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Autore: bluefromstars    27/10/2013    1 recensioni
Ogni settimana, Gerard Way va a fare jogging. In compagnia.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto arrivando verso il nostro solito posto. Lei è già lì ad aspettarmi, appoggiata alla ringhiera, che guarda la spiaggia e il mare colorati di quell’arancione che un tramonto di fine luglio ci sta regalando.

Ha le cuffie nelle orecchie. Mi chiedo quale canzone stia ascoltando.

Indossa un paio di scarpe da corsa bianche come la canotta che ha abbinato a dei pantaloncini blu. I capelli sono raccolti in una coda alta e le ricadono riccissimi sulle spalle.

Sono a pochi passi dietro di lei, così mi sposto più a destra, in modo da farmi notare senza farle prendere un colpo.
Ma nonostante fossi proprio al suo fianco, le avessi praticamente urlato “Ciao,Ali!” e continuassi a fissarla in attesa di una risposta, sembrava non mi avesse notato per niente.

Sembra immersa nella canzone che sta ascoltando.

Questo è proprio uno di quei momenti in cui si può capire la grandezza della musica: qualcuno viene risucchiato da essa, avvolto dalla sua magia, trasportato in un mondo diverso e lontano; uno di quei momenti in cui la musica da sola potrebbe riuscire a salvare persino il mondo intero.

E forse in questo momento sta salvando quella strana ragazza che è diventata una delle poche persone delle quali mi fido ciecamente.

Conoscendola, sarebbe anche potuta iniziare un’apocalisse con tanto di vulcani in eruzione e tsunami, e non se ne sarebbe accorta.
I suoi occhi verdi sono fissi sul mare, pensierosi, le labbra mimano le parole della canzone che stava ascoltando come fa sempre.
Devo ammettere che è proprio bella. Ma non la solita ‘bella’, qualcosa… in più. È… speciale.
Non saprei in che modo provare a spiegarlo; lei è diversa dalle altre, dagli altri… Mi piace la sua compagnia, con lei posso staccare tutto, essere semplicemente me stesso, anche se può sembrare una situazione strana, o addirittura impossibile.

Quando ci siamo conosciuti pensavo di essermi ritrovato davanti un’ennesima stramba fan.
Stavo camminando in una cittadina italiana, dove avremmo avuto un concerto la sera dopo, e lei mi fermò per la strada. Mi guardava, e forse non riusciva a credere di avermi davanti. Ricordo che nei suoi occhi lessi meraviglia, stupore, sorpresa, incredulità, un pizzico di felicità pura, … tutto insieme.
Poi aveva allungato una mano e aveva detto ″piacere, Alice!″, aveva lasciato che anch’io dicessi il mio nome. Mi chiese una foto, e un abbraccio. Infine, mi disse: ″Grazie. Grazie per la tua, per la vostra musica. Non vedo l’ora di venire al concerto.” E… corse via.
Aveva sorriso per tutto il tempo di quell’incontro.

Quella ‘semplice’ ragazza mi aveva regalato dei sorrisi incredibili. Mi piace quando incontro dei Killjoys così, che ti trasmettono emozioni, forse per ‘ripagarci’ di quelle che diamo loro.
Comunque, caso volle che ci rivedessimo in uno Starbucks, a Los Angeles, a chilometri di distanza da dove ci eravamo incontrati la prima volta. Stavamo per scontrarci, dato che lei era distratta, e mi stava per buttare il milkshake addosso. Io avevo fatto appena in tempo a prendere il bicchiere in mano prima che questo volasse sulla mia felpa nera che lei era tornata sulla Terra e mi stava accusando di volerle rubare la bevanda.
In quel momento la riconobbi, allora mi alzai gli occhiali da sole per squadrare quella ragazza che avevo già visto qualche mese prima. Anche lei si accorse di chi ero, e la sua faccia diventò di un colore molto simile al porpora. Sembrava imbarazzatissima e tra il chiedere scusa, farsi mille paranoie e agitarsi aveva finito per far cadere il milkshake a terra.
E fu in quel momento che qualcosa dentro di me mi spinse a tranquillizzarla e ad offrirle un caffè. Ancora porpora, aveva accettato annuendo timidamente e quando le chiesi cosa volesse, rispose dicendo che aveva assolutamente bisogno di un super caffè. Tipo quelli che piacevano a me.
Da quel giovedì pomeriggio di dicembre nacque un’incredibile nuova amicizia basata sulla musica, sul caffè, sui fumetti, sulla complicità che si era creata da subito tra noi e… sull’andare a fare jogging.

Ecco, so che può suonare strano, perché io non sono mai stato un tipo particolarmente atletico. MAI.

Ma quando ogni settimana, di giovedì al tramonto ci incontravamo e facevamo jogging sul lungomare della città degli angeli, mi sentivo davvero benissimo.
E quindi, la sto ancora guardando quando sembra risvegliarsi dai suoi pensieri e si accorge di me. Arrossisce, e diventa della stessa tonalità di porpora della prima volta. Sorrido.

-Finalmente sei tornata tra noi, Alice!

-Ehm… Scusa Gee. Era da molto che.. Aspettavi?

-Non scusarti, tranquilla. Sono arrivato da poco. Tu?

-Idem…

-Che ascoltavi?

-Beh, ecco… STAVOASCOLTANDOSUMMERTIME. Non… pensare male o prendermi per scema.

Sorrido. A volte è come una bambina.
-Come faccio a non prenderti per scema se non mi fai capire quando parli?

Mi guarda, e sorride anche lei. Fa un respiro, prende ‘coraggio’ e mi dice:
-Stavo ascoltando voi. Summertime. Siamo… amici, ma sono pur sempre una Killjoy. Ho bisogno della vostra musica.

Ok, inizio a pensare che forse è davvero scema.
-… E perché avrei dovuto pensare male?

-Sinceramente… Non ne sono sicura. Così. In un angolino del mio cervello bacato ti saresti potuto arrabbiare o che altro se te l’avessi detto. Scusa. Sono una stupidona. Davvero. Come fai a sopportarmi? A volte è proprio come se vivessi su Marte. Anzi, Plutone. Nah, forse è ancora troppo vicino alla Terra. Ma perc..

-Ok, ok, calmati. Non straparlare. Sei un po’ scema solo quando ti fai questi film. Ma alla fine sei simpatica anche per questo. Sei una sognatrice, ti piace fantasticare, e a volte fantastichi troppo. Come faccio anch’io del resto. Da un lato sono contento, persino orgoglioso che tu ti sia persa in una nostra canzone. Vuol dire che ti è arrivato qualcosa, no?

Mi sorride riconoscente, e mi abbraccia di slancio. Ritrova la sua allegria tutta d’un botto, si slaccia da me e chiede:
-Allora, iniziamo a correre?
 
 
Una decina di minuti di corsa dopo, rallento e inizio a camminare.

Alice si adatta al mio passo e ad un tratto mi esce spontaneo domandarle
-Come mai ti eri persa proprio con Summertime?

Lei mi guarda negli occhi, poi si volta di nuovo verso il mare, come mentre stava ascoltando la canzone.
- È arrivata sul riproduttore casuale, l’ho ascoltata un po’ e stavo per cambiarla quando hai detto ‘you can run away with me any time you want.’ E allora, invece di cambiarla mi è venuto di mettere il ripetitore.
 A volte sarebbe bello correre via, dimenticarsi per un po’, o per sempre, di tutto e di tutti i problemi che ci sono intorno a noi, no? E ho pensato che, alla fine, è proprio quello che facciamo io e te ogni volta che ci incontriamo.
 Corriamo via dalle preoccupazioni, dallo stress di tutti i giorni, ci sfoghiamo con la corsa e ci “consoliamo”, ci “rinfreschiamo” l’una con la compagnia dell’atro.
 Quante volte è capitato che o io o tu abbiamo chiamato l’altro ogni volta che eravamo troppo stressati, arrabbiati, stanchi del mondo per correre via da tutto?
 Ora si che mi starai prendendo per pazza. Ma vorrei che tu sapessi che per me sei importante. Sei… Una specie di… Migliore amico. E ti ringrazio per sopportarmi ogni volta, anche perché tu mi sopporti anche quando non sei propriamente presente affianco a me; mi basta ascoltare una canzone per sentirti vicino e trovare un po’ di salvezza.
 Spero che tu sappia poi che ogni volta che vuoi correre via, o hai bisogno anche tu di una ‘salvezza’,  puoi sempre contare su di me.
 E se tu ci sarai, ti potrei aspettare anche tutta la notte, o finché...

Alice non finisce la frase. Forse si sta facendo altre paranoie del tipo che io conosco fin troppo bene le parole di quella canzone, o che potrebbe darmi in qualche modo fastidio.
Oppure…

È ancora girata. Sembra non voglia guardarmi negli occhi.
Istintivamente, le prendo la mano facendola girare verso di me e la abbraccio.

-Ti voglio bene, Alice. Anche tu sei importante per me. Più di quanto tu creda.
Sono parole che le sussurro all’orecchio, e appena le pronuncio ricambia anche lei l’abbraccio e non sembra più impacciata come lo era fino ad un attimo fa.
 
 
 
Quella sera Gerard Arthur Way era steso a pancia in su sul suo divano, guardando il soffitto del suo salotto nella sua casa a LA, e pensava alle parole della sua “amica”.
Pensava che quella canzone, Summertime, l’aveva scritta proprio per il momento che avevano vissuto quel pomeriggio; per lei, senza nemmeno conoscerla.
Perché lei era speciale. 


Oook. Ciao a tutti! 
Sono MarsKilljoy e questa è la prima ff che pubblico e che ho scritto su Gee. Spero non sia totalmente terribile! L'ho scritta mentre ascoltavo Summertime un po' di tempo fa e oggi finalmente la pubblico. 
Grazie per aver dedicato un po' di tempo a quello che è uscito dalla mia testa, Fatemi sapere se vi è piaciuta anche solo un pochino o per niente, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate :)
Non so più cosa scrivere xD Vabbe'. Alla prossima! 


MarsKilljoy (ora bluefromstars)
  
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