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Autore: KatherineWinchester    24/10/2013    6 recensioni
“Cas, uh, possiamo parlare?” riuscì a dire Dean.
“Certo!” Castiel spostò la sedia posta accanto a lui per invitare l'amico a sedersi. “Dean, lo sai che apprezzo sempre le nostre chiacchierate, e il tempo che passiamo insieme.”
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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SUPER MEGA IPER SPOILER PER CHI NON HA VISTO L'EPISODIO 9x03!!!
YOU HAVE BEEN WARNED! v.v




 

"LISTEN, BUDDY. YOU CAN'T STAY."


 



Le parole di Ezekiel avevano avuto su Dean lo stesso effetto di un pugno allo stomaco.

Se Castiel rimane, io dovrò andarmene” aveva detto l'angelo sotto le mentite spoglie di Sam.
A Dean sembrava ancora strano vedere il suo fratellino rivolgersi a lui in quel modo, con quel tono così.. solenne. Insomma, sapeva bene che non era veramente Sam a parlare, sapeva che nel momento in cui Zeke -come lo chiamava lui- prendeva il controllo del suo corpo, di Sammy rimaneva ben poco. Eppure, ciò che vedeva lo ingannava. Quello davanti a lui sembrava sempre suo fratello, quel fratello nei confronti del quale si sentiva completamente inutile, dal momento che da solo Dean non avrebbe potuto fare nulla per aiutarlo a guarire da quel male di cui si era “ammalato” il più giovane dei Winchester nel momento in cui aveva intrapreso le prove, poi non portate a termine, per chiudere i cancelli dell'Inferno.
Dean non avrebbe permesso che Ezekiel lasciasse il corpo di Sam, smettendo così di curarlo dall'interno, abbandonandolo a morte certa.
Perciò, con quelle parole Ezekiel lo aveva praticamente costretto a mandare via Castiel, la cosa più vicina ad un migliore amico che potesse avere.

Si voltò a guardare quello che un tempo era stato un guerriero di Dio e che adesso si presentava come un semplice uomo seduto ad un tavolo intento a divorare un burrito, e ripensò a quello che era successo poche ore prima, al dolore che aveva provato quando pensava di averlo perso per sempre e al sollievo che lo aveva pervaso dopo che Ezekiel lo aveva guarito.
Nel momento in cui si era ricongiunto al suo angelo, che angelo più non era, Dean aveva avuto come la sensazione che il mondo avesse ripreso a girare nel verso giusto, la sensazione che fosse riuscito a trovare e incastrare i pezzi mancanti di un enorme e complicato puzzle. Tutto stava dove doveva stare, o quasi.
Ma dopo che le parole di Ezekiel lo avevano fatto tornare con i piedi per terra, quella sensazione di completezza lo aveva abbandonato; era volata via così velocemente...

Le cose belle accadono, Dean” gli aveva detto Castiel un tempo, un altro Castiel, il soldato di Dio, l'angelo del Signore.

Ed era una cosa bella riavere il suo migliore amico al suo fianco.

Non nella mia esperienza” aveva risposto il Winchester.

E ciò che stava per fare a quel nuovo Castiel lo spinse a credere ancora più fermamente a quello che aveva affermato 5 anni addietro.

Senza sapere bene cosa dire, Dean raggiunse Castiel, che stava ancora gustando il suo burrito.
“Questo cibo è epico!” mormorò soddisfatto l'ex angelo quando vide l'amico avvicinarsi. “Credo che non ne avrò mai abbastanza.”

Per un attimo Dean dimenticò il motivo per cui si era avvicinato a Castiel e gli venne quasi da sorridere. Fece un respiro profondo e soppesò mentalmente le parole da usare, tamburellando le dita sul tavolo.

“Cas, uh, possiamo parlare?” riuscì a dire Dean.
“Certo!” Castiel spostò la sedia posta accanto a lui per invitare l'amico a sedersi. “Dean, lo sai che apprezzo sempre le nostre chiacchierate, e il tempo che passiamo insieme.”
Il Winchester si sentì ancora più in colpa dopo aver sentito quelle parole, e preferì appoggiarsi sul tavolo piuttosto che sedersi accanto a lui. Evitò giri di parole inutili e andò subito al punto.
“Ascolta, amico.. Non puoi restare.”

Castiel rimase di sasso e fissò Dean con gli occhi sgranati.
Le ultime tre parole pronunciate dall'amico riecheggiarono nella sua mente più e più volte, mentre tra i due calò un silenzio che parve interminabile.

Non puoi restare.
Castiel non riuscì a spiccicare una parola.
Non puoi restare.
Dean lo stava.. cacciando?
Non puoi restare.
Perché?
Non puoi restare.

Dean non riuscì a sopportare il peso dello sguardo ferito di Castiel. Abbassò il suo di sguardo e cercò di concentrarsi su una macchia presente sul tavolo, una di quelle che vengono lasciate dai bicchieri o dalle tazze quando vengono poggiate su di esso.

“Ho fatto qualcosa? Cioè, a parte tutta la questione degli angeli... Ti ho ferito personalmente in qualche modo?” riuscì infine a dire Castiel che mantenne sul suo volto uno sguardo da cucciolo bastonato.
“No, Cas.. non è questo.. cioè..” Dean non sapeva proprio cosa dire. Si sentiva un verme.
“Allora perché?” incalzò l'ex angelo.

Già, perché? -pensò tra sé e sé Dean- Vediamo... C'è un angelo dentro mio fratello, l'unico che può e che vuole aiutarlo, che lo sta curando dall'interno per evitare che muoia e minaccia di andarsene se tu rimani qui, lasciando Sam nelle braccia della Morte.

“Perché è troppo, Cas!” sbottò Dean. “Io non... Lo sai quello che ha passato Sam con tutta quella stronzata delle prove, e.. non posso occuparmi di lui e di te allo stesso tempo. Non posso.”
Castiel continuava a fissarlo con quella sua aria da innocente, il che non faceva che rendere a Dean le cose più difficili di quanto già non fossero.
“Ma sei stato tu a dirmi di venire qui!”

Dean sapeva che tutto quello che stava dicendo, tutto quello che stava per dire, avrebbe ferito Castiel, ma non poteva fare altrimenti. Non poteva dirgli la verità, perciò l'unica cosa da fare era fargli credere che non lo volesse lì, anche se non c'era niente di più falso.

“Lo so, lo so, ma.. non ho pensato a ciò che la tua presenza avrebbe implicato.”
“Ma di cosa stai parlando, Dean?”
Il Winchester si era alzato ed aveva iniziato a parlare in maniera agitata.
“Cas, non hai più i tuoi poteri, e dopo quello che è successo con April è evidente che non sei in grado di difenderti da solo, e...”
“...e allora hai pensato bene di buttarmi fuori!!?” Quella di Castiel era più un affermazione che una domanda.
“Sto solo dicendo” proseguì Dean dopo l'interruzione “che non puoi stare qui perché né io né tanto meno Sam possiamo farti da balia, capisci?”

Castiel spostò lo sguardo verso un punto indefinito alla sua sinistra. Serrò le labbra e scosse la testa, sbuffando con il naso.
“Incredibile..” mormorò.
Si alzò dalla sedia facendo forza su entrambe le braccia e si parò a pochi centimetri da Dean, il quale poteva sentire il respiro agitato dell'amico sul suo viso.
Dean indietreggiò leggermente, Castiel che lo fissava intensamente.
“Come puoi farmi questo?” Le parole che uscirono dalla bocca dell'ex angelo suonarono come un lamento. “Proprio adesso che ho bisogno di te. Non ho mai, MAI avuto più bisogno di te come in questo momento. E tu mi stai cacciando.”

Dean non poté fare a meno di pensare a tutte le volte che lui stesso aveva detto al suo angelo di aver bisogno di lui, a tutte le volte che Castiel c'era stato per lui. E adesso gli stava voltando le spalle.

Il Winchester non riuscì a dire nulla. Si limitò ad abbassare lo sguardo, per l'ennesima volta durante quella discussione.
Castiel scosse il capo, sbuffando con il naso, e si allontanò a passo svelto da Dean, urtandolo con la spalla.

“Cas! Cas, aspetta, maledizione!” Dean si voltò in direzione dell'ex angelo, il quale però non arrestò la sua “marcia”. Gli corse incontro e lo costrinse a voltarsi con uno strattone.
“Che vuoi?” tuonò Castiel, scansando dal suo braccio la mano di Dean in malo modo.
“Ascoltami, per favore! Posso chiamare Garth e chiedergli di trovarti una sistemazione e...”
“Non mi serve la tua carità, Dean!” si affrettò a dire Castiel. Gli diede nuovamente le spalle e si precipitò verso le scale.
“Cas, non puoi tornare là fuori. Sei già morto una volta.”
Castiel continuò a camminare, senza mai voltarsi.
“Già, beh.. avresti fatto meglio a lasciarmi morto, allora. Ti saresti risparmiato il disturbo di portarmi qui per poi cacciarmi a calci in culo.”
Raggiunse la cima delle scale.
“Castiel!” urlò Dean, ma Castiel lo ignorò. Aprì la porta e ne uscì, sbattendosela alle spalle.
Dean rimase in mezzo alla stanza a fissare la porta e a chiedersi che cosa avesse combinato.

“Cosa diavolo era?” disse Sam, sbucando dal nulla. Il fratello maggiore non rispose.
“Dean?!?” Sam si guardò intorno. “Dov'è Cas?”
“Se n'è andato” fu tutto quello che riuscì a dire Dean, prima di voltarsi e dirigersi neanche lui sapeva dove. A nascondersi, forse.







Note dell'autrice:
Come avrete capito se avete visto l'ultimo episodio di SPN ''I'm no angel'' (cosa che ovviamente avrete fatto, altrimenti non avreste letto questa ff dopo gli avvertimenti iniziali.. almeno credo... xD) questa one shot è ispirata alla scena finale tra Dean e Cas. Quello che mi ha urtato "leggermente", oltre al fatto che Dean ha praticamente cacciato Cas (ç__ç tutta colpa di Zeke.. Che sia dannato!! Mi fidavo di lui!!!) è che molto probabilmente rimarrà tutto in sospeso dal momento che c'è un 95% di possibilità che Cas non sia presente nel prossimo episodio. Perciò, credo che non sapremo com'è andata dopo che Dean ha detto a Cas che non sarebbe potuto restare nel bunker. Cas se ne sarà semplicemente andato. Questa one shot, quindi, descrive questa parte mancante come l'ho immaginata io, anche se sento di essere uscita un po' fuori dai personaggi, ma.. patience!
So bene di non essere una grande scrittrice (e non lo dico per falsa modestia), ma spero vi piaccia, e se non vi piace, beh.. non posso farci niente! xD 

 

  
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