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Autore: mikeychan    25/10/2013    3 recensioni
Raphael trova il coraggio di confessare i suoi sentimenti a Michelangelo solo quando la vita è sul punto di finire... T-Cest (RxM) (LxD soft)
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incest
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Raphael guardava la luna piena nel cielo di settembre. L'aria non era molto calda, ma neppure gelida. Era semplicemente piacevole e la brezza di vento si divertiva ad accarezzarlo sul volto. 
-Lo so...- mormorò fra sé, stringendosi le ginocchia al petto: -Me ne sono accorto e non posso più negarlo a me stesso...-.
Deglutendo, spostò lo sguardo su una rossa insegna di un hotel a tre stelle, verso sud. Raphael chiuse per un istante gli occhi per poi riaprirli ancora.
-Alla fine, è successo...- continuò, con un lieve rossore sulle gote: -Mi sono innamorato di Michelangelo... e ho intenzione di dirglielo...-.
Si alzò felicemente, saltando giù dal palazzo di tre piani sul quale sedeva, per calarsi in un tombino d'argento, lontano dalla quiete notturna...


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Il giorno dopo...

Leonardo, Donatello, Raphael e Splinter erano già svegli e stavano dedicandosi a consumare la loro colazione. Aveva notato che Michelangelo era già piuttosto in ritardo.
-Qualcuno dovrebbe andare a svegliare Mikey- mormorò Donnie, sorseggiando il suo caffé macchiato.
Raphael si alzò immediatamente, mettendo il cucchiaio sul bordo della sua scodella rossa: -D'accordo. Ci vado io-.
Si diresse tranquillamente verso l'uscita della porta, per infiltrarsi verso la zona notte. Sapeva che, forse, la sua famiglia stava notando il suo comportamento più protettivo e meno rude verso Michelangelo ma a lui non importava tanto.
"Mikey..." pensò, con il cuore trepidante: "Voglio dirtelo! Devi sapere che ti amo!".
Raggiunse la camera del fratellino e bussò.
-Mikey, è ora di colazione!-.
Niente. Nessuna risposta.
Raphael non ci fece tanto caso, perché probabilmente Michelangelo stava ancora dormendo e forzando facilmente il pomello della maniglia, entrò di soppiatto. Ridacchiando a quello che non sarebbe stato troppo carino, il focoso accese la luce, con quel classico scatto del relé dell'interruttore.
La luce venne sparata negli occhi stretti dell'arancione, il quale gemette, parandosi il volto con le braccia.
-Alzati, dai- ridacchiò Raphael: -Hai dormito abbastanza-.
Mikey gemette, mettendosi lentamente seduto: -C... che ore sono?-.
-Quasi le 08:00. E la tua colazione si sta raffreddando-.
-Cavolo...- gemette il 17enne, guardando il focoso 20enne.
Mikey si stiracchiò e fece per scendere dal letto, quando un sordo dolore si localizzò proprio al polpaccio destro, facendolo guaire. Il ghigno di Raph si trasformò in pura preoccupazione, mentre si avvicinò con fare preoccupato.
-Mikey, stai bene?-.
-Sì, solo un lieve crampo- tagliò corto l'altro, correndo subito in bagno.
"Cavolo! Ho sfumato la mia possibilità di rivelargli i miei sentimenti!" ringhiò mentalmente il focoso...

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La giornata trascorse completamente nella più normale pace, con i vari allenamenti, anche se. per una testa calda di nostra conoscenza, la mancanza di Mikey si fece sentire non poco. Infatti, dopo la sessione di allenamento delle 16:00, il suo piccolo arancione si era rintanato nella cameretta, senza più uscire.
"Strano" pensò il focoso, massaggiandosi la nuca: "Mikey dovrebbe essere in giro ad allietare la tana, piuttosto che farla sentire un mortorio".
-Raph?- chiamò Leonardo, con una katana sulla spalla sinistra: -E' quasi ora di cena. Per favore, potresti controllare che cosa sta facendo Mikey?-.
-Sì, appunto!- esclamò anche Don, dal suo laboratorio: -E' tutto il giorno che non si fa sentire! Sono preoccupato!-.
-Eh, sì. Va bene- e con questo il focoso si diresse tranquillamente e... ancora una volta, verso la camera di Mikey...

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"Sto male..." gemette mentalmente Mikey, disteso sul suo lettino: "Le mie gambe... mi stanno uccidendo!".
Il dolore era localizzato alle ginocchia e alle rotule e così fastidioso, Mikey non riusciva quasi a stiracchiarsi come voleva. Nella sua sfocatura di dolore puro, non si accorse di un paio di occhi dorati che lo fissavano.
Raphael era fermo, nella camera.
-Non si bussa più?- ridacchiò Mikey, fintamente offeso.
-L'ho fatto, solo che non mi hai risposto-.
Mikey annuì e si sedette sul letto, mentre con un cenno, chiese al rosso di unirsi a lui. Inutile dire che l'altro non se lo fece ripetere e prese posto.
-Sei sicuro di star bene?- domandò Raphael, con evidente preoccupazione sul volto.
-Solo un po' di stanchezza, tutto qui-.
Raphael lo studiò, perché sapeva che Mikey non stava dicendo sul serio. Ma spingendo il pensiero lontano dalla sua mente, egli si leccò le labbra improvvisamente secche e cercò di parlare.
-Mikey..- cominciò con voce soffice, che catturò l'attenzione dell'altro: -Ecco...-.
Quegli occhi azzurri stranamente opachi lo fissarono con grande attenzione, cercando di mascherare il dolore nelle gambe.
-Dovrei dirti una cosa...-.
-Ok- confermò il minore: -Sono tutt'orecchi!-.
Il rosso ghignò e si avvicinò un po' di più. Aprì la bocca, ormai pronto per confessare i suoi sentimenti, quando, le voci di Leo, Don e il sensei raggiunsero il capezzale di Michelangelo. Sfumata una nuova occasione, Raphael ringhiò adirato nella sua mente ma rimase in silenzio.
-Mikey!- chiamò Donnie, abbracciandolo: -Stai bene? Non ti sei fatto vivo per tutto il giorno!-.
-Ci stavamo preoccupando- aggiunse Leo, a braccia conserte.
-E la cena è pronta-.
-Sto bene. Ero solo stanco e ho preferito riposare- ripeté Mikey: -E ora sono affamato!-.
-E noi che ci eravamo preoccupati!- ridacchiò Donnie.
Michelangelo forzò il suo sorriso quando un'inaspettata vertigine lo fece ondeggiare appena. Si alzò dal letto, mordendo le labbra per sopprimere un gemito che catturò l'attenzione degli altri.
-Che hai, Mikey?- chiese immediatamente Leonardo, con aria quasi sconvolta.
-N... nulla... solo uno strappo nella gamba!- mentì Mikey.
Raphael gli fece scivolare il braccio sul guscio, cosicché Mikey potesse avere un aiuto efficiente per muoversi.
-N... non ne ho bisogno, Raph!-.
-Zitto, lamebrain. E ora, filiamo a cenare!- ridacchiò Raphael, cercando di nascondere il rossore alle gote, per aver Mikey così vicino a lui...

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Non c'era niente di meglio che un film di avventura e del genere thriller per un dopo-cena. I nostri quattro amici erano seduti sul divano, con una scodella enorme di pop-corn e l'attenzione completamente sul televisore. Raph era seduto accanto a Mikey e al film proprio non stava prestando attenzione. Il sensei, era andato a meditare e questo era un buon momento per avere la mente sgombra dai pensieri sulla lotta e il Chi.
Lo sguardo del fratellino era parzialmente spento, anche se uno strano riflesso lo faceva quasi brillare. Con quel cuscino stretto al petto, sembrava ancora più dolce e innocente del solito e queste erano due caratteristiche che avevano fatto sbocciare l'amore di Raphael. Le corte code della bandana arancione si muovevano al più piccolo movimento di quel volto con piccole gote solo da baciare.
Il focoso strinse i pugni sulle coscie, perché il suo amore per Mikey era arrivato a un livello quasi incontrollabile. Avrebbe voluto dichiararsi, ma troppe cose glielo impedivano. In primo luogo, sapeva che ciò non sarebbe stato approvato dal sensei, dato che si trattava di Incesto. Secondo, se Mikey avrebbe rifiutato, il loro rapporto si sarebbe incrinato... forse irreversibilmente.
E Raph non voleva questo. Peggio ancora se c'era la larga possibilità di una sofferenza enorme per Michelangelo.
Un piccolo brivido scosse il corpo di Mikey, il quale picchiettò appena e involontariamente il costato di Raph. Quest'ultimo fissò il suo fratellino, il cui corpo sembrava avvolto dai tremori di freddo.
-Che c'è, Raph?- chiese l'arancione, con voce stanca.
Schiaffeggiandosi mentalmente al fatto che stesse fissando intensamente Mikey, Raph guardò la tv.
-Nulla. Niente di che-.
Mikey ridacchiò e appoggiò la testa contro lo schienale, accoccolandosi sotto il cuscino, fra Raphael e Leonardo. Amava essere immerso nel mondo protettivo dei suoi fratelli e per niente al mondo avrebbe voluto un cambiamento radicale...

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Verso le 00:25 il film finì e spenta la tv ai titoli di coda, Leonardo sbadigliò, stiracchiandosi. Si alzò dal divano, imitato da Don e Raph.
-Non male come film- ridacchiò il genio, strofinandosi il volto: -Ora è tempo di dormire-.
Mikey sbatté lentamente le palpebre e si alzò, aggiustando il cuscino sul divano ancora caldo. La luce soffusa delle luci meno intense del salotto gli crearono non poco fastidio e il senso di freddo venne sostituito da una sensazione di caldo asfissiante. Ondeggiando appena, fece di tutto per ignorare i sordi dolore alle ossa delle gambe, fino alle ginocchia, sebbene fosse stato complicato.
-Beh, notte, ragazzi- salutò Leonardo.
Gli altri risposero, ma ancor prima che potessero lasciare il salotto, qualcosa accadde. Lo sguardo di Mikey divenne vuoto e con un lieve gemito, crollò in terra, con un leggero tonfo, attutito dal tappeto che ricopriva il pavimento. Raph si voltò con orrore e dalla sua bocca spalancata non ne uscì che una brutta copia di una richiesta d'aiuto. Il suo corpo, almeno, fu più veloce e in fretta fu al fianco della tartaruga che gli aveva rubato il cuore.
Il rosso voltò lentamente Mikey, stringendolo al petto.
-Mikey? Mi senti?- chiese frenetico, mentre Don poggiò al più giovane la mano sulla fronte.
-Ha la febbre!- esclamò il genio, esterrefatto: -Leo, chiama il sensei, per favore! Raph, portiamo Mikey in laboratorio!-.
Le due tartarughe annuirono e mentre il leader corse immediatamente nella vicina camera di Splinter, Don lasciò che fosse il focoso a prendere il stile sposa il fratellino incosciente...

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Donatello non perse certamente tempo e con estrema abilità, cominciò col controllare ogni parametro del suo fratellino, la cui fronte era sudata. 
-Quasi 39 e mezzo- annunciò il genio, estraendo il termometro da sotto l'ascella di Mikey: -Ma come diavolo è possibile, se stava bene!-.
Raphael non rispose e preferì accarezzare la testa dell'arancione, con estrema dolcezza. Pensò anche di sfilargli la maschera e di asciugargli la fronte con un panno morbido. Mentre rese i pensieri in fatti, Leo e Splinter vennero.
-Figliolo!- esclamò Splinter, spaventato orribilmente: -Quanto è alta la febbre?-.
Donnie spiegò nuovamente il parametro che gli aveva segnato il termometro, mentre Leonardo rabbrividì. 
-Voglio tenerlo qui in osservazione- sospirò il viola: -Ma... ho bisogno che qualcuno lo tenga d'occhio-.
-Mi offro io- ringhiò Raphael, con uno sguardo talmente serio che nessuno obiettò il contrario.
-Va bene- annuirono i tre, mentre il rosso prese una sedia e si sedette accanto al suo fratellino adorato.
"Ti prego... guarisci presto..." pensò, trattenendo le lacrime...

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Una settimana dopo...

Eppure, le cose non migliorarono per niente. Anzi, peggiorarono e basta. 
Gli Hamato erano talmente preoccupati che si rifiutarono di dedicarsi alle loro quotidiane abitudini, come allenarsi o esplorare la superficie notturna. Donnie abbandonò le sue invenzioni solo per dedicarsi anima e corpo alla scoperta di che tipo di male stesse affliggendo Michelangelo.
La tartaruga dal sorriso indistruttibile era oppressa dal peso di un febbrone di circa 41,2° da una settimana. E in quei sette giorni, Raphael non lo aveva abbandonato nemmeno un momento. 
Un lunedì sera, del primo giorno della seconda settimana, Mikey si risvegliò confuso, dopo circa 168 ore di sonno non-stop. Il primo volto familiare che vide fu proprio quello del focoso, il quale saltò dalla sedia quando intravide quelle sfere azzurre opache ma aperte.
-Mikey...- mormorò sottovoce.
-R... Raphie...-.
Per il focoso queste furono le sillabe più belle che avesse mai udito. Con una gioia nel suo cuore, strinse la mano bollente di Michelangelo, accarezzandogli la testa. Senza la maschera, il faccino pallido dell'arancione era ancora più innocente e infantile. Da angelo.
-Come ti senti?- domandò Raphael, con estrema dolcezza, mentre mise in evidenza la sua aria stanca.
Mikey tossì un paio di volte, prima di gemere nuovamente al dolore nella sua gabbia toracica. Le sue ossa sembrarono pesanti e divorate da un male del tutto sconosciuto.
-Dolorante...-.
Raph annuì e gli aggiustò il piumone arancione sul corpo, attento a non staccare la flebo nel braccio.
-Sei rimasto incosciente per una settimana. Ci hai spaventati- raccontò.
Mikey chiuse gli occhi e annuì: -Mi dispiace. Non volevo... farvi preoccupare...-.
-Perché non ci hai detto che stavi male?- chiese Raphael, prendendo una bottiglia di acqua.
-Non stavo male... mi sentivo solo stanco...-.
Il rosso alzò dolcemente il capo del suo fratellino solo per aiutarlo a bere lentamente un po' d'acqua. Mikey ringraziò e tossì ancora una volta, mentre la sua gola sembrò graffiarsi e dolere ancora di più. In quell'istante, una maschera azzurra fece capolino dalla porta del laboratorio, seguita da quella viola di Donnie.
-Finalmente!- sorrise Donatello, abbracciando dolcemente il caldo Michelangelo: -Come ti senti?-.
Mikey spiegò la medesima cosa detta a Raph e fu allora che Donnie preferì prendergli un campione di sangue.
-Voglio controllare alcuni parametri, ancora una volta-.
-Fa pure...- mormorò Mikey, prima di scivolare nel sonno dopo che una siringa di sangue gli fu prelevato...

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Leonardo era in profonda meditazione quando una strana sensazione sconosciuta martellò nel fondo della sua mente. Lentamente espirò e aprì gli occhi, ritrovandosi dinanzi Raphael, il cui sguardo era disperato. Entrambi seduti sul tatami del dojo, si guardarono per un breve lasso di tempo.
-Raph- mormorò l'azzurro: -Che c'è?-.
-Ecco...- rispose l'altro, imbarazzato: -Leo... io vorrei farti una domanda...-.
L'azzurro annuì e appoggiò le mani sulle cosce.
-Se tu avessi dei sentimenti per qualcuno, come faresti a spiegarglieli?-.
Un po' sconcertato, Leonardo non evitò una risposta che conosceva a memoria.
-Beh... immagino che dovresti dirglielo-.
-Lo so... ma... se questa persona non conoscesse cosa provi per lei? E se, sapendolo, non ti vorrebbe più tra i piedi?-.
-Raph, che cosa stai cercando di dirmi?- interruppe Leo, il cui sguardo era serio, ma carico di incognite: -Aspetta... sei innamorato?-.
Il rosso distolse lo sguardo, imbarazzato. Leonardo si ammorbidì e gli poggiò la mano sulla spalla.
-Vuoi parlarne?-.
-Non so...- ammise, infine, Raph: -Non sono sicuro che questa persona possa... ecco... piacere anche a voi-.
-Dai, Raph... se piace a te, non vedo perché non a noi-.
-Leo, tu non capisci...- stoppò il focoso.
Leonardo sorrise, ma non riuscì a trattenere una risata: -Raph, Raph...! Era ora che me ne parlassi! Io, Don e il sensei lo sapevamo!-.
Raph sbatté le palpebre, confuso più che mai, ma in quell'istante, giunse Donnie con dei fogli in mano. 
-Guarda- indicò l'azzurro, alzandosi.
Portò il corpo di Donnie a sé, stringendolo e la sua bocca si poggiò sull'altra, in un bacio appassionato e intenso. La cosa che colpì maggiormente Raphael fu quella che il genio non si ritrasse, ma ricambiò con una passione mai vista.
-C... cosa?- gemette il focoso, balzando in piedi: -Vo... voi due si... siete...-.
-Una coppia, da tre mesi, sì- completò Leonardo: -E il sensei ha approvato sin da subito. Volevamo dirvelo anche a voi e lo avremmo fatto proprio stasera-.
-Raphael- chiamò il sensei, alle spalle del citato: -Io approvo questo nuovo sentimento perché so bene che la necessità di accoppiarvi è forte e non ci sono che quattro esemplari di voi. Se tu ami Michelangelo, hai la mia benedizione. A patto, che non lo ferisca in alcun modo-.
Raph deglutì, a bocca aperta: -S... sì, s... sensei...-.
-Ami Michelangelo?-.
-Hai, sensei- ammise ancora Raphael.
Uno dopo l'altro, gli Hamato lo abbracciarono, complimentandosi all'importante passo che aveva raggiunto. Ma proprio quando la felicità era la culmine, Donnie guardò i fogli e scoppiò in singhiozzi silenziosi, che si mutarono in un fiume intenso di lacrime. Immediatamente, i presenti gelarono.
-Don, che succede?- chiese il frenetico Leo, baciandogli la fronte.
-E'... è terribile quello che... che ho scoperto...-.
-Cosa?- chiese anche Raphael, terrorizzato: -E' su Mikey?-.
Donnie annuì: -H... ho analizzato tre volte il suo sangue, ma il risultato è stato sempre lo stesso! Michelangelo ha...-.
-Continua, figlio mio- incitò anche il sensei, stringendo duramente il suo bastone.
-La Tubercolosi Ossea!-.
Le espressioni di tutti mostrarono lo shock puro. La notizia fu talmente orrenda, che Raphael fuggì dritto in camera sua, sbattendo rumorosamente la porta. Leonardo spostò gli occhi vitrei di dolore su Don e lo abbracciò, permettendo all'altro di singhiozzare liberamente sul petto. Splinter alzò lo sguardo al soffitto, chiudendo e riaprendo gli stessi occhi che avrebbero creato delle pesanti lacrime.
-Donatello- chiamò, con voce bassa: -La malattia di Michelangelo è curabile? Contagiosa?-.
-Per gli umani è estremamente contagiosa, sensei- rivelò il genio, ancora stretto al leader: -Per noi no... ma, non so se è possibile trovare una cura-.
-Ho bisogno di meditare, ora...- e Splinter si trascinò in camera sua.
Rimasti da soli, Don e Leo si unirono in un bacio sofferto, accarezzandosi a vicenda dalle spalle, ai fianchi per poi alle cosce sino alla coda...

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"NO! NO! NO! NO!" urlò Raphael nella mente, con le mani strette alle tempie.
Era seduto sul suo letto, con le ginocchia al petto e il guscio contro il muro: "MIKEY! Non puoi avere una malattia tanto bastarda! Perché tu? Perché proprio tu che sei il mio angelo? Perché tu... il mio bambino prezioso?".
Le lacrime corsero rabbiose lungo le guance smeraldo, sbattendo sui denti, stretti per la violenta rabbia. Il cuore martellò ferocemente nel petto, mentre l'adrenalina pura della disperazione gonfiò due visibili vene sui bicipiti ben sviluppati. 
-Mio piccolo Michelangelo...- singhiozzò, strofinandosi le implacabili lacrime: -Non voglio pensare che... no! Sei troppo importante per me...!-.
Il focoso affondò il capo nella ciambella fatta con le braccia, continuando a piangere, grato che nessuno lo stesse vedendo...

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01 Ottobre, ore 20:40

La situazione non era delle migliori. Donatello aveva illustrato che i sintomi che accomunava Michelangelo alla tubercolosi ossea o "tumore bianco" erano i seguenti:
-Febbre o febbricola;
-Dolori continui alle ossa.
E sfortunatamente, il bambino della famiglia era nel dolore puro, immobile a letto, ma sorvegliato da tutti. E soprattutto da Raphael. Quest'ultimo sapeva bene che la malattia stesse distruggendo lentamente le ossa, scavandone dall'interno, per lesionarle. E con questo, il dolore vi era in quanto i movimenti dell'osso compromesso erano del tutto bloccati. 
Inoltre, Mikey non aveva idea della malattia, perché Don non era riuscito a confessarglielo ancora.
Raphael era seduto, come aveva fatto già da un mese, accanto al lettino del dormiente Mikey, la cui pelle irradiava la classica febbricola della tubercolosi. Sospirando amaramente, la sua mano raggiunse la coscia destra del suo piccolo angelo. Un po' titubante nel voler accarezzare, si abbandonò al desiderio e continuò.
Mikey dormiva profondamente e Raph poté attuare l'idea di sfiorare solo un po' l'interno della coscia. Strusciò la mano, quando si fermò.
"Cosa?" rifletté mentalmente, stranito: "Non mi ricordavo che Mikey avesse le cosce tanto sottili...!".
-Raph- chiamò la voce di Don, con delle siringhe su un vassoio di metallo: -Come sta il nostro piccolo paziente?-.
-Sta dormendo-.
Il viola annuì, infilandosi un paio di guanti di lattice: -Anche se mi dispiace, dobbiamo svegliarlo-.
-Sì, però prima dovrei chiederti una cosa...- stoppò il focoso, menzionandogli i numerosi centimetri mancanti dalle cosce di Mikey.
-E' un altro sintomo della tubercolosi. C'è chiaramente una diminuzione delle masse muscolari della coscia e una limitazione dei movimenti dell'articolazione-.
Una nuova stretta di sofferenza si abbatté su Raph: -C.. c'è una cura?-.
-Io e Leadtheread stiamo studiando un trattamento affinché le sue ossa non vengano danneggiate irreversibilmente-.
-E... funzionerà?- domandò Raphael.
Donnie avrebbe risposto, ma notò un piccolo movimento della testa di Mikey. Una parte del cuore del genio voleva rivelare non solo che lui e Leo erano una coppia ma anche della malattia.
-Mikey?- chiamarono dolcemente i due ventenni.
Il piccolo Hamato schiuse gli occhi e sorrise stancamente: -E... ehi...-.
-Mikey, che bello vederti sveglio- sorrise il genio, con una carezza affettuosa sulla guancia.
L'arancione annuì: -Don... mi sento un po' meglio, ora. Posso uscire dal letto?-.
-Ti senti bene solo perché sei imbottito di antidolorifici. Di conseguenza, non puoi uscire da qui-.
-Dai... sono tre settimane che sono bloccato qui...- si lamentò l'arancione, tossendo un po'.
Proprio in quell'istante, Leonardo e Splinter giunsero con sguardi molto seri. Mikey forzò se stesso pur di non chiudere ancora gli occhi e in parte ci riuscì.
-Michelangelo, è arrivato il momento di metterti al corrente di alcune cose, bambino mio- annunciò Splinter.
-Va bene-.
Raphael prese il suo Mikey in stile sposa, adagiandolo su una sedia a rotelle che Don si era fatto prestare da Leadtheread, proprio perché sapeva che più la tubercolosi avanzava, più il corpo dell'arancione si sarebbe indebolito.
-Posso camminare anche da solo...- ribatté stancamente Mikey, tossendo ancora: -La gola...-.
Leo gli offrì un bicchiere d'acqua e sorrise tristemente: -Meglio di no. Sei debole, ora. E devi riposarti-.
Raphie avvolse la coperta sul suo tartarughino e tutti insieme si diressero nel salotto...

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Gli Hamato si guardavano a vicenda, mentre Mikey cercava di capire che tipo di spiegazioni avrebbe avuto. Cercando di non lasciarsi trasportare dalla stanchezza, si avvolse maggiormente nella coperta.
-Mikey... innanzitutto, è bene tu sappia che tipo di "febbre" hai da circa tre settimane- cominciò Donatello.
L'arancione annuì: -Era ora che m'illuminaste-.
-Voglio che tu sia forte, però- continuò Donatello: -Si tratta... in base a quello che ho analizzato... di Tubercolosi Ossea-.
Mikey sbatté le palpebre confuso e nella sua mente le due parole vennero unite a un documentario sulle ossa che aveva visto in passato, con le relative malattie. Lasciando vibrare il labbro inferiore, i suoi occhi si sfumarono di lacrime. C'era la larga possibilità della sua morte...
-Io e Leadtheread stiamo lavorando per una cura, fratellino- continuò il genio, notando le lacrime già sul volto del minore.
-M... morirò?-.
Raphael, il più vicino, lo abbracciò strettamente, appoggiandogli il mento sulla testa. Michelangelo singhiozzò, lacerando il cuore di tutti.
-E poi...- mormorò Leonardo: -Forse non è il momento più adatto... ma c'è qualcos'altro che devi sapere...-.
Michelangelo si asciugò le lacrime e fissò i fratelli maggiori con confusione: -Ditemi...-.
-Con l'approvazione del sensei, tre mesi fa io e Donnie ci siamo avvicinati e ora siamo una coppia!-.
-Amore?-.
Donnie annuì e dimostrò tale affermazione con un intenso bacio sulle labbra di Leonardo. Mikey divenne talmente felice che si alzò debolmente dalla sedia, barcollando con evidente dolore verso i due maggiori. Sia Leo sia Donnie lo strinsero, mentre guardarono Raphael, per dire la sua.
-Mikey...- chiamò il focoso, con evidente disagio: -C'è ancora una cosa che devi sapere...-.
L'arancione inclinò di poco il capo ma sul più bello le sue gambe cedettero e si ritrovò in terra, piagnucolando al sordo palpitare delle ginocchia. Raph gli fu subito al fianco e lo cullò disperatamente.
-Mikey, io...- mormorò il focoso, incapace di proseguire: -I... io, beh... insomma... volevo dirti che...-.
L'ansia era davvero grande per Leo, Don e Splinter, ma a quanto pare il focoso preferì passare ai fatti.
-Oh, per l'amor del cielo!- ringhiò a se stesso, premendo le labbra su quelle di Mikey, con intenso amore.
Per quanto l'azzurro si ritrovò stupito inizialmente, poi chiuse gli occhi e si lasciò cullare dalla dolcezza appassionale di Raph, ricambiando il bacio. Quando entrambi si staccarono, con un unico desiderio negli occhi, la testa calda, finalmente, parlò.
-Mikey, io ti amo. Sei l'amore della mia vita e... non posso vivere più senza di te...-.
Michelangelo rimase in silenzio per un attimo: i suoi occhi guardarono quel paio dorati e s'illuminarono. 
-Ti amo anch'io, Raph... ma... avevo così paura di dirtelo...-.
Sorridendo ai sentimenti reciproci, ci furono delle risatine piacevoli... anche se...
Michelangelo cominciò a tossire con intenso dolore al centro del petto: ogni spasmo era duro, graffiante e un liquido caldo stava salendo verso l'esofago. Spalancando gli occhi per il terrore di un soffocamento, il minore si aggrappò al collo del focoso, stringendolo a sé. Leo e Don iniziarono a strusciargli dolcemente il guscio, per aiutarlo, ma le cose non migliorarono.
Mikey continuò a tossire con maggior impeto, sino a quando non sputò una macchia rossa che si depositò sulla sua mano sinistra. Ansimando alla tosse che, per fortuna, diminuì immediatamente, le sue lacrime si mutarono in singhiozzi. Non voleva morire ora che Raph lo amava.
-Mikey!- esclamò Leonardo, notando il sangue caldo gocciolare dalla mano del fratellino: -Oh, mio Dio! No! NO!-.
Splinter si precipitò a prendere un panno e un bicchiere d'acqua, mentre Raphael baciò la fronte ora troppo calda della sua metà.
-Dobbiamo iniziare immediatamente le nuove terapie!- ringhiò uno spaventatissimo Donnie...

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Il tempo passava inesorabilmente, con le cure che Leadtheread e Donnie testavano sul giovane Michelangelo. Quest'ultimo sembrava non migliorare e, sfortunatamente, la sedia a rotelle cominciava a diventare una parte fondamentale nella sua vita. Da quando era malato, le ossa si erano talmente indebolite che non poteva più nemmeno scendere dal letto da solo. La vita era infernale, senza alcun dubbio.
Era l'ultima settimana di novembre e l'aria era molto più fredda, in superficie. Per il nostro Mikey, il quale stava leggendo un fumetto, era una noia mortale. Il sensei era andato momentaneamente sul Nexus per trovare qualche altra cura per il suo giovane figlio, assieme al Daymio e ai Guaritori. Leo e Don erano usciti insieme per trovare dei rifornimenti per il genio nella discarica... e per amoreggiare in privato. Raph, al contrario, era sotto la doccia.
Chiudendo il fumetto, Mikey sospirò drammaticamente, guardando la tv accesa ma muta. I suoi occhi si spostarono sulle sue gambe e un forte desiderio di camminare lo fece alzare, molto lentamente dal divano. La sedia a rotelle era al suo fianco, ma il giovane non voleva usarla.
-Ce la posso fare!- si disse quasi con rabbia: -Non sono un disabile!-.
Ansimando al dolore lancinante nelle gambe molli, Mikey quasi cadde in terra. Con una veloce presa, si attaccò alla sedia a rotella, sperando di non cadere. Purtroppo per lui, essa non era bloccata dai fermi e spingendosi indietro, accadde l'impensabile ovvio. Michelangelo cadde in terra, ma il bracciolo della sedia gli si conficcò nel costato e con un lamento, si ritrovò in terra, dolorante allo stato puro.
Proprio in quell'istante, Raphael uscì dalla doccia, con un asciugamano alla vita. Con il volto scoperto e la lieve nebbia dovuta al calore della doccia sui suoi muscoli rigonfi, l'aspetto del rosso era a dir poco mozzafiato. Il suo fine udito catturò un lamento proveniente dal salotto e immediatamente si precipitò, inorridendo a ciò che vide.
-MIKEY!- urlò, vedendo la sua metà in terra, con le braccia sul suo stomaco, in corrispondenza alle costole: -Mikey, che cos'hai? Ti sei fatto male?!-.
L'arancione schiuse gli occhi ma ancor prima che potesse parlare, un colpo di tosse fu in grado di costringerlo a vomitare solo sangue caldo, sui suoi pettorali. Inorridito, Raphael lo raccolse in braccio, correndo immediatamente in camera sua.
-Mikey... oh, mio Dio!- ringhiò Raphael, sapendo che la malattia stava raggiungendo gli stadi finali: -Mikey... ti prego... non lasciarmi...!-.
L'arancione, sapendo che probabilmente una delle sue costole era rotta, non riuscì più nemmeno a dir qualcosa. Sentendosi depositato sul letto di Raphael, i suoi sensi quasi lo abbandonarono.
-R... Raph...- chiamò Mikey, vedendo che il focoso stava uscendo per chiamare i fratelli: -A... aspetta...!-.
L'altro tornò sui suoi passi e gli raccolse la mano tremante: -Dimmi, baby...-.
Sebbene fosse estremamente debole, Michelangelo tirò appena il braccio destro del fratello, costringendolo a salire sul letto, ma a cavalcioni su di lui. Ci volle solo un secondo a Raph per capire ciò che il fratellino voleva davvero e in quel momento. Spinto da una voglia matta di farlo, il focoso si chinò prima per baciare la bocca di Michelangelo, ignorando il sapore ferroso che albergava in essa.
-Mikey... sei sicuro?-.
L'altro annuì, lasciando a Raph il compito di proseguire. Senza la minima esitazione, il focoso cominciò ad accarezzare i fianchi di Mikey, correndo verso le cosce, per poi tagliare verso i piastroni inferiori. Sfilando la cintura (oramai l'unico complemento dell'abbigliamento ninja rimasto), l'indice del rosso si trovò proprio sullo spacco intimo del minore, mentre l'altro approfondì il bacio, lasciando che la sua lingua accarezzasse quella del maggiore.
Raphael massaggiò il rigonfiamento del fratellino, sino a quando l'eccitazione non lo fece cadere fuori. Mikey raggiunse il punto intimo di Raphael e continuando a massaggiarlo, lo ritrovò dinanzi. 
-Sei esperto...- ridacchiò debolmente Mikey, sempre più debole.
Raph sorrise e creò una scia bagnata dalla clavicola sino alla guancia destra dell'altro, il quale lanciò un gemito di puro piacere. Successivamente, il focoso allargò dolcemente le gambe dell'altro, lasciando scivolare molto dolcemente il membro nella fessura anale, consapevole del dolore iniziale.
-Uhgh...- squittì Mikey, stringendo il piumone caldo sotto il suo guscio: -Fa male... ma è stupendo, Raphie!-.
-Con te, sì!-.
Il focoso poi arrossì e inarcò il volto verso il soffitto quando il calore di Mikey avvolse il suo membro, ben in profondità. Lentamente e con il sudore drenante dalla fronte, Raphael iniziò a spingere con dolcezza, sino a quando i piccoli gridolini di Michelangelo non gli dettero l'ok per aumentare il ritmo.
-Ti amo, Mikey...-.
-Anch'io!- sorrise l'altro, ansimando.
In fretta, Raphael si accoccolò sul corpo della tartaruga più piccola, attento a non urtare le costole. Mikey, con estrema fatica, strinse le gambe intorno al suo guscio, nel piacere puro, causando un ringhiare di sensazione stupenda anche nel compagno.
-Raphie...- mormorò Mikey, sorridendo dolcemente e premendo le sue labbra sull'altro: -Grazie per questo sogno reale... adesso... posso morire felice...-.
Il focoso si sentì gelare quando udì le parole finali: pregando che la sua paura più grande non si avverasse, guardò gli occhi di Mikey diventare sempre più opachi, sino a chiudersi, mentre il suo corpicino fu avvolto dal calore di una possibile... febbre di morte.
-MIKEY, NO, NO!- urlò Raphael, scuotendolo per le spalle: -Non lasciarmi! No, ti prego! No, no! MIKEY!-.
Raccogliendolo in braccio e avvolgendolo in una coperta, Raphael ruggì, correndo a passo elevato sino all'uscita della tana. 
-MICHELANGELO!!!-...

********************************************

-E' molto grave...- spiegò uno dei Guaritori, dal candido abito e dai folti capelli rossi, come i profondi occhi: -Non siamo sicuri che possa superare la notte-.
Raphael, Donatello, Leonardo, Splinter, Leadtheread e molti degli amici che le tmnt conoscevano da tempo, erano nel Padiglione Medico, in un corridoio quasi ospedaliero, completamente fatto di bianco, tranne per le mura color crema.
Il Guaritore se ne andò, dopo un inchino, quando un grido di un malato provenne da un'altra camera. 
-Raphael, sono molto orgoglioso di te- sorrise tristemente Splinter: -Hai condotto qui Michelangelo, in un tempo pressoché invidiabile-.
Il focoso annuì, ricordando tutta la sua paura...

L'aria della superficie era così fredda, ma a Raph non importava. Con Mikey stretto al petto, egli corse frettolosamente fra i tetti, sino a trovare una gola di due palazzi, dove capeggiava una larga parete. Si calò con un salto ninja e notando una pozzanghera, afferrò un piccolo pezzetto di gesso, trovato fra la spazzatura. Disegnando i caratteri per il portale per il Nexus, recitò la preghiera e attraversò la luce intensa e rosata, portando Mikey al Padiglione Medico...

La mano di Casey era sulla spalla del focoso, ora; gli occhi cobalto dell'umano erano carichi di tristezza. Nessuno sapeva ancora dell'amore tra i fratelli...
-Possiamo vederlo...- mormorò Usagi, affiancato da Gennosuke, Traximus, MonZaram e le sue Stelle Guerriere, nonché Leadtheread.
Il nostro gruppo raggiunse la camera di Michelangelo. Le pareti erano verde acqua, il soffitto bianco e il pavimento piastrellato e color crema. C'era una finestra ampia sul lato est, un armadietto di metallo e l'unico lettino con Mikey, al centro della stanza. Il poveretto aveva gli occhi chiusi e una mascherina d'ossigeno sul volto.
-Poverino...- sussurrò April, appoggiandosi a Casey.
Raphael inghiottì la voglia di piangere e si sedette accanto all'unica sedia vuota che affiancava il lettino di Mikey. Guardando il sensei con occhi lucidi, ottenne un silenzioso consenso di poter rimanere solo con l'arancione.
-Venite, ragazzi miei- annunciò il topo: -Lasciamo Raphael con Michelangelo-.
Nessuno obiettò nulla e il focoso ricevette un abbraccio confortante sia da Leo sia da Don, gli ultimi a lasciare la stanza, con la chiusura della porta.
Raphael si sedette sulla sedia, guardando Michelangelo, i cui occhi erano socchiusi e privi di vita.
-Mikey...- sussurrò il focoso, accarezzandogli la mano bollente: -Stava andando tutto così bene... stavi migliorando... e noi eravamo così felici-.
Il focoso non si accorse che la testolina dell'arancione si era girata verso di lui e lo stava ascoltando, attraverso i "bip" cardiaci.
-N... non voglio perdere...- continuò Raph, mentre le lacrime caddero sulle sue guance: -Io non potrei proprio vivere senza di te. Ci ho impiegato troppo tempo a capire che ti amavo e voglio passare tutta la mia vita con te-.
Mikey emise un piccolo gemito, catturando immediatamente l'attenzione di Raph, il quale si alzò dalla sedia, felice e in lacrime, come l'altro.
-Raphie...- mormorò Michelangelo, incapace di muovere le sue braccia: -Ti amo... ti amo tanto... ma non ce la faccio più... non riesco a muovermi...-.
-Mikey... non puoi lasciarci... lasciarmi...-.
L'altro strinse gli occhi, iniziando a tossire con forza spaventosa. La mascherina contenne tutti gli schizzi di sangue che sporcarono il volto di Mikey. Raphael si affrettò a chiamare non solo la sua famiglia, ma anche i Guaritori. Ci fu perfino il Daymio, disperato di vedere il Campione in quello stato.
-Raph!- urlò Donatello: -Raph, è... è magnifico! Abbiamo trovato una cura con il Daymio! Possiamo salvare Mikey! POSSIAMO FARLO!-.
Troppe emozioni colpirono il focoso, il quale si fermò nella sua corsa sfrenata, spalancando bocca e occhi. Irrigidendosi, il suo respiro crebbe a dismisura, sino a quando tutte le voci, le grida e il mondo interno non si fermo, annerendosi.
Un tonfo... un unico pensiero...
"Salvate... Mikey..."...

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22 dicembre, ore 20:30

C'era una calma così irreale, un po' piacevole, un po' inquietante. Il silenzio non era sovrano, almeno. In sottofondo, un brusio indistinguibile stava crescendo. Lui non aveva idea di cosa stesse succedendo o accaduto: lui sapeva solo di provare molto freddo. Eppure, in quel mare di nubi grige e bianche, non c'era nessun altro a tenergli compagnia, o a informarlo delle novità.
E lui non voleva rimanere bloccato lì, perché, strano ma vero, riconosceva di esserci rimasto troppo tempo, ormai.
C'era un nome forte nel mare infinito, che lo avvolgeva. Un nome davvero speciale ma che non poteva essere ricordato. Lui voleva ricordare e si concentrò, sebbene fosse totalmente scarico...


-Sta dormendo, come già sappiamo. E' un miracolo, un vero miracolo-.
-E noi siamo felici di non averlo perso-.
-Aspettate... guardatelo! Sembra si stia svegliando!-.
-Era ora!-...

Un paio di sbiaditi occhi azzurri si riaprirono, dopo tanto tempo. La sensazione di ovattato svanì a poco a poco, mentre la pesantezza, la stanchezza e un minimo dolore avanzarono sulla pace che aveva provato, schiacciandola arrogantemente. Sul suo viso c'era una maschera d'ossigeno e bianche luci di neon illuminavano la stanza vagamente familiare, mentre fuori la finestra una serata stellata mostrava una splendida luna piena.
Tante figure colorate erano con lui e questo gli provocò un sorriso.
-Michelangelo...- sussurrò un topo, ovvero, il maestro Splinter: -Finalmente, figlio mio...-.
Mikey, sì. Era sveglio, ormai e lontano dalle grinfie della morte. 
Leonardo e Donatello, abbracciati strettamente gli sorrisero. Ma la più importante... quella che desiderava mancava... Raphael! Dov'era?
-Baby...-.
Mikey spalancò gli occhi al nome: girò appena la testa alla sua sinistra, ritrovandosi un altro letto con la tartaruga che amava tanto. 
-Mikey, finalmente...!- pianse Raphael, felicemente: -Credevo che non avrei mai più visto i tuoi occhi!-.
-R... Raphie...- sussurrò Mikey, con quel poco di voce roca che aveva.
Il focoso aveva una flebo nel braccio, collegata a un sacchetto di nutrienti, appesi a un'asta di metallo, accanto al letto. Sembrava piuttosto in forma e perfettamente riposato.
-Perché... sei in... un letto...?-.
-Ecco... è bene che ti raccontiamo...- sorrise Leonardo...

-Raph!- urlò Donnie, vedendo il fratello crollato in terra: -Presto! Aiutamolo!-.
Lo portarono su una barella, mentre Leadtheread, il genio Hamato, il Daymio e alcuni Guaritori spiegarono la cura per Michelangelo.
-Abbiamo scoperto che i metodi che usano gli umani e i terrestri non funzionano con le cellule mutate, ma se si sfrutta un campione di sangue compatibile di un mutante sano, la cura può essere efficace!- spiegarono tutti i geni, dividendosi le parti a vicenda.
-E allora?- esclamò un raggiante Leo, accanto a Raph: -Che cosa aspettiamo? Muoviamoci!-.
Donnie annuì: -Solo Raphael ha lo stesso gruppo sanguigno di Mikey. Se il trattamento funziona, anche Raph dovrà essere privato di parecchi campioni di sangue-.
-Non me ne frega un accidente- ringhiò la voce assonnata del focoso: -Per Mikey mi farei anche completamente dissanguare! Mettiamoci all'opera!-.
Sorridendo, iniziarono...

Mikey era peggiorato ancora. Oramai, molte delle sue ossa erano state compromesse, danneggiate e terribilmente fragili. La cosa peggiore era la sua febbre: era, infatti, talmente alta, che molti dei suoi organi cominciavano a mostrare segni di deterioramento. 
Eppure, il vaccino-cura per lui era stato creato. Raphael venne portato in sala operatoria, assieme a Michelangelo. Leadtheread, Donnie e molti Guaritori erano pronti per la salvezza di Mikey. 
-Grazie, Raph- sorrise Donnie, posizionandogli la mascherina con il gas anestetico.
-Lo ripeto: per Mikey questo e molto più!-.
-Il vaccino prevede una trasfusione ingente di sangue, per poi andare a operare sul midollo osseo- spiegò Leadtheread: -Cominciamo-.
Raph guardò il suo piccolo Mikey, il cui corpo era pallido e sudato. Era dannatamente carino anche in questa situazione... con un lieve sorriso, il focoso, lentamente, si addormentò...

L'intervento durò circa sette ore, ma subito dopo la trasfusione, Raphael venne portato nella stanza di Mikey, per riposare tranquillamente. 
Dopo quel fatidico 29 ottobre, il piccolo Michelangelo sprofondò in coma, come previsto dal vaccino. Il suo corpo si sarebbe spento solamente per far sì che la cura lavorasse al meglio... e a quanto pare, tutto sarebbe andato per il verso giusto...


-E questa è la storia, Michelangelo- sorrise il sensei, abbracciando il suo piccolo ninja stanco.
L'arancione allargò un altro sorriso, solo incrinato dalle lacrime che si mutarono in singhiozzi. Raphael scese dal letto per abbracciarlo strettamente, con la gioia di non averlo perso. 
-Avrei fatto qualsiasi cosa per te, Mikey- mormorò Raph, fissando la luna attraverso i vetri della finestra: -Anche morire-.
Il piccolo 17enne lo guardò con quegli occhioni infantili, allungando il collo solo per un bacio intenso, forte, che mostrava la paura, il dolore e la felicità.
I due restarono così per un tempo che contagiò perfino Don e Leo a festeggiare con un'unione di labbra. Splinter ridacchiò, voltandosi altrove.
Restando senza fiato, Michelangelo si accucciò contro il focoso, inspirando il suo profumo.
-Avevo paura di non vederti mai più- mormorò con voce appena percettibile-
Raph gli alzò delicatamente il mento, solo per sorridergli angelicamente: -Mikey... l'importante è che ora tu sia qui...-
-Giusto!- esclamarono Don e Leo.
Raphael si avvicinò all'orecchio di Mikey: -E... quando starai meglio, saprò io come tirarti su il morale. Con qualcosa di nostro e di molto speciale-.
Mikey sorrise radiosamente, perché sapeva che niente era meglio di una notte appassionale con il suo unico protettore, un guardiano chiamato Raphael. E se ora era vivo, era solo merito suo e... anche dell'intera equipe di amici sinceri. 
-Ora devi pensare solo a rimetterti- ricordò Leonardo, accarezzandogli la testa: -E tutto tornerà come prima-.
Raph stampò un nuovo bacio a Mikey: -Hai ragione, Fearless. E niente e nessuno potrà cambiarlo!-.
Nessuno...
Neppure la morte ci è riuscita...
Perché Red Orange Blaze era qualcosa di estremamente potente, che avrebbe bruciato a lungo nei loro cuori...

The End
  
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