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Autore: _Hikari    26/10/2013    2 recensioni
{Child} ~ A volte Tessa vorrebbe odiarsi, perché odiarsi sarebbe giusto. È colpa di quel cuore che inizia a battere forte quando si accosta agli altri, è colpa dell’esitazione che la perseguita sempre, che loro stanno correndo per il campo di grano, e lei invece è qui, seduta davanti alla porta di casa.
{Hero} ~ Grandi, imponenti, più forti di lei, migliori di lei, ed è allora che Tessa legge.
{Dream} ~ Tessa.
Sente le labbra alzarsi, quel nome gli piace.
{Fear} ~ Chloe dice che tornerà. Che un giorno non troppo lontano sentirà la ghiaia scricchiolare sotto i suoi passi. Ma Tessa sa che non è così.
{Pre-serie; personaggi: Malcolm, la madre di Rumplestiltskin.}
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Alla luce del tramonto.
 
#Child.
Eccola, è lì.
Una bambina dal corpo gracile, le gote che si imporporano di rosso se una coetanea le si avvicina e la gola che emette rispose a monosillabi.
È quella bambina che resta in disparte, come se stia costantemente in attesa che qualcuno si avvicini, prendendole la mano e invitandola a giocare.
Ma non accadrà, e lei, Tessa, questo lo sa.
Le altre mamme la guardano sorridenti, è la figlia che tutti vorrebbero avere: dolce, educata, ubbidiente e graziosa.
Non lo nega come le altre ragazzine, lo ammette, nonostante il volto sporco di terra i suoi lineamenti sono piacevoli.
Eppure della propria bellezza non le è mai importato, a volte si domanda se sarebbe disposta a scambiarla per la simpatia di Alec, quel ragazzino dalla battuta sempre pronta, o per quell’aura che si spande intorno a Mary, quella Mary a cui vorrebbe parlare, magari poter diventare amica.
Ma non accadrà nemmeno questo.
A volte Tessa vorrebbe odiarsi, perché odiarsi sarebbe giusto. È colpa di quel cuore che inizia a battere forte quando si accosta agli altri, è colpa dell’esitazione che la perseguita sempre, che loro stanno correndo per il campo di grano, e lei invece è qui, seduta davanti alla porta di casa.
Ma Tessa non sta veramente osservando quel riverbero dorato, non sta veramente udendo quel vocio. Ciò che ha davanti sono Knut e Victoria.
E loro non sono reali, lo sa. Tessa non ha perso la ragione, Tessa ritiene semplicemente che la propria vita non sia bella, per questo preferisce rifugiarsi in un mondo tutto suo, chiudere gli occhi e vivere un’altra storia; una storia differente, migliore, dalla sua.
Ci sono momenti in cui immagina che un drago la possa venire a prendere, perché – gli anziani del villaggio si sbagliano – quelle creature non fanno del male a nessuno, forse occorrerebbe semplicemente che qualcuno provi a parlarli.
Ci sono momenti in cui immagina che uno dei suoi personaggi sia accanto a lei, come quel coniglio bianco parlante a cui ormai si è affezionata, come quando suo padre grida.
Allora nella capanna non si sente nient’altro che un verso simile a un ululo, allora anche la terra sembra tremare, allora le sue sorelline si nascondono, e la mamma china il capo.
Perché lei è solo una donna e le donne non possono rispondere.
Tessa lo sa da sempre, è stata una delle prime cose che ha imparato: loro sono impotenti, se non signore dagli abiti vaporosi, pettinature stravaganti, pelli perlacee.
Ed è quando avverte le lacrime pungerle gli occhi perché ha paura di sentire la mamma gridare; di poterla ritrovare per terra, inerme; quando ha paura che papà la faccia andar via per sempre, quando desidera scomparire sotto quelle coperte di lana grezza fra cui si accoccola, che pensa di nuovo a quanto ingiusto sia tutto questo.
Ma Tessa non ama lamentarsi, a volte si dice di essere persino fortunata, in fondo può sempre cercare, tentare, d’ignorare quell’universo tanto simile a un groviglio di pianti, stomaci stretti e tempie che pulsano.
 
 
#Hero.
I suoi personaggi non sono eroi, Tessa non crede negli eroi. Nessuna di quelle persone che vede ogni giorno lo è.
Perché, quando Tessa non fantastica, immersa nel proprio mondo, i suoi grandi occhi azzurri scrutano i volti delle figure che la circondano. Grandi, imponenti, più forti di lei, migliori di lei, ed è allora che Tessa legge.
Legge quelle iridi variopinte, quelle cicatrici che gli altri non riescono a vedere, quelle ombre che si stagliano sui loro corpi.
È anche per questo che ogni personaggio di Tessa ha fatto qualcosa che non doveva, ha errato, pianto, imprecato, e si porta dentro qualcosa che, proprio come accade nell’altro mondo, nessuno riesce a percepire.
 
 
#Dream.
La mamma ha detto che Malcolm è grande.
Malcolm, il ragazzino corpulento dagli gli occhi scuri, i capelli ribelli, una parola pungente sempre pronta e tanti sogni di gloria che gli si annidano nel petto.
E Malcolm si sente grande.
Si sente grande quando il maggiore dei cinque fratelli lascia il nido materno, come un passero pronto a spiccare il volo, ecco come l’ha definito sua madre.
Sentimentale, pensa, ignorando il fiato che manca e le fitte ai polmoni.
In fondo, adesso, avrà un pezzo di pane in più.
Inciampa. Cade a terra. Odore d’erba nelle narici, frescura del crepuscolo fra le ossa.
Si puntella sui gomiti, le voci dei compagni di gioco in lontananza.
È il più veloce, Malcolm.
È il più veloce adesso che Oliver è troppo grande per correre, per pensare a queste cose, per degnarsi d trascorrere un po’ di tempo con lui.
Ora Oliver ha una casa tutta sua.
Grande, spaziosa, quella del primogenito.
Stringe i pugni, non gli mancherà. Poi si guarda intorno, lei è lì.
La bambina bionda, dagli occhi che ricordano due gemme. Non parla mai, ma papà ha detto che si chiama Tessa.
Tessa.
Sente le labbra incresparsi, quel nome gli piace.
In fondo manca solo qualche anno – è grande – perché anche lui debba ammogliarsi.
Inclina leggermente il capo, annuendo tra sé. Ha deciso. Non importa se Tessa non ha una capanna come quella della figlia del cacciatore, sarà sua moglie.
La guarda di nuovo, la guarda spesso, tutti i giorni, Malcolm. Alcune volte vorrebbe accostarsi, osservare quelle gemme da vicino, ma appena fa un passo avanti sente il cuore pulsare, come se voglia uscirgli dal petto, e il suo corpo si ferma.
Non gli piace, lo fa sentire debole, e Malcolm non vuole essere debole, lui ha tanti sogni di gloria.
Continua a osservarla, Malcolm.
Malcolm continua a osservare la bambina dalle gote imporporate alla luce del tramonto e i grandi occhi azzurri.
 
 
#Fear.
Ora Tessa è una donna.
Esile, dal viso scarno e bruciato dal sole, i capelli dorati sparsi sulle spalle.
Ora Tessa è quella donna che ogni volta che posa lo sguardo su proprio figlio subisce una stilettata.
Katy dice che tornerà. Che un giorno non troppo lontano sentirà la ghiaia scricchiolare sotto i suoi passi. Ma Tessa sa che non è così.
Ha letto i globi di Malcolm troppe volte per non saperlo, per essere tanto sciocca da illudersi.
Tessa è quella donna che quando si domanda su come farà a pagare uno dei nuovi dazi, uno di quei tanti pensieri che le affollano la mente, gravano sulle spalle, impediscono a Morfeo di stringerla fra le proprie braccia, condurla via, in quell’abisso dall’oblio tanto dolce; scoppia a piangere. Perché ha paura.
Perché, di questo, non ha la minima idea.
Tessa è quella donna che si è sempre sentita peggiore, e che ora se Malcolm tornasse non aprirebbe quella porta.
Perché il suo bambino non lo abbandona nessuno.
Tessa è quella donna che non vedrà il suo bambino correre per quei campi, un tempo tanto agognati.
Tessa è quella donna che quando quella ragazzetta di nome Milah tenderà la mano a Rumple le sorriderà.
Tessa è quella donna che serrerà le palpebre, perché il vuoto che si porta dentro suo figlio è uno spettro, una delle tante colpe che non è ancora pronta a guardare in volto.
Tessa è quella donna che farà finta di niente quando, il giorno in cui per il villaggio risuoneranno le risa e le felicitazioni dei suoi abitanti, scorgerà la ragazza dai capelli neri guardare verso l’orizzonte, lontano.
Perché anche lei l’ha guardato tante volte.
Perché se non fosse stata Tessa ma una persona più forte ci sarebbe andata, verso quell’orizzonte.
Perché Milah è quella persona più forte.
Perché a suo figlio va bene così.
Perché anche a Milah va bene così, finché i sorrisi e i cuori che battono riescono a sovrapporsi a ogni sogno.
Perché fra qualche tempo le contrazioni di labbra non saranno più abbastanza, e Tessa lo sa. Ma ha troppa paura per dirlo, ha troppa paura per ammetterlo. Nel farlo dovrebbe indugiare sugli occhi di Rumpel qualche attimo in più e – benché lo neghi, benché scuota il capo ogni volta che la coscienza le sussurra la verità – teme di rivedervi Malcolm.
Perché, in fondo, la sua paura più grande è quella che il riso di Rumpel si affievoli.
 

 
Credits:
-    Il coniglio bianco parlante e il drago sono rispettivamente tratti, ispirati, da “Il Paese delle Meraviglie” e la serie tv “Merlin”.
-    (…) come un passero pronto a spiccare il volo” è una frase ispirata al film “sulle ali della vita”, non so esattamente come, ma mentre stavo scrivendo mi è tornato in mente.

Note: salve! (: 
In genere scrivo fanfic su personaggi – eccezion fatta per questo fandom – abbastanza secondari, persino terziari, ma non mi sembra di essermi mai spinta fino a questo punto.
È come averne creato due completamente nuovi, a partire dal nome di lei e… lo confesso: sono particolarmente affezionata a queste storie.
Spero di essere riuscita a gestire le tematiche delicate che emergono durante la lettura in modo consono e aver caratterizzato verosimilmente Malcolm e Tessa.
Uhm, su questa donna non ho molto da dire. L’avrete compreso da voi: non è un personaggio positivo, non del tutto.
Dimenticavo: Chloe – in quella che ormai è la mia versione xD – è una delle sorelle di Tessa. Nel passato le famiglie contadine erano numerose, così ho pensato di inserire questo particolare anche qui.
Per quel che riguarda Milah… no, non mi piace ma ho iniziato a pensare – nell’ultimo periodo – che fra lei e Rumpel ci fosse qualcosa di più. Non vero amore ma, all’inizio, l’invaghimento, la “cotta adolescenziale”, ci poteva anche stare.
In ogni caso resta la persona che ha abbandonato suo figlio, questo per specificare che il tratto su di lei non è assolutamente in sua difesa però, se ci pensiamo, Bae non assomiglia a Rumpel, quindi ho tentato di inserire il “lato positivo” del personaggio, almeno quello che sono riuscita a intravedere io.
Detto questo spero che questa specie di raccolta vi sia piaciuta!
Come sempre vi invito a lasciarmi un parere, qualunque esso sia. ^-^

Un abbraccio,
Dream.
   
 
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