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Autore: lye    15/04/2008    3 recensioni
Lo hai rivisto. Il vostro terzo primo incontro [ nove anni alle spalle ]. Cambiato il riflesso di quegli occhi verdi. Uomo ormai che come te aveva il vizio del fumo, che ostentava un’espressione fredda. Aveva perso la sua innocenza ed era colpa tua [ sublime piacere ]. Per emulare un idiota, per emulare te perse il suo occhio destro. Qualcuno glielo cavò. E non importava il perché, non il come, solo il chi. Avevano toccato il tuo giocattolo.

( E se fosse morto Subaru? )
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Seishiro Sakurazuka
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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« Sono certa che ci siano peccati imperdonabili, ma sono anche sicura, Seishiro, che non c’è nessuno a cui non sia concesso

The same thing



[ Seishiro Sakurazuka ]


Mai avevi perso il controllo. Mai quel sorriso [ ghigno ] era scomparso dal tuo volto. Sempre impeccabile, sempre perfetto. Fino ad allora. Quel giorno qualunque, quel giorno da liceale. Qualcuno ti aveva visto uccidere una persona. Parole ingenue da un ancor più ingenuo bambino, occhi verdi così limpidi. Vestito di bianco, così puro[volevi sporcarlo ]. Avete fatto un patto voi due.


[ Primo grande errore, Seishiro. ]


Ti era ripresentato alla sua porta. Una scommessa in atto [ primi segni di una maledizione ] e proprio tu, che tanto volevi ucciderlo, che una volta le sue dita, impaziente, avevi stretto attorno a quell’esile gola, l’avevi protetto [ istinto ], contrapposto tra lui e il pericolo. Per quel che ormai era ragazzo, dai limpidi e ancor ingenui occhi verdi, avevi provato una nuova vita. Avevi perso il tuo occhio destro.


[ Quota due, Seishiro ]


I termini erano scaduti era ora di vincere la tua scommessa [ sentire il sapore della sconfitta ]. L’avevi distrutto, letteralmente, così ingenuo non poteva accettare la realtà. Eppure non l’avevi ucciso, ti eri preso la vita di sua sorella ma non la sua. Semplicemente sparito nel nulla lasciandoti alle spalle i frammenti dell’anima di quel ragazzino [ nessuno aveva occhi tristi come i suoi ].
Rompere un bicchiere o spezzargli un braccio era dunque la stessa cosa per te.


[ Anche un bicchiere può essere importante, Seishiro. ]

Lo hai rivisto. Il vostro terzo primo incontro [ nove anni alle spalle ]. Cambiato il riflesso di quegli occhi verdi. Uomo ormai che come te aveva il vizio del fumo, che ostentava un’espressione fredda. Aveva perso la sua innocenza ed era colpa tua [ sublime piacere ]. Per emulare un idiota, per emulare te perse il suo occhio destro. Qualcuno glielo cavò. E non importava il perché, non il come, solo il chi. Avevano toccato il tuo giocattolo.

[ Non si capisce l’importanza di una “cosa” senza prima perderla, Seishiro. ]

. Plic .

Gocce di sangue sull’asfalto. Rosso sul bianco, sporco, delle strisce che dividono la strada. Il calore di quel sangue, l’odore che tanto dovrebbe esserti piacevole. Eppure, lo sai, ti disgusta. Mai. Mai era successo niente del genere. Un Sakurazukamori ama il sangue, ama uccidere. Più bella la vittima, più il divertimento. E lui era un’opera d’arte. Il ghigno strafottente pian piano si affievolisce. Non è da te, Seishiro. Abbassi lo sguardo, cercando quel volto. Niveo, così delicato, deturpato per la mancanza dell’unico occhio. Non è stupito, tu sei stupito.
« E.. così.. mi hai ucciso, eh? »
Parole sussurrate a fatica. Sta sorridendo il piccolo. Non dovrebbe sorridere, sta morendo. La tua compagnia gli ha fatto decisamente male. Tutto quel tempo insieme gli ha fatto, ti ha fatto male.
« Così pare. »
E ghigni. Un ghigno strano, a sfidare il primo vero sorriso che gli vedi dopo nove anni. Anche quando lo osservavi di nascosto non aveva mai sorriso così. Stupido.
« Sono.. felice, sai? »
E disgusto. Disgustato di nuovo. Cos’è la felicità? Moccioso, lui è felice. Lo stai uccidendo e lui è felice, perché capisci meglio di quanto dovresti?
« Sei un folle. »
« Lo so.. »
Cerca di sollevarsi di più, di trovare il tuo sguardo. Il tuo volto. Riesci a vederla di nuovo, in quell’unico occhio, la sua innocenza perduta.
« Sai.. »
Continua. A fatica, il tono spezzato. Ha bisogno di prendere fiato, sa che non resisterà a lungo. Senti il suo sangue scorrere sul tuo braccio. Di nuovo una sensazione straziante. Non la capisci.
« Non sono.. sono mai riusci..to ad odiarti. »
Il momento delle confessioni è già arrivato. Ma quello lo sapevi. Era troppo puro, troppo dolce il tuo Subaru per poterti odiare. Anche se gli avevi rovinato la vita.
« Lo so. Non saresti capace di odiare nessuno, sei troppo buono. »
Un lieve ridacchiare te lo concedi, una nota di tristezza in quelle parole. Non voluta di certo, ma il tuo ghigno non scompare. Non ora.
« Non.. è.. vero. Io odio me stesso. »
Continua. Disperato, prendendo fiato. Una fin troppo lenta agonia la sua. Sei stato davvero crudele, usare quella mossa su di lui.
« Io volevo che tu mi uccidessi. »
Non volevi ucciderlo, forse? L’avevi sempre desiderato. In tutti quegli anni. Non hai usato quella mossa di proposito, no? Non credevi che l’incantesimo di Hokuto avrebbe funzionato.
« Così.. sarei.. stato importante.. per te. »
Un bambino. Ventiquattrenne che sembra un bambino sussurrandoti quelle parole. Così sereno, così insano. Credeva che sarebbe stato importante per te. Che sciocco, un sakurazukamori non ha nessuno di importante. Solo vittime più divertenti.
« Ho ucciso tanta gente. »
Crudele, sprezzante nelle tue parole. Non puoi non essere così, sorridente. La tua mano estrai da quel corpicino, attraendolo a te con l’altro braccio. Vuoi forse vedere la sua faccia mentre muore?
« Sì.. ma ora sono importante.. per te. »
Lo senti pian piano accasciarsi sulla tua spalla. Tenendolo così vicino hai fatto in modo che morisse tra le tue braccia. Un raro onore. Lo senti battere quel cuore. Ba-tump. Ba-tump.
« Ti ho amato, sai ? »
Ba-tump. Sciocco. Una confessione ad un momento come questo. Davvero stupido il tuo ragazzino dagli occhi - occhio – innocenti. Il suo ultimo sussurro. Impercettibile, ma che tu avevi sentito. Era felice eppure quella lacrima l’avevi vista. Piangeva, per te, assassino.
« Hokuto sei una bugiarda. »
Sussurri tra i denti. Disgustato, arrabbiato. Davvero tanto. Con Hokuto perché quella mossa non si era riversata contro di te, con Subaru perché aveva osato morire.
« SUBARU!!! »
L’urlo del Kamui dei Draghi del cielo arriva chiaro alle tue orecchie. Il kekkai ormai non vi circonda più, tu ghigni. Una ventata di petali di ciliegio, quel corpo esile e senza vita ancora tra le tue braccia. Gli altri, a pochi metri da te, ti fissano sconcertati. Uno dei loro era morto, ma loro non potevano capire cosa significava davvero perderlo. Tu sì. Sparito alla vista di tutti, Sakurazukamori, non ghignavi più. Umano per la prima volta, una goccia salata era arrivata fino al mento. Lacrima?


After..

Penombra. Tra le mani un bicchiere, mezzo pieno o mezzo vuoto.. è uguale. Lo fissi, fissi il liquido ambrato all’interno, non ne hai ancora bevuto un sorso, eppure ne saresti più che tentato. Nella stanza, nell’ambiente attorno a te, un divano, un tavolino con un posacenere stracolmo e affianco un paio di bottiglie. Una vuota. Dovresti pulire ogni tanto, se uno passasse un dito su un qualunque oggetto tra quelli lo ritrarrebbe nero tanta è la polvere. Non è nemmeno il tuo appartamento quello, è il suo. Te ne sei appropriato subito dopo che è diventato parte del ciliegio con tutta la gente che hai ucciso. Sbuffi spostando il capo verso la finestra, aperta, poco lontano da te. E’ tutto così terribilmente noioso da un po’ di tempo a quella parte. Nessun giocattolo interessante. Un goccia raggiunge le tue scarpe, senti il rumore sordo che questa fa cadendo sul cuoio.
« Maledizione. »
Ti lasci sfuggire, il sangue non è mai facile da pulire e per quanto tu possa buttar via la camicia dovrai per forza pulire le scarpe. Nuovamente fissi il bicchiere, non più opaco, ma sporco. Sporco di un qualcosa che al buio non si può identificare, ma che tu, assassino, sai di essere sangue.
Hai ucciso di nuovo, di nuovo la tua vittima aveva occhi verdi. Non i suoi. Sta iniziando a diventare quasi una costante quella caratteristica, il brutto di affezionarti troppo a una cosa. Non ti dispiaceva certo, ma nemmeno potevi dire di amarlo. Non hai potuto nascondere il piacere di vedere il suo volto straziato, ma vederlo felice nell’essere ucciso era un po’ troppo perfino per te. Ti sposti, muovendoti in quella stanza che ormai conosci a memoria usurpatore. Un lieve ghigno onnipresente sul tuo volto, un ghigno diverso però, quasi malinconico se osservato per bene. Assurdo per un assassino. La verità è che stai invecchiando, indubbiamente, e che con te il Clan Sakurazuka si estinguerà. Nessuno potrà ucciderti, nessuno riuscirai a considerare qualcuno, ne sei certo.
Ne sei certo perché in fondo l’unico “qualcuno” è morto. Se fosse stato qualcosa non avresti mai occupato la sua casa, se fosse stato unicamente qualcosa non avresti mai lasciato i Draghi della Terra anzi non ne avresti mai fatto parte. Non è poi così difficile ammettere che se fosse stato per te, il tuo giocattolo, non lo avresti mai lasciato. Quanto ancora lo avresti fatto soffrire? Non ti bastava vederlo distrutto, era ancora troppo puro. Troppo per te che eri stato nero fin dall’inizio, senza cuore. Volevi essere certo che non si sarebbe salvato dalla tua morsa, tenerlo d’occhio, vederlo man mano morire per mano tua. Morire dentro.
Ricordi che l’hai già ucciso, vero?
Espressione accigliata per ogni tuo pensiero. Parecchio accigliata. Quei pensieri fanno male alla tua salute. Decisamente. Quanto quel fastidioso ricordo. Fissi il bicchiere, di nuovo. Smuovi il bicchiere lasciando ondeggiare il liquido, indeciso se bere o meno. Gli occhi socchiudi avvicinandolo alle labbra. Flashback di un sorriso, un sorriso gioviale da quindicenne, un sorriso felice da ventiquattrenne. Scagli lontano l’oggetto che avevi in mano. Contro una parete, rabbia.
[ Crash. ]
Rotto. Frammenti sul pavimento, macchia sul muro. Il colmo? Rompere un bicchiere o spezzargli un braccio per te non sarebbe mai stata la stessa cosa.


[ Quanti errori ormai conti, Seishiro? ]



« Sono certa che ci siano peccati imperdonabili,
ma sono anche sicura, Seishiro, che non c’è

nessuno a cui non sia concesso di amare. »







Angolo dell’autrice:
Salve a tutti ^^ questa è la seconda ficcy che pubblico in questa sezione.
Una “what if..” sull’ipotetica morte di Subaru. E’ nata per caso rileggendomi il volume 16, seppur non sono riuscita a mettere su carta quella che era l’idea originale. E’ rimasta solo la base: la morte di Subaru al posto di quella di Seishiro. In ogni caso non mi dilungo eccessivamente con le note. Solo un gigantesco grazie a Twinkle che ha commentato la mia “Buio”. Spero che anche questa storia possa piacerti e piacere a tutti coloro che leggeranno e magari mi lasceranno un piccolo commentino ( anche se non piace, semplicemente per criticare ù.ù ).
Un bacio, Lye.

  
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