Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: rainicornsan    25/10/2013    2 recensioni
"Ma perchè 'Say love'? Cioè, suona bene, ma non penso...".
"Mettilo e basta, Max!".
E' la mia prima ff su Mika! Siate clementi!
Genere: Fantasy, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'When Michael met Mark'
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Ecco a voi il capitolo tre....

"Ma perchè tu mi vedi come sono e lei mi vede lupo? Cosa deve succedere?" domandò ancora con il broncio.
"Non te lo dirò!" disse decisa Emily, rossissima in faccia.
"Per favore..." Michael fece gli occhi da cucciolo.
"Ogni cosa ha il suo tempo, caro!" esordì la zia di Emily.
Camminarono ancora qualche minuto in silenzio.
"Merda!" esclamò Emily.
"Cosa c'è, cara?" chiese la donna.
"Zia Clara, mi dispiace moltissimo." iniziò a dire Emily con le lacrime agli occhi.
"Cosa è successo?".
"Lola.".
Il volto di Clara sbiadì lentamente.
"Non può essere. No. No." mormorò con voce secca.
"Guarda. Il suo feticcio è lì." disse Emily con gli occhi bassi.
Clara scoppiò in un pianto dirotto, accasciandosi a terra, davanti ad un'enorme bambola di zucchero azzurro, con una sigaretta fra le labbra.
Sulla pancia si estendeva un scritta glassosa. Lola Moore.
Michael cominciava a capire come funzionasse in quel posto strambo. Chi finiva il tempo della sua vita diventava un'enorme bambola di colorato zucchero.
Dette una pacca confortevole alla schiena della donna.
Emily sussurrò:"Noi viviamo pochi giorni. Un'ora equivale ad un'anno. Quando finiamo il tempo che la vita concede, muoriamo.
Qualcosa, forse una malattia presente nell'aria, ci fa crescere così velocemente. E il terreno si ciba dei nostri corpi, espellendo solo l'essenza 
della nostra anima, che viene rappresentata da una statuetta di zucchero. Uno scopre lo scopo della vita solo dopo la morte.".
"Inquietante." rabbrividì lui. "E io allora? Cosa dovrebbe succedermi?".
"Non te lo posso dire!" gli fece una linguaccia lei.
"Zia, lo so che sei dispiaciuta per Lola, ma dobbiamo andare avanti. Ho già diciotto anni, e tu quasi sessanta. Bisogna che ci diamo una mossa.".
Clara inspirò profondamente dal naso, si alzò e si mise a camminare.
"Muoviamoci. Andiamo dalla Nonna.".
"Ma cosa succede se andate da questa "Nonna"?".
"Una antica leggenda dice che c'è un modo per fermare il tempo. La Nonna è la nonna di tutti. 
Non sappiamo cosa ci sia da lei. Un vaccino, un mostro o assolutamente nulla? Boh.
Ma vale la pena provare quando hai così poco dalla vita." sussurrò tristemente l'ultima frase.
"Entro qualche ora dovremmo esserci. Il mio medaglione si è scaldato.
Wow, pensavo che ci volessero due giorni, e invece mancano solo poche ore. Ce la faremo.".

"Eccola! La casa! Non ci posso credere!" esclamò Clara.
Michael notò i suoi capelli più bianchi che mai in silenzio.
"Ho solo venticinque anni, e sono già qui!". Emily pianse dalla gioia, correndo verso un'enorme edificio color rosa chiaro e giallo pastello.
Entrarono attraverso una porta di vetro trasparente.
Una donna stava in mezzo ad una stanza piena di piante verdi, fiori, uccellini, piccole cascatelle e panchine.
"Ma c'è una foresta nella stanza?" chiese Michael sgranando gli occhi.
La donna tossicchiò, schiarendosi la voce.
La squadrarono dalla testa ai piedi.
Sui cinquantacinque anni, capelli color grano maturo con con le radici argentee legati in un ordinato chignon, occhi grigio chiaro e pelle grinzosa.
Magra, bassa, con un tailleur a fiori e scarpe nere con un tacco piccolissimo.
Collana di perle.
Michael alzò un sopracciglio.
"Salve, io sono la Nonna." disse con voce roca la donna.
   
 
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