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Autore: Cherry Blues    25/10/2013    7 recensioni
Ci troviamo nel bel mezzo della battaglia del Britpop, l'agguerrito scontro musicale tra gli Oasis di Noel e Liam Gallagher e i Blur di Damon Albarn.
Siete pronti a viverla con gli occhi di Sunshine, la groupie tutto pepe di Damon?
Pronti a decidere se Noel -o, come dolcemente lo chiama lei, il "northerner sbruffone dittatore del mondo"- abbia fatto bene a impuntarsi proprio sulla groupie dell'acerrimo rivale?
Preparatevi a sfide, sbeffeggiamenti, attrazioni, passioni, equivoci e situazioni comiche o imbarazzanti, il tutto condito dalla magica atmosfera che si respirava negli anni 90.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noel Gallagher, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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17. Knock-knock-knocking on Noel’s door

  

Questo è il secondo brusco risveglio nel giro di una sola notte a casa di Noel Gallagher.
Brusco, sì, dato che veniamo svegliati dal forsennato bussare di qualcuno che si è attaccato alla porta e che a intervalli troppo brevi suona pure il campanello … ma non è ancora abbastanza per fare uscire me e il dittatore qua vicino dal nostro dormiveglia comune.
Io non ho neppure aperto gli occhi: le immagini dello schiaffo di Damon, del ricordo di Andrew e della presenza di Noel si formano e si ricompongono in tanti luccichini colorati dietro le mie pesanti palpebre.
Sento il dittatore imprecare qualcosa, poi tornare in silenzio –sempre che di silenzio si possa parlare, dato che questo terribile knock knock knocking on Noel’s door non ha minimamente abbassato il volume-.
La sua mano scorre leggera sotto il mio maglione, lungo la spina dorsale, e lo sento soffocare una risatina quando rabbrividisco.
Con uno sforzo sovrumano, alzo le palpebre per fulminarlo, e me lo ritrovo qui, appoggiato su un gomito, a pochi centimetri da me, gli occhi stranamente ingentiliti già posati sui miei.
Ed io non riesco a fulminarlo.
Fanculo.
“’Giorno” mormora piano, prima di chinarsi su di me e lasciarmi un lento bacio sulla fronte, accarezzandomi i capelli con due dita.
Cerco di mugugnare qualcosa in risposta, ma la prima vocale si perde in un sonoro sbadiglio.
“Neanche Benson ne fa di così grossi e spudorati” commenta lui fingendosi infastidito.
“Mmm” mugugno rigirandomi e cercando di tornare a dormire “La prossima volta dormi con Benson, allora”
Sembra pensarci su qualche secondo. “Potrei … ma, per quanto gli voglia bene,” comincia, passandomi un braccio intorno ai fianchi e premendo il suo petto contro la mia schiena “non credo che il risveglio sarebbe altrettanto bello, sbadigli a parte” conclude deciso ricoprendo il mio profilo di soffici baci.
Che strano. Io ho sempre odiato i risvegli pieni di miele … eppure in questo momento mi sento talmente bene che potrei entrare in estasi.
I colpi alla porta però diventano più forti e gli squilletti di campanello si trasformano in un trillo continuo e perfora-timpani, dato che la persona là fuori non sta più staccando il dito –o si tratta di Justine, o qualcuno le ha finalmente rubato il titolo di più fastidioso/a al mondo-.
Noel interrompe controvoglia i baci borbottando qualcosa, esasperato, prima di decidersi ad andare di sotto.
Io rimango stretta sotto le coperte, gli occhi quasi spalancati, mentre automaticamente cerco di memorizzare ogni particolare di questa scena -non so nemmeno io il perché-: la lampada sul comodino, i risvolti delle lenzuola vaporose, il solco della testa di Noel sul cuscino, il suo profumo sulla sua federa …
“Dove cazzo è?”
Il campanello si è tramutato in voce.
Damon.
Il cuore mi salta un battito.
“Dove cazzo è, ho detto!”
“Che cazzo ci fai tu qui” risponde la voce rigida di Noel senza un minimo di intonazione.
“Sono venuto a riprendermela”
Il cuore mi salta un altro battito.
Silenzio. “Soggetto?” chiede poi Noel.
Ennesimo silenzio, durante il quale mi immagino Damon scuotere la testa infastidito come suo solito. “Fai poco il finto tonto, Gallagher”
“E tu smetti di far finta che ti importi di lei”
“Ma è ovvio che mi importa di lei, cazzo! Si può sapere chi ti credi di essere per sparare sentenze?! Stalle lontano, Gallagher”
Il mio cervello torna automaticamente in modalità stand by, come ieri sera: non riesco a ragionare.
E’ una sensazione talmente strana … Si sta parlando di me, di me. Tutte queste urla, parolacce, casino … tutto questo riguarda me, e io non riesco nemmeno a pensare di poter prendere una parte attiva in tutta questa scena. Lancio una veloce occhiata allo specchio: non so se mi spaventi di più il mio aspetto o lo sguardo vuoto e smarrito che mi fa somigliare ad una bambola di porcellana.
L’imprecazione di Noel intanto viene coperta da quello che suppongo essere un pugno alla porta. “Se fossi stato lontano da lei, cazzo, si sarebbe trovata per strada per colpa tua, razza di fottuto cazzone che non sei altro! Ti rendi conto che l’hai lasciata fuori da sola?! E ha avuto culo che ci fossi stato io in casa, sennò cosa avrebbe fatto?!”
Damon resta in silenzio, mentre io mi decido a scendere dal letto, infilarmi le scarpe e avvicinarmi lentamente alla porta della camera di Noel.
“E complimenti per lo schiaffo che le hai rifilato” aggiunge quest’ultimo con disprezzo.
Altro silenzio di Damon, durante il quale io mi porto meccanicamente la mano sulla guancia, anche se ormai non fa più male né ci sono segni.
“Ero sotto effetto … Da lucido non le farei mai del male” risponde piano, infine.
Io sto registrando mentalmente tutte queste parole, ma là verità è che non riesco ad assimilarle, non riesco a capire chi abbia ragione, non riesco a capire cosa io debba fare. Sicuramente però non posso restare qui a nascondermi per sempre, credo, quindi è il momento di prendere un bel respiro ed entrare in scena. Sì, sembra quasi un pezzo di teatro. Peccato che io mi senta come se fossi l’unica a non sapere le battute.
Non appena inizio a scendere le scale, Damon –ancora sull’uscio, di fronte a Noel che mi da le spalle- alza gli occhi su di me. “Amore!” esclama venendomi incontro e baciandomi.
Non mi ha mai chiamata ‘amore’, è tutto ciò che riesco a pensare, immobile.
“Va tutto bene” sussurra prendendomi il volto smarrito tra le mani “Va tutto bene” ripete, mentre io mi accerto che il suo sguardo non sia più come quello che mi ha mostrato ieri sera. “Ora torniamo a casa e si sistema tutto”
Cosa devo fare? Cosa devo fare? Qualcuno mi dica cosa devo fare!
Non riesco neanche a muovere le pupille per staccare lo sguardo dal suo, figuriamoci se io sia in grado di prendere una decisione simile!
Apro appena le labbra per parlare, ma mi rendo conto che non ho la minima idea circa cosa io possa dire.
Le richiudo.
Le riapro. “Aspettami fuori. Prendo la mia roba e arrivo”
Lui resta in silenzio a studiarmi per qualche secondo, poi annuisce.
Solo mentre lo guardo allontanarsi e uscire da quella porta che viene subito richiusa mi rendo conto che Noel è rimasto in silenzio e completamente immobile per tutto questo tempo. Una statua.
Perfetto, io una bambola di porcellana e lui una statua di marmo, di nuovo immersi in questo silenzio decisamente scomodo.
Prendo la mia roba, ripeto mentalmente con scetticismo.
Come se avessi la mia roba, qui.
Semplicemente mi sento che non posso uscire di qui senza dire nulla a Noel, ma non so davvero cosa dire.
“Grazie di tutto” mormoro a bassa voce stringendomi nel mio maglione.
Non risponde. Rimane immobile, appoggiato con una mano chiusa a pugno su un tavolino, i tendini paurosamente tesi. Sembra veramente una statua.
“Noel …” lo chiamo piano, cercando il suo sguardo.
E’ una statua.
Sospiro, arrendendomi e avviandomi verso l’uscio, ma lui mi afferra per un polso e mi costringe a girarmi.
“Non tornare con lui” esclama deciso guardandomi negli occhi.
Io non riesco a fare altro se non sgranare i miei e scuotere la testa, confusa.
“Ascoltami!” ordina alzandomi il viso e ricatturandomi lo sguardo “Non siamo in un fottuto film dove le cose succedono per magia e ora come ora non ti sto necessariamente dicendo ‘stai con me’, anche se … ” prende un bel respiro “mi piaci, cazzo! Mi piaci da impazzire” ammette, mentre io sento qualcosa muoversi dentro di me “Ora ti sto solo dicendo … non tornare con lui” scandisce lentamente.
E cosa dovrei fare?
Non lo so davvero.
Avrei tanto bisogno di un po’ di tempo per me, per capire cosa voglio e cosa non voglio, ma mi sono svegliata solo dieci minuti fa e già sono successe davvero troppe cose! Mi sono trovata in mezzo a questa commedia senza preavviso e non ho la minima idea di quale sia la mossa giusta … però purtroppo so qual è la più semplice.
“Mi dispiace” sussurro piano, cercando un abbraccio di Noel “Non saprei cos’altro fare ora”.
“Stai facendo una cazzata” borbotta esasperato stringendomi a sé.
“Lo so” ammetto, nascondendo il volto sul suo petto.
Lui mi riporta per l’ennesima volta gli occhi nei suoi, scrutandomi dall’alto dei suoi non-mi-ricordo-quanti anni di esperienza di vita contro i miei diciannove “Non è da te lasciarti sbatacchiare qua e là dagli eventi senza prendere in mano la tua vita”
Scuoto la testa confusa, aprendomi in un sorriso malinconico “Non è da me neanche abbracciarti” replico veloce prima di uscire e raggiungere Damon oltre il cancelletto.



Affondo il canovaccio nell’ennesimo bicchiere da lucidare, immersa nel chiacchiericcio dei clienti del Queen’s condito dall’ormai familiare rumore di vetri tintinnanti, piatti appoggiati, forchette e coltelli vari.
Oggi non c’è nemmeno molta gente, quindi non devo fare le corse.
Buono.
No, pessimo.
Pessimo perché ho tempo per pensare.
Damon …
L’ho conosciuto lo scorso novembre dopo quel concerto, quindi ormai è quasi un anno che ci frequentiamo.
I Blur li seguivo da … bè, non dico da Leisure, ok, ma sicuramente da Modern life is rubbish e Damon era subito entrato nelle mie fantasie.
Ho sempre subito il fascino delle rockstar, con le loro chitarre, la loro voce graffiante, i capelli sudati che vengono agitati su un palcoscenico inondato di riflettori … ma con Damon era stato qualcosa di allucinante. Devo arrivare a lui, ricordo di aver promesso a me stessa quando ho visto il videoclip di Chemical world con  lui sdraiato nell’erba, tremendamente sexy.
Era diventata una sfida, e l’avevo vinta.
Credevo mi sarebbe bastata una notte con lui, invece l’alchimia che abbiamo scoperto tra i nostri corpi ci ha portati a ritrovarci ancora per soddisfare ogni nostra voglia o fantasia.
E’ strano il rapporto tra una groupie e una rockstar, non credo sia facile da spiegare né tantomeno da capire per chi non l’ha mai provato.  In un certo senso si completano, sì, perché vogliono le stesse cose, niente di più. Per questo è così semplice.
Dopo tutti i casini che sono successi, però, mi sento bloccata nei suoi confronti e più lui cerca di riavvicinarmi più io mi sento lontana. Ho ceduto finendo a letto con lui solo la notte prima che i Blur partissero per il tour, tra l’altro.
Non c’è mai stata fedeltà né amore tra noi, però sinceramente pensavo che ci fosse almeno … boh, non saprei come spiegarlo: affetto? Rispetto?
In ogni caso, Justine non ha mai rappresentato un problema per me, anche se Damon morirebbe dalla voglia di vedersi conteso e disperatamente desiderato da noi due. Mi spiace per lui, ma non sono mai stata minimamente gelosa: li ho sempre visti baciarsi e una volta li ho pure sentiti fare sesso, dato che a causa della sua visita a sorpresa mi sono dovuta nascondere nell’armadio.
Sospiro.
E allora perché mi ha dato così fastidio vedere Meg baciare Noel?
Noel.
A differenza dell’incontro con Damon, questa volta non ho mai fatto nulla per far sì che accadesse, anzi!
L’ho sempre odiato sin da quando gli Oasis hanno cominciato a far parlare di loro e l’ho odiato ancor di più a pelle al nostro primo incontro, a quella festa di chissà quanti mesi fa.
Dio, quanto mi aveva infastidita!
Non mi è mai successo di odiare così tanto una persona.
Cioè, in realtà odio abbastanza anche Liam, ma non ai livelli di Noel, anche se sarebbe più logico il contrario dato che, essendo il minore dei Gallagher un frontman, è quello più classificabile come rivale di Damon, specialmente nella battaglia del Britpop.
Il fatto è che Liam rompe e basta ed è troppo troglodita per infastidirmi con qualcosa che non riguardi la sua voglia di sesso … Ma Noel!!! Accidenti, sembra che abbia sempre un piano malefico per mettere sotto dittatura il mondo intero!
Da quanto lo conosco odio lui, il suo accento, i suoi modi di fare rudi e strafottenti, il suo sguardo severo, il suo mettermi sotto controllo con … con quell’1-0 Sunshine marchiato sulla mia pelle, con la sfida che mi aveva proposto nel periodo di uscita di Roll with it e Countryhouse, con la sua richiesta di inginocchiarmi e implorarlo …
Questo odio aumenta se penso troppo a lui, al suo fottuto tono, a …
Sospiro.
… Alla sua calda voce quando canta, a come mi sistema i capeli dietro le orecchie, al suo sguardo deciso, alle sue labbra premute sulla mia pelle…
Mi piaci, cazzo. Mi piaci da impazzire.
Le sue parole mi sono rimaste imprigionate nelle orecchie.
“Shine” mi chiama un collega “tutto bene?”
Annuisco, distogliendo lo sguardo dal vuoto. “Sì, perché?”
“Mah” esclama sarcastico “forse perché sono dieci minuti che lucidi lo stesso bicchiere?”
Fanculo. Pensare a Noel Gallagher è decisamente nocivo.


 
Anche oggi mi ritrovo a trascorrere il mio giorno libero negli studi di Mtv, giusto per godermi un po’ di buona musica e…
Perché speri di incontrare gli Oasis.
No, fanculo!
Accidenti, non ci capisco più niente. Da una parte temo che la mia vocina abbia ragione, dall’altra penso che in fondo è normale che quando non si voglia vedere qualcosa o qualcuno una piccola parte di noi invece ne sia attratta, no? E’ come quando siamo piccoli è c’è un film che ci fa paura: ci copriamo gli occhi con le mani, ma lasciamo aperta una fessura per sbirciare.
La mia opera di autoconvincimento mentale, però, viene interrotta dal via vai di gente che segue una figura in procinto di uscire. Il cantante si infila dei grandi occhiali da sole e si stringe nel suo cappotto attillato e nero che non fa altro che accentuare la sua sagoma allampanata.
Richard Ashcroft, ladies and gentleman, frontman dei Verve –anche se da quanto ho capito si sono sciolti il mese scorso-.
Ecco, lui non l’ho mai incontrato dal vivo, però è una di quelle persone che mi ispirano antipatia solo a guardarle in tv, un po’ come i Gallagher –con la differenza, però, che un paio di canzoni dei Verve mi piaciucchiano-, quindi non posso astenermi dal renderlo partecipe del mio astio.
“E’ inutile che metti gli occhiali scuri” mormoro avvicinandomi “Con quelle labbra alla Brigitte Bardot ti si riconosce anche a un chilometro di distanza”.
Lui si gira scioccato, alzandosi le lenti per fulminarmi e studiarmi “La mamma non ti ha insegnato a non parlare con gli sconosciuti?” chiede riabbasandosele sul naso “E a non rompere il cazzo, anche, magari”
Bene, tira vento di sfida: mi piace!
Sto per ribattere, quando sento un veloce “Ciao Shine” urlato da un Robbie Williams di corsa prima di sparire dietro una porta seguito da una manciata di cameramen.
Ashcroft rialza gli occhiali, questa volta mostrandomi due occhi sbarrati e incuriositi. “Shine?” mormora incredulo “Sei Sunshine?”
Wow, circondata da gente famosa e sono io quella che viene riconosciuta!
“E tu come cazzo fai a saperlo?” indago, sulla difensiva.
“Adesso capisco” mormora scoppiando a ridere “Bè, abbiamo un amico in comune”
L’unico a cui permetto di chiamarmi col mio nome intero è Damon e non mi risulta proprio che Damon sia amico di un northerner strampalato come Richard Ashcroft.
“Bè, il tuo amico avrebbe anche potuto dirti che odio quando mi si chiama col mio nome intero!”
Accidenti, è risaputo ormai che voglio essere chiamata solo Shine!
Lo sanno tutti!
A meno che … terribile sospetto! “Chi è il tuo amico?” domando sospettosa.
“Noel.” risponde lui “Noel Gallagher”, precisa. Già, come se potessi conoscere qualcun altro con uno stupido nome natalizio.
Tutti i miei muscoli facciali si coordinano alla perfezione per farmi apparire indifferente: “Noel ti ha parlato di me?” chiedo tranquilla a braccia incrociate.
“Sì” mormora distratto mentre fa segno a cameramen e giornalisti di dileguarsi e, a me, di seguirlo di nuovo dentro nei backstage “e ti ha descritta anche bene, sai?”
Alzo un sopracciglio in attesa del seguito.
“Più acida dello yogurt, impertinente, carattere impossibile” decreta soddisfatto avvicinandosi ad una macchinetta del caffè.
“Cosa? Non è vero un cazzo che sono così!” ringhio abbandonando le braccia lungo i fianchi e sbattendo i piedi.
E lui scoppia a ridere nuovamente!
“Certo” commenta scettico passandomi un bicchierino fumante. “Sei la dolcezza in persona”
Mugugno un grazie mescolando il caffè e, mentre lui inizia a sorseggiare il suo, studio i suoi movimenti: ragazzi, quanto è iperattivo!
“Comunque” esordisce, col suo accento di Manchester –pure lui, oh!- “anche se dici di odiare la sua musica, ascoltati Cast no shadow: è dedicata a me” esclama orgoglioso col petto in fuori.
“Cosa sei, la sua musa ispiratrice?” commento storcendo il labbro.
“Sì, gelosa?” ridacchia provocante inchiodandomi lo sguardo.
Scuoto la testa esasperata. Ma guarda un po’ te se devo trovarmi ad avere a che fare con l’ennesimo northerner mancuniano!
“E di mio hai mai ascoltato qualcosa?” continua incuriosito.
“Qualcosa” rispondo criptica.
“Conosci Northern Soul?”
La mia vocina stranamente decide di collaborare e si mette a cercare nel caos del mio archivio mentale “And there's fighting on the street below” canticchio. “I know there's fighting on the street below, But I dont' care coz I'm a Northern Soul… Sì, carina”
“E’ dedicata a lui”
“Fa schifo” rettifico immediatamente incrociando le braccia.
Ashcroft scoppia nella sua ennesima risata sguaiata “Cazzo, Noel ti ha descritta proprio bene!”
Sento il sangue ribollirmi nelle vene “Sai, riesci a infastidirmi quasi quanto lui, non è da tutti!”
“Lo prendo come un complimento” sorride lui tranquillo “Ma, per curiosità, si può sapere cos’hai contro quelli come me, Noel e Liam?”
“Che siete montati e strafottenti!”
“Anch’io?”
“Bè, l’aria strafottente ce l’hai! Il classico atteggiamento di chi nella vita se ne è sempre fregato di tutto e-“
“Stop!” prorompe lui alzando una mano in aria e sospirando deciso “Cosa ne sai che non ho sofferto e che me ne sono sempre fregato? Ho perso mio padre quando avevo undici anni, miss So-tutto-io! Sai cosa si prova a perdere qualcuno che si ama? Quando si è così piccoli, specialmente”
Abbasso lo sguardo mortificata “Posso immaginarlo” mugugno, mentre la mia mente va subito ad Andrew. “Scusa. E’ che non sembri il tipo”
Lui si accende una sigaretta e aspira lentamente. “Anche tu a prima vista sembri una che se ne fotte di tutto e non si fa alcun problema, ma credo che se fossi una persona così semplice non avrei sentito tanto parlare di te”.
Resto ad osservarlo valutando se io possa abbassare qualche minuto le mie difese per avere una conversazione seria o no. Sospiro “Non è che me ne fotto, infatti … E’ che cerco di vedere il lato bello della vita e viverla senza troppi pensieri. La vivo come una sorta di ritmo che mi trasporta”
“Un ritmo?” domanda lui rapito.
“Sì, una musica, una melodia, una sinfonia …” spiego sognante cercando di tradurre il mio stile di vita in parole. “Solo che a volte è difficile vedere tutto così positivamente, perché … boh, è una sinfonia che sa essere sia bella che dura. E’ dolceamara, diciamo” concludo pensierosa, interrotta da un uomo che si avvicina spazientito ad Ashcroft indicandogli l’ora.
“Una sinfonia dolceamara” ripete lui facendo un segno al tipo e distogliendo lo sguardo dai miei occhi per perderlo nel vuoto, ammaliato “Grazie Sunshine, me ne ricorderò”
Accenno un saluto con la mano “Prego, però non chiamarmi Sunshine”.

 


Sì, sono viva ç.ç


Prima che mi dimentichi, mi scuso con tutte le lettrici romantiche, ma non me la sono sentita di scrivere una scena tipo “Sunshine e Noel si mettono insieme di colpo appena si svegliano”. Purtroppo la vita mi ha fatta uscire dal mio bel mondo di principesse e Lyle (ogni riferimento alla mia precedente fan fiction è puramente casuale u.u) e capire che le cose non succedono per magia come nei film, specialmente tra due personaggi complessi come i due protagonisti che vivono in quel particolare mondo …
Punto due (il punto uno non c’era esplicitamente, ma facciamo finta) l’idea di scrivere una scena riguardante Richard Ashcroft mi è venuta in mente parecchie settimane fa, il giorno del suo compleanno (non chiedetemi perché, perché non lo so :3 ) e credo abbiate colto il riferimento a quella che credo sia la più famosa canzone dei Verve :)

Punto tre (aka: il punto dolente) ho iniziato questa fiction più di un anno fa e già dai primi tempi avevo in mente molte scene anche se scollegate tra loro, tra cui una di queste era quella di Damon alla porta … ma purtroppo era anche l’ultima scena ben definita nella mia mente D:
Quindi ora dovrò ingegnarmi per gli sviluppi…

Spero continuate a sostenermi con i vostri consigli e pareri.
Un abbraccio
cherry
  
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