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Autore: mikeychan    25/10/2013    3 recensioni
Il nostro Michelangelo si rende conto che ha una seconda strana mutazione, che non passa certamente inosservata a un certo focoso. Che può accadere se il sensei attribuisce questo a una sventura?
T-cest RxM / LxD
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incest
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Chapter 1: NekoKame!

Il 22enne Raphael sapeva che aveva una piccola cotta per il suo giovane fratellino 17enne e che al momento, desiderava solo capire se tali sentimenti amorosi erano ricambiati. E poi, egli era sicuro che nessuno nella tana sospettava un bel niente. Leo era troppo preso dal suo allenamento, Don era rinchiuso nel suo laboratorio e il sensei era in meditazione.
Raphael smise di colpire abbondantemente e fu pronto per una doccia delle 23:30 in una fredda serata di novembre. I suoi muscoli scolpiti erano madidi di sudore e intorpiditi. Sospirando e ghignando al pensiero di parlare semplicemente con Michelangelo, il focoso si diresse tranquillamente verso il bagno, allontanandosi dalla luce soffusa dei faretti del dojo.
Non aveva idea che un paio di occhi azzurri lo stavano fissando seminascosti nell'ombra di una stanza dalla porta socchiusa...

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Mikey sbatté un paio di volte gli occhi, assicurandosi che nessuno era più in vista. Aveva bisogno di correre urgentemente in bagno perché non si sentiva al massimo delle forze. Guardando meglio e approfittando del silenzio, raggiunse la porta della stanza scelta, notando la luce filtrante sul pavimento.
"Grandioso!" ringhiò mentalmente: "Il cesso è occupato! E ora cosa faccio?".
Un martellante mal di testa pulsava nelle tempie del più giovane, mentre le sue orecchie ronzavano e la coda doleva molto. Il suo stomaco era in subbuglio ma la sua pelle più fredda del normale. Mikey sospirò: a dire il vero, gli occhi gli lacrimavano e la luce lo infastidiva. 
Probabilmente, un bicchiere d'acqua avrebbe aiutato. E così, girando i tacchi, si diresse in cucina, con quel corpetto sottile, dai muscoli piccoli ma scolpiti e il suo malizioso sorriso...

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Il rumore dell'acqua risuonava nel bagno, mentre il vapore caldo creava una piccola cappa contro le mattonelle umide. Raphael aveva il viso rivolto allo sbocco della doccia, permettendo all'acqua di cadere sul suo corpo. Si passò una mano sul viso, rimuovendo le ultime bollicine di schiuma. In quell'attimo di silenzio nella mente della tartarughe da tempo maggiorenne, Raph ebbe una strana sensazione crescere nel petto. 
Inarcando un sopracciglio, chiuse l'acqua e rimase in ascolto del rombo del vuoto e quelle goccioline che lasciavano il piatto della doccia, per sprofondare nello scarico. Il cuore batteva normalmente, ma la sensazione sconosciuta si fece strada lungo lo stomaco, stringendolo innaturalmente.
-Che diavolo mi prende, adesso?- ringhiò al mini crampo che sentì: -Bah! Meglio andare a letto!-.
Grugnendo, afferrò un accappatoio rosso e si diresse in camera sua, incurante che la porta di Michelangelo si era aperta e chiusa quasi invisibilmente...

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Day 1, 06:40

Leonardo aveva ancora gli occhi chiusi quando il suo orologio biologico lo costrinse a svegliarsi, in tempo per incontrare il sensei in cucina. In fretta balzò già dal letto e si diresse in bagno, notando la forma stanchissima di Donnie trascinarsi in modalità sonnambulo, in cucina.
"Donnie, tu sei incredibile!" ridacchiò mentalmente Leo, con un piccolo calore sulle guance.
Si rinchiuse in bagno, pronto per svegliarsi con una bella doccia calda...

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Più tardi, i tre fratelli maggiori e Splinter erano seduti in cucina, pronti per consumare il loro primo pasto, o meglio la colazione. La cucina odorava ancora di biscotti, marmellata e latte. L'orologio batteva i suoi normali tocchi e come un lampo, Raphael spostò lo sguardo sull'unica sedia vuota, al suo fianco. 
Mikey mancava.
-E' in ritardo- mormorò Donnie, rinvigorito grazie a un primo sorso di caffé.
-Beh...- sorrise Leo, cercando di sfuggire allo sguardo del genio: -Stiamo parlando di Michelangelo-.
-Il fratellino che si deve tirare giù dal letto!- aggiunse Raphael, alzandosi dalla tavola: -Scusate un attimo-.
Il sensei apprezzò molto questo gesto da parte del figlio muscoloso e sorrise sotto i baffi. Lui davvero amava i suoi pupotti...!

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Raphael era davvero entusiasta di vedere il suo fratellino! Sapeva che se lo ritrovava avanti ventiquattr'ore su ventiquattro, ma lui proprio non ne poteva fare a meno di sentirsi tanto attratto. Sapeva che yin e yang erano una cosa sola, luce e tenebre anche.
E sia rosso sia arancione si complementavano piuttosto bene. 
Sole e fuoco.
Passione e Vitalità.
"Basta alla vena poetica!" pensò il focoso, con un sorriso sul volto: "Io voglio solamente vederlo! Il mio dolce Mikey!".
Con questi pensieri, Raphie si ritrovò dinanzi alla porta del fratellino, chiusa. Prendendo un profondo respiro, egli bussò, con un violento batticuore. Attese per la risposta che non arrivò. Il focoso inarcò un sopracciglio, ma scosse giocosamente il capo perché sapeva che, probabilmente, il suo piccolo ninja era ancora nel mondo dei sogni. 
Raph scrollò le spalle ed entrò, il meno silenziosamente possibile. 
Come previsto, Mikey era sotto il piumone, muovendosi un po'. Questo significava che era sveglio.
-Mikey?- chiamò dolcemente il focoso, accendendo la luce: -E' ora di alzarsi!-.
Un lieve movimento delle coperte: Mikey gemette, rannicchiandosi maggiormente sotto il suo caldo nascondiglio. Raphael ridacchiò e si avvicinò, tirando giocosamente il piumone. 
-Urgh! Raphie, spegni quella luce! E' fastidiosa!- esclamò l'arancione, affondando il volto nelle coperte.
Raphael notò che il suo fratellino non stava affatto scherzando e obbedì al comando precedente, lasciando, però, che fosse la luce del corridoio a rischiarare parzialmente le tenebre nella camera. Tirando un sospiro, Mikey si mise seduto, rabbrividendo ai piccoli spifferi di freddo nella stanza.
-Sono in ritardo, vero?-.
Raph si sedette accanto a lui, sentendosi terribilmente in pace con se stesso: -Sì, ma solo di cinque minuti, però-.
-Cronometrato!- ridacchiò Mikey, stropicciandosi gli occhi lacrimati: -Raph, non è che avresti un paio di occhiali da sole?-.
-Forse sì- rispose l'altro, un po' preoccupato: -Mikey, da quanto hai questo fastidio?-.
-Lo sai che sembri Donnie?- schernì l'arancione, socchiudendo gli occhi azzurri: -Da ieri notte...-.
-D'accordo. Ti aspetterò in cucina, allora. Fin tanto che ti lavi, io cercherò gli occhiali, ok?-.
Mikey abbracciò strettamente il fratellone, saltandogli al collo con entusiasmo fraterno. Il focoso si sentì elettrizzato ma non approfittò del momento per un po' di giochi erotici. Non se questo avrebbe ferito l'innocenza del suo angioletto.
Come Michelangelo si diresse in bagno, Raph andò in camera sua...

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-Ehi, Raph!- sorrise Donnie, inghiottendo la sua ciambella semplice: -Dov'è Mikey? Sta bene?-.
Il focoso si sedette al suo posto, agitando il paio di occhiali scuri che aveva trovato in camera sua: -Non lo so, con precisione-.
-Che intendi?- chiese il ventiduenne Leo, accigliato: -Sta male?-.
Raph afferrò un frollino per intingerlo nel suo latte: -Quando ho acceso la luce ha avuto dei fastidi agli occhi-.
-Va bene, me ne occuperò io!- mormorò immediatamente Donnie, con quel classico sguardo da "medico".
Leonardo timidamente osservò il genio, sapendo bene che nutriva una passione sviscerata per lui da quando aveva diciassette anni. Amava Donatello più di un semplice fratello, perché quando gli era accanto, Leo era completo. Con Donatello, il corpo del leader cambiava: il batticuore, un aumento di temperatura, un formicolio piacevole nelle parti intime e lo scuotere della coda erano sintomi di eccitazione amorosa.
Il problema era che non poteva dichiararsi.
"E' incesto. Ed è sbagliato. Donnie è mio fratello e ama April. Non me!" si ripeté mentalmente, mentre una piccola fitta di dolore apparve nel suo petto.
-Leo che succede?-.
L'azzurro si era reso conto che stava fissando assentemente il corpo di Donatello, o meglio, colui che aveva formulato l'ultima domanda. Si era rimbambito come un coglione, semplicemente ascoltando ciò che il suo cuore gli ripeteva. 
Perché era tutto così difficile? Perché non poteva ammettere che amava Donatello? Perché aveva paura di un cambiamento nella sua famiglia?
-Leo!- chiamò nuovamente il genio, scuotendogli la mano che poggiava sul cucchiaio.
-Scusate, ero assorto nei pensieri...-.
L'azzurro sospirò drammaticamente, ignorando la stupenda sensazione d'amore nel semplice tocco della mano calda della tartaruga che amava. Voltando lo sguardo sul suo latte tiepido, sentì chiaramente i passi dell'ultima tartaruga non presente. Sforzandosi di mantenere il suo atteggiamento serio, si raddrizzò sulla sedia, osservando con la coda dell'occhio, Michelangelo entrare.
-Buongiorno!- esclamò Mikey, con un braccio sugli occhi: -Raph, hai trovato gli occhiali?-.
-Sì, tieni-.
L'arancione sorrise e se li infilò: -Ahhhh! Così va molto meglio! Grazie, Raphie boy!-.
Per quanto il nomignolo avrebbe meritato uno dei famosi ceffoni sulla nuca, per il focoso si trattò di una parola zuccherosa. Sorrise con un'espressione maliziosa e strinse un po' le gambe per impedire che la forte eccitazione per la presenza ravvicinata di Mikey gli avrebbe fatto scivolare il membro fuori lo spacco intimo.
"Ah, cavolo! Devo controllare meglio quest'emozione! O farò figure di merda!" pensò.
-Mikey, dopo voglio farti un rapido check-up!- ordinò Donatello, con una gamba accavallata sull'altra e lo sguardo serio.
L'altro lo guardò, prima di rabbrividire: -Ok...! Ammazza, quanto fa freddo!-.
-Cosa?- replicò Leo, stranito: -Non fa così freddo, fratellino! Donnie ha acceso i riscaldamenti-.
La semplice menzione del nome del genio colpì ancora il cuore di Fearless, il quale si dette un pizzico sulla coscia sinistra (ben nascosta sotto la tovaglia), per frenare l'impeto d'amore sfrenato.
Mikey annuì, ma tremava e battendo i denti, si gettò al collo di Raphael, il quale gli andò quasi una cucchiaiata di cereali di traverso. Deglutendo per miracolo, il focoso si ritrovò completamente imbarazzato, tanto che distolse lo sguardo, solo per non arrossire maggiormente.
-Raphie, scaldami!- piagnucolò Mikey, strofinando il suo naso contro la guancia del focoso.
Il sensei si preoccupò, ma i suoi occhi si ampliarono enormemente a ciò che accadde dopo.
-Ehm... ragazzi...- gemette l'arancione, con un dolore immenso alla testa e alla coda: -Non mi sento troppo bene...-.
Leonardo e Donatello si avvicinarono ulteriormente al loro fratellino, fissandolo con aria stupita.
Raphael, l'unico che lo aveva davvero a un palmo dal naso, non poté fare a meno di notare dei puntini arancioni sulla testa del suo fratellino. Mikey gemette, lasciando che la sua coda s'irrigidisse, ricoprendosi di un'innaturale peluria soffice e arancione. Aumentando un po' di spessore, il prolungamento della colonna vertebrale cominciò incredibilmente a crescere, assumendo le sembianze di quella di un gatto.
-Fa male...- singhiozzò Mikey, mentre gli occhiali caddero dal suo viso, mostrando degli occhi più grandi e vividi.
-Cazzo...- mormorò sottovoce Raphael quando osservò due triangoli arancioni crescere sulla testa del minore.
Due orecchie di gatto autentiche! Erano grosse e raggiungevano quasi il primo bordo della maschera, sulla tempia. Piccoli peli trasparenti sbucavano dai timpani, mentre una pelliccia neve schiarì la punta della coda lunga sino alle caviglie.
-Miao...- mormorò Michelangelo,  strusciando la guancia sul petto di Raphael: -Ci si sente bene!-.
Leonardo, Donatello e Raphael erano senza parole! Il loro fratellino aveva le sembianze di un gatto, ma i suoi lineamenti di tartaruga erano sempre gli stessi. Mentre le loro menti cominciavano a riempirsi di domande, un vetro in frantumi li scosse. Il sensei aveva la bocca aperta, spiazzato e sconvolto. La sua tazza di tè era ridotta a un pasticcio fradicio in terra, caduta dalla sua mano sinistra tremante.
-Non è possibile...- mormorò sottovoce, prima di avvicinarsi a Mikey, il quale inclinò il capo con fare tenero.
-Che succede, sensei?-.
Splinter tirò dapprima la coda, poi le orecchie. Michelangelo guaì, ma capì che le sue nuove protuberanze erano realistiche. E nate dal nulla, poi!
-Sensei, che succede?- ripeté Leonardo, abbastanza sconvolto di suo.
L'altro scosse il capo freneticamente: -Sciagura. Questo è un problema, figli miei!-.
-Miao! Spiegatemi!- implorò Mikey, accoccolandosi su Raph, che era rigido, ma completamente immerso nel piacere puro.
La coda del suo piccolo angelo strofinava verso lo spacco intimo con solletico.
-Michelangelo è un...- gemette il sensei, cupamente: -Un NekoKame!-.
-Eeeh?!-...


  
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