24/10/2013
7 recensioni-The end where I begin-
Non avevo il coraggio di alzare lo sguardo. Tutto intorno a me sembrava così sbagliato. Era sbagliato il modo in cui tutto era andato a finire. Sbagliato che fosse successo ad una persona così buona.
E non mi importava più di niente, in quel momento l’unica cosa che volevo era riaverlo con me, riavere i momenti vissuti insieme. Volevo almeno rivederlo per l’ultima volta per dirgli addio.
E il giorno del suo funerale dovevo accettare la realtà: Finn era morto, e non c’era niente che potessi fare per cambiare quello che era successo.
Ero in disparte rispetto agli altri, non riuscivo ad ascoltare il prete recitare il suo solito discorso senza scoppiare a piangere. Intravedevo la bara al centro del cerchio formato dalle persone. Mi appoggiai all’albero dietro il quale mi trovavo per non essere vista. I miei occhi rossi e le occhiaie erano un evidente segno delle notti insonni che avevo passato a piangere. Durante quelle notti avevo cercato di trovare una spiegazione per quello che era successo, ma non ne avevo trovata nessuna.
E quello che mi faceva più male non era il non averlo accanto in quel momento, ma sapere che non ce lo avrei avuto in futuro, perché lasciare andare è la parte facile; andare avanti invece è doloroso.
C’è un detto dove si dice che la morte sia più dura per chi sopravvive. E' difficile dire addio... a volte è impossibile, a volte non ce n’è l’occasione.
Non smetti mai di sentire la mancanza della persone che hai perso. E' questo che rende le cose difficili. Lasciamo briciole di noi dietro le nostre spalle, piccoli ricordi, una vita intera di memorie, foto, fronzoli... cose per farci ricordare anche quando non ci saremo più.
Avanzai con passo incerto verso il gruppo di persone più avanti, la metà dei quali sono sicura non sappia neanche chi era Finn. Appena si accorsero di me fecero tutti un passo indietro, aprendomi la strada. Serrai la presa intorno alla rosa rossa che tenevo in mano, sentendomi pungere da una spina; sentii il sangue colare dal dito, ma non me ne importava in quel momento.
Sentivo lo sguardo di tutti puntato su di me, ma continuai a camminare fissando le punte delle mie scarpe, rigorosamente nere.
Raggiunsi la bara, adagiata sull’erba sopra un telo bianco. Vidi che sopra di essa si poteva trovare ogni tipo di oggetto, dai caschi di football alle bacchette per suonare la batteria.
Mi chinai e ai piedi della bara appoggiai la mia rosa rossa. N0n volevo mettere qualcosa di nostro, di personale; prima di lasciarlo andare per sempre volevo regalargli quella rosa rossa. Rossa come il nostro amore e semplice come la nostra amicizia. Pensavo che fosse l’oggetto più adatto per descriverci.
E nell’istante in cui vidi la sua foto, in cima a quella cassa, capii che non si può scegliere il modo di morire. E nemmeno il giorno. Sapevo per certo che Finn non lo avrebbe voluto, lui amava così tanto vivere, glielo si leggeva negli occhi.
Si può soltanto decidere come vivere. Ed io dovevo farlo, per entrambi. Ora.
Ciao :)
Se siete arrivati fino a qui, grazie mille.
Mi si è spezzato il cuore scrivendo questa one shot..
Spero vi sia piaciuta, se volete lasciate una recensione.
Alla prossima c:
Spero vi sia piaciuta, se volete lasciate una recensione.
Alla prossima c: