Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: AlexVause    28/10/2013    5 recensioni
Spesso, le situazioni in cui siamo immersi, ci portano a gesti che in altri casi mai avremo compiuto.
Ci sono giorni in cui, guardando negli occhi una persona, vedi solamente un ostacolo...altri giorni invece, in quegli occhi ti ci perderesti.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Swan Queen
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Amarsi e perdersi per poi ritrovarsi. Destino.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 19

Regina veniva trascinata da una stanza all’altra, tutte arredate da mobili in legno antico ed illuminate da fiaccole, fino a giungere davanti alla porta delle prigioni.
- Ti do il permesso di stare con tuo figlio. Voglio che tu veda che sta bene. Devi fidarti di me.
Re George cercava in tutti i modi di conquistare Regina.
- Perché? A cosa ti servo io?
Chiese la mora con tono duro.
- La tua magia e le mie strategie militari, ci porteranno lontani.
L’uomo era fiero di se.
- Mi ricordi qualcuno.
Ammise Regina disgustata.
- Infatti…mi sono lasciato trascinare.
Il Re rise sonoramente.
- Come la metti con la magia? Ne sono priva, grazie al tuo aiutante Genio.
Chiese la Evil Queen.
- Non ti preoccupare di questo. Basta chiacchiere. Devo sbrigare delle commissioni.
Voi due!
Si rivolse alle guardie che piantonavano la porta della prigione.
- Portatela nella cella con il ragazzo. Tranquilli, è innocua.
Re George rise nuovamente. Si beffava di lei.
- Si signore!
L’afferrarono per le braccia.
- Un’ultima cosa…
Disse il Re prima di andarsene.
- …non affannarti ad urlare. I tuoi amici, sono altrove.
Rise ancora e si incamminò nel corridoio.
- E il nostro patto?
Jafar lo fermò facendolo voltare.
- Mantengo sempre la mia parola. Sei libero.
Re George gettò a terra la lampada nera del Genio e se ne andò.
Una luce scaturì per pochi istanti da Jafar.
- Finalmente!
Esclamò il Genio.
- Buona Fortuna.
Disse poi inchinandosi verso Regina.
Rise divertito e scomparve.
Le due guardie aprirono la porta delle Prigioni e trascinarono Regina giù dalla scala.
- Mamma!
Gridò Henry dalla cella davanti a lei.
- Henry!
Quando lo vide, il suo cuore infranto iniziò a battere nuovamente.
Gli uomini aprirono la porta a sbarre.
- Entra!
Regina non se lo fece ripetere due volte.
Corse ad abbracciare il figlio.
La porta si chiuse alle sue spalle.
Nessuno si accorse che la veggente era rimasta vicino alla scala.
Li guardò. Una lacrima scese dal suo volto prima di svanire nel nulla.

“Pensare che potrei non rivedere quegl’occhi, rende difficile non piangere e mentre rivolgo a te il mio ultimo arrivederci, sono sul punto di farlo. Aspettami.”
Emma piangeva leggendo quello poche righe, illuminate da un timido raggio di luna.
Lacrime scendevano senza poterle fermare.
- Emma…
La madre le si avvicinò timidamente, circondandole le spalle con un braccio.
- Li troveremo.
Cercò di rassicurarla dolcemente.
- E come! Sono spariti nel nulla.
Si sentì come se il mondo le cadesse addosso.
- L’unico posto dove possono essersi diretti sono le segrete. Venite!
Disse James.
Malefica picchiò a terra la punta del bastone due volte.
La sfera su di esso si illuminò per fare luce nelle stanze che dovevano attraversare. Buie, umide ed in rovina.
Il castello era in disuso. Alcune pareti e parte del tetto stavano crollando.
La luce della luna filtrava dalle finestre ormai senza vetri.
Giunsero nelle segrete.
Emma scese le scale di quel posto così lugubre e sporco.
Non c’era nessuno.
Davanti a lei una cella aperta. Vi entrò.
- Il suo profumo…
Disse la bionda in un sussurro.
Inspirò a pieni polmoni.
- Sento il suo profumo!
Alzò la voce per farsi sentire dagli altri che si avvicinarono a lei.
- E’ una tua impressione tesoro. Sei ancora sconvolta.
La madre le mise una mano sulla spalla.
- Qui non c’è nessuno.
Anche James le si era avvicinato, prima di lasciarsi distrarre da un rumore proveniente da un angolo buio delle prigioni.
Malefica lo illuminò.
- Non fatemi del male.
Un vecchi etto seduto a terra e vestito di stracci si rannicchiò spaventato.
- Chi sei? Che ci fai qui?
Chiese James
- E’ l’unico riparo che ho per la notte.
- Come hai fatto a scampare a Re George e alle sue guardie?
Il vecchio guardò Emma come se fosse impazzita.
- Il castello è disabitato da ventotto anni.
Emma si sentì morire.
Malefica le si avvicinò.
- Non so che incantesimo possano avere fatto, ma non li troverai qui. Usciamo.
Mentre se ne andarono uno strano ghigno comparve sul viso del vecchio che svanì nell’oscurità in cui era immerso.

- Mamma, sei venuta da sola?
Un nodo le si bloccò in gola alla domanda del figlio.
Quanto le mancavano i suoi occhi, la uccideva non sapere se stava bene.
- No…sono venuti i tuoi nonni, la tua mamma, Malefica e Gold.
- E ora dove sono?
Regina sospirò.
- Ora siamo da soli tesoro. Usciremo presto vedrai. Dammi la mano.
Sparirono uscendo dalla cella e comparendo vicino alla porta, in cima alle scale.
La porta in legno massiccio, con grata che dava sul corridoio era chiusa.
Regina sbirciò oltre.
- Sembra non esserci nessuno.
Bisbigliò.
- Prima di uscire, dobbiamo recuperare dei fagioli magici che ci aiuteranno a tornare a Storybrooke.
- Dove li troviamo?
- Non lo so, ma li troveremo Henry.

Si accamparono per la notte.
Emma non riuscì a chiudere occhio.
Sentì uno strano bisbigliare, come se qualcuno cercasse di tenere la sua attenzione.
Si alzò, avvicinandosi agli alberi della foresta, vicini all’accampamento.
- So che cerchi una donna e un bambino.
Un giovane ragazzo comparì dalla fitta vegetazione.
- Come lo sai?
Chiese Emma dubbiosa.
- Conosco il nome di chi potrebbe sapere dove li hanno portati.
- Perché me lo vuoi dire? Cosa ne ricavi?
La bionda era sempre più sospettosa.
- E’ da tre giorni che non mangio. Ho solo bisogno di cibo. Informazioni in cambio di un piccolo pasto.
Emma lo guardò attentamente.
- Parla.

- Qualcosa non quadra.
Regina continuava a fissare fuori dalla grata, pensante.
- Cosa mamma?
Chiese Henry incuriosito.
- Quando eravamo sulla collinetta, vicino al castello, era un rudere, stava in piedi per miracolo.
Guarda. Tu cosa vedi?
Prese in braccio il figlio, per fargli vedere cosa c’era oltre alla porta.
- Vedo un corridoio illuminato da torce, appese alle pareti. Non sembra così vecchio da cadere a pezzi.
Lo riappoggiò a terra.
- Appunto.
Si udirono dei passi.
Un gruppo di guardie erano dirette verso di loro.
Regina ed Henry comparvero nuovamente in cella.
- Un’altra cosa…questo posto, era disabitato. Ora invece brulica di guardie. Com’è possibile?
- Una volta eliminato l’impossibile, ciò che resta per quanto improbabile, deve essere la verità.
Regina si stupì di quanto fosse intelligente suo figlio.
- Sherlock Holmes?
- Esatto.
Henry sorrise.
- Distorsione temporale all’interno del castello?
Disse la madre dubbiosa.
- Tutto può accadere nella Foresta Incantata.
- Oh. Ma è un’assurdità. Credi sia possibile?
In realtà fu più una domanda a se stessa che al figlio.
- Perché lo chiedi a me? Sei tu l’adulto qui.
Regina rise, mettendo da parte per pochi secondi, tutti i suoi pensieri.
- A volte sei più adulto tu di me…
La Evil Queen parve riflettere.
- …sicuramente, spesso sei più adulto di Emma.
Regina ed Henry risero, prima che i loro volti si velassero di tristezza.
- Dormi tesoro. Domani ce ne andremo di qui.
Henry strinse a se la madre, felice di non essere ancora solo in quel luogo così estraneo.

Emma non si era allontanata molto dall’accampamento.
Avrebbe agito di testa sua. Basta magie, basta rispetto delle regole e soprattutto basta attese.
Il ragazzo incontrato nel bosco, le aveva riferito di una maga potente, che abitava nel villaggio adiacente al castello diroccato, sapeva esattamente dov’erano stati portati Regina ed Henry.
Nemica di Re George e ancor più ostile verso Jafar, l’avrebbe aiutata di certo.
Bussò alla porta di una casetta in legno. Una timida luce filtrava dalla finestra.
Un uomo la osservava da un fienile li vicino.
Mentre aspettava che le aprissero, Emma guardò il cielo.
La luna e le stelle lo illuminavano.
Finalmente la porta si aprì. Fu una dolce vecchietta ad invitarla ad entrare.
- Tu sei la salvatrice vero? Ti stavo aspettando.
- Come sa del mio arrivo?
Chiese Emma sospettosa, varcando la soglia.
L’interno della baracca in legno era molto accogliente.
- Molti sanno della tua esistenza.
Molti vogliono il tuo aiuto.
Molti vogliono distruggerti.
Io voglio solo aiutarti.
Rispose l’anziana signora.
- Perché?
- Tuo padre, il principe James, mi ha salvato la vita molto tempo fa. Voglio ricambiare.
Siediti, ti prego giovane, siediti.
Emma si sedette.
L’anziana donna le offrì da bere, ma lei declinò educatamente.
- Ciò che cerchi è celato ai vostri occhi.
- Incantesimo?
- Si mia cara, sul castello.
Puntualizzò la vecchia signora.
- Chi è stato…Jafar?
Emma era intenzionata a scovare, chiunque avesse avuto a che fare con la cattura della sua compagna e il rapimento di suo figlio.
- Oh no. No.
Sorrise la donna.
- Qualcuno di molto più potente, servitore delle arti oscure.
- Dove posso trovarlo?

- Arrrghhh!
Esclamò Malefica adirata.
Gold e i Charming si destarono improvvisamente.
- Che succede mia cara?
Chiese Gold. Voleva conoscere la causa di quel caos.
- Regina mi ucciderà!
- Emma. Dov’è andata?
Snow era preoccupata.
- Dobbiamo sbrigarci. Testarda come Regina! Si son trovate d’amore e d’accordo quelle due!!
Malefica era furiosa.
- Di che parli?
Chiese James interrogativo.
- Ehy, Charming, svegliati. Tua figlia è andata!
- Ma che ca…!
- Eh buongiorno!

- Tesoro ascolta. Dobbiamo verificare, la teoria dell’incantesimo sul castello. Per farlo ho bisogno di te.
Regina aveva un piano, ma per attuarlo doveva accertarsi di alcune cose.
- Cosa devo fare mamma?
- Ormai dovrebbe essere giorno. Vedi la finestra con le sbarre lassù?
- Si.
- Ti alzo e mi dici cosa vedi.
Regina si inginocchiò. Unì i palmi delle mani per fare da scaletta al figlio che issandolo si aggrappò alle sbarre.
- Vedo il sole sul prato là fuori.
- Per favore, metti un braccio fuori dalla finestra e dimmi se vedi la luce sulla tua pelle.
Il figlio eseguì.
- Si e ti dico di più. Se metto la mano davanti alla finestra, si illumina.
- Il sole colpisce il castello, ma non entra.
Pensò ad alta voce Regina, rimettendo a terra Henry.
- Cosa possiamo fare?
- Uscire.
Sorrise la mora svanendo assieme al figlio.

James si voltò di scatto verso Gold.
Poco distante da lui, nascosto fra la vegetazione, c’era un ragazzo sdraiato al suolo. Sembrava dormire.
Al suo fianco i loro resti della cena.
A passi veloci il principe, andò verso di lui. Lo afferrò dalla maglia sgualcita e lo sollevò di peso.
- Chi sei? Dov’è mia figlia?
Era furioso.
Il ragazzo incominciò a tremare dalla paura.
- Mi è solo stato detto di mandarla al villaggio.
Iniziò a frignare.
- Chi?
Chiese Snow avvicinandosi. Malefica era al suo fianco.
- Un uomo alto, magro. A…a…
- A?
Si intromise la Strega.
- Aveva un bastone con la testa di serpente.
James strabuzzò gli occhi.
- Jafar!
Esclamò il principe, lasciando la presa sul ragazzo che cadde al suolo con un tonfo.
Malefica gli puntò il bastone al petto, facendolo sdraiare a terra.
- Dove?
Gli chiese la Strega.
- Non…
- Dove?
Ripeté alzando la voce. Nei suoi occhi una luce porpora brillava.
- Una maga…
- So dov’è! Andiamo!
Esclamò James salendo a cavallo e seguito dagli altri.
Afferrò il ragazzo, che si era sdraiato in piedi pronto a fuggire.
- E tu vieni con noi.
Lo alzò da terra, caricandolo a pancia in giù sulla sella

Henry e Regina avanzarono silenziosamente nel castello, comparendo e scomparendo fino a giungere alla porta Principale.
- Quella è la porta che ci farà uscire?
Chiese curioso Henry. Il suo cuore batteva forte nel petto. Aveva paura.
- Si. Ma prima, dobbiamo vedere se qualcuno esce, per essere sicuri che varcando la porta non ci accada nulla.
Si udirono delle voci.
- Il giardino davanti al castello o almeno ciò che ne resta, è grande abbastanza per i vostri addestramenti.
Dobbiamo prepararci. Una volta convinta la Evil Queen, la guerra contro i ribelli sarà vicina.
Era Re George che parlava con alcune guardie.
- Si Signore!
- Andate.
- Si Signore!
Gli uomini armati si incamminarono a passi pesanti verso il corridoio che portava dritti da loro due.
Regina si guardò velocemente attorno e afferrato il figlio si nascosero dietro ad una porta, in una piccola stanza vuota.
La grande porta si aprì e le guardie uscirono.
- Capitano!
Re George era vicino alla stanza dove Regina ed Henry si erano nascosti.
- Si Vostra Maestà?
- Vada dalla Regina e me la porti qui. Non abbiamo tempo per i suoi convenevoli con il figlio.
- Si Maestà!
Il cuore della Evil Queen si fermò.
Avevano pochi istanti per trovare i fagioli e andarsene.
- Cercavate questi Milady?
Una voce lieve dietro di loro li fece sobbalzare. Si voltarono.
La veggente era li, davanti a loro, con un sacchettino in velluto nero tra le mani.
Lo aprì e ne estrasse un fagiolo.
- Come…
- Lo so? Sono una veggente ricordi?
Bene. Ora avevano tutto. Bastava uccidere la donna, prendere i fagioli e andarsene da quel posto.
L’allarme sarebbe stato dato a momenti.
Creò una palla di fuoco, pronta ad abbatterla sulla veggente.
- Non serve uccidermi. Voglio aiutarti.
- Perché?
- Anch’io devo essere salvata.
Ti ho celato la verità, mostrandoti solo immagini create con la mente.
Per avere il tuo aiuto e per salvare tuo figlio, farti catturare era l’unico modo.
Un vociare concitato si stava per avvicinare.
- Non c’è più tempo. Andiamo!
Esclamò Regina.
- Non possiamo uscire con la magia, ma solo a piedi.
La Evil Queen spalancò la porta dello stanzino in cui si trovavano.
Tenendo stretta la mano di Henry corsero verso la grande porta principale.
- I prigionieri! Prendeteli!
Ordinò Re George.
Le guardie furono presto alle calcagna dei tre.
Regina ed Henry stavano per varcare la soglia della porta, quando la veggente si fermò. La mora l’afferrò per un braccio trascinandola fuori con se e il figlio.
La luce del sole, il prato verde, erano fuori finalmente. Sparirono.

- La casa dove abita la maga è poco lontano da qui.
James capitanava gli altri. Erano scesi da cavallo e camminavano fra le case, tenendo le briglie.
Il ragazzo era tenuto d’occhio da Malefica.
- Eccola!
Il Principe la indicò.
Giunsero davanti a quello che rimaneva di una casa.
- Abitava qui.
Spiegò James, constatando che quel rudere non fu più ricostruito da dopo l’incendio appiccato al villaggio dalle guardie di Regina.
- Chi cercate stranieri?
Un uomo si avvicino a loro sospettoso.
- Qui abitava un’anziana signora. Sa dove la posso trovare?
James era speranzoso.
- E’ morta ventotto anni fa, durante la guerra fra la Evil Queen, Re George e i giovani regnanti.
Rispose.
- E’ per caso passata di qui una giovane donna bionda stanotte?
Chiese Snow.
- Si. Ricordo di aver incontrato una giovane dai capelli lunghi e biondi…
I Charming sorrisero. Era Emma.
- …non so per quale motivo fosse entrata in quella casa, ormai ridotta in cenere, ma dopo un po’ di tempo è uscita e si è incamminata verso quel sentiero.
L’uomo indicò un sentiero che attraversava il bosco.
- La ringrazio davvero molto.

- Benvenuta.
Una risata riecheggiò in tutta la grande stanza di quel palazzo lugubre, in cui Emma si trovava.
- Mi hanno riferito che mi avresti fatto visita e che avrei dovuto accoglierti splendidamente.
Un uomo giovane comparve in una nuvola scura, davanti a lei.
Emma estrasse un pugnale dalla cinta e lo puntò verso lo stregone.
- Dove sono Regina e mio figlio!
- Perché vuoi puntarmi un’arma, quando è evidente non la sai usare?
Il pugnale volò via dalla sua mano finendo sul pavimento.
- Non ho bisogno di stupidi trucchetti, ma di risposte.
- Ho sentito molto parlare di te…
Iniziò l’uomo.
-…la Salvatrice. Non avrei mai creduto che tu fossi una ragazzina sciocca e confusa, in realtà.
Il sangue di Emma ribolliva nelle sue vene.
- Vuoi da bere?
- Sai, credo tu sia la prima persona che mi piacerà uccidere.
L’uomo rise.
- Non puoi uccidermi. Saresti responsabile di una guerra che coinvolgerebbe e annienterebbe i tuoi poveri genitori.
Disse lo Stregone avvicinandosi ad Emma, che mise una mano dietro alla schiena afferrando un’arma magica datale dalla maga, con cui aveva parlato al villaggio.
- Mi conosci a malapena…in fondo.
- Mi hanno parlato di te. Hai collaborato con Re George per far rapire mio figlio e catturare Regina. Ti diverti a torturare ed uccidere…
Il viso dell’uomo di avvicinò ad Emma che si interruppe.
- Beh non ho detto di essere perfetto. No?
Rise beffandosi di lei e con l’arma Emma ne approfittò per colpirlo allo stomaco.
Lo stregone finì sul pavimento.
- Uh. Dove hai preso quel bel giocattolino?
Emma puntò l’arma magica contro la gola dell’uomo.
Da dietro di lei arrivò correndo James.
- Emma.
Cercò di richiamare la sua attenzione.
- Dimmi dove li hanno portati. Dimmelo! O ti costringerò a farlo.
La figlia non si era nemmeno accorta dell’arrivo dei propri genitori alle sue spalle.
James prese Emma di peso dalle braccia e la spostò, trattenendola con un braccio spiegato.
- Tu. Vattene!
Gridò il Principe all’uomo che si rialzò.
Si avvicinò ad Emma.
- Continueremo.
Le disse canzonandola.
- Ho detto vattene!
Gridò ancora più adirato James, spingendo via lo stregone in malo modo, che rise sonoramente a quel gesto.
- Che stai facendo?
Chiese Emma stupita al padre.
- Ti salvo.
Rispose lui tentando di calmarla, visto che a tutti i costi voleva riacciuffare lo Stregone.
- Lasciami andare, lasciami andare!
-No!
Le urlò il Principe.
- Se lo uccidi, le forze oscure non si fermeranno finché non sarai morta.
- Non mi interessa.
La voce di Emma era un sussurro contro il padre.
Lo guardava negli occhi furente.
Voleva trovarla e lo avrebbe fatto ad ogni costo.
Nell’udire ciò, a James si spezzò il cuore.
- A me, si.
- Emma.
La chiamò la madre giuntale alle spalle.
- Era l’unica persona che poteva dirmi dove trovare Henry e Regina.
Emma crollò a terra con le lacrime agli occhi.
- Non c’era nessuno in quella casa, ridotta in cenere.
La persona che ti ha detto di venire qui, ti ha mandata da lui perché morissi.
James aveva un tono più calmo ora.
- Ma…lei aveva detto che tu l’avevi salvata e voleva ricambiare.
- Quella donna è morta nell’incendio ventotto anni fa.
Quello stregone non sa nulla ne su Regina ne sul piccolo Henry.
Credo che, a questo punto, nessuno lo sappia. Non me ne starò qui a guardarti morire.
James si allontanò a testa bassa.
- Qualcuno lo sa.
Emma si alzò in piedi.
- Qualcuno lo sa!
Gridò al padre ormai uscito da quella casa.
Snow le si avvicinò.
- Andiamo tesoro.
Le circondò la vita con un braccio.
- Andiamo.
Ripeté.
Emma aveva un nodo alla gola.

- Hai detto che dovevi essere salvata. Perché?
Regina tratteneva ancora il braccio della veggente.
- Mi hanno rapita ventotto anni fa, dal mio villaggio ad est, a causa del mio dono.
Rispose educatamente la donna.
- Perché non sei uscita prima dal castello?
Chiese il piccolo Henry.
- Mi hanno fatto un incantesimo. Potevo si uscire, ma solo per volontà altrui.
Tu mi hai tirata oltre la soglia, non l’ho varcata intenzionalmente.
Regina alzò un sopracciglio scettica.
- Eri una bambina quando ti hanno presa?
Chiese nuovamente Henry.
- No. Il tempo nel castello scorre in modo diverso. Grazie per avermi liberata. Ora potrò finalmente tornare da mio figlio.
Una lacrima scese sul suo volto.
- Buona Fortuna.
Le sorrise il ragazzino, guardando speranzoso la madre perché la lasciasse andare.
Regina sospirò, lasciando la presa sul braccio della donna.
- Buona Fortuna.
La veggente sorrise.
- Grazie. Grazie. Grazie!
Svanì.
- Henry dammi la mano. Raggiungiamo subito gli altri.
- Sai dove sono mamma?
- No. Ma userò il bracciale di Malefica che ci porterà da lei.

- Miei cari. Credevate forse che sarebbe stato così facile separarvi da me?
Jafar era in piedi davanti ai Charming, Malefica, Gold ed Emma.
- Mi sono preso la briga di occuparmi di una persona. Così. Per gioco.
E’ intelligente, sfrontata e l’ho presa a cuore perché vuole sempre tenermi testa, qualsiasi forma assumo.
Purtroppo avete interrotto ciò che mi ero prefissato di fare. Vorrà dire che mi dovrò sporcare le mani da solo.
Una nube rossa investì Emma che la fece sparire assieme a Jafar.
Regina ed Henry, comparvero accanto a Malefica.
- Nonni!
I Charming si voltarono.
- Henry sei tu?
Abbracciarono il nipote.
Malefica diede una pacca sulla spalla all’amica, che notò l’accoglienza un po’ fredda.
- Che succede? Dov’è Emma?
Chiese la Evil Queen preoccupata.
- Jafar l’ha rapita pochi istanti fa.
Regina sgranò gli occhi.
- Tenete Henry al sicuro. E’ diventata una questione personale.
- Regina!
Fu troppo tardi. Vano fu il tentativo di Snow, che cercò di trattenere con se la matrigna…ma ella svanì in una nube viola.

- Jafar che vuoi da me?
Domandò Emma.
Una sfera di energia la colpì in pieno, mandandola addosso ad un muro.
Cadde in ginocchio, ma si rialzò.
Erano in una vecchia baracca in legno.
- C’è una taglia sulla tua testa.
Emma rise.
- Davvero? Mi lusinga.
Jafar la colpì di nuovo. Il labbro della bionda cominciò a sanguinare.
- Sei spiritosa. Renderà tutto più divertente.
Una forza invisibile la spinse nuovamente contro un muro.
- Se mi uccidi, ti pagano di più?
Fu il turno di Jafar, a ridere, lanciandola addosso ad un tavolo di legno.
- No, ma è più interessante e meno noioso.
Ormai Emma era senza forze.
Jafar le si avvicinò. L’afferrò per il collo.
- Un’ultima parola salvatrice?
- Si…
Una nube viola apparve dietro Jafar, senza destare l’attenzione dell’uomo.
- …il tuo prezioso gioco…è finito.
Regina trafisse alla schiena, con un pugnale, Jafar.
L’uomo si toccò il ventre, su cui si allargava a vista d’occhio una chiazza di sangue.
Il suo sguardo si adombrò e lo Stregone si accasciò al suolo senza vita.
La mora si avvicinò ad Emma immobile con lo sguardo fisso sull’ex Genio.
L’abbracciò teneramente per poi scomparire.

- Regina stanno arrivando!
Snow era nel panico.
In lontananza zoccoli di tanti cavalli si abbattevano veloci sul terreno.
Salirono sui propri destrieri.
Regina diede un fagiolo a Gold, in testa al gruppo, con l’ordine di lanciarlo a terra ed aprire un portale, non appena fossero state seminate le guardie, ormai troppo vicine a loro.
I Charming erano fra Malefica ed Emma e Regina ed Henry.
Appena li ebbero a tiro, la Strega e la Evil Queen , scagliarono delle palle di fuoco colpendo i cavalieri accanto al Re che aveva il comando.
Cadevano uno ad uno.
Mentre Regina continuava con il fuoco, Malefica decise di ergere un muro di rampicanti, che venne saltato solo da George.
Fu allora che Snow, imbracciando il suo arco si voltò.
- Ora!
Gridò Regina.
Tremotino lanciò a terra il fagiolo aprendo un portale e prima di sparire in esso, Biancaneve scoccò una freccia colpendo Re George.
Tutto attorno a loro si fermò.
Henry aprì gli occhi, chiusi dalla paura.
STORYBROOKE.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: AlexVause