leggere fra i suoi silenzi come attraverso le righe di una pagina. Le metafore dei suoi gesti, del suo allontanarsi, del modo in cui lo osservava, in silenzio, gli erano chiare come acqua limpida.
-Il giorno della tua nascita invece quando cade?-
-Non ne ho idea-
Artù aggrottò la fronte.
-Come sarebbe? Tua madre non festeggiava il tuo compleanno a Eldor?-
Nel parlare Artù si era mosso verso la cucina e lo aveva trovato di spalla al ripiano, sulla faccia un sorrisetto inequivocabile.
Aggrottò la fronte.
-Hai una faccia colpevole-
-Non è vero-
Sorrisetto tirato.
Artù fece un passo avanti.
-Che stai nascondendo?-
Fu la volta di Merlino di arcuare un sopracciglio.
-Davvero credi che se volessi nasconderti una cosa userei la schiena invece dei miei poteri?-
Quella spiegazione non sembrò convincerlo, infatti un attimo dopo gli si era avvicinato così tanto che Merlino poteva avvertire i contorni del suo corpo distintamente. 
La sua bocca era a un soffio di distanza, di respirare non se ne parlava neppure.
-E tu veramente credi che non possa farti capitolare nel giro di un secondo, Merlino?-
La sua bocca soffiò quelle parole nella piccolissima fossetta lungo il labbro inferiore.
-Dimmelo- sussurrò.
Merlino si morse il labbro, mentre una scarica di brividi si scioglieva lungo la spina dorsale. Avrebbe voluto che lo toccasse. Che lo prendesse contro quella parete. 
Adesso. Baciami adesso.
Si scostò dal ripiano mostrando il vuoto: non c’era nulla dietro la sua schiena. Il tempo di osservare l’espressione di Artù diventare incerta e di sorridere: prese dal ripiano accanto allo sgabello la pila di pancake che aveva preparato e fece comparire una candelina bianca. La ficcò in cima, in mezzo allo sciroppo d’acero.
Portò le mani ai fianchi.
-Non è una torta- decretò.
Artù lo fissò.
-Questo lo vedo-
-Se avessi detto a Bryce che compi gli anni oggi ne avrebbe sfornata una a tre piani, come minimo-agitò una mano con noncuranza. -Io vado per il sottile-
Artù sorrise. -Sempre-
-Mi hai contagiato, che posso dirti-
Artù si morse il labbro, sembrava non sapere che fare. 
Merlino accese la fiammella con la magia, poi annuì con aria saputa.
-Dovresti spegnerla. Si usa così nel XXI secolo. E devi esprimere un desiderio-
Artù si appoggiò i gomiti sul ripiano e fissò la candela. Una lacrima di cera scese lentamente lungo lo stoppino fino a congelarsi a metà percorso. Anche Merlino si sedette e fissò il dolce. Attraverso il baluginio della fiamma, gli occhi di Artù sembravano ardere, gocce di cielo infuocato dal tramonto.
Nel buio della cucina i suoi lineamenti erano tenui, nonostante il suo viso fosse a metà fra il delicato e il deciso. Tutto di lui lasciava trasparire decisione, dalla linea della mandibola al modo in cui camminava, le spalle dritte. Perciò era così bello vedere l’incertezza trasformare la sua bocca, adattandola all’imbarazzo di un momento intimo, rendendone morbidi i contorni e meraviglioso il suo tremare.
-Non saprei cosa desiderare, in realtà non voglio niente- mormorò.
Merlino appoggiò una guancia sulle braccia.
-Neanche una spada giocattolo o roba simile?-
Artù sorrise.
-Excalibur è ad Avalon e sinceramente, la lascerei lì-
A trfiggere il cuore della sua trappola in vece sua.
-E non la vuoi una di plastica?-
-Se posso colpirti in testa certo, mi darebbe molta soddisfazione-
Merlino rise, stiracchiandosi. Alla fine arcuò un sopracciglio.
-Lo so che il desiderio di picchiarmi non è più fra i primi della lista-
-Sei davvero presuntuoso-
-Uhm, senti chi parla. Allora ti lascio a decidere e mi scaldo il latte- Mentre si avvicinava al tavolino e prendeva il bicchiere, la voce di Artù lo congelò dov’era.
-Mi fai stare male, se ti senti in colpa-
Abbozzò un sorriso. -Per cosa?-
-C’è davvero bisogno che te lo dica?-
Merlino tornò in cucina e poggiò il bicchiere nel lavandino.
-...hai intenzione di rispondere?-
-Era una domanda retorica, no?-
Artù sospirò. Quel momento divenne l’ennesimo bruciante dettaglio che aveva reso i giorni precedenti a quello una silente agonia. Checché ne volessero dire, aveva ucciso lui Uther. Anche se non voleva. Anche se non era stata colpa sua, in fondo. Lui aveva spento la sua vita, se si fosse accorto dell’inganno forse Artù non sarebbe salito tanto presto al trono e non...
Le mani dell’altro lo imprigionarono, appoggiandosi a palmo aperto contro la credenza. Quel gesto sembrò voler dispiegare tutto il velo di allusioni e ricordi che lo accompagnava da un po’.
-Mi spieghi a che serve sentirti in colpa? E’ stata Morgana, o te lo sei scordato?-
-Non è solo questo... è la magia, sono io, maledizione- mormorò, distogliendo lo sguardo quando lo costrinse a voltarsi.
-Prova a ripeterlo- sibilò Artù.
-La magia ti ha dato la vita e sempre la magia ti ha permesso di vivere mille anni un sonno irreversibile. E’... non me lo posso perdonare. Il più grande fallimento della mia esistenza si è condensato in mille anni di solitudine e non riesco a cancellarli dicendomi che doveva andare così- stavolta lo guardò, gli occhi lucidi. -La magia ha tracciato l’unica vita che dovevi vivere, e alla fine l’ha fatta a brandelli. E se davvero sono l’essenza della magia stessa, perché non ho potuto fare niente?-
Artù non disse nulla, un velo di stristezza in volto che acuì il bruciore nel suo petto.
-Se mi fossi accorto dell’inganno di Morgana avrei potuto salvarlo-
-E se avessi dato ascolto al mio istinto e mi fossi concesso il beneficio del dubbio avrei capito che in te c’era qualcosa di diverso. E non avrei definito la magia una male puro, quella notte-
Merlino fissò un punto insesistente alla sua destra.
-Non ti ho dato modo di ascoltare te stesso-
-Nè il destino ha dato modo a te di vincere. Avevamo perso in partenza-
Appoggiò la fronte sulla sua spalla.
-Preferisco questa vita a ciò che ero. Posso tracciarla io, adesso- lo sentì sorridere -Aiutami di nuovo-
Merlino piegò leggermente le labbra, tutta la confusione, la nostalgia e il senso di colpa che nei giorni precedenti l’avevano imprigionato in se stesso, cominciarono a disfarsi, come un nodo che si allenta.
-Non so bene da dove cominciare-
Artù si avvicinò al dolce, sul quale la candela si era in gran parte consumata. Lo stoppino si era piegato su se stesso leggermente ma ardeva ancora. Trascinò anche lui davanti alla fiammella, conducendolo lì con uno sguardo.
Poi la spense. 
Nell’istante del suo dissolversi, la luce ne illuminò il profilo mentre si voltava leggermente verso di lui, la bocca piegata in un sorriso. Restò solo un poco di luna a disegnare il suo gesto quando appoggiò la fronte alla sua.
-Allora stavolta segui me-
 
 
 
Le foto che girano su facebook fanno scattare l’interruttore di EFP che ho nel cervello xD
Accanto c’è quello di spegnimento in caso di minaccia alla mia sanità mentale.
Ma non funziona. U__U
Come sempre, spero di avervi regalato quei famosi cinque minuti di distrazione.
Un bacio,
Emrys_____
 
Il link alla canzone che mi ha cullata nella stesura di questo scarabocchio ;)
 
E come sempre, le immagini signore, per interiorizzare al meglio la lettura . U_U Non mi smentisco mai, infatti il mio Merlo si fa sempre viaggi mentali ma io lo amo così *^*

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Credit: https://www.facebook.com/fayethomasphotography


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