Era così presto che neppure gli uccellini si erano svegliati per riempire l'aria delle loro melodiose note.
L'aria mattutina era particolarmente secca e il freddo sembrava inoltrarsi nella pelle lattea della giovane, fino a raggiungerle le ossa.
Fu colta da un improvviso brivido che la scosse violentemente, ma non era stato causato dalla bassa temperatura, bensì
dall'improvvisa comparsa di una figura imbronciata.
Lui se ne stava immobile a fissarla intensamente, con la schiena un po' ricurva appoggiata alla parete.
Quegli occhi rossi che tanto l'avevano terrorizzata adesso le sembravano delle incandescenti sfere di fuoco nate unicamente per
riscaldarle il cuore al punto da farlo sudare.
Non riuscì a pronunciare una singola lettera fino a quando lui, che ora avanzava lentamente nella sua direzione, le si parò dinanzi
e le posò non troppo delicatamente una mano sul capo.
Continuavano a scambiarsi quei silenziosi sguardi che dicevano tutto e niente allo stesso tempo.
La consapevolezza di essere soli, l'incredibile complicità che si era creata tra i due negli ultimi tempi e, forse, anche un'improvvisa
consapevolezza dei propri sentimenti, servirono a ridurre ulteriormente le distanze tra i due.
Lui si piegò verso di lei, così piccola e fragile. Lei si alzò sulle punte dei piedi, un po' intimorita dalla possente figura di lui.
Entrambi avevano il respiro accelerato e l'odore dell'altro ormai attaccato alle narici.
Uno d'inchiostro misto ad uno strano aroma agrumato e l'altro un insieme di sudore, sangue e qualcosa di indefinito e tremendamente
dolce a cui era impossibile resistere.
Ora i nasi si sfioravano. Solo la grandezza di un sospiro separava le labbra dei due.
Quell'incontro inaspettato e quell'insensata vicinanza sembravano così casuali ed allo stesso tempo calcolate.
Quante volte avevano pensato con un pizzico di vergogna ad una situazione del genere, per poi tentare di scacciarla in un istante,
neppure loro riuscivano a ricordarlo.
Con la mente annebbiata ed i pensieri confusi trovarono il calore delle labbra dell'altro, che prima delicatamente e poi sempre più
intensamente si cercavano.
Fu un lungo ed avido bacio, ma a loro parve comunque troppo breve.
Sciolsero quel contatto controvoglia, ma furono rincuorati nel constatare che ancora conservavano il sapore dell'altro sulle labbra.
I morsi del freddo parevano essere scomparsi per entrambi.
Ora sentivano solo un sordo battito ed un intenso calore che neppure la più fredda delle docce avrebbe potuto far cessare.
Si guardarono di nuovo intensamente, con il respiro leggermente affannato, ma non si dissero nulla.
Nessuna frase sarebbe stata eloquente quanto quel bacio.
Ormai non dovevano aggiungere altro.