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Autore: fly90    26/10/2013    4 recensioni
Dal fitto del bosco un paio di fiammeggianti occhi rossi come il sangue scrutavano Adhara malefici...
Genere: Dark, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ULTIMO VIAGGIO.




Adhara era nel cuore della Foresta Nera, intorno a lei solo alberi così fitti che oscuravano la luce del sole.

Con lei la piccola fatina Josie che svolazzava a pochi palmi dalla sua spalla.

Erano partite per un lungo viaggio un paio di giorni prima per recarsi nel villaggio di Re Canto.

Adhara era una messaggera inviata da Sir Lorens, Signore delle Valli.

Non sapeva quale fosse il messaggio perché non le era permesso di leggerlo.

Sapeva soltanto che avrebbe dovuto consegnarlo prima di quella notte o sarebbero stati guai seri per lei.

Sir Lorens l'avrebbe punita con tre giorni di prigionia se non avesse portato a termine il suo lavoro entro il periodo sancito.

Affaticata abbassò lo sguardo sul polso dove un orologio malconcio faceva bella mostra di se.

Le 15.30. Doveva sbrigarsi se voleva arrivare al villaggio prima che facesse buio.

La piccola fatina ormai stanca di svolazzare si adagiò sulla sua spalla sedendosi.

Con un sorriso Adhara le diede un buffetto con la punta dell'indice e affrettò il passo.


Ormai era buio e Adhara era ancora lontana dal villaggio.

Aveva sbagliato strada un paio di volte a causa della troppa vegetazione che copriva il sentiero ed ora si ritrovava ad almeno un quarto d'ora dalla meta.

Era stanca e accelerare la camminata era impossibile.

Sperò con tutto il cuore che Re Canto fosse clemente con lei e chiudesse un occhio per il ritardo della consegna.

Pensando ai tre giorni di prigionia al buio di un angusta cella rabbrividì.

D'improvviso Josie prese a girarle intorno volando frenetica. Sembrava spaventata.

Adhara si guardò intorno stupita dalla reazione della fatina.

Si sentivano degli strani rumori tutt'attorno.

Fruscio di foglie, rami spezzati, il sibilo del vento.

Ad un tratto ebbe paura in fondo, era solo una ragazzina di tredici anni sola e senza un arma con cui difendersi.

Lentamente fece per riprendere il cammino quando dal fitto del bosco vide due occhi rosso sangue che la scrutavano da dietro il fogliame.

Spaventata retrocesse di qualche passo senza sapere cosa fare.

Gli occhi si mossero verso di lei. Mano a mano che si avvicinavano erano sempre più rossi e minacciosi.

Adhara era paralizzata dalla paura non sapeva di che animale si trattasse ma era certa di non avere mai visto nessun animale con occhi come quelli.

Gli occhi continuavano ad avvicinarsi senza staccarsi mai da lei fino a che non riuscì a distinguere la forma dell'animale.

Era un grosso cavallo, più grosso di qualsiasi altro cavallo avesse mai visto, il lucido pelo nero rifletteva il tenue chiarore della luna come la criniera che scendeva lunghissima sul collo dell'animale.

Ma la cosa che attrasse il suo sguardo fu il lungo corno posto al centro della fronte della bestia simile ad un trapano che finiva in una punta tagliente e dura.

Subito la mente andò al ricordo della nonna che amava raccontare la leggenda dell'Unicorno degli Inferi solo che non era una leggenda ma la realtà e le stava di fronte.

Freneticamente si guardò intorno in cerca di una via d'uscita mentre l'unicorno continuava a fissarla smuovendo la terra con il robusto zoccolo.

Presa dal panico si girò e corse più che poté, era stanca ma la paura le diede la forza di accelerare ancora.

L'unicorno dietro di lei faceva tremare la terra ad ogni passo potente delle zampe, il suolo calpestato presentava profonde bruciature proprio dove lo zoccolo colpiva il terreno, dalle narici sbuffava fumo e quegli occhi rossi fiammeggiavano fissi sulla preda.

Adhara corse ancor più forte anche se non sapeva per quanto avrebbe retto, le gambe le dolevano ed il cuore minacciava di uscirle dal petto.

Lo sentiva sempre più vicino, il calore del suo respiro sulla schiena la fece scoppiare a piangere presto l'avrebbe raggiunta.

Il suo errore fu quello di voltarsi per calcolare la distanza tra lei e la bestia.

Le fu fatale.

Inciampò in una radice e venne sbalzata in avanti rallentando il passo.

Fu un attimo.

Sentì la punta acuminata del corno penetrarle la carne tenera della schiena, la sentì conficcarsi nel cuore.

Abbassò lo sguardo e vide la punta uscire dal petto.

Il sangue usciva copioso inzuppandole i vestiti, il dolore fu lancinante ma non durò molto.

L'animale scosse la testa sbalzando il corpo ormai senza vita sul terreno umido.

Con gli occhi fissi sul cadavere abbassò la testa verso la vicina pozza di sangue e bevve finché non rimase più nemmeno una goccia della vermiglia sostanza.

Poi così com'era comparso sparì di corsa nel fitto del bosco.

Rimaneva solo la piccola Josie che impazzì dal dolore, non lasciò mai il cadavere di Adhara fino a quando stanca e debole non morì di stenti.


FINE


Angolo dell'autrice:


Ciao a tutti!

Se siete arrivati a leggere queste righe vuol dire che avete letto la storia e già solo per questo vi ringrazio con tutto il cuore.

Mi sono cimentata nel genere Horror-Fantasy di cui, lo ammetto, non sono proprio una grande esperta ma mi piaceva troppo l'idea della creatura mitologica malvagia :-)

Che dire?

Spero vi piaccia e se avete voglia recensite per farmi sapere cosa ne pensate:-)

Grazie mille.

Fly90.



  
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