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Autore: J_Ari    26/10/2013    3 recensioni
«Che ne dite di fare una seduta spiritica? Dicono che gli spiriti siano molti più ricettivi la notte di Halloween.»
Yoochun strabuzzò gli occhi. «No, no, non esiste, poi non dormo più di notte.»
«Concordo con Yoochun», affermò Jaejoong dando man forte all'amico. Gli vennero i brividi solo al pensiero. Una seduta spiritica? Non ne aveva mai fatta una, e non intendeva iniziare proprio quella sera. «E poi non eri tu quello che non credeva ai fantasmi?»
«Appunto, dicono, mica ho detto che ci credo io. Comunque ho già preparato tutto.»
Genere: Comico, Horror, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jaejoong, Junsu, Yoochun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Che ne dite di fare una seduta spiritica? Dicono che gli spiriti siano molti più ricettivi la notte di Halloween.»

Yoochun strabuzzò gli occhi. «No, no, non esiste, poi non dormo più di notte.»

«Concordo con Yoochun», affermò Jaejoong dando man forte all'amico. Gli vennero i brividi solo al pensiero. Una seduta spiritica? Non ne aveva mai fatta una, e non intendeva iniziare proprio quella sera. «E poi non eri tu quello che non credeva ai fantasmi?»

«Appunto, dicono, mica ho detto che ci credo io. Comunque ho già preparato tutto.» Junsu sparì, tornando poco dopo con un sacco di oggetti alla rinfusa stretti tra le braccia. Dopo essersi fatto spazio spostando bicchieri e bottiglie, li appoggiò sulla superficie del tavolo intorno al quale erano seduti. Jaejoong vide una tovaglietta, un piattino, delle candele, un accendino, e lettere dell'alfabeto occidentale.

Una delle candele rotolò verso il bordo del tavolo, ma Junsu l'afferrò prontamente prima che cadesse.

«Porta via quella roba!»

«Siete due fifoni. Non capisco di cosa avete paura.»

«A parte che non ci credo, ma, metti che qualche spirito si fa vivo? Metti che si impossessa di qualcuno di noi?»

«Se non credi a queste cose, non vedo che problemi dovrebbero esserci.»

Yoochun si voltò verso Jaejoong sconsolato. «Digli qualcosa anche tu.»

«Junsu, siamo in due contro uno, quindi la maggioranza, quindi non si fa nulla», affermò lui. Si stava dondolando sulla sedia, tenendosi in equilibrio, mentre osservava Junsu che continuava a disporre gli oggetti sul tavolo in una posizione precisa, senza badare alle proteste di Yoochun.

«Dai, ragazzi, l'ho fatto altre volte, è stato divertente, e non è successo nulla di spaventoso! Tanto per fare qualcosa di diverso, accontentatemi per una volta!»

Jaejoong e Yoochun fissarono Junsu, ma i loro sguardi erano diversi.

Yoochun era serissimo, fermamente convinto a non partecipare, mentre Jaejoong stava riflettendo. Non era mai stato molto coraggioso, libri e film horror se poteva li evitava, ma non era nemmeno tanto pauroso quanto Yoochun.

«Dai... per favore...»

«Guarda che se anche fai la vocina tutta carina, non è che ci fai cambiare idea», replicò Yoochun.

«Dai...»

«No.»

«Dai...»

«No.»

Junsu sbuffò. «Perfetto. Vorrà dire che farò da solo», affermò accendendo anche l'ultima candela.

«Non puoi!» sbottò Yoochun.

«Sì, che posso. È casa mia.»

«Non si trattano così gli ospiti!»

Junsu si sedette. Appoggiò l'indice sul piattino rovesciato che aveva appoggiato al centro del tavolo in mezzo alle lettere dell'alfabeto, e chiuse gli occhi.

«Oh, cristo! Non ti ho mai visto così insistente su qualcosa!» sbottò Yoochun.

Jaejoong appoggiò i gomiti sul tavolo. Allungò un braccio e appoggiò anche lui l'indice sul piattino. Non era ancora per nulla convinto, ma da un lato lo stuzzicava l'idea di sperimentare qualcosa di nuovo. Temerario no, ma curioso sì.

«Jaejoong hyung!»

«Diamogli un contentino per una volta», disse il più grande stringendosi nelle spalle. «Non è mai morto nessuno per una seduta spiritica.»

«Certo che cambi idea in fretta! Adesso fai tutto il coraggioso?!»

«Dai, su, su», replicò Jaejoong sbrigativo afferrando Yoochun per un polso. «Allunga quel ditino. Ecco, bravo.»

Yoochun guardò l'amico con sguardo omicida.

«Perfetto. Junsu, possiamo iniziare.»

Il più piccolo sorrise, senza nascondere la soddisfazione per aver alla fine convinto i due amici.

«Bene. Chiudete gli occhi. Concentratevi sul vostro respiro.»

Sia Yoochun che Jaejoong fecero come gli era stato ordinato. Con gli occhi chiusi, la percezione degli altri sensi aumentò.

«Inspirate ed ispirate, sempre più lentamente. Cancellate ogni pensiero dalla vostra mente. Rilassatevi.»

Jaejoong era consapevole solo del suono della voce di Junsu, della porcellana ormai calda a contatto con la propria pelle, e dell'aroma speziato delle candele accese che si stava diffondendo nel salotto. Si stava rilassando sul serio, peccato che quello che stavano facendo era una seduta spiritica e non una seduta in un salone di bellezza.

«Bene. Ora aprite gli occhi» disse Junsu molto seriamente. Guardò i due amici, prima uno e poi l'altro. «Non staccate il dito dal piattino per nessun motivo, okey?»

Yoochun fece per replicare qualcosa, ma finì col sospirare ed annuire.

Junsu riprese la parola. «Se qualcuno è in ascolto, rivelaci il tuo nome!»

«Rivelaci il tuo nome...» ripeté Yoochun sottovoce, schernendo Junsu, ma rimase anche lui immobile come gli altri due.

Passarono una decina di secondi.

«Rivelaci il tuo nome!» ripeté Junsu usando un tono di voce più autoritario.

«Ah, che stronz...» Le parole morirono in gola a Yoochun quando vide il piattino iniziare a spostarsi.

«Ju-junsu, sei tu?»

Il più piccolo scosse la testa senza staccare lo sguardo dal tavolo.

Il piattino si fermò.

«”D”», esclamò Junsu.

«Hyung, dimmi che sei tu a spostarlo.»

«Magari», bisbigliò in risposta Jaejoong. Nemmeno lui riusciva a staccare lo sguardo dal piattino, il quale si spostò inesorabile verso un'altra lettera.

«”E”».

Gli spostamenti aumentarono di velocità.

«”A”», dissero all'unisono.

Jaejoong guardò per un attimo i propri amici.

Yoochun era sempre più spaventato, Junsu invece era serissimo e concentrato, quanto a se stesso, nonostante in apparenza fosse calmo, iniziava realmente ad agitarsi. Prova ne erano le mani sudate, e la gamba sotto al tavolo che non voleva saperne di stare ferma.

«”T”».

A Jaejoong mancò il respiro. Pregò che la lettera successiva non fosse l'ultima.

«”H”».

Il piattino si fermò.

Nessuno dei tre osò ripetere quelle cinque lettere in successione.

Yoochun scattò in piedi, facendo quasi volare all'indietro la sedia sulla quale era seduto.

«Non sono scherzi da fare, questi! Io... io me ne vado...» Era visibilmente scosso.

Jaejoong si voltò verso Junsu. «Dillo che sei stato tu.»

«Io?!»

«Non puoi che essere stato che tu! Ammettilo!»

Impercettibilmente vide gli angoli della bocca di Junsu piegarsi all'insù. Quello che succedeva quando mentiva. E Jaejoong lo conosceva da così tanti anni, che sapeva riconoscere al volo quel piccolo dettaglio.

«Ah! Sei stato tu sul serio!» gridò sporgendosi in avanti per dargli una manata in testa.

Junsu schivò il colpo e scoppiò in una fragorosa risata.

«Scusate, davvero, ma dovevate vedere le vostre facce!»

Yoochun si avvicinò a Junsu con l'intenzione di prenderlo per il collo.

«Tu! Verrai punito per quello che hai fatto!» sibilò. Non stava affatto scherzando.

Jaejoong tornò a sedersi. Afferrò una bottiglia di vino rosso, e riempì per metà un calice vuoto, mentre osservava divertito Yoochun rincorrere Junsu per la casa.

Per un momento ci era cascato sul serio, gli era preso un colpo quando aveva visto formarsi la parola “Death”. Junsu li aveva ingannati per bene. Era pur sempre un attore di talento anche lui.

Bevve un sorso assaporando il vino, mentre Yoochun, che nel frattempo aveva acchiappato Junsu per il collo, gli stava facendo il solletico a più non posso.

«Almeno adesso hai qualcosa per cui ridere veramente!»

Jaejoong sorrise. Amava passare il proprio tempo libero con quei due.


 

Yoochun si diresse verso il bagno.

Nel frattempo, Junsu era accovacciato a terra davanti ad una pila di dvd.

«Silent Hill? The Descent? Saw? Anzi, potremmo vedere proprio Halloween... Cosa preferisci?»

«Guarda che Yoochun ti ammazza sul serio», disse Jaejoong cercando di non ridere.

«Ma per una volta!»

Un grido fece scattare in piedi i due ragazzi.

Yoochun corse verso di loro sbraitando contro Junsu.

«Sei proprio un idiota!»

Junsu cadde dalle nuvole. «Perché?» chiese allibito.

«La scritta sullo specchio del bagno!»

«Quale scritta?»

«Oh, andiamo. Hai scritto “Death” sullo specchio con una qualche vernice rossa!»

Junsu guardò Yoochun come se fosse completamente impazzito. «Mi stai prendendo in giro? Se è un modo per vendicarti, non è divertente.»

«Non... Sentite, venite a vedere, non sto scherzando.»

Tutti e tre corsero nel bagno.

La scritta sullo specchio c'era sul serio. Sembrava ancora abbastanza fresca, nonostante le gocce, di quella che sembrava proprio vernice, avevano ormai smesso di colare.

Yoochun e Jaejoong guardarono Junsu sospettosi.

«Ragazzi, non vedo perché dovrei fare una cosa del genere. Non sono stato io!»

In quel momento la luce mancò. Rimasero completamente al buio.

«Ra-ragazzi?» balbettò Yoochun.

Jaejoong percepì il cuore iniziare a battere più rapidamente nel petto.

Allungò una mano, trovando subito quello che doveva essere il braccio di Yoochun. Scese con le dita lungo la morbida lana del maglione, fino a trovare la sua mano. Gliela strinse.

«Junsu, vuoi farci impazzire stasera?»

Nessuna risposta.

«Junsu?»

Silenzio.

«Dove diavolo... Yoochun, hai il cellulare?»

«L'ho lasciato di là.»

«Pure io. Ottimo. Si vuole vendicare per tutte le volte che lo bulleggiamo quel maledetto. JUNSU!»

Jaejoong cercò di ricordare come fosse strutturato il bagno. L'uscita era alla sua destra. Non era facile muoversi in un ambiente al buio completo. Tra che il bagno non aveva finestre, tra che l'appartamento si trovava ad un piano molto alto, e quindi non c'erano molte luci a quell'altezza, non si vedeva nulla. Senza contare il fatto che Junsu aveva tirato le spesse tende della casa, impedendo anche alla più piccola luce di entrare nelle stanze.

Aveva progettato tutto, il caro Junsu. Jaejoong ricordò di quando, poco prima, lo aveva visto spegnere tutte le candele usate durante la seduta spiritica, un gesto a cui non aveva fatto caso, ma che in quel momento aveva ben più che una spiegazione logica.

«Inizio a pensare che sia stato posseduto, non si è mai rivoltato così contro di noi.»

«Non hai tutti i torti. Comunque, vai avanti tu?»

«D'accordo. Stammi vicino.»

Nessuno dei due lasciò la mano dell'altro.

Jaejoong iniziò ad avanzare nel buio, seguito da Yoochun. Annaspò un paio di volte con la mano nel vuoto, finché toccò una superficie liscia.

«Ho trovato la porta.»

«Usciamo, corridoio, e poi salotto.»

«Sì», replicò Jaejoong deglutendo a fatica.

Muoversi completamente al buio, senza sapere come orientarsi, era una bruttissima sensazione. Soprattutto con un amico cretino nascosto chissà dove, pronto a saltare fuori dal nulla da un momento all'altro. L'unica cosa ad infondergli un po' di coraggio era la mano di Yoochun stretta nella propria. Fosse stato da solo, molto probabilmente non si sarebbe più mosso da quel bagno.

Improvvisamente si bloccò, Yoochun gli sbatté contro.

«Cos'è quello?!» gridò Jaejoong con voce stridula.

«Cosa?!»

«QUELLO!»

«Non vedo nulla!»

«QUELLO, CAZZO!»

Jaejoong fu preso dal panico, il cuore sembrava volesse schizzargli fuori dal petto.

Finalmente anche Yoochun lo vide.

Si trattava di due puntini luminosi che si muovevano nel buio senza una logica precisa, apparendo e scomparendo, mostrandosi prima in un punto e poi in un altro. E si stavano avvicinando sempre di più a loro.

«Via, via, VIA!» gridò Yoochun preso dal panico a propria volta.

Indietreggiò portandosi dietro l'amico. Inciamparono nei propri passi, rischiando di cadere all'indietro, quando uno strano suono li bloccò.

Miao.

«È...»

Miao.

«Uno dei gatti di Junsu. Già», borbottò Jaejoong cercando di regolarizzare il proprio respiro.

«Ho appena scoperto di odiare i gatti, stava per farmi venire un infarto! JUNSU! VIENI FUORI! SUBITO!»

Miagolio a parte, silenzio totale.

«Ma non la passa liscia, questa la paga, ed eccome.»


 

Dopo essersi calmati, o quasi, i due amici ripresero ad avanzare titubanti.

Non fu facile, ma alla fine riuscirono ad arrivare al salotto e a tirare le tende alle finestre, non senza inciampare più volte fra sedie ed oggetti vari.

Con un minimo di luce, potevano finalmente muoversi avendo almeno il senso dell'orientamento. Furono così in grado di recuperare i loro smartphone abbandonati tra i cuscini dei divani.

«Non possiamo andarcene?» chiese Yoochun. «Non ho la minima intenzione di prendere altri infarti», proseguì dirigendosi verso l'uscita, facendosi luce con il display dello smartphone. Arrivò davanti alla porta e provò ad aprire.

Chiusa.

«Ah, bene! Ci ha pure chiuso dentro.»

Jaejoong lo raggiunse. Provò anche lui. «Ha pensato proprio a tutto, eh.»

Un improvviso rumore dal salotto li zittì.

I due ragazzi si guardarono perplessi, prima di tornare in salotto, utilizzando sempre i loro smartphone come torce.

Il televisore era acceso.

«Quel pozzo...» disse Yoochun avvicinandosi. «Jaejoong hyung, dimmi che non si tratta di Ringu...»

Il rumore di sottofondo fece accapponare la pelle a Jaejoong. Vide delle dita uscire dal pozzo al centro dello schermo, ed appoggiarvisi sul bordo.

«Temo che si tratti proprio di quello.»

Una massa di capelli neri iniziò ad essere visibile oltre il bordo del pozzo.

«Hyung, spegni. Fa' quel diavolo che ti pare, spacca il televisore, ma spegni quella cosa!»

Jaejoong era come bloccato. Il cuore gli batteva a mille. Gli sembrava di essere all'interno del film. L'aveva visto solo una volta, ma gli era bastato. Aveva avuto gli incubi per settimane.

«SPEGNI!» urlò Yoochun terrorizzato.

Jaejoong sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri.

Si lanciò verso il televisore, cercando a tentoni il tasto di spegnimento lungo il bordo dello schermo, ma era ancora troppo buio per distinguerlo, e non riusciva a trovarlo.

Si buttò sulla presa della corrente, mentre Sadako, la protagonista del film, era già uscita dal pozzo. I lunghi capelli neri le cadevano sul davanti, mentre le magre e pallide braccia le cadevano lungo i fianchi, donandogli un aspetto terrificante.

Si stava avvicinando.

Stava arrancando verso di loro.

«HYUNG!»

Il televisore si spense.

«Troviamolo. Ora. Subito.»

«I-io non voglio. Junsu è un cretino... Lo sa quanto sono impressionabile, dannazione!»

Jaejoong percepì un'ansia tremenda nelle parole dell'amico. Lo afferrò per le spalle, e lo fece voltare. «Adesso ci calmiamo, troviamo Junsu, e poi pensiamo a come vendicarci, okey?»

Parlava a Yoochun, ma era come se parlasse a se stesso. Cercava di confortarlo, quando in realtà stava cercando di controllarsi lui stesso. Si chiese se avrebbe avuto nuovi incubi, ma la risposta la conosceva già: avrebbe dovuto dormire con la luce accesa per diversi giorni.

Yoochun si morse un labbro. «Okey», replicò poco convinto. «Da dove iniziamo? La casa è grande...»


 

I due amici iniziarono a perlustrare la casa da cima a fondo.

Ogni volta che dovevano aprire una porta o guardare dietro di essa, erano presi dall'angoscia, per non parlare di quando dovettero guardare sotto il letto o dentro gli armadi.

Di Junsu non c'era traccia.

«Non può essersi volatilizzato! Un televisore non si accende da solo!»

«Scusa, ma... Come ha fatto ad accendersi se non c'è elettricità?»

Yoochun imprecò. «Siamo due idioti.»

Si avvicinò ad un interruttore, e cliccò.

Buio.

« Si può sapere come ha fatto? C'è un modo per isolare l'impianto d'illuminazione?»

«A quanto pare... Prima volta che sento una cosa del genere.»

«Allora, senti» disse Yoochun abbassando il tono della voce. «Dobbiamo trovare uno stratagemma per farlo venire fuori.»

«Bah, non mi viene in mente nulla.»

Yoochun sembrò pensarci un attimo. «Qual è la cosa più preziosa che ha in casa?»

«Non so, il televisore forse? È l'ultimo modello della Samsung da milioni di won

«No, no», fece Yoochun gesticolando. «I suoi gatti», concluse sorridendo malignamente.

«Sei un genio, Yoochun. Ma come lo prendiamo un gatto? Primo, non sappiamo dove si sono nascosti, secondo, non ho intenzione di riempirmi di graffi.»

Yoochun scomparve e ricomparve nel giro di pochi attimi con un piatto e un bricco di latte in mano. «Ecco come.»

«Se ne sei proprio convinto...»

La luce tornò.

Un rumore di chiavi e di serratura li fece voltare verso la porta d'entrata.

«Eccomi ragazzi! Finalmente siamo riusciti a riattivare il sistema, c'era un black-out in tutto il palazzo...» disse Junsu bloccandosi. Guardò i due amici, vedendo uno sguardo assassino nei loro occhi. «Tutto bene?»

«Tutto bene, dici? TUTTO BENE?!» gridò Yoochun lasciando cadere piatto e latte a terra.

«Ci hai mollati qua dentro, chiudendoci a chiavi, progettando mille trucchetti per farci morire di paura, e ora ricompari come se nulla fosse. Oh, no, Junsu, non va affatto bene...» concluse Jaejoong lasciando la frase in sospeso.

Junsu sorrise.

«Buon Halloween, ragazzi!»

E così come era arrivato, scomparve.

«YOOCHUN! PRENDILO!»

I due ragazzi si gettarono a capofitto all'inseguimento dell'amico.

L'avrebbero preso, a costo di rincorrerlo fino in capo al mondo.

 

 

 

Halloween Party! Una bella storia in tema con l'arrivo del trentun ottobre.
Lo spunto me l'ha dato Junsu con un'intervista, dove “vendicandosi”, affermava che Jaejoong e Yoochun sono due fifoni.
In realtà temo di essere andata leggermente OOC con Junsu (non vogliatemene), non credo arriverebbe mai a tanto, ma in cuor mio lo spero moltissimo xD Per una volta ho voluto fosse lui a bulleggiare gli altri due, e be'... penso ci sia riuscito egregiamente. (Junsu, fighting!!!)

Grazie per aver letto e spero via sia piaciuta! (Se poi vi ha spaventato almeno un pochino, sono ancora più contenta!)

   
 
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