Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: CharlieBb    14/04/2008    5 recensioni
-La canzone... è per lui, vero?-. Frank aspirò il fumo, Gerard sospirò. -Sì- -Non voglio che tu soffra, Gee... nessuno di noi lo vuole- mormorò Frank, guardando timidamente l'amico. -Lo so, Frankie, lo so-
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Helena



-Gee...-
-Oh, Frankie, sì...-
Sospiri spezzati si levarono dai due corpi nudi e sudati, mentre i due cuori riprendevano lentamente il loro usuale battito. Frank si accoccolò tra le braccia del suo amante, un piccolo sorriso soddisfatto sulle sue labbra, socchiudendo gli occhi nocciola e beandosi dell'odore del corpo accanto al suo. Odore di uomo, odore di sesso. Odore di Gerard.
Gerard tirò su il lenzuolo, avvolgendo se' stesso e il compagno, stringendo poi Frank al suo petto e prendendo ad accarezzargli dolcemente i capelli castani.
-Gee...-
-Sì, Frankie?-
-Ti amo...-
Gerard sorrise e lo baciò.
-Anche io ti amo-. E insieme scivolarono tra le braccia di Morfeo.


*
Quando Frank aprì gli occhi, Gerard non era più accanto a lui. Controllò l'orologio sul comodino e non si stupì più di tanto nel vedere che segnava ancora le sei del mattino. Da un pò di tempo Gerard si alzava presto, prestissimo, e andava a sedersi fuori, in veranda, con una tazza di caffè fumante in mano. Portava sempre anche le sue sigarette e il quaderno che usava per disegnare o scrivere. E restava lì, in silenzio, ad ascoltare il rumore del vento e del suo cuore, in attesa del momento giusto e del soggetto giusto per poter scrivere.
Era ormai passato un anno dalla loro prima volta insieme, un anno bellissimo, pieno di risa e divertimento, ma anche di problemi. Matt. Sempre lui a polemizzare, sempre lui a contrariare gli altri, sempre lui che sbottava e se ne andava, mollandoli nel bel mezzo delle prove.
Nulla di nuovo, insomma. Frank si alzò, infilò i jeans che aveva lasciato cadere sul pavimento la sera prima insieme alla sua felpa preferita, quella di The Nightmare Before Christmas, nera con la faccia di Jack stampata sul retro, e una manciata di zucche bianche e arancioni sulle maniche.
Scese di sotto, cercando di fare meno rumore possibile in modo tale da non svegliare gli altri, e filò dritto in cucina per servirsi del caffè. I ragazzi dormivano ancora -erano solo le sei, dopotutto!- e avrebbero continuato a dormire per un bel pezzo ancora, così fece con calma, e dopo un pò uscì nella veranda dove sapeva avrebbe trovato il suo uomo.
Già, il suo uomo. Stavano insieme. Gerard era suo, e lo sarebbe stato sempre.
Lo trovò seduto sullo scalino, la tazza di caffè poggiata per terra accanto a se' e il quaderno in mano. La sigaretta tra le labbra continuava imperterrita il suo percorso, mentre la cenere minacciava ormai di cadere. Ma Gerard non sembrava accorgersene. Era immerso nei suoi pensieri, in quel mondo tutto suo fatto di musica, frasi e colori, il mondo in cui si rifugiava quando aveva bisogno di liberare la mente, quando voleva scrivere.
E quando era in quel piccolo mondo perfetto, Gerard si eclissava.
Lasciava il mondo "normale", si estraniava fino al punto di non sentire neanche i rumori prodotti da ciò che lo circondava. Si immergeva nel suo universo parallelo dove esistevano soltantanto la musica, i sentimenti e i colori.
E Frank pensava che in quei momenti Gerard fosse davvero adorabile.
Rimase immobile sulla soglia, la tazza calda in mano, attento a non fare il minimo rumore per non disturbare il suo amante mentre era alle prese con le sue creazioni. Rimase semplicemente immobile a fissarlo, perchè era proprio in quei momenti che Gerard metteva a nudo la sua anima, che si mostrava per ciò che era realmente.
Un artista. Un'anima al tempo stesso fragile e forte, un'anima creativa.
Frank rimase immobile e in silenzio per un tempo indefinito, per quelli che avrebbero potuto essere secondi ma anche ore. Gerard, intanto, scarabocchiava sul suo quaderno, preso probabilmente dall'ispirazione, e solo quando terminò il suo lavoro alzò gli occhi dal foglio per rilassarsi e accendere un'altra sigaretta, dato che la precedente gli era morta tra le labbra.
Quando si voltò per prendere il pacchetto vide la figura del suo amante sulla soglia, attento, e sorrise dolcemente.
-Da quanto sei qui?- domandò invitando l'altro a sedersi accanto a lui. Frank bevve un sorso di caffè e lo sputò, schifato, nel vaso della pianta più vicina.
-Abbastanza perchè il caffè si sia freddato- rispose prendendo posto sul gradino. Gerard lo attirò a se' e lo baciò, dolcemente.
-Buon giorno- mormorò sulle sue labbra facendogli il solletico con le proprie. Frank rise.
-Che stavi facendo?- domandò, interessato, prendendo una sigaretta dal pacco di Gerard. L'altro accese le due sigarette, lasciò l'accendino nero per terra e prese il block.
-Uno schizzo, in effetti- rispose rigirandosi il quaderno tra le mani. Frank sorrise, incoraggiante.
-Eh, bè... diciamo che ho avuto un'idea- continuò il cantante aprendo il block e mostrando all'altro il disegno che aveva appena abbozzato.
-E' bello, Gee...- Frank lo guardò meglio, -ma perchè hai disegnato un uomo e una donna insanguinati?-
-Ecco... l'idea per il cd è questa, trattare la storia di due amanti, una storia che non vedrà un lieto fine. Potremmo trattarla, con le canzoni, seguendo una specie di percorso delle loro vite. Ma è solo un'idea...-
-E' fantastico, mi piace- lo interruppe Frank porgendogli il quaderno. Gerard sorrise, l'espressione felice mista a sorpresa.
-Davvero?- domandò sottovoce. L'altro annuì vigorosamente.
-Sì, davvero- rispose poco prima di baciarlo.


*
-Vado io!- urlò Mikey dal salotto di casa Way precipitandosi poi ad aprire la porta.
-Ciao nonna!- esclamò, felice, facendo entrare la donna e aiutandola a togliersi il cappotto. Jamia, dietro di lei, sorrise, amabile e dolce come sempre, mentre Frank le correva incontro e l'abbracciava calorosamente. Insieme, i quattro si spostarono in cucina dove trovarono Gerard alle prese con i fornelli e Brian seudto a guardarlo, mentre tratteneva le risate.
-Gee, guarda chi è arrivato!- esclamò Frank sorridendo. Gerard decise che la sua lotta contro il Maledetto Fornello Che Non Voleva Accendersi avrebbe potuto aspettare qualche minuto e così chiuse il gas, sotto gli occhi divertiti di tutti i presenti, e si diresse a salutare gli ospiti, accompagnato dalle risate del suo manager.
Abbracciò Jamia regalandole un bacio e un sorriso, e poi strinse forte sua nonna, baciandola su entrambe le guance.
-E' bello vedervi!- esclamò, -E tu! Smettila di ridere!- disse poi rivolto a Brian, che non riusciva a smettere di pensare alla lotta tra Gerard e il Maledetto Fornello.
-Agli ordini, capo!- rispose il manager, continuando a sorridere. Frank pensò che se avesse continuato in quel modo presto gli sarebbe venuta una paralisi facciale, e allora non avrebbe più potuto smettere di ridere per il resto della sua vita.
-Quando si mangia? Ho fame!- disse Mikey sedendosi a tavola, impaziente.
-Aspettiamo che Ray torni con Christa, Mikes- rispose prontamente Gerard facendo accomodare le due ospiti e servendo un bicchiere di vino per tutti.
Neanche dieci minuti dopo il campanello di casa Way trillò ancora e Frank andò ad aprire, tornando poi con il riccio e la sua ragazza. Dopo i saluti, erano tutti pronti per sedersi a tavola. Tutti tranne uno.
-Mikes, va a chiamare Matt, per favore- disse Gerard, che intanto era riuscito a vincere la sua lotta contro il Maledetto Fornello e aveva riscaldato la fonduta.
-Ma perchè io? Vacci tu!- disse Mikey, scocciato. Lui non aveva la minima intenzione di andare a chiamare quel rompiscatole di Pelissier, proprio non voleva farlo, e non l'avrebbe fatto, no.
-O vai a chiamare Matt o resti senza cena, Micheal James Way. Per non parlare poi della macchina del caffè...-. Negli occhi di Gerard si accese una scintilla inquietante, e non appena la vide Mikey capì che il fratello non stava scherzando. Si alzò e corse di sopra, tornando poco dopo con il batterista, immusonito e scontroso come sempre.
Dopo che Matt ebbe salutato gli ospiti -o meglio, dopo che ebbe rivolto loro qualche grugnito in segno di saluto- presero posto e iniziarono a mangiare, con gran sollievo di Mikey.
La cena trascorse tranquilla, senza troppe tensioni, tra sorrisi e parole gentili. Solo Matt restava in silenzio, chiuso nel suo mondo, estraneo a tutto il resto. D'altronde, che cosa poteva importare a lui della vita di Jamia o di Christa, che gliene fregava se la signora Lee Rush aveva comprato una nuova tovaglia natalizia? Niente, niente di niente.
Quindi tutti diedero una mano a sparecchiare, persino Matt -che fece il minimo indispensabile e andò a rintanarsi in salotto un momento dopo-, e Jamia e Christa si adoperarono per preparare il caffè.
Gerard e Frank avevano intavolato una discussione sulla saga di Harry Potter, e mentre il primo ribatteva la sua tesi ("E' solo un dannatissimo libro per bambini, la classica favola della buonanotte!"), il secondo difendeva i libri a spada tratta ("Non è solo un dannatissimo libro per bambini, Gee! Harry è un libro pieno di psicologia e pezzi di vita reale, con tutti i problemi che un adolescente può affrontare!"). Intanto Brian, Mikey e Ray avevano praticamente le scatole piene di quella discussione ("Sì, perchè un adolescente normale affronta draghi e fa magie, vero?" "Zitto, non capisci niente!"), e preferivano parlare di musica, di artisti e di band, cose piuttosto normali.
Ray ogni tanto si voltava a guardare la sua ragazza, quella brunetta dolce e simpatica, e si incantava a fissare ogni suo movimento, mentre preparava tranquillamente il caffè e chiaccherava placidamente con Jamia.
Quando il caffè fu pronto presero tutti posto in salotto, dove sorseggiarono il liquido caldo conversando e chiaccherando del più e del meno, fino a che l'ora fu tarda e arrivò il momento di andare a casa.
Ray uscì per primo insieme a Christa, per riaccompagnarla a casa. Frank e Jamia li seguirono, preferendo però fare due passi e dedicandosi del tempo per parlare e raccontarsi tutto quello che avevano fatto durante il periodo che avevano trascorso separati. Infine Gerard si offrì di accompagnare sua nonna a casa, anche perchè Mikey era un pò troppo ubriaco per farlo. Il vino aveva un certo effetto, su suo fratello.
Lasciò Brian, Matt e Mikes a casa, e salì in auto per arrivare fino a casa di Elena. Durante il tragitto parlarono molto, nonna e nipote, soprattutto dei progetti di Gerard per il futuro, progetti che comprendevano la musica e un nuovo album.
Quando l'auto si fermò di fronte quella casetta graziosa, Gerard notò che le luci erano accese.
-Aspetta in macchina, vado a controllare che sia tutto a posto- disse alla donna, che annuì e si slacciò placidamente la cintura di sicurezza. Quando Gerard arrivò davanti la porta e provò ad aprirla la trovò chiusa a chiave e la aprì, addentrandosi piano e senza fare rumore. Dopo un giro veloce e infruttuoso, fece cenno a sua nonna di raggiungerlo.
-Non c'è nessuno, devi aver dimenticato le luci accese- le disse quando furono entrambi dentro casa. Lei annuì.
-E' possibile, Gerard. Ero uscita prima che Jamia venisse a prendermi, avrò fatto in fretta e sicuramente ho dimenticato di spegnerle-
-E dov'è che eri andata, tu?- domandò allora il ragazzo con fare scherzoso. Ma quando incontrò gli occhi della donna il suo sorriso si spense all'istante.
-Gerard, devo dirti una cosa...-


*
-Ma dove diavolo è finito?! Io lo ammazzo! Non risponde neanche al cellulare!-
-Calmati Frank, vedrai che è tutto a posto- intervenne Brian, tentando di fermare il fiume di parole miste a insulti che fuoriusciva dalla bocca del chitarrista. Mikey era immobile, seduto sul divano, e la scena gli sembrava solo un terribile dejà-vu. Matt era in piedi, l'aria piuttosto calma, o forse era solo indifferente, mentre Frank camminava su e giù per la stanza, nervoso, irrequieto.
-Era tranquillo, era calmo, era qui! E ora non si sa più dove diavolo si sia andato a cacciare!- urlò ancora in evidente stato di agitazione. Ray non disse nulla, si limitò a guardarlo con aria pensierosa.
-Vedrai che è tutto a posto!- ripetè Brian dando a Frank una pacca sulla spalla. Ma non bastò a calmarlo.
-Può darsi che sia ancora a casa di mia nonna...- disse allora Mikey con tono poco convinto, e lo ripetè come a voler convincere se' stesso e gli altri.
-Vedi, Mikey ha ragione. Potrebbe essere ancora dalla signora Lee Rush-
-E allora perchè non la chiamiamo?- sbottò Frank che, quando ricevette sguardi e occhiate titubanti, riprese a parlare.
-Ve lo dico io perchè non la chiamiamo! Non la chiamiamo perchè Gerard potrebbe anche non essere lì!-
In quel momento si udì il rumore di chiavi nella toppa, e la porta si aprì e si richiuse dolcemente. Tutti attesero.
E Gerard fece capolino dalla porta del salotto, e li guardò tutti, uno per uno. Sembrava stanco.
-Ciao ragazzi... come mai ancora in piedi?- domandò solamente, la voce bassa. Brian e Mikey sospirarono di sollievo, mentre Frank gli si lanciava addosso e lo abbracciava violentemente.
-Non fare mai più una cosa del genere, Gerard, mi hai capito?! Ci hai fatto preoccupare, tutti quanti! Perchè avevi il cellulare spento? Dove sei stato? Che cosa hai fatto fino a quest'ora? Perchè non hai chiamato per avvertire che ritardavi?-
Gerard rimase attonito, con Frank tra le braccia, in silenzio. Se lo scrollò gentilmente di dosso e rispose pacatamente alle sue domande, mentre gli altri andavano a dormire.


*
L'aria fresca del mattino gli solleticava tutte le membra, ma lui non sembrava farci caso. Era seduto sul gradino, una sigaretta accesa in mano e un bloc notes nell'altra. Era stanco, stanchissimo, gli sembrava di avere più di mille anni sulle spalle...
Lasciò che la sua mente vagasse, libera e senza costrizioni, la lasciò andare perchè era giusto così. Perchè solo così poteva sentirsi meglio.
Un movimento alle sue spalle lo distrasse riportandolo al mondo reale, ma non si voltò, sapeva già chi lo aveva raggiunto. Sentì qualcosa sulle spalle -una felpa- e una mano battergli dolcemente.
Ray si sedette accanto a lui, senza dire una parola, e gli porse una tazza di caffè.
Gerard gli fece un cenno con la testa, ma seppe che poteva bastare. Sorseggiò la bevanda calda, non avvertendo però il calore spandersi per il corpo. Aveva freddo.
Continuò a tirare dalla sua sigaretta mentre l'altro ragazzo accanto a lui taceva. Non tentava neanche di sbirciare il quaderno.
Allora lui glielo porse, senza aspettarsi nulla in cambio, non una reazione, non una domanda su cosa fosse accaduto. E infatti così fu.
Ray lesse la pagina piena della calligrafia adesso poco ordinata e tremolante. Gli restituì il quaderno senza alcuna particolare espressione, solo, forse, un'ombra di preoccupazione sul suo viso chiaro.
Gerard schiacciò la sigaretta ormai finita sotto la scarpa, sorseggiò ancora il caffè e prese una nuova sigaretta.
-E' lei...- disse piano, la voce che tremava come tutto il suo corpo. Ray rimase in silenzio e attese.
-Sta male...- continuò l'altro mentre una piccola lacrima d'argento scendeva a bagnargli una guancia.
-Sta male e io non posso fare niente per lei...-. Tirò ancora una boccata dalla sigaretta, rigettando il fumo in una striscia insicura e tremula mentre una sfumatura chiara faceva capolino nel cielo scuro.
-Mikey lo sa?- chiese a un certo punto il riccio, sussurrando quasi non gli sembrasse giusto parlare in un'occasione tanto triste in cui lui era solo un intruso. Gerard scosse piano la testa, lasciandosi sfuggire un'altra piccola perla in cui era racchiuso tutto il suo dolore.
-Ho paura, Ray...- sussurrò poi, avvicinandosi di più all'amico e lasciando che questi lo abbracciasse.
E allora pianse, lasciò che le lacrime gli inondassero completamente il viso e che il dolore fluisse fuori dal suo corpo, lontano dal suo cuore. Pianse come un bambino, pianse perchè sapeva che era l'unica cosa che gli fosse rimasta in quel momento, pianse per non sentire quella vocina dentro la sua testa che continuava a ripetergli che sarebbe rimasto solo.
-Ray, voglio che mi aiuti con questa canzone...- disse Gerard dopo che ebbe abbandonato il calore delle braccia dell'amico. Accese ancora un'altra sigaretta, sotto lo sguardo attento del suo chitarrista.
Ray, dal canto suo, annuì.
-Non adesso, però, devi scrivere- mormorò prima di alzarsi e rientrare in casa.
Gerard rimase a guardare la porta chiusa per qualche istante, pensando che avrebbe voluto lavorare alla musica di quella canzone in quello stesso istante. Poi però rilesse il testo, la bozza che aveva scritto.
Ray lo conosceva meglio di se' stesso.
Pensò a sua nonna, pensò a quello che provava per lei.
Pensò a quante volte gli era stata vicina, a quante volte lo aveva aiutato a rialzarsi dopo una brutta caduta.
E in ognuno di quei momenti lei era lì con lui, ogni volta che cadeva, e tentava di tirarlo su dicendogli che le stelle non dovevano cadere e piangere, perchè le stelle sono troppo belle e luminose per spegnersi così... e lei stessa piangeva, in quei momenti. E allora lui smetteva di piangere solo per non vedere i suoi occhi farsi tristi e lucidi.
When every star falls, brought you to tears again...
-Non volevo farti piangere... non volevo farti soffrire... e non voglio andare avanti senza di te. Posso provarci, posso provare ad andare avanti, ma sapere che mi lascerai da solo è come una spada nel cuore...- mormorò tristemente, come se lei fosse lì e potesse sentirlo.
Like a blade you stain... well I've been holding on tonight...
Gli aveva sempre detto che la morte non è la cosa peggiore, sua nonna. Gli aveva sempre detto che se una persona muore questo non vuol dire che ci lasci per sempre. Gli aveva sempre detto che, quando qualcuno muore, resta a vegliare su di noi, fino al momento in cui lo si incontrerà di nuovo.
Ma quanto di questo era vero?
Se lei se ne fosse andata sarebbe rimasta a vegliare su di lui? Avrebbe continuato ad ascoltarlo, a stargli accanto?
Can you hear me? Are you near me?
Come poteva sapere che se lei lo avesse lasciato avrebbe continuato ad amarlo? Come poteva sapere se si sarebbero incontrati di nuovo?
Can we pretend to leave and then, we'll meet again...
Non poteva saperlo. Semplicemente non poteva. Non poteva essere sicuro.
L'unica sua certezza, al momento, era che lei lo avrebbe lasciato solo.





***
Fiuuu, che fatica! Finalmente riesco a postare... questo capitolo mi ha fatto sudare parecchio...
Spero di non aver combinato una cazzata... spetta a voi decidere...

SadSong: ecco qualche cosa in più su mrs Lee Rush... eh, anche se questa finisce io continuo a scrivere (devo soprattutto continuare l'altra long-fic... è abbastanza impegnativa! XD). Grazie mille, baci
mcr_girl: oddio, addirittura un mito...wow, me felice! ** grazie per i complimenti, sei sempre gentilissima! un bacio
Isult: eh, cara, Ray è il mio Raggio di Sole, dovresti saperlo! Per me lui è dio u__u comunque...mi dispiace di aver aggiornato così in ritardo *me si sta ancora fustigando*, ma la scuola mi porta via tantissimo tempo... grazie mille, se un tesoro! baci, alla prossima
The_death_in_the_nightmare: grazie, grazie, grazie! Non finirò mai di prostrarmi ai piedi di chi, come te, apprezza quello che scrivo e mi riempie di complimenti! ** ancora tantissime grazie, e spero che anche questo capitolo ti piaccia!
sakura_kinomoto: spero che i tic non ti siano tornati... chiedo perdono per il mio immenso ritardo, ma la scuola stressa, e questi capitoli sono abbastanza impegnativi, e non vorrei che venissero fuori male... mi fa davvero un piacere immenso sapere che questa storia riesce a emozionarti tanto, che i personaggi ti piacciono, che la trama non ti sembri banale, e che ti piaccia soprattutto il modo in cui rendo le parti introspettive, perchè per me sono le più difficili. Spero di continuare a fare un buon lavoro. Mi fa molto piacere anche il tuo commento sul dialogo tra Gerard e sua nonna, perchè sinceramente non credevo di essere riuscita a renderlo al meglio (e tranquilla, hai spiegato benissimo quello che intendevi dire! XD). Ma si sa, ogni scrittore non è mai pienamente convinto di ciò che scrive... quindi grazie mille, ogni tua recensione mi lascia con un sorriso sulle labbra e mi fa apprezzare un pò di più quello che scrivo... XD spero che continuerai a seguirmi anche dopo la fine di questa fic (tra l'altro, mi farebbe piacere se leggessi "Every rose has its thorn", che a mio parere ha uno stile migliore di questa... xD sempre se puoi/vuoi etc...), perchè mi dispiacerebbe perdere una lettrice come te, e tutte le tue recensioni complete e analitiche! XD Ora vado, che ho sproloquiato troppo... xD
Buona notte a tutti e grazie infinitamente per il supporto che mi date. B.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: CharlieBb