Film > The Amazing Spider-Man
Segui la storia  |       
Autore: grace_law_smith    26/10/2013    5 recensioni
Quando tutto sembra perso, quando senti solo dolore, quando hai paura, arriva Peter.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ospedale.

Scoppiai a ridere come una matta. -E’ uno scherzo, vero?-
Gwen scosse il capo e abbassò lo sguardo. Quando parlò la sua voce tremava e aveva gli occhi pieni di lacrime. –No Grace, mi dispiace…-
Guardai perplessa Mary Jane che si avvicinò svelta a Gwen e le sussurrò qualcosa all’orecchio, spostandole una ciocca dei suoi fantastici capelli. Fece un sorriso, salutò con la mano e chiuse la porta della stanza, lasciando fuori una me che non sapeva cosa pensare e una Gwen in lacrime.
-Vuoi…-
-Zitta.- fece Gwen con la voce spezzata. -Ti spiegherò tutto.-
-Cosa vuoi spiegarmi? Perché sono qui? E perché, se proprio volevi nascondermi tutto questo, mi hai detto di arrivare sino alla 2nd Avenue?!- sbottai gesticolando.
-Io non…-
-Gwen, io ti voglio bene, ma non puoi andare in giro fingendo di essere quella che non sei! GWEN, TU SEI UNA PROSTITUTA!-
-NON E’ AFFATTO VERO!- urlò Gwen cercando di raccogliere col cucchiaino la sua dignità.
-Cosa ci facevi lì dentro, allora?-
Gwen sgranò gli occhi e cominciò a mangiucchiarsi le labbra.
-Bene, non vuoi dirmelo tu? Lo scoprirò io.-
Spalancai con violenza la porta e trovai Mary Jane Watson nuda sopra a un Peter Parker alquanto sconvolto.
E così, come da copione, mi risvegliai sul lettino di un ospedale.
*
-Grace? Grace?- la vocina sottile e delicata della bimba di quattro anni risuonava dentro le mie orecchie come se ogni volta che lei parlasse, scoppiasse una bomba.
Avevo ancora gli occhi chiusi. Tentai di aprirli ma il mio corpo rifiutava di reagire. Quando poi alzai le palpebre fui accecata dalla luce bianca del neon dell’ospedale.
Mia sorella Nicki era seduta sul bordo del lettino e mi guardava con occhi dolci. Dolci, grandi occhioni verdi,  grondanti di felicità ma anche di dolore.
-Nicki…-
-Grace, sorellina!- e un attimo dopo ritrovai le braccia di mia sorella attorno al mio collo. Con un misto di sorpresa e di felicità la abbracciai anch’io.
-Nicki, dov’è la mamma?- chiesi.
-E’ di là. Ci sono anche Gwen e Peter, aspetta che li faccio entrare…- ma un attimo dopo i ragazzi erano già dentro la sala.
-Grace, come stai?- chiese Gwen con tono preoccupato.
-Silenzio. Voglio spiegazioni.-
-Non sono una prostituta, intanto.- disse Gwen con fare serio. D’un tratto, i suoi occhi s’illuminarono di rabbia. Potevo intravedere il fuoco acceso dietro l’iride chiara che aveva sempre caratterizzato i tratti stupendi del viso di Gwen.
-Allora come spieghi…?-
-Colpa mia.- finalmente potei sentire la voce di Peter dopo giorni. La voce di un amore impossibile ma voluto da entrambi. O almeno così le aveva detto Peter.
-Colpa tua?- chiesi infine sbalordita. –Merda! La California! Quanto tempo è passato?
-Dalla nottata solo poche ore, credo. Hai fatto una lunga dormita…- disse Gwen.
-Sì, colpa mia.- disse Peter guardando basso e ignorando Gwen.
-Be’, spiegami!- sbottai sistemandomi sul lettino della stanza.
-In realtà è tutto molto semplice. Gwen non è una prostituta. Mary Jane sì. Si erano messe d’accordo per andare a quella festa, ma d’un tratto è crollato l’edificio.- Peter mi lanciò un’occhiata seria. Era la prima volta che lo guardavo negli occhi e interpretavo i suoi gesti. I segnali, utili a capire quanto bastava per sapere che quello che aveva agito non era Peter, ma Spider-Man.
*
-Quella, era una sera molto buia, lo sentivo. Sesto senso, probabilmente. Ma non saprei dirti sul serio. Sta’ di fatto che ultimamente, delle bombe erano state piazzate in vari punti di New York…- Peter guardava in basso e si rigirava le mani. Nervoso com’era, non avrei mai potuto dire nulla che sarebbe scoppiato così mi limitai a fissarlo con espressione neutra. Peter respirò lentamente, chiuse gli occhi, strinse le labbra e poi ritornò a parlare, sempre con gli occhi serrati: -Buia, paurosa. Capisci che intendo? Bene, avevo paura che potesse succederti…ehm, succedervi qualcosa. Così vi ho seguite, volevo tenervi sott’occhio, nel caso ci fosse qualche pericolo. E in effetti vi ho salvato la pelle, l’unica cosa di cui vado fiero. Così hanno realmente fatto scoppiare una bomba all’interno dell’edificio e, in parole povere, ci stavate lasciando le penne. Grace, io ho fatto di tutto… Gwen e MJ non sanno niente. Io sono Spider-Man, lui è me. Le cose stanno così. Non potrò stare a lungo con un segreto del genere e solo ora mi sto accorgendo di tutti i problemi che mi sta causando. Gwen e Mary Jane dovevano incontrarsi per una buona litigata tra donne, nonostante sia passato del tempo dall’ultima volta che io… be’, lo sai. Ma recentemente ho combinato un casino. Questi mesi passati insieme… io, tu e Gwen… sono stati bellissimi. Ma credevo, e so che dicendo questo passerò per il cattivo della situazione, che Gwen fosse quella in più. Ma non ho detto nulla perché…dopo tutto quello che è successo… la situazione era troppo complicata ed era meglio che tutto restasse così com’era. Ma non ho abbandonato una cosa, un’idea. L’idea di salvare te. Di essere il tuo eroe, se lo avessi voluto. Così ti guardavo in quel modo… non avevo mai guardato una ragazza così prima d’ora. E Gwen lo sapeva. E ti odiava. E odiava me. MJ le sbatteva la verità in faccia, ma lei non voleva crederci. Vuoi sapere cosa c’entra quel locale? Mary Jane fa davvero la prostituta, ma non ti odia. Quel “QUEEN GS” non c’entra niente con Gwen. Era una scusa perché voleva vedermi. In realtà, come ti ho detto prima…doveva litigare con MJ ma io le ho interrotte. Ho ricevuto una chiamata anonima e mi sono precipitato sul posto.-
-Questo non spiega il perché eri nudo e Mary Jane Watson era sopra di te!- le uniche parole che mi uscirono di bocca dopo l’estenuante spiegazione di Peter. Il suo chiarimento era diventato come una droga: dovevo assolutamente saperne di più.
-Era stata Gwen! Lei… ha scoperto chi sono. Mi ha minacciato. E’ pazza. MJ…-
-Non voglio sapere altro!- la mia mente, adesso, rifiutava quelle informazioni. Scoprire tutte quelle cose in una sola volta non era affatto piacevole. Il cuore si faceva sempre più piccolo, le teorie che avevo ipotizzato completamente stravolte. L’unica speranza era la California. Ma volevo sapere un ultima cosa prima di scoppiare in lacrime. Anche se di lacrime, per Peter, ne avevo sprecate troppe.
-Un ultima cosa. Poi devi prometterti che te ne andrai.- guardai Peter dritto negli occhi. Sapevo che gli faceva male. Gli faceva male vedermi in quelle condizioni, su un lettino di ospedale, arrabbiata con Gwen, MJ, ma soprattutto con lui.
-Sì.-
-Adesso… in questo momento. Io ti sto guardando e sappi che non distoglierò lo sguardo finché non avrò finito di formulare la mia domanda e tu non mi avrai risposto. Tutti questi mesi che hai passato pensando a me e non potendomi dire nulla per il mio bene… ti va di dirmi, adesso…qualcosa?-
Peter fece un enorme sorriso. D’un tratto dimenticai tutti i problemi che mi si erano appena presentati: il dover dimenticare Gwen, perdonare MJ, dire tutto ai miei genitori, la California… tutto era scomparso, un pomeriggio piovoso, sul lettino di un ospedale, guardando il sorriso di Peter.
-Non voglio parlare.- dichiarò infine Peter con tono deciso. Si trovava a qualche metro di distanza da me. Si alzò senza distogliere il mio sguardo, anzi, sostenendolo. E io mi sentivo sempre più insicura.
Strinsi i pugni lungo le mie braccia portate al petto per paura, insicurezza, debolezza. Impotente, tra le lenzuola bianche e fredde, mi lasciavo travolgere dal bacio di Peter che non mi colse di sorpresa per il suo volere farlo. Ma per l’emozione che mi aveva appena suscitato. Sentire il suo calore, le sue labbra sulle mie, anche se non per un bacio passionale ma così lieve da farne desiderare altri, infiniti, probabilmente.
In quell’unico secondo, i nostri occhi non si incrociarono; bensì le nostre anime di unirono in un unico vortice di emozioni indescrivibili e troppo profonde per essere semplicemente comprese e non vissute.
Quando, infine, Peter aprì gli occhi raccolsi tutto il coraggio che mi rimaneva e chiesi: -Chi ho appena baciato? Spider-Man o Peter Parker?-
-Se ti dicessi “Spider-Man” renderebbe il tutto più eccitante?- fece Peter ridendo.
-Probabilmente… sì. Quindi ho una relazione con Spider-Man o cosa?-
-Non saprei dirti…- Peter si toccò il mento con fare sarcastico. –Sai cosa? Non m’importa più di tanto.

Things and stuff | via Tumblr

Sono tornata! Ritardo assurdo e mi scuso ma è iniziata la scuola e come sapete gli impegni raddoppiano... comunque sia, ecco il nuovo capitolo che vede molti colpi di scena! Spero vivamente che questo ritardo non mi abbia fatto "perdere" lettori. Recensite, un bacio,
Marianna.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Amazing Spider-Man / Vai alla pagina dell'autore: grace_law_smith