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Autore: Thiana    27/10/2013    10 recensioni
Quando tuo padre è l'ubriacone della città e tu hai solo quindici anni, non è divertente trovarlo seduto sul tronco di un albero. A tre metri da terra.
Quando hai vent'anni e gli alberi sono diventati tetti già da un po', ti chiedi quale sia il prossimo passo.
Quando hai trent'anni, l'appuntamento sul tetto è una volta al mese.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Wade Kinsella
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«When your dad's the town drunk,you get used to climbing roofs, that's all. It doesn't mean anything.»

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Quando tuo padre è l'ubriacone della città e tu hai solo quindici anni, non è divertente trovarlo seduto sul tronco di un albero. A tre metri da terra.
Quando hai solo quindici anni e devi farlo scendere senza che si faccia male, te ne freghi se ti sbucci un gomito contro la corteccia.
Perché, quando hai solo quindici anni e ti chiami Wade Kinsella, l'unica cosa che ti rimane è quel tuo stupido e ubriaco padre seduto su un albero.
 
Lo fai scendere, parlandoci e cercando di non fargli far male. Un piede lì, un appoggio là, un insulto qua.
Lo fai scendere e lo porti a casa, sistemandolo a letto e ascoltando le frasi sconnesse che dice tuo padre. No, che dice Earl.
Perché se lo chiami così puoi almeno fingere che in quei momenti quello sia 'solo Earl', non tuo padre. Ma chi vuoi prendere in giro? Sai bene che quello è tuo padre e lo sarà sempre.
«Lei non l'avrebbe permesso» ti pare di capire tra le frasi biascicate da Earl.
Ma lei è morta, e non è lì con voi. Con te.
Un piede messo male fa capitolare entrambi a terra e per evitare che tuo padre sbatta il viso cerchi di proteggerlo, ottenendo solo un lancinante dolore alla spalla.
E lui ovviamente si è preoccupato di non far cadere la bottiglia di bourbon che stringe tra le dita.
Provi a metterlo a letto ma nonostante la tua forza, il corpo di tuo padre è troppo pesante, così lo lasci sul pavimento dell'ingresso.
«I'm crossing you in style someday» Lo senti cantare con voce tenebrosa che non si avvicina neanche un poco all'originale, ma riconosci subito la canzone. Quella stessa canzone che tua madre ti ha cantato tutte le volte che glielo hai chiesto, al buio della tua stanza. Sempre, finché non se ne è andata.
Lo guardi dall'alto, stringendo i denti, perché non vuoi piangere. Provi almeno a sfilargli la bottiglia dalle dita, ma lui ti manda via e grugnisce qualche parola sconnessa.
«Oh, dream maker, you heart breaker» continua, e in tanti anni tu non hai mai pensato che lui potesse conoscere le parole della canzone.
«Papà, dammi la bottiglia! » tenti ancora, tirandola senza troppa convinzione.
«Hai i suoi stessi occhi, Wade. Identici. Jesse. Dov'è Jesse? »
E tu stringi i denti fino a morderti la lingua, perché vorresti non avere gli occhi come tua madre. E perché come glielo dici, a tuo padre, che il figlio se ne è andato lasciando a te il compito di occuparti di lui?
 
 
Quando hai vent'anni, tutti i tuoi amici sono al college e tuo padre è l'ubriacone della città, impari a scalare i tetti, per farlo scendere senza che si faccia male.
Quando hai vent'anni e gli alberi sono diventati tetti già da un po', ti chiedi quale sia il prossimo passo.
Quando hai vent'anni, speri con tutte le tue forze che il prossimo passo non sia un passo nel vuoto, un passo verso l'abbraccio della morte.
 
E allora tenti disperatamente di trovare una soluzione e un giorno in cui sei maledettamente vicino a salirci tu, su quel tetto, allunghi una mano verso tuo padre e comincia a cantare una canzone -quella canzone!- con la voce roca: «Moon river, wider than a mile. I'm crossing you in style someday».
E quando il giorno dopo, lavorando mezzo nascosto sotto il motore di un auto dal meccanico di Bluebell, senti i pettegolezzi sul vecchio Earl e la voce gentile di qualcuno che non riconosci dire che se non fosse stato per il figlio da un pezzo sarebbe morto, capisci che ora è quello il tuo compito.
Tenere tuo padre fuori dai guai, assicurarti che non faccia stupidaggini e che non si ammazzi.
Lavori fino allo sfinimento, imparando a fare l'elettricista, il meccanico, il carpentiere e qualsiasi lavoro la città offra; quando vai a casa di tuo padre, però, lasci sempre scivolare qualche banconota nelle tasche dei jeans sporchi e logori, perché vuoi che tuo padre mangi.
 
 
Quando hai trent'anni, l'appuntamento sul tetto è una volta al mese.
Quando hai trent'anni e tuo padre i soldi te li chiede, tu chiedi a te stesso se avresti potuto fare altro: ma ti consoli sapendo che non l'hai abbandonato come ha fatto Jesse.
Quando hai trent'anni e le persone che ami ti guardano dal basso della strada, sai che l'unica cosa da fare è cantare quella dannata canzone che ti ricorda tua madre, senza mostrare a Earl che, dopotutto, ci conti su quell'appuntamento, perché significa che tuo padre è ancora vivo.

 

 

 

 

 

Le frasi in corsivo sono citazioni della canzone Moon River. Per chi non l'avesse mai visto, è una canzone di Colazione da Tiffany. E' la prima volta che scrivo nel fandom di Hart of Dixie, e scrivere di Wade mi sembrava un bell'approdo. Come sappiamo sua madre è morta quando lui era ancora un ragazzino, e Earl si è leccato le ferite bevendo. 

   
 
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