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Autore: DarkChary98    27/10/2013    2 recensioni
Arrivato alla quarta prova mi fermai davanti alla porta e vidi una figura che si muoveva, sembrava stordita, perdeva sangue. Mi avvicinai piccola, eri tu...
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Manga
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Ero un normalissimo Ninetales, femmina per la precisione, ma c'era qualcosa di diverso a quei tempi. Quando nacqui io i Ninetales erano ancora senza code proprie.
Era una fredda serata d'inverno, quando avevo appena combattuto per la vita; ero appena uscita non poco malridotta da uno scontro con un Fearow selvatico affamato. Mi aveva puntato e non ne voleva sapere di andarsene, così dopo una lunga battaglia ero finalmente riuscita a mandarlo KO ma ero sfinita. Fuori nevicava e io non sapevo dove ripararmi, faceva freddo, tanto freddo, me lo sentivo quasi scorrere nelle vene, pensavo che sarebbe finita anche per me. Svenni sul lato destro del marciapiede, avevo ferite dappertutto, sangue che colava e perfino due costole rotte. Mi risvegliai sdraiata su un letto matrimoniale, con un orrendo coso di metallo infilzato nel bra...braccio?! Dove erano finite le mie zampe?! Ero in una stanza un po' buia, ma molto grande, era una stanza molto antica, con al centro solo questo letto, e a lato del letto un mobile bianco però molto moderno, chiuso. Chissà che conteneva...provai ad alzarmi ma non ci riuscivo! Ero come bloccata, ma da cosa?! Ero molto confusa e non capivo più molto, così mi guardai bene intorno, notando uno specchio rotto, nel quale mi fu possibile osservarmi. Mi specchiai e vidi una bellissima ragazza dai capelli biondi, dalla carnagione chiara e il fisico molto attraente, e una piccola fiamma tatuata sul collo, mah... Realizzai solo allora che...quel braccio, quel modo diverso di guardare le cose, già, qualcuno mi aveva trasformato in un essere umano! Provai ad avvicinarmi di più, ma qualcosa mi incatenava a quel letto, era una cosiddetta "camicia di forza", quelle che gli umani usano per tenere legati i matti, quelle che alcuni usavano per imprigionare noi pokémon. Ogni mio sforzo fu inutile, avevo tanta paura, ero una povera ragazza indifesa adesso, e chissà dove ero capitata...piangevo, a dirotto, quando all'improvviso sentii cigolare la porta di quella stanza.

La porta si aprì lentamente e ne provenne un timido fascio di luce che illuminò il profilo di un misterioso ragazzo. Non sapevo minimamente chi fosse, eppure mi sembrava di conoscerlo già... Il ragazzo senza parlare si diresse verso di me e mi fissò con sguardo freddo. Avevo il cuore che mi batteva all'impazzata, volevo urlare, volevo supplicarlo di non farmi del male, ma avevo troppo timore degli umani. La mia trasformazione mi aveva cambiato solo esternamente, non potevo usare mosse, ma dentro ero ancora un Ninetales in tutto e per tutto. Il ragazzo si avvicinò sempre di più accennando un sorrisetto diabolico, e mentre continuava a fissarmi, aprì il primo cassetto di quel famigerato mobile bianco. Avevo tanta paura, il cuore in gola, chissà cosa voleva da me quel ragazzo...tirò fuori un cilindro di plastica di medie dimensioni e un orrendo ago appuntito di metallo, poi tirò una piccola boccetta di vetro, rossa, come il sangue e li posò sul mobiletto. -Chi sei?- chiesi io tremando come una foglia. -Ah bene, adesso non ti ricordi più di me campionessa?- Campionessa? Non capivo cosa intendesse, così storsi le sopracciglia e lui continuò -Vedi quel tatuaggio che hai sul collo?Ricordi come te lo sei fatto?- sinceramente io non ricordavo nulla, non conoscevo quel ragazzo, ma qualcosa in lui mi ricordava qualcuno... -Mmm a quanto vedo non ricordi proprio nulla...vediamo se riesco a farti ricordare qualcosa io allora...- con un sorriso sempre più diabolico, prese dal mobile il cilindro di plastica, poi prese l'ago di metallo e lo conficcò ad un'estremità, prese la boccetta di vetro e l'aprì, vi infilò dentro quel marchingegno che aveva creato prima e aspirò il liquido rosso, poi venne verso di me e mi tolse quello che avevo al braccio prima e con sguardo di vendetta mi disse: -Farà un po' male piccola quindi reggiti forte, ma spero che ti aiuterà a ricordare- e con una piccola risata prese un batuffolo bianco e me lo passò sul braccio...io tremavo, avevo tanta paura, così tanta che mi venne da piangere. Il ragazzo ad un tratto parve intimidirsi, ma prese ugualmente quel marchingegno e me lo infilò nel braccio, faceva male, tanto male, soprattutto quando il liquido rosso mi trapassò le vene, era ardente, come il fuoco. Cacciai un gemito e mi misi a piangere a dirotto, supplicandolo di non farmi del male: -Cosa ti ho fatto me lo spieghi? Se non ti ho fatto niente perché mi fai questo?!- continuavo a piangere, mentre anche al ragazzo scendeva una piccola lacrima sul volto...-Non ti ricordi proprio di me vero? Io faccio questo perché sono arrabbiato, perché in effetti é per qualcosa che NON hai fatto!- la piccola lacrima si trasformò in pianto e il ragazzo se ne andò sbattendo la porta: -Ci vediamo domani!-.
Il liquido rosso mi aveva stordito, bruciava, mi sentivo strana, prima chiusi svariate volte gli occhi, poi mi addormentai, con la paura che lui sarebbe tornato il giorno dopo. Dormii circa cinque ore ma rimasi tutta la notte sveglia a pensare, come era possibile che non ricordavo nulla del mio passato di Ninetales? Provai a pensare ma niente, e poi quel tatuaggio; da dove era venuto fuori? Davvero non capivo.
L'indomani mattina presto, il ragazzo tornò da me, ma stavolta era diverso, sembrava molto rattristato alla mia vista...mi venne spontaneo supplicarlo: -Ti prego lasciami stare, farò tutto quello che vuoi ma ti prego non farmi del male!-. Il ragazzo mi guardò con dispiacere ma allo stesso tempo con rabbia, i suoi occhi erano ros...rossi?! Come era possibile? Gli esseri umani non hanno gli occhi rossi! Senza parlare aprì il secondo cassetto del mobile e tirò fuori un oggetto luccicante. Avendo visto la mia faccia stupita di prima nell'osservare i suoi occhi mi disse: -Dimmi che questa te la ricordi ti prego!- avevo già visto quell'oggetto, come faceva ad averlo?? Era una gemma focaia, i Ninetales la donano alle femmine per consolidare un rapporto...forse, quel presentimento, quelle lacrime, quegli occhi, quella gemma...ma... -P...pi...piccolo?- quando pronunciai quelle parole si disegnò per la prima volta sul suo volto, uno sguardo sereno, rinacque come una speranza in lui, anche se ancora non avevo ben messo a fuoco perché mi avesse trattata così male. Timidamente chiesi: -Ti prego dimmi ciò che sai perché io non ricordo molto...- sembrava un po' turbato dalle mie parole ma acconsentì, si sedette sul letto, accanto a me, prima cosa mi tolse tutto, camicia di forza e quell'orrendo marchingegno, cambiò completamente atteggiamento, mi curò la ferita che mi aveva provocato con quell'ago, mi prese e mi posò sulle sue gambe, e quasi d'istinto poggiai la testa sulla sua spalla. Lui mi abbracciò forte e mi strinse a lui e iniziò a raccontare. -Vedi piccola, tutto cominciò cinque anni fa, quando eravamo entrambi due Ninetales, appartenevamo alla stessa specie, e come sai se qualcuno voleva quelle famigerate "nove code" doveva sapersele conquistare. Io ero un esemplare molto vivace, appena evoluto da un piccolo Vulpix, avevo voglia di combattere, di mettermi alla prova, insomma, avevo fretta di esplorare il mondo, di crescere, e appena evoluto mi misi in viaggio, alla ricerca di queste "nove code". Non sapevo cosa mi aspettasse, né addirittura se fossi riuscito a tornare indietro, ovvero se fossi uscito vivo da quella missione quasi impossibile. Dieci anni prima, mio padre tentò, ma non tornò mai più; io ero appena nato e sono cresciuto senza padre per colpa di quel dannato labirinto! Sí, si trattava di una specie di tempio maledetto, nel quale si celavano nove prove, ciascuna collegata alla conquista di una coda, e non solo; alla fine, ottenute le nove code, si poteva anche esprimere un desiderio, qualunque desiderio, e dunque avrei potuto far tornare in vita mio padre! Ero molto impaziente, ma soprattutto deciso a vendicarmi di chi/cosa mi avesse tolto mio padre, quel dannato giorno, dieci anni fa. Mi incamminai verso il villaggio nel quale si trovava il tempio, e lo raggiunsi in circa una settimana di viaggio, chiaramente affrontando una strada molto tortuosa e piena di pokémon selvatici. Arrivato, vi entrai, e diedi inizio alle danze. 1.Prima prova : si dovevano mandare KO dei piccoli Cleffa. Che cosa crudele, pensai, ma dovevo farlo se volevo riavere mio padre, in fondo non dovevo ucciderli, solo mandarli KO. Fu piuttosto facile con la mia nuova mossa, fuocobomba, li mandai KO in un attimo, ma per errore ne uccisi uno...il mio cuore si macchiò di un atto terrificante e mi sentii quasi un assassino; gli altri piccoli, vista la situazione, si suicidarono per il dispiacere, macchiando tutta la stanza della prima prova di sangue. Mi sentivo male, molto male, ma pensai che lo stavo facendo per amore di mio padre. 2.Seconda prova : si dovevano impiccare al soffitto, per le foglie, degli Oddish. Mi dispiacque per quei poverelli che gemevano mentre li legavo con una corda stringendola con le mie mascelle, ma dovevo farlo per mio padre, così procedei, impiccando tutti gli Oddish che trovai in quella stanza. Inutile dire che mi sentivo meschino, sporco, soprattutto quando ebbi finito, quando i piccoli si misero a gemere e a piangere, e dovetti uscire da quella stanza prima di mettermi a piangere anche io. 3.Terza prova : si dovevano sviscerare dei Ditto. Questa fu davvero molto crudele, ma dovetti sempre farlo per mio padre. Presi il bisturi e i peggio coltelli con la bocca e mi misi ad affettare come un pazzo quei poveri Ditto che emettevano urli da ogni dove. Non serve dire che dovetti uscire subito per non sentirmi un essere ripugnante, meschino. Arrivato alla quarta prova mi fermai davanti alla porta e vidi una figura che si muoveva, sembrava stordita, perdeva sangue. Mi avvicinai piccola, eri tu...- -Io?- -Sí, esatto, proprio tu- Era molto strano, non ricordavo tutto questo, neanche il perché fossi in quello stato, ma adesso capivo tutto quel coraggio che aveva avuto nel farmi del male, tutta quella rabbia, era colpa di quel tempio! Ero molto sconvolta e impaurita, ma pregai il ragazzo di continuare a raccontare, e così fece.

-Tentai di avvicinarmi ma tu fuggisti verso la stanza della quarta prova e di te persi ogni traccia, così decisi di seguirti, dopotutto i Ninetales hanno un olfatto molto sviluppato. 4.Quarta prova : si dovevano uccidere dei piccoli Iglybuff appena nati. Questo per me era troppo, davvero, fino a quel momento, man mano che procedevo, compivo azioni sempre più spregevoli, senza preoccuparmi di quei piccoli pokémon indifesi. La scusa era sempre la salvezza di mio padre, ma la verità era che dovevo cercare un alibi per la mia coscienza, una coscienza ormai sporca, che aveva macchiato le mie mani, mani ormai intrise di sangue, e il mio cuore, ormai predisposto a qualunque crudeltà. Purtroppo non mi trattenni e presi quei piccoli Iglybuff e senza ribrezzo feci di loro un mucchietto di carne esanime. Non sarei voluto arrivare a questo, quel tempio era come maledetto! Uscii di corsa da quella stanza, non volevo osservare un secondo di più ciò che avevo fatto...solamente pensando a cosa mi avrebbe aspettato nelle altre cinque prove mi venne un colpo al cuore; non so se avrei continuato...ma io rivolevo indietro mio padre, dannazione! Non sapevo che fare ma provai a proseguire. All'entrata della quinta prova, rividi la stessa figura, una figura che si lamentava, che perdeva sangue. Stavolta riuscii ad avvicinarmi in tempo piccola e ti vidi quasi sfinita a terra...- -Cosa ci facevo lì??- -Me lo chiesi anche io, dato che le femmine non avevano il permesso di intraprendere le prove del tempio, non potevo neanche parlare con te perché eri sull'orlo dello sfinimento, così cercai di salvarti, anche se in un tempio deserto era quasi impossibile. Provai a cercare qualcosa, ma non trovai niente, all'improvviso però tu riuscisti a dirmi che avevi superato le prime quattro prove e che era a causa delle code se eri ridotta in quello stato; in effetti le femmine non potevano avere code, queste per voi erano come veleno, non potevate tenerle. Non sapevo cosa fare, l'unica forse era tagliarti le code, ma ti avrei ferito...purtroppo era l'unica soluzione, così piano piano tentai di tagliartele con le mie mascelle. Ti dimenavi, soffrivi, ma dovevo pur salvarti la vita! Finta l'opera, ti apparve quella piccola fiamma sul collo, simbolo di sconfitta, e le tue code spuntarono a me, e grazie a te ero già ad otto!- -É per questo che mi hai chiamato campionessa vero? Per prendermi in giro; é vero, mi avrai pure salvata, ma perché ieri mi hai fatto del male?!- Persi la calma, mi strattonai dalle sue braccia, ricaddi sul letto e lui si alzò di botto, quasi arrabbiato. Mi guardò un po' con dispiacere, un po' con rabbia, con quei suoi occhi rossi, poi fece qualcosa della quale io avevo molta paura. Aprì di nuovo il primo cassetto e tirò fuori nuovamente quel marchingegno; si avvicinò a me e mi sussurrò all'orecchio : -Vedi piccola, io sto cercando di mantenere la calma, di avere pazienza con te, perché se fossimo già arrivati al dunque, sarei io quello arrabbiato; perciò vedi di fare la brava e di stare tranquilla, che manca ancora il pezzo fondamentale della storia.-
-C...che vuoi farmi? Ti prego no, non farlo, scusami mi sono lasciata prendere, scusami, davvero non volevo!-
-Non preoccuparti piccola non fa tanto male, continueremo domani la nostra storia, quando ti sarai un po' calmata.- E riprese a guardarmi con quel suo sorrisetto diabolico, mentre i suoi occhi rosso fuoco luccicavano nel buio della stanza, e il suo sorrisetto brillava come un diamante nero. Tentò di conficcarmi quel marchingegno di nuovo nel braccio, ma stavolta non avevo la camicia di forza, quindi riuscii a liberarmi di lui, ma non potei uscire dalla stanza, il bastardo l'aveva chiusa a chiave! Mi rifugiai dentro uno di quei vecchi armadi, ma il ragazzo mi trovò e presa una pokeball dalla quale fece venire fuori un Hypno, usò Ipnosi contro di me. Riuscì a rimettermi la camicia di forza, e finito l'effetto di ipnosi si avvicinò di nuovo : -Basta fuggire piccola, domani saprai tutta la storia, e mi raccomando, non fare la birichina come oggi!-
-Ti prego, quell'aggeggio fa male, ti ho già chiesto scusa!-
-Le scuse non servono per ciò che ti racconterò domani...stai tranquilla sentirai solo un po' di dolore- Detto questo mi iniettò per la seconda volta, quel fastidioso liquido rosso, io come al solito piangevo come una matta, e lui come al solito se ne andò sbattendo la porta; anche stavolta erano lo stesso terrore, la stessa paura, gli stessi brividi.

L'indomani tornò, avevo tanta tanta paura. Si sedette sul mio letto e disse :-Oggi non ti toglierò nulla, meglio non rischiare di ripetere ciò che hai combinato ieri...- Mi sentivo in trappola, confusa e impaurita, ma lui aveva ormai ripreso un atteggiamento molto insensibile nei miei confronti, quindi era inutile cercare di persuaderlo. Si sedette come al solito accanto a me e continuò a raccontare. -Arrivati al punto in cui ti ho salvata mia cara, che mi sembra tu non abbia apprezzato, mi mancava un'ultima prova da superare per avere il desiderio; l'ultima prova era contrastare degli esseri umani provvisti di masterball. Entrai in quella stanza, ovviamente ti portai con me, non potevo lasciarti da sola nel tempio. Mi ritrovai faccia a faccia con due allenatori pokémon, che purtroppo non appena entrammo, riuscirono a catturarci. Tentai di liberarmi dalla masterball ma fu impossibile! Successivamente gli umani ci liberarono per stordirci e...- -Fermo, ora ricordo! Ricordo tutto! Ninetales, piccolo mio, sei tu?! Tu sei che quella volta sacrificasti la tua vita per salvarmi dagli esseri umani?!- Il volto del ragazzo fu colmo di gioia, ma nel profondo nascondeva dolore. -Però per quale motivo ce l'hai con me?!Non capisco...- dissi io in lacrime. -Vedi piccola il fatto é che dopo sono succede tante cose, fammi finire la storia, dunque; dopo averci liberato, quegli allenatori ci hanno stordito con lo stesso liquido rosso che ho iniettato a te, ci hanno chiusi in gabbia, e noi siam stati tutta la notte intrappolati nel picco del tempio, erano bracconieri! Solo allora capii cosa ne era stato di mio padre, il tempio pokémon era solo una farsa ideata da due bracconieri, che vedevano morire migliaia e migliaia di pokémon, sia quelli usati per le prove, sia chi falliva, ma allo stesso tempo ottenevano i più forti, ovvero quelli che arrivavano in cima, poi li catturavano e li stordivano, per usarli in lotte pokémon illegali, dunque erano stati quei bastardi ad uccidere mio padre! Cercavo vendetta, ma allo stesso tempo c'eri tu vicino a me in quella gabbia, tu, che stavi per morire...volevo salvare mio padre é vero ma io mi ero innamorato di te!- Finita la frase il ragazzo scoppiò in lacrime, alzandosi di botto e coprendosi il volto con le mani. -É per questo che mi odi? Mi odi perché invece che tuo padre hai salvato me? Mi odi perché per colpa mia non lo hai più potuto vedere?- Il ragazzo si asciugò le lacrime e con tono minaccioso si voltò verso di me. -No, non è assolutamente questo, io sono molto arrabbiato con te perché dopo ti sei comportata da codarda!- -Non capisco, ti prego calmati, cerca di continuare, se non so come finisce come faccio a parlare?- Era troppo agitato, troppo, non riusciva più a parlare; con mia grande paura aprì di nuovo il cassetto del famigerato mobile bianco, e di nuovo mi si presentò davanti agli occhi quel dannato marchingegno, lo odiavo. Basta era troppo, non ce la facevo più, oltretutto avevo ancora la camicia di forza e non potevo muovermi, dannazione! Erano tre giorni che vivevo in quell'inferno, e purtroppo adesso sarebbero diventati quattro...avevo tanta paura; il cuore mi batteva come non aveva mai fatto e i brividi freddi mi trapassavano il corpo. Il ragazzo si avvicinò come al solito con quel dannato marchingegno in mano, sussurrandomi :-Piccola, vedi man mano che la storia continua capisci più cose, peccato che domani la festa finirà-. -Finirà? Che hai intenzione di fare?! Ti prego lasciami stare, io non ho fatto niente, non capisco!- Scoppiai in lacrime come al solito ma stavolta lui non ebbe compassione alcuna :-Questa sera fa un po' più male piccola, ho aumentato la dose, domattina fatti trovare pronta che ci sarà un sorpresa per te- Con la solita risatina malvagia, si avvicinò sempre di più, sempre di più, poi mi prese il braccio: -Lasciami stare! Ti scongiuro! No, no ti prego!- -Shhh su stà buona!- e l'ago mi trapassò la carne; di nuovo quel dolore immenso, quell'ardore, di nuovo mi addormentai, avrei passato ancora un'altra notte in quell'inferno. Mi svegliai con la più profonda delle paure addosso, ma...in un'altra stanza! Al centro c'era un enorme tavolo di acciaio, ci ero legata sopra! Cercai di dimenarmi, ma con quella camicia di forza era impossibile muoversi. Puntualmente entrò lui: -Eccoci qua piccola, spero che sarai a tuo agio ancora per un po', perché appena finita la storia ci sarà una bella sorpresa per te- -C...che vuoi farmi?!- -Tranquilla non sentirai dolore, é una cosa leggera, dopo vedrai.- E cacciando la solita risata diabolica continuò a raccontare. -Dunque, siamo arrivati al punto in cui al mattino i bracconieri arrivarono per metterci alla prova, aprirono per prima la mia gabbia, credendomi stordito, ma io, agilmente gli sferrai contro il più potente dei miei Fuocobomba, uccidendoli. Purtroppo però non sapevo come uscire dal tempio, dannazione, ma con mio grande stupore mi vidi spuntare la nona coda. Successivamente apparve un Jirachi che mi chiese di esprimere un desiderio; io a quel punto non sapevo che fare, ma volevo solo salvarmi, quindi decisi di portare in salvo me e te. Così fece, ma voleva qualcosa in cambio; non avendo nulla da dargli decise lui, sarei diventato un essere umano!- -É per questo allora che mi odi?- -No piccola, no, il motivo é un'altro; appena salvi, ormai io ero diventato un essere umano, mentre tu eri ancora un Ninetales; io ti amavo, tanto, così ti chiesi di diventare mio pokémon, ma tu rifiutasti il mio amore perché volevi essere libera. Quando hai rifiutato é nato in me l'odio più profondo; sono tornato nel tempio, ho studiato ciò che avevano lasciato i due allenatori, ho imparato a produrre questa sostanza e a catturare pokémon, aspettando il giorno in cui mi sarei vendicato, di TE!- Detto questo tirò fuori altri cinque di quei marchingegni, che stavolta erano il doppio di quelli che aveva usato fino ad adesso. Il liquido stavolta era blu, non prometteva niente di buono, ero nel terrore più totale. -Ti prego non farmi del male! Io non ricordo tutto questo, insomma se mai l'ho fatto ora sono pentita! Davvero!- -Non serve a nulla pentirsi adesso piccola, per colpa tua ho perso mio padre, sono diventato un essere umano e non ho più trovato l'amore! Ti volevo regalare quella gemma focaia ma evidentemente l'avresti rifiutata, io ti ho osservato per tutto il tempo, quel giorno che hai ucciso quel Fearow ti è nata la nona coda, tu sei stata fortunata, perché solo dopo le femmine di Ninetales hanno potuto avere le code; peccato che tu sia svenuta e il tuo desiderio l'ho usato io per farti diventare come me! Adesso siamo uguali, siamo insieme, ma io lo so che non mi ami, perché se non mi amavi prima, non mi ami neanche adesso!- -Chi te lo dice? Ti prego farò tutto quello che vuoi, ti amerò ok ma non farmi del male, ti supplico!- -Se mi ami perché ti faccio paura non è vero amore, tu, adesso, morirai, che ti piaccia o no.- Alla pronuncia di quelle parole, il mio cuore iniziò a battere ad un ritmo esagerato, il mio respiro divenne affannoso e i miei occhi iniziarono a piangere, ma era inutile continuare a pregare, quel ragazzo ormai era arrivato al punto di odiarmi con tutto se stesso, e non mi avrebbe liberato. Si avvicinò a me con quel ghigno malefico e prese uno dei cinque marchingegni conficcandomelo nel braccio sinistro. -Senti come fa male, questo blu è speciale sai? Cinque dosi e mia cara ci saluteremo.- -Noo fermo ti prego! Ahi fa male!- Inutile piangere, non serviva più a nulla, ero destinata a morire. Prese la seconda, al braccio destro, la terza sulla pancia, la quarta tra le gambe, la quinta, nel cuore; il veleno entrò in circolo ed io dissi addio al mondo. Non contento di ciò, anzi, ripensando a tutte le cattiverie compiute dopo aver messo piede in quel tempio, si suicidò anche lui. Eccoci qua, alla morte siamo tornati ad essere due Ninetales, ma ormai siamo solo due anime, la sua, che ancora mi tormenta, e la mia, che soffre incessantemente, e che soffrirà in eterno.
  
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