Ciao a
tutti ecco una storia priva di senso. Tutto è nato da un sogno che o fatto
recentemente e ho trasformato il mio sogno in quello di Gerard. Non credo sarà una storia particolarmente lunga, al massimo una
decina di capitolo! è talmente fuori di testa che
spero piaccia!
Discriminate: Gerard Way e gli
altre MCR non mi appartengono e non scrivo ne a scopo lucro ne per
screditarli!
Questa è la risposta ai commenti lasciati per l’ultimo capitolo di I’ll Never Hurt You, Honey…
ci tenevo a rispondervi:
ElfoMikey: ebbene
si quella storia è finita ma credo che questa non te
la farà rimpiangere! Si sono di Modena, di Pescarola, sotto il comune di Prignano
(tanto non lo conosce mai nessuno il mio povero paesello…) però vado a
scuola a Pavullo, anche tu sei di Modena vero? Siamo compaesane! Un bacione bello grande e bello
affettuoso, lasciami un commentino mi raccomando! Tv1kdB XD !!!!
Ex_90: grazie per avere commentato, sono
contenta ti sia piaciuta però devo farti una domanda…
cosa è netlog? Non ne ho idea quindi non saprei come
aggiungerti (a cosa poi…) quindi ti sarei molto grata se tu mi informassi, mi piacciono queste cose! Bacioni
grandi e grossi, dimmi che ne pensi di questa!
My
Chemical Vavvy: ciao anche a te!
Grazie per avere
commentato, ti sono riconoscente! Detto questo ti fo
una brutta notizia: questa non è una Frerard mi
dispiace ma spero ti piacerà comunque (comunque in futuro ci sarà sempre posto
per una Frerard!) dimmi comunque cosa ne pensi, ci
tengo! Bacini!!!
Detto questo
vi lascio alla lettura, un bacio a tutte!!
The Black Parade
will never
die…
Prologo: it’s just a
dream?
Aprì gli
occhi, non riconosceva il posto in cui si trovava. Li
richiuse, stropicciandosi le palpebra e provò a riaprirli, ma niente.
Il posto
era stranamente cupo, nuvoloso, e quella che sembrava neve cadeva fine
dalle grande nuvole grigie.
Gerard si
fermò, alzando il viso al cielo.
Non era neve, era cenere…
Allungò
una mano davanti a se come per catturare un fiocco di fuliggine ma quella era
così sottile che si sgretolò nelle sue mani. Rimase impressionato da quell’area semideserta in cui aleggiava un gran
silenzio.
Si incamminò
lungo la strada scoscesa, non si ricordava nemmeno come ci era arrivato in
quella landa desolata. Cercò di ricordare ma niente,
forse aveva bevuto troppo? No, lui non beveva da
anni, perché ritornare a ubriacarsi proprio ora?
Che fosse
uno scherzo idiota?
Si era la
cosa più sensata di tutte.
Ma infondo
in quel luogo nulla era sensato. Si guardò nuovamente attorno
cercando di orientarsi, quel luogo era così strano ma anche così
famigliare…
“forse
dovrei mettermi fermo in un luogo e aspettare…” disse sottovoce
riflettendo.
Da lontano
però scorse la sagoma di una città, lontana ma
riconoscibile, avvolta da un fitto mantello di nebbia che lasciava visibili
appena le sagome spettrali degli edifici e le cime dei palazzi.
Ennesima ipotesi:
ma gli avevano sciolto qualcosa nell’acqua e si ritrovava in qualche
paradiso chimico?
Effettivamente
qualcosa di chimico c’era… però… no
era solo una sua impressione di certo, era impossibile che fosse così…
solo che…
A distrarlo
dai suoi pensieri fu un rumore dietro a una roccia,
per la precisione un singhiozzo. Si avvicinò e accovacciata per terra vide la
cosa più bella sulla quale avesse mai appoggiato gli
occhi: una ragazza, avvolta in un vestito rosso scuro e nero.
Aveva la mani, tinte di smalto nero, al viso, e i lunghi capelli
platino ricadevano lungo la schiena e le nascondevano il volto.
“perché te ne sei andato mio signore…” continuava
a ripetere sotto voce, mentre le spalle erano scosse dai tremiti. Era in
ginocchio, sopra ai sassi e Gerard non potè fare a
meno di chiedersi come ci riuscisse.
Il vestito
lungo, stile ottocentesco, era largo nella gonna rossa con del tulle nero
sotto, e la vita e il petto erano stretti in un corsetto rosso, con sopra del
pizzo nero, lasciando scoperta la scollatura, le spalle e parte della schiena dalla
pelle diafana. Al collo non portava nulla, ne gioielli
ne altro, eccetto un piccolo diadema fra i capelli, fatto di pietre nere e
diamanti. Alla mani sinistra portava un anello, di
quelli da fidanzamento, e sicuramente stava piangendo il fidanzato o morto o
che l’aveva lasciata li.
Gerard la
guardò attentamente, come si poteva lasciare una creatura di così rara bellezza
e indubbia fragilità?
Non riuscì
a resistere oltre, e si avvicinò lentamente come per non spaventarla. Lei,
uditi gli anfibi di Gerard scricchiolare alzò il viso su di lui e lo guardò
attentamente.
Gerard si
raggelò dentro a quei grandi occhi grigi, e per alcuni
minuti regnò il silenzio, poi lei si alzò e sorridendo gli corse incontro
gettandogli le braccia al collo.
“Lo
sapevo che sareste tornato, mio signore…” disse
stringendolo forte a se mentre Gerard tentava di capirci qualcosa.
Arrossì appena,
trovarsi con al collo una ragazza che avrà avuto si e
no dieci anni meno di lui lo lasciò un attimo sorpreso e vagamente contento “Ma
ci conosciamo?” chiese guardandola mentre lei si staccava dal suo collo. Avrebbe
preferito che lei rimanesse li abbracciata a lui, ma
almeno prima preferiva sapere che era.
Lei gli
prese le mani e si allungò verso di lui per baciarlo ma quando ormai Gerard
sentiva il suo respiro caldo sul viso sei si ritrasse rapidamente, guardandogli
le mani.
Gli toccò
la fede, che brillava del suo giallo oro.
“vi
siete sposato durante la vostra assenza a quando vedo”
disse ferita lasciandogli le mani e allontanandosi di qualche passo “e
avete anche cambiato i vostri capelli…”
Gerard non ci capiva più niente “sinceramente, io non credo di averti mai
vista in vita mia…” disse lui mentre la ragazza si sedeva di
spalle, su una roccia.
Oddio era
riuscito a farla piangere ancora, oh no…
“ma come non vi ricordate di me, mio signore? Io sono la vostra promessa sposa!” disse lei affondando di nuovo
il viso nelle mani “Non vi piaccio più, forse?”
Gerard ci
rimase, perdonatemi il termine, di merda.
“tu…
sposa… mia?” chiese sconnettendo il cervello “deve esserci un errore… mi spieghi chi sei tu? Ma soprattutto chi sono io perché non ci capisco più nulla
quindi mi servono delucidazioni” addirittura pensava di essersi
dimenticato di se, Gerard Way, cantante dei My Chemical Romance…
“io
sono Eryn” disse lei voltandosi verso di lui
con ancora i segni del trucco colato che le enfatizzavano gli occhi rossi “voi
mi avete scelta come vostra sposa, e voi siete Gerard” Gee tirò un sospiro di sollievo che però durò poco viste le
ultime parole pronunciate dalla ragazza “il signore della Parata Nera…”
“il
signore della Parata Nera?” era ovvio che si trovava
davanti a una fan particolarmente isterica, ormai.
“si certo… voi regnate su questo mondo” disse lei
confusa “avete per caso smarrito il senno?”
“smarrito
il che?” Gerard si portò una mano alle tempie “smettila di darmi
del lei i fa sentire vecchio”
“ma non posso marcarvi di rispetto” disse lei continuando a
guardarlo ferita “allora avete trovato una sposa più bella di me?”
Dire che
LynnZ era più bella di lei era una bestemmia “non
più bella di te si certo…” disse Gerard quasi senza rendersene
conto “hai un telefono, vorrei avvertire Mikey,
o Frank affinché non si preoccupino…”
“un… cosa?” chiese lei perplessa “Frank comunque è qui nella zona, stava facendo un giro per
vedere se c’erano nuove anime da raccogliere…”
Gerard ci
rinunciò a capire, e avvicinandosi le scostò una ciocca quasi bianca dal viso,
sorridendole “mi dispiace di non ricordare una tale bellezza” Dio come era banale, ci stava provando come un liceale!
Lei
sorrise un po’ rincuorata dal tocco leggero delle dita di Gerard fra i
suoi capelli, poi con un fil di voce chiese “posso
abbracciarvi per favore?”
Gerard
annuì lentamente e la ragazza gli rimise le braccia al collo stringendolo a se,
mentre Gerard la stringeva un vita, annusando il suo
profumo di miele. Una ragazza che valeva la pena di chiamare Honey, finalmente.
“anche se non vi ricordate, io mi ricordo di voi, e mi siete
mancato tanto…”
Gerard non potè replicare perché si ritrovò
strappato via dalle braccia della ragazza, che lanciò un flebile grido sorpreso,
e scaraventato a terra, con la lama di una spada a tre centimetri dal naso.
Guardò la
figura che lo aveva lanciato e riconobbe Frank che lo
guardava basito.
“i-io…”
prese a balbettare mentre cercava di rimettere la
spada nel fodero, ma non ci riusciva, gli tremavano le mani “chiedo
perdono!” disse riuscendo a rinfoderare la spada e gettandosi in
ginocchio “Non mi avevo riconosciuto e siccome voi stesso mi avete
incaricato di proteggere la madama da tutti i possibili corteggiatori io l’ho
protetta, ma voi potete toccare e io… io vi chiedo di essere ucciso
rapidamente”
Si, erano
uno sporloquo alla Frank,
non c’era dubbi.
“alzati,
imbecille” disse Gerard mettendosi a posto la giacca e togliendosi la
polvere dai pantaloni “ma che ti sei messo?” chiese poi
guardandolo: indossava la divisa da parata, quella che di solito portavano a suonare.
Decisamente era una cosa anomala, Frank detestava
quella divisa…
Frank
dal canto suo si guardò attentamente poi disse “voi
mi avete incaricato di vestirmi così…”
“ma cosa è questa mania di parlare e dare del voi? Una nuova
moda?”
Frank
scambiò uno sguardo con Eryn e quella disse “ha
perduto la memoria”
Frank
rimase un attimo confuso, come se gli fosse caduto in testa un delfino dal
cielo poi disse “è meglio chiamare Raymond, lui
saprà che fare….”
Note di
fine capitolo…
E
allora che ne dite? Eh? La continuo?
Ditemelo in tanti per favore, ci tengo a saperlo.
Questa
storia è dedicata alla mia cara amica ElfoMikey, che
ha sempre commentato le mie storie e l ringrazio
davvero di cuore e all’Arianna, una mia compagna di classe che adora in
modo davvero tutto suo il Porcellino Amoroso (ovvero il modo in cui chiamiamo
Gerard Way)
A presto,
Chemical Lady!!