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Autore: lumieredujour    25/10/2013    1 recensioni
Conosciamo tutti Tate Langdon e ciò che ha fatto, ma lui cosa ne pensa a riguardo? Ecco la sua ultima lettera a tutti e per una volta cercheremo di vedere il mondo dal suo punto di vista. Forse ci sorpenderà sapere che non era così matto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tate Langdon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, mi chiamo Tate. Tate Langdon. Molto probabilmente quando troverete questa lettera voi saprete già tutto di me, ma ho voglia di dirvi la mia versione dei fatti. Non so se quello che scriverò potrà farvi capire perché l’ho fatto, ma non me ne starò muto mentre mi chiamerete mostro.

La mia vita non è bella. Ho diciassette anni e vivo in una casa piena di matti: ci vivo con quella bastarda negligente di mia madre, che mi costringe a convivere con il suo fidanzato Larry. Mia madre non lo ama, questo è un dato di fatto. Sta con lui solo perché voleva rientrare in questa stramaledetta casa. Non sono figlio unico, ho una sorella di nome Adelaide affetta dalla sindrome di down: ironicamente mi sembra la persona più umana della casa, me incluso. Avevo anche un fratello di nome Beauregard, ma è morto poco tempo fa: secondo me non è deceduto per “volere divino” come ha commentato mia madre. Io non credo in Dio: molto probabilmente Dio si è stancato di noi secoli fa e da allora viviamo in un mondo corrotto dal male in balia di noi stessi. Tutti pensano che io sia solo un adolescente con la sua stupida depressione adolescenziale e la sua inutile voglia di morire: io sono un matto, lo ammetto. Ci sono alcuni momenti in cui la rabbia mi fa pensare cose terribili: sogno sempre più spesso di commettere un omicidio. Quando invece sono colpito dalla depressione penso a come suicidarmi. Noi umani siamo davvero vulnerabili: mi basterebbe una pistola, una lametta o un po’ di veleno per porre fine alle mie sofferenze e anche a quelle degli altri. L’unico modo che ho per calmarmi è quella di ascoltare musica: mi piacciono molto i Nirvana.

Eppure ultimamente la musica non mi basta più. La musica non riesce mai a superare le voci nella mia testa, che sono tantissime. C’è la voce di mia madre e delle sue orribili parole che da piccolo dovevo subire quando si ubriacava. Ci sono le parole dei miei compagni di scuola, che mi deridono e non mi capiscono e che mi fanno venire voglia di sfasciare tutto. E poi ci sono voci di cui non conosco l’identità che mi dicono di fare cose ben peggiori. Oggi finalmente ho deciso di starle ad ascoltare. Non so bene quanto male farò, se davvero riuscirò a compiere quello che mi sono prefisso, ma so da dove iniziare. Prima di tutto dovrò vendicarmi al posto di mio padre: questo inutile uomo che è Larry Harvey non dovrà più far parte della nostra vita, non dovrà più sentirsi una persona normale, perché normale non è se non si accorge dello sfruttamento di mia madre. Dovrà soffrire, dovrà bruciare nelle fiamme dell’inferno.

Su una cosa sono sicuro: Dio non c’è, ma il Diavolo esiste davvero. E’ impossibile che tutto questo male non sia opera di un essere soprannaturale. E voglio dire una cosa anche a tutti quelli che in futuro leggeranno questa lettera: il Diavolo non è quel mostriciattolo che disegnano i bambini con le corna a punta e il tridente. Il Diavolo è un ammaliatore, un angelo caduto nel male che con la sua lingua riesce a portarti dalla sua parte. Tutto ciò che è male non per forza è brutto. Ci convinciamo del contrario perché vogliamo credere che noi non potremmo mai essere nel male, che non potremo mai diventare mostri; è una lotta che la parte razionale dell’uomo ingaggia con la sua indole a volte oscura. E ora io so che questa battaglia in me è finita e che non ha vinto la ragione.

Spero di dirvi tutte queste cose a voce, di poter ridere delle vostre facce incredule e di poter esprimere al mondo intero il mio odio per tutto quello che mi circonda, ma se state leggendo questa lettera significa che sono morto. Non ho ancora deciso se e come mi ucciderò, magari non sarò nemmeno io a volerlo, magari mi ucciderete perché sono matto e troppo pericoloso. Spero che qui ci sia scritto tutto quello che vi serve per capire perché l’ho fatto. Se me ne vado, sappiate che non rimpiango niente di ciò che avevo. Non ho paura della morte, essa per me non potrà mai essere peggiore della vita che già vivo.
Ci vediamo tutti all’inferno,
Tate.






Buongiorno a tutti! Ultimamente ho una fissa per American Horror Story e dopo aver rivisto tutta la prima stagione ho pensato di scriverci su: il personaggio più adatto a questo tipo di scritto mi sembrava l'adorabile (e forse un po' inquietante) Tate! Ditemi se la storia vi è piaciuta o no! Se vi è piaciuta ho in mente di continuare a scrivere le "lettere di addio" di tutti i personaggi!
baci baci
em

 
  
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