Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: adler_kudo    25/10/2013    3 recensioni
Per Halloween non c'è niente di meglio che un bel mistero. Se poi vogliamo aggiungere una festa a tema e uno squilibrato a completare il tutto, il nostro detective avrà il suo da fare.
Per augurare un Buon Halloween a tutti gli autori e lettori!
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Sonoko Suzuki | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un Halloween in Rosso

 

"Sai che è un thriller, una notte di suspense

Stai combattendo per la vita circondato da un assassino, stanotte è thriller."

cit. M. Jackson Thriller

 

-Eddai!!! Ti pregoooo!!!-

-No!-

Shinichi era in ginocchio implorante di fronte ad Ai che lo scrutava dall'alto.

-Ti prego, solo per questa volta...- supplicò il bambino guardando con occhietti dolci la giovane scienziata.

-Uff, va bene.-

-Davvero?!- il detective si stupì della facilità con la quale Ai gli aveva concesso il prototipo dell'antidoto all'apotoxina.

-Sì, perchè no... dai dopotutto di sei prostrato ai miei piedi e non mi potevi dare soddisfazione più grande.-

-Ho capito perchè facevi la criminale...- rispose Shinichi con una grossa goccia che gli scendeva dalla testa.

-Divertente... ecco tieni.- la bambina gli lanciò la pillola bianca e rossa che costituiva la cosa che Shinichi bramava di più al mondo, la sua ancora di salvezza, il suo ritorno alla vita.

-Vedi di non fare tardi e di NON combinare casini.- gli raccomandò Ai -Anche se con te il massimo che ti posso chiedere è di limitare i danni.-

-Ma che simpatica!- disse ironico Shinichi mentre da Conan si apprestava a ritornare quello di sempre.

Finalmente, anche se solo per poco tempo, avrebbe riavuto il suo corpo e per quella sera aveva intenzione di lasciarsi alle spalle tutti i suoi problemi.

 

Dieci ore prima

 

-Ehi! Buongiorno Conan!- lo salutò allegramente Ran -Lo sai che giorno è oggi?-

-Sì, ciao, Ran-neechan! Oggi è Halloween.- disse infantile il piccolino ancora un po' assonnato.

-Che cosa farai oggi di bello?-

Conan non aveva nulla in programma per quel giorno e strinse le spalle per rispondere. In realtà qualcosina c'era da fare, ma non era buona cosa rivelarla a Ran dato che coinvolgeva direttamente il suo alter ego, Shinichi Kudo.

Poco dopo colazione il campanello di casa Mouri suonò e Ran andò ad aprire trovandosi di fronte gli amichetti del suo fratellino.

-Ciao! Entrate pure! Siete venuti per Conan, vero?-

-Ciao. Sì.- rispose Ayumi felice salutando educatamente.

-Ehilà!- disse Conan con una faccia tra il sopreso e l'irritato. Possibile che ci fossero sempre quei tre mocciosi fra i piedi? -Che ci fate qui?-

-Stasera c'è una festa di Halloween a scuola, vieni? Ci sarà un sacco di roba da mangiare!- disse Genta con l'acquolina in bocca al solo pensiero.

-No, io passo.- rispose semplicemente il bambino mettendosi entrambe le mani dietro la testa.

Ayumi fu la più delusa -Come mai non vieni, Conan?-

-Ecco io... passerò la serata con il dottor Agasa.- inventò sul momento, l'ultima cosa che voleva era avere quei tre marmocchi appresso per tutta la serata. Dopo qualche insistenza Conan riuscì a buttarli fuori ed ebbe la giornata tutta per sè da dedicare a quel suo lavoretto. Più tardi arrivò Sonoko in fermento per la festa di halloween di quella sera.

-Ran, ci saranno un sacco di ragazzi carinissimi! Cosa ti metti? Io mi vesto da vampiro.-

"Direi che è meglio lupo mannaro, ma anche vampiro rende bene l'idea" pensò Shinichi divertito "dovrò ricordare a Ran di portare i paletti di frassino, come proiettile d'argento basto io..." ironizzò mentalmente ricordando il soprannome che Vermouth gli aveva affibbiato.

-Io non vengo. Preferisco di no.- rispose Ran, anche se l'amica insisteva.

-Ehi! Ran-neechan, c'è una busta nella buca delle lettere.- l'avvisò il bambino.

-Una busta dici?- Ran la prese e notò che era totalmente bianca, senza neppure il destinatario. L'aprì dubbiosa e ne estrasse un foglio rosso con la calligrafia in blu. Lo lesse ad alta voce.

-"Buon Halloween. Vai in ingresso".- la ragazza guardò dubbiosa i presenti e si avviò dove indicava la lettera. Trovò un pacco regalo nero e lo portò in casa.

-Che cosa credi che sia?- chiese Conan osservandolo bene.

-C'è solo un modo per scoprirlo, aprilo! Su, avanti!- suggerì Sonoko eccitata.

Ran obbedì e trasse fuori dall'involucro un vestito in stile Londra 19° secolo da uomo adattato al fisico di una donna.

-Che cosa vuol dire?- chiese la karateka perplessa.

-C'è un biglietto! Leggi!- disse l'ereditiera porgendole il foglietto dello stesso tipo dell'altro trovato all'interno del pacco.

-Dice: "indossalo stasera".-

-Uao! Di sicuro è di un tuo ammiratore! Devi assolutamente fare come dice!-

-Non obbedisco a uno che mi scrive delle cose su carta rossa! Mi spaventa!- protestò Ran preoccupata.

-Oh, dai... so chi è! È di sicuro il tuo maritino!- ammiccò Sonoko trasognate -Stasera si presenterà e ti chiederà di seguirlo nelle sue indagini all'estero. Magari andrete a casa sua e...-

-Sonoko!- le urlò la karateka rossa fino alla punta delle orecchie -Piantala con queste stupidaggini!-

-Sì, la smetto! Ma tu fai quello che dice! Oh, come è carinooooo! Io sparisco, ciaoo! A dopoooo!- Sonoko Suzuki uscì in fretta dalla porta lasciando spiazzati Conan e Ran.

-Cosa ne pensi?- chiese ad un certo punto la ragazza al fratellino.

-Eh? Io? Bhè, penso che dovresti farlo...-

-Davvero?-

-Sì, potrebbe essere divertente.-

 

Era ormai quasi ora di andare alla festa e Ran si era messa il vestito che aveva trovato nel pacco. Si sentiva un po' ridicola ad essersi lasciata coinvolgere in quella farsa, ma dopotutto era l'unico costume che aveva in casa ed era troppo tardi per uscire a prenderne un'altro. Conan era andato dal dottor Agasa e con suo padre fu molto facile dato che per una volta era soddifatto del modo in cui usciva vestita la sua bambina, ossia ben coperta.

-Sei arrivata, Ran!- l'accolse Sonoko calorosamente -Il tuo spasimante?-

-Non ricominciare!-

-Va bene, dai, vieni! Inizia la festa!-

C'erano tutti i liceali a quel party di halloween; tutti vestiti in maschera. La festa era del tipo alcool e musica fino allo sfinimento, cosa che Ran non apprezzava affatto quindi si trovò da sola al tavolo del catering a spilucchiare qua e là, mentre Sonoko si dava alla pazza gioia con tutti i ragazzi possibili. Era lì ormai da più di un'ora e si era ormai convinta che la storia della busta fosse tutta una messinscena di Sonoko o di qualche altro. Stava per andarsene annoiata quando si sentì battere un dito su una spalla; si voltò di scatto e cozzò contro la faccia del detective dell'est che aspettava da tanto tempo. In quel momento le loro labbra si scontrarono in un piccolo lieve bacio involontario che comunque li fece assumere una sfumatura bordeaux mentre tutti gli altri osservavano la scena chi divertito, chi ingelosito, chi addolcito.

-Sei tornato!- disse Ran con le lacrime agli occhi nel momento in cui lo abbracciava e lo stringeva forte a sè quasi a temere che scappasse dimenticandosi del piccolo incidente di prima.

-Sì, solo per questa volta...ti sei messa il costume che ti ho spedito.- osservò Shinichi soddifatto.

-Sei stato tu? Che scemo!-

-Scema tu che ci hai creduto, Watson!-

-Perchè mi... oh, tu sei Sherlock Holmes e io John Watson! Ecco perchè il costume così! Avrei dovuto pensarci subito... chi mai mi manderebbe un costume del genere se non un fanatico di gialli.- dedusse Ran ancora avvinghiata a lui.

-Sì, elementare. E non sono un fanatico. - disse Shinichi che si accorse poi di avere addosso gli occhi di tutti e li scacciò in malo modo.

-Impiccioni...- bofonchiò il detective scocciato.

-Mi sei mancato.-

-Anche tu.-

I due rimasero abbracciati per un po' senza curarsi di ciò che accadeva attorno a loro. Era come se il tempo si fosse fermato e che quell'attimo durasse per l'eternità. Shinichi fu il primo a staccarsi, stava per dirle qualcosa, ma arrivò Sonoko ad interromperli.

-Ehilà, piccioncini! Venite, ora viene il bello!!!-

-No, Sonoko... dai...- tentò di protestare la karateka, ma la ragazza li aveva già trascinati in pista per ballare. Shinichi fece del suo meglio per evitare di strozzare Sonoko che li aveva nuovamente interrotti e per cercare di divertirsi dato che non era proprio il suo genere di festa quella.

Ad un tratto andò via la corrente lasciandoli nel silenzio e nel buio più totale. Il blackout si protrasse per circa quaranta secondi durante i quali i ragazzi iniziarono a mormorare per capire cosa stesse succendendo. Ran era letteralmente aggrappata al detective dato che aveva una paura immensa del buio. Pochi secondi prima che tornasse la corrente si sentì un urlo agghiacciante squarciare l'aria, talmente acuto che sembrava provenisse direttamente dall'ultimo cerchio infernale; parecchie persone urlarono terrorizzate a loro volta e non appena si riaccesero le luci si sollevò il panico generale per la grande scritta in rosso sangue che era apparsa sul muro. Shinichi corse con al seguito Ran verso dove tutti puntavano il dito tremanti. Sulla parete, in uno schizzo di sangue, come se qualcuno fosse stato appena sgozzato, era apparsa la macabra scritta "RACHE" accompagnata da una serie di inquietanti manate e strisciate di sangue scuro e denso; pareva che qualcuno avesse cercato disperatamente di sfuggire alla Morte che nel suo mantello nero si avvicinava per portare il malcapitato agli inferi. Il tutto dava l'impressione che la vita fosse stata strappata dall'anima violentemente e che quest'ultima avesse lottato con tutta se stessa per restare aggrappata alla luce, consumando tutto il sangue che aveva nel corpo nel duello. A quella vista Ran sbiancò e per poco non svenne urlando di terrore. Shinichi la rassicurò e si avvicinò per leggere meglio, ma la sua attenzione venne richiamata quando sentì una ragazza chiedere ad alta voce -Dove è? Dove è Sakura? È sparita!-

-Qualcuno l'ha vista?- domandò il detective alla folla.

-No, nessuno.- rispose un ragazzo preoccupato.

Shinichi si guardò intorno come alla ricerca di qualcosa; mentre stava per andare ad analizzare la scritta si sentì tirare per la manica.

-Ran... Resta qui, torno subito.-

-No, non voglio lasciarti sennò poi finisce come tutte le altre volte che sparisci e mi lasci da sola. Vengo con te.- non c'era disperazione nelle sue parole, non un ombra di dubbio o pianto, solo fremezza e risolutezza, nonostante tremasse come una foglia. Shinichi annuì e le porse il braccio affinchè si attaccasse, ma la luce andò via di nuovo. Quando si riaccese un'altra ragazza era sparita nel nulla ed era comparsa di nuovo la scritta "RACHE" su un'altra parete, ma stavolta, al posto del disgustoso spettacolo di sangue, ve ne era uno altrettanto macabro: l'immagine di una donna coperta di bruciature e tagli ancora con il volto sfigurato nell'orrore della morte come stampata sul muro a ricordo dell'effetto visibile a Hiroshima per via dello scoppio della bomba atomica, in cui alcuni erano stati letteralmete cancellati dall'esistenza e di loro era rimasta solo l'immagine impressa su una parete sopravvissuta all'esplosione nucleare.

-O mio Dio!- trasalì Ran a quella inquietante visione -Shinichi, che succede? È uno scherzo vero?-

-Ran, non... non lo so. Ma conviene fare un po' di chiarezza.- disse risoluto il detective che proseguì gridando -Qualcuno di voi ha una foto delle ragazze scomparse?-

Varie mani si alzarono e Shinichi si fece mostrare le foto delle ragazza scomparse: capelli lunghi, lisci, bruni; occhi chiari; pelle chiara; non troppo alte nè grasse.

Il ragazzo controllò con l'amica le porte che però trovò tutte chiuse dall'estrerno il che significava che erano intrappolati dentro quella palestra; era chiaro come il sole che non era una messinscena per la notte di Halloween, ma Shinichi preferì non dire nulla per non creare allarmismi quindi fece riprendere la festa restando però in disparte con occhio vigile, pronto all'azione.

-Shinchi? Non è finzione, vero? Il sangue usato è vero, lo so.- Ran aveva capito che l'idea di una recita per Halloween che aveva suggerito il detective era un bluff.

-Tranquilla, è tutto finto.- mentì lui per non farla preoccupare.

-Non è vero. Questa cosa mi ricorda molto Uno studio in rosso, anche se molto molto più disgustoso e inquietante.-

-Uh? Ti riferisci al primo romanzo di Sherlock Holmes? Bhè effettivamente...-

-Voglio la verit..- prima che la karateka riuscisse a completare la frase ci fu un nuovo blackout e un'altra ragazza sparì. Pochi secondi più tardi vi furono altre due interruzioni di corrente e altre due sparizioni con la stessa dinamica e le medesime macabre scritte accompagnate da altrettante fantasiose raccapriccianti immagini. Il risultato che ne scaturì fu di panico generale che Shinichi provvedè a sedare immediatamente con parole convincenti. L'ultima cosa che gli occorreva erano la polizia e la stampa lì per un potenziale serial killer. "Serial killer... sì, o almeno rapitore seriale dato che non ho prove per dire se sono morte o vive, giuro che lo troverò! Non può farmela sotto il naso! La dinamica dei rapimenti è sempre la stessa ed esculdo una commedia per Halloween, troppe persone coinvolte e troppo ben fatta." i pensieri del detective furono interrotti da Ran che sapeva bene che qualcosa non andava.

-Shinichi, ti prego... Non so se hai notato ma tutte le ragazze sparite si assomigliano tantissimo. Non credi possa essere...- le ragazza fece una pausa per deglutire -...un serial killer?-

-Cosa? Naaah! E anche se fosse lo troverei di sicuro.- fece Shinichi ostentando sicurezza.

-Accidenti! Ho paura!- piagnucolò la karateka stingendosi al braccio del detective.

-R-ran, m-ma perchè dovresti s-scusa?- domandò il ragazzo imbarazzato.

-Bhè, non solo si somigliano, ma mi somigliano!-

Ecco un dettaglio al quale non aveva pensato. Le ragazze scomparse erano in tutto cinque con tratti piuttosto simili e particolari, così come Ran. Se c'era davvero uno squilibrato anche Ran era in pericolo e lui non lo avrebbe mai permesso.

Un nuovo blackout lasciò tutti all'oscuro.

-Shinc....!-

-RAN!-

Le ultime parole che i due innamorati si dissero prima di perdere conoscenza.

 

-Ohi, ohi... la mia testa.- Shinichi si alzò dal pavimento freddo lentamente. Aveva un braccio tutto indolenzito e gli doleva il capo. Ran era quasi sotto di lui alla sua destra e giaceva priva di sensi per terra.

-Ran...Ran...- la scosse il detective facendole aprire gli occhi.

-Shinichi...- sorrise la ragazza -Dove siamo?-

-Direi in uno sgabuzzino.- rispose lui guardandosi attorno.

-Coooosaaa? Ti sei approfittato di me in uno sgabuzino mentre ero svenutaaaaa???- domandò Ran furiosa.

-Ran! Ma che dici? Sei impazzita? Non mi permetterei mai! E poi ero svenuto anche io fino a trenta secondi fa!- protestò Shinichi alla sua accusa.

-Uff, apri la porta.-

-È chiusa dall'esterno, genio. Sarei già uscito sennò. Piuttosto... cosa è successo?-

-Ricordo che è andata di nuovo via la luce e che qualcuno mi stava per afferrare, ma io ho preso il tuo braccio e poi niente.- disse Ran massaggiandosi il braccio sinistro.

-Hai male? Fa vedere.- le chiese il detective togliendole la giacca -Se ti vuoi togliere anche la camicia magari...-

-Shinichi!- lo rimproverò la karateka seccata.

-Scusa, ma se vuoi che ci dia un'occhiata devi...-

-Fa lo stesso grazie.-

-Ma che rompiscatole! Portebbe essere importante e tu fai la difficile!- si lamentò Shinichi voltandosi dall'altra parte. Si accorse anche lui che gli doleva un braccio, quello destro, si tolse quindi mantellina, giacca e camicia, rimanendo a petto nudo.

-Ma che fai?- chiese stizzita Ran tentando di nascondere il suo rossore e il fatto che non le dava molto fastidio la situazione.

-Ah! Dannazione.- esclamò il detective osservando il suo braccio.

-Cosa c'è?- domandò Ran sporgendosi verso di lui per vedere cosa ci fosse. Il ragazzo non l'ascoltò nemmeno e le disse -Spogliati!-

-Eehh?-

-Non fare la bambina, per cortesia! Spogliati, togliti la camicia, e in fretta!- ordinò Shinichi preoccupato al che la ragazza obbedì spaventata dal pallore sul suo volto.

-Shinichi, ma che succede?-

Il ragazzo le afferrò subito il braccio sinistro e iniziò ad osservarlo arrivando fino ad un puntino violaceo sulla pelle che aveva attorno una sfumatura bluastra.

-Ran. Ora non allarmarti per favore, ma abbiamo del veleno in corpo.- disse pragmatico il detective.

-Ve-veleno?- Ran stava iniziando a preoccuparsi davvero e non potè trattenersi dall'abbracciare Shinichi piangendo -È uno scherzo per Halloween vero? Vero?-

Purtroppo il ragazzo scosse la testa stringendola a sè.

-Moriremo, vero? Sì, non sappiamo come uscire e moriremo. Non voglio morire! Non ho ancora... non...-

-Shh! Ran... non piangere. Devo metterti per iscritto che ci sto male se piangi? Shh, ehi... ehi... basta. Nessuno morirà. Te lo prometto.- la rassicurò -Ran, puoi rimetterti la camicia ora.-

-Ah, sì, giusto.- rispose imbarazzatissima la ragazza rivestendosi in fretta.

-Hai una freccina?- le chiese.

-Sì, non dirmi che vuoi forzare la serratura! Ma lo sai fare?-

-C'è sempre una prima volta.-

-Se, se, tieni... - il detective cominciò ad armeggiare con la serratura e la freccina imprecando più volte, mentre Ran sospiarava dicendo frasi poco incoraggianti e deprimenti come "Non c'è speranza" o "Moriremo entrambi!" mentre giocattolava con una pallina da tennis trovata tra le varie cianfrusaglie dello sgabuzzino.

-La smetti di essere così pessimista? Mi irriti.- disse ad un tratto Shinichi seccato.

-E tu vuoi metterti la camicia? Mi irriti.- ribattè Ran sbuffando.

-Dubito fortemente che ti irriti. Ho degli splendidi addominali...- scherzò lui mentre armeggiava con la freccina.

-Lavora, idiota!- lo aggredì Ran tirandogli in testa la pallina.

-Ahia! Isterica!- esclamò il detective voltandosi verso di lei.

-Non sono isterica, stupido! Apri quella dannata porta! Sei un buono a nulla!-

-Ok, basta adesso.- disse Shinichi ritrovando la calma -Non serve a nulla e se continuiamo a scaldarci così tanto il veleno entrerà in circolo più velocemente.- notò poi che Ran aveva lo sguardo perso e stava tremando con la camicia ancora sbottonata. Si rivestì e andò da lei abbracciandola.

-Ehi, cosa c'è?-

-Shinichi... non usciremo mai più di qui. Scusami è tutta colpa mia. Se non ti avessi afferrato il braccio ora tu saresti...-

-Se non mi avessi afferrato il braccio, io sarei venuto lo stesso a cercarti e saremmo più o meno nella stessa situazione.- la rassicurò il detective posandole un lieve bacio sulla fronte.

-Mi dispiace. Mi caccio sempre nei guai.-

-Tu? Direi che io non ho paragoni. Hai mai notato che dove vado io muore qualcuno?-

-Scemo.- ridacchiò nervosamente Ran -È la maledizione di Halloween. Lo sapevo che non dovevo venire. Abbiamo irritato qualche fantasma e ora...-

-No. Quante volte ti devo dire che non esistono fantasmi e maledizioni? Calmati, ora, e vedrai che usciremo da qui.- disse Shinichi accarezzandola per calmarla.

-Cerca di aprire la porta.- sorrise la ragazza mentre lui le faceva il solletico sul collo.

-Ehm... ho rotto la freccina... non è che ne avresti un'altra?- chiese leggermente in imbarazzo Shinichi.

-Sono le mie ultime due.- rispose lei dandogli le sue freccine rimanendo quindi con i capelli sciolti e spettinati. Shinichi riprese ad armeggiare, stavolta vestito, con la serratura; ormai doveva sbrigarsi; anche se la quantità di veleno che avevano non era molta, tra poco avrebbe iniziato il suo effetto e non poteva certo permetterselo. Rimase accucciato per circa cinque minuti durante i quali Ran stette in rigoroso silenzio per non deconcentrarlo; alla fine esasperato il detective lanciò uno sbuffo e battè la testa contro la porta che si aprì miracolosamente.

-È stato facile.- disse Shinichi soddisfatto del risultato.

-Ma se non hai fatto nulla!- protestò la ragazza.

-Per favore non ricominciamo! Piuttosto... siamo al secondo piano della scuola. Siamo fuori dalla palestra!- constatò il ragazzo.

-Sì, ma dove sono le ragazze che sono sparite?- domandò la karateka guardandosi intorno. Shinichi si mise a carponi e iniziò ad osservare il pavimento e i muri.

-Ehi, Shinichi? Questo paravento non mi sembra sia mai stato appeso a questa parete.- disse Ran togliendolo dal muro e rivelando un passaggio con delle scale.

-Ran, sei un genio! Andiamo!- Shinichi la prese per mano e la trascinò su per i dieci gradini che costituivano una scalinata buia e tetra. Al termine di questa vi era una porta.

-Shinichi...- sussurrò la karateka, ma lui le fece segno di tacere. Spalancò la porta e lo spettacolo che si presentò di fronte ai due fu davvero raccapricciante: le cinque ragazze sparite precedentemente alla festa erano appese alle corde, usate durante educazione fisica per l'arrampicata, per le braccia che stavano diventando già bluastre per effetto del veleno, mancava poco e sarebbero morte. Si poteva percepire nell'aria il senso di abbandono e morte che caratterizzava il luogo, il freddo dei corpi dai quali la vita stava lentamente scivolando via per il diletto di uno squilibrato. Sotto di loro vi era teso un telo bianco tenuto fermo molto blandamente alle quattro estremità del sottotetto nel quale si trovavano. Dalle voci e dai rumori provenienti da giù, Shinichi dedusse che si trovassero proprio sopra la palestra e che il telo servisse per creare una sorta di controsoffitto nel quale nascondere i corpi. Un piano ben congeniato, inerente alla vendetta di sicuro come si deduceva dalle scritte sui muri della palestra (rache in tedesco = vendetta); vendetta contro una ragazza di sicuro, forse il serial killer era stato respinto o qualcosa del genere da una ragazza simile a loro e quindi voleva vendicarsi. Un pazzo con ottime conoscenze di fisica e chimica data la dinamica del suo piano. Da come aveva dedotto il detective, si capiva che attirava le vittime vicino al muro o comunque faceva in modo che ci andassero; con un telecomando accendeva e spegneva le luci a suo piacimento; si avvicinava alla ragazza, le iniettava il veleno con la mano sulla bocca per evitare che urlasse e una volto svenuta questa veniva legata e issata con una delle corde penzolanti dal soffitto e il telo veniva tolto e messo in base a se c'era luce o meno. Un meccanismo davvaro particolare e ingenioso, l'unica cosa che Shinichi non riusciva a spiegarsi era il modo in cui da solo scrivesse le scritte sui muri, poichè dubitava avesse un complice.

Rimaneva anche da capire chi era l'autore di tutto ciò, ma la cosa che premeva ora era salvare dalla morte altrimenti certa quelle persone. Il detective si accorse che Ran aveva iniziato a tremare.

-Cosa c'è? Hai freddo?-

-No... credo che sia il veleno.- rispose preoccupata Ran bianca dal terrore.

-Aspetta, ci penso io. Hai un cellulare?- chiese Shinichi imponendole di fermarsi sul primo lembo di telo dato che oltre non vi era nulla a sostenerli.

-No, mi spiace l'ho lasciato giù.-

-Il mio è a casa! Accidenti!- d'un tratto gli venne un'idea geniale. Afferrò una corda li vicino e si dondolò fino ad arrivare alla prima ragazza.

-Che fai?- domandò Ran vedendolo oscillare nel tentativo di afferrare la poveretta.

-Di sicuro avrà un cellulare. E il colpevole non ha certo avuto tempo di perquisirla.- rispose Shinichi che finalmente era riuscito ad arrivare al suo obiettivo. Iniziò quindi a tastare qua e là la ragazza svenuta per cercare il cellulare. La cosa però non fu affatto gradita da Ran che gli sbraitò contro dandogli per pervertito e altre offese poco cordiali.

-Calmati, l'ho trovato! Vuoi morire per caso? Non urlare!- la rimproverò il detective sbuffando mentre avvisava la polizia e l'ospedale.

-Ran? Mi rispondi?- chiese non sentendo più nulla da parte della karateka nel momento in cui stava riponendo il cellulare al suo posto. Si voltò e con orrore vide la sua amata nelle mani di quel pazzo criminale con una siringa piena d'aria puntata alla gola il che significava morte certa. Ran aveva le gambe e le braccia bloccate dalla mole di lui e la sua mano sulla bocca.

-È finita per te! La polizia sta arrivando!- lo minacciò il detective ancora appeso alla corda.

-Non direi proprio. Ho qui la tua bella amichetta.- disse il colpevole.

-Lasciala andare, subito!- ordinò Shinichi, ma l'altro non lo ascoltò e iniziò a inserire l'ago nel collo della karateka che guardava il ragazzo con occhi imploranti colmi di lacrime. Il detective non ci pensò due volte; riprese il cellulare della ragazza svenuta e lo lanciò con violenza sul telo che, legato mollemente, cedette al peso trascinado giù l'uomo e Ran che precipitarono nella palestra sottostante tra le grida generali.

-Ran!- Shinichi si lasciò andare giù con la corda, facendo strisciare la mano su di questa e provocandosi un'immensa ferita e bruciatura, ma non gli importò granchè del dolore fisico perchè in quella disperata folle impresa riuscì ad afferrare il braccio di Ran e a frenare la loro caduta a mezz'aria. Il criminale andò a finire dentro il punch e svenne per le lesioni subite dalla caduta.

-Ran! Ran! Svegliati! Ti prego!- la chiamò il detective scuotendola.

-Shi...shinichi...- il ragazzo le sorrise contento di vederla salva e si calò giù con lei fino al suolo.

-Grazie!- la karateka gli gettò le braccia al collo e gli stampò un grosso bacio sulla guancia facendolo diventare viola.

-Oh... maritino e mogliettina insieme! Che cariniii!- urlò Sonoko tra gli applausi generali per l'impresa di Shinichi.

Il detective, però, raccomandò a tutti di non raccontare della sua presenza lì per ovvi motivi e spiegò l'accaduto all'ispettore che si occupava del caso. Il colpevole era un ragazzo sulla trentina, addetto alle luci, che anni prima stato non solo respinto dalla ragazza che amava il giorno di Halloween, ma aveva anche scoperto che lei lo aveva tradito con il suo migliore amico. Aveva meditato la sua vendetta a lungo e, quando aveva saputo che i due si erano sposati, aveva deciso di compiere la strage per punire le ragazze che erano come lei. La sera precedente, approfittando del fatto che i novelli sposi dovevano partire per un viaggio, si era recato a casa loro e li aveva uccisi in modo barbaro, sfuttando il loro sangue e le loro foto per gli "effetti speciali". Grazie al suo lavoro era riuscito a mettere a punto tutti i dettagli e si era fatto aiutare da un collaga ingannandolo per le minacce sui muri.

-Era un piano perfetto, se non ci fosse stato quest'impiccione! Sei fortunato che avevo solo una siriga con me, o tu e la tua amica sareste morti.- disse il criminale rivolto a Shinichi che gli fece una smorfia di disprezzo.

I medici curarono le ragazze, Shinichi e Ran grazie all'antidoto di quel veleno e la polizia arrestò il criminale. I due stavano per tornare a casa dato che era ormai l'una di notte, dopo aver soddisfatto la curiosità di Sonoko e dei presenti, quando ad un certo punto l'ereditiera disse ammiccante -Scusa Ran, ma potevi almeno riabbottonarti la camicia dopo essere stata con lui nello sgabuzzino, eheheehh!-

-SONOKO!- gridò Ran rossa fino al midollo -Non è come pensi!-

-Stupida invertebrata impicciona...- bofonchiò Shinichi anche lui imbarazzato trascinando la ragazza fuori dalla marmaglia di gente. Erano entrambi molto stanchi e così decisero di andare a casa dileguandosi.

-Shinichi?-

-Sì?-

-Non dimenticherò facilmente questa festa.-

-Bhe, siamo quasi morti...-

-Sì, ma oggi è proprio la notte dei morti e brr...-

-Tu guardi troppi film.-

-E tu leggi troppi gialli.-

-Io mi baso sui fatti.-

-Io mi baso sulle emozioni.- concluse Ran piazzandosi davanti a lui a bloccargli la strada. Shinichi la osservò, così bella e così dolce anche nella decisione del gesto.

-Lo sai che hai ancora la camicia sbottonata?- le disse facendola arrossire -Aspetta faccio io.- e si mise a chiuderle i bottoni imbarazzato mentre Ran diventava viola, per fortuna che era buio.

-Ecco fatto, se no prendi freddo, Watson.-

-Grazie, Holmes.- sorrise dolcemente la ragazza facendo scivolare le dita tra le sue. Il detective le strinse la mano e quando furono sotto casa Mouri iniziò -Non potrei chiedere di avere al mio fianco una persona migliore di te.-

-Io non sono al tuo fianco... tu sei distante.- fece Ran con rammarico.

-Sarò sempre più vicino di quanto tu creda, se mi vorrai.-

-Certo che ti vorrò.-

-È da Londra che non ci si vede.- disse infine Shinichi toccando il tasto dolente.

-Ah, già.- fece la ragazza aspettandosi di sentire che era tutto un equivoco e non voleva dire assolutamente che l'amava, che qualsiasi cosa avesse pensato era sbaglita e che quel giorno gli era preso chissà che cosa.

-Mancava questo.- disse, invece, Shinichi avvicinando le sue labbra a quelle di Ran per un rapido e casto bacio -Devo andare. Buonanotte.- la salutò dileguandosi di corsa senza aspettare una risposta.

-Buonanotte.- salutò Ran vedendolo scomparire con il sorriso stampato sulle labbra.

 

-Ran-neechan! Come è andata ieri sera?- chiese Conan salutando la sorellona appena alzata.

-Si può dire che mi è passata la paura della morte, ma direi che non poteva finire meglio- rispose l'altra enigmatica -Cosa ti sei fatto alla mano?-

-Ehm... niente. Mi sono... ehm... bruciato sul fornello.- inventò il bambino.

-E tu che non ci volevi neanche andare.- sbuffò Kogoro sorseggiando il caffè.

-Già, ma sapessi che paura ho preso! Davvero tetro, potrei dire "un Halloween in rosso".-

"Già, isterica che mi urla dietro tremando come una foglia. Il nostro Halloween in rosso."

 

 

 

BUON HALLOWEEN.... 
Angolo Autrice:
Ecco una one-shot in onore di una festa che adoro! (anche se non so il perchè -_-")
Cosa ne pensate? 
Ciao e Buon Halloween!
=)

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: adler_kudo